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La Redazione

 

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NEW ORLEANS E NEW YORK, SORELLE NELLA TRAGEDIA

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A cura di God
Il 1 Maggio 2006
24 Views

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DI HEDELBERTO LOPEZ BLANCH

I cittadini degli Stati Uniti si trovano nella spiacevole contraddizione di vivere nel paese più ricco del mondo e, contemporaneamente, di soffrire costantemente per l’incertezza che, se verranno sorpresi da un disastro naturale, una guerra o un attacco terroristico, l’amministrazione federale non sarà in grado di soddisfare i bisogni primari o di riportare la pace.
Un recente documento presentato al Congresso rende noto che quando l’anno scorso gli uragani devastarono la costa del Golfo del Messico, il governo non riuscì ad organizzare un piano di interventi con ordini precisi. Ciò pregiudicò i lavori di soccorso e di ricostruzione.

Il documento è stato elaborato da l’Ufficio per le Responsabilità Governative (GAO è la sua sigla in inglese) e ha puntualizzato che il Governo non ha ancora varato un piano e un programma di addestramento sufficientemente adeguati a far fronte a catastrofi naturali come quella dell’uragano Katrina del 29 agosto dello scorso anno.Il GAO, l’organo di investigazione del Congresso, aggiunge che, a causa della confusione interna, i funzionari federali risposero con indecisione e lentezza, senza comprendere l’ampiezza della catastrofe.

Secondo cifre ancora non precisate, con la distruzione delle dighe che proteggevano la città, le inondazioni provocarono più di mille morti e circa 3000 risultano ancora i dispersi.
Dopo quasi sei mesi da questa tragedia, molti residenti di New Orleàns sono ancora carenti dei beni di prima necessità e numerose famiglie vivono ammucchiate in piccole case-container.

Il quotidiano New York Times ha denunciato che cento mila residenti stanno aspettando i prossimi passi dell’esecutivo, dal momento che la Louisiana è uno stato povero e non può risolvere da solo il disastro causato alla città di New Orleàns e alle altre città vittime delle conseguenze di Katrina.

Se questo succede nel sud impoverito dell’Unione, altrettanto accade al nord, a New York, da sempre conosciuta come la città dei grattacieli e dei grandi affari.

Dopo gli attacchi terroristici contro le Torri Gemelle, nel settembre del 2001, New York è andata di male in peggio. Uno studio realizzato dall’Unione dei senza-tetto ha reso noto che nella città il problema è peggiorato, infatti, negli ultimi dieci anni si sono rilevati sempre più casi di persone senza una casa che vivono per strada o in alloggi pubblici.

L’Unione indica l’ultimo quinquennio come “ il peggior periodo per i senza-tetto dalla Grande Depressione”.

Il fatto che nella città simbolo degli Stati Uniti, la nazione più forte del mondo a livello economico, la quantità dei senza casa sia aumentata nel primo decennio di questo secolo del 44%, è un segnale che indica il disinteresse dell’amministrazione di George W. Bush per i cittadini poveri.

Insieme ai senzatetto è anche aumentato del 55% il numero dei bambini senza una casa che bussano alle porte degli alloggi pubblici.

A ciò va aggiunto che le scuole pubbliche della città non hanno ricevuto i fondi dal governo federale relativi al piano “nessun bambino rimanga indietro” come era stato promesso, quattro anni prima, dall’accordo del documento divulgato dal congressista Anthony Weiner. Il presidente e i suoi alleati, secondo il congressista, hanno fatto mancare ai bambini, ai maestri e alle scuole ciò che spetta loro. E’ arrivato il momento, pertanto, che Washington ottemperi agli impegni presi.

Dati ufficiali affermano che in tutta la nazione ci sono più di 36,5 milioni di poveri mentre 45 milioni, ovvero circa uno ogni sette statunitensi, non hanno diritto all’assistenza sanitaria. Attualmente, il Collegio Americano dei Medici ha segnalato, in un recente documento, che il sistema sanitario per le cure primarie è sull’orlo del collasso.

L’aumento della povertà negli Stati Uniti si è fatto consustanziale al sistema neoliberista delle grandi privatizzazioni portato a compimento nel paese e che Washington, sotto enormi pressioni, e riuscito ad imporre anche in alcuni paesi dell’America Latina.

Sono tanti gli esempi sulla sproporzione esistente nel Gigante Nordamericano. Nell’ultimo quinquennio, la crescita delle rendite delle imprese ha raggiunto il 60% mentre l’aumento dei salari nello stesso periodo è stato appena del 7%.

Le statistiche segnalano che l’1% delle famiglie più ricche del paese è proprietario del 57% della ricchezza imprenditoriale. L’Istituto per lo Studio delle Entrate del Lussemburgo, dopo aver analizzato 13 paesi con un alto Prodotto Interno Lordo (PIL), ha classificato gli Stati Uniti al terzo posto tra i paesi con una maggiore iniquità nella distribuzione del reddito.

Da questi dati reali risulta comprensibile che gli abitanti di New Orleàns e New York non si attendano un miglioramento del loro deteriorato livello di vita e che i cittadini di altri stati e paesi dell’Unione non dormano sonni tranquilli, pensando che qualche disastro naturale possa farli precipitare in una spirale di amarezza e povertà, senza che il governo federale tenda loro una mano.

Hedelberto López Blanch
Fonte: http://www.rebelion.org
Link: http://www.rebelion.org/noticia.php?id=26761
14.02.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PINTADERA

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