Nessuna canaglia sarà abbandonata

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DI KATHERINE KERSTEN

kunstler.com

Ossessionate dall’ uguaglianza razziale le scuole di Saint Paul hanno abbandonato  la disciplina e danno il via al caos.

Negli anni di Obama il sistema americano di istruzione pubblica si è lanciato in un grande esperimento sociale che minacciava di trasformare le scuole in campi di addestramento al tiro al bersaglio. La campagna condotta in nome della uguaglianza razziale ha cercato di ridurre in modo spettacolare il tasso di sospensione degli studenti neri, che sono espulsi per indisciplina con delle percentuali molto più alte di quelle degli altri studenti. Il Ministero dell’Istruzione degli Stati Uniti ha diretto lo sforzo dall’alto verso il basso. I burocrati locali dell’istruzione lo hanno sostenuto e messo in pratica.

L’ “uguaglianza razziale” è diventata la giustificazione universale delle Politiche Educative incerte. I sostenitori dell’uguaglianza ritengono che l’ “effetto di disomogeneità”, -quando politiche identiche producono risultati diversi nei vari gruppi demografici- sia  una prova conclusiva che c’è una discriminazione. Sul fronte dell’insegnamento, l'”equità” non ricerca un uguale trattamento per tutti gli studenti. Esige  invece l’equivalenza statistica dei dati di espulsione o  di sospensione disciplinare per gli studenti di ogni gruppo razziale, indipendentemente dalla reale condotta di questi studenti.

La premessa centrale dei sostenitori dell'”equità” è  che gli  insegnanti, e  non gli studenti, devono essere incolpati per lo scarto disciplinare in termini di uguaglianza razziale. Affermano che i pregiudizi degli insegnanti, la loro ignoranza delle differenze culturali o la loro insensibilità, sono le cause prime di questo  scarto. La chiave per eliminare le disparità, sostengono, non è di modificare il comportamento degli studenti, ma quello degli adulti. I sostenitori dell'”equità” giustificano il loro programma basandosi sul fatto che lo scarto disciplinare nella uguaglianza razziale ostacola grandemente le possibilità degli allievi neri di riuscire nella vita. I ragazzi che sono stati sospesi, in generale falliscono il tentativo di diplomarsi in tempo e sono più inclini a essere presi tra le maglie del sistema giudiziario per i minori, dicono.

Il Ministero dell’Istruzione del presidente Obama ha fatto dell'”equità” razziale nella disciplina scolastica una delle sue maggiori priorità.  “La verità innegabile è che l’esperienza quotidiana dell’insegnamento viola  nei confronti di numerosi allievi di colore il principio di eguaglianza, che è al centro della promessa americana”, secondo Arne Duncan, che è stato responsabile per le attività studentesche fino agli inizi del 2016. “È il comportamento degli adulti  che deve cambiare” ha dichiarato Duncan in più occasioni, “Il tunnel che porta dalla scuola alla prigione deve essere rimesso in discussione ogni giorno.”

Il Ministero dell’Istruzione di Donald Trump non avrà dovuto aspettare a lungo per vedere come si è sviluppato questo progetto nel mondo reale. Le scuole pubbliche di Saint Paul, in Minnesota, sono all’avanguardia nella crociata per l’uguaglianza razziale. La violenza e il caos che la politica dell’uguaglianza razziale hanno prodotto laggiù dovrebbero suonare l’allarme in tutto il paese a proposito di ciò che ci si può attendere proseguendo su questa strada.

Valeria Silva, diventata sovrintendente delle scuole pubbliche di Saint Paul a dicembre 2009, è stata  sostenitrice precoce ed appassionata della ideologia dell’uguaglianza razziale. Nel 2011 ha fatto del programma di uguaglianza un elemento centrale del suo programma: “Scuole forti, comunità forti”. Il sito internet del distretto ha elogiato il progetto come “il più rivoluzionario cambiamento degli ultimi 40 anni nella sua realizzazione, nella sua adattabilità e nella sua durata futura, all’interno delle scuole pubbliche di Saint Paul”.

In termini demografici le scolaresche di Saint Paul sono composte circa per il 32% da asiatici, per il 30% da neri, per il 22% da bianchi, per il 14% da ispanici e per il 2% da amerindi. Nel 2009 e nel 2010 il 15% degli scolari neri del distretto sono stati sospesi almeno una volta, 5 volte di più degli scolari bianchi e circa 15 volte di più degli scolari asiatici. Dal punto di vista di Silva, l’uguaglianza richiederebbe che la popolazione scolastica nera non sia allontanata dalla scuola più di 2 volte tanto in percentuale,  rispetto agli americani di origine asiatica, il gruppo con il tasso di sospensioni più basso.

Silva ha attaccato lo scarto nella disciplina dal punto di vista dell’uguaglianza razziale nella sua presunta origine: il “privilegio bianco”. Gli insegnanti puniscono ingiustamente gli scolari delle minoranze per dei comportamenti “largamente soggettivi”  quali l’atteggiamento di sfida, la mancanza di rispetto e il disturbo, ha spiegato al “Minneapolis Star Tribune” nel 2012. Per superare i loro pregiudizi gli insegnanti devono imparare ad avere un “apprezzamento reale” delle “differenze” culturali dei loro allievi e di come queste ultime possono influenzare le interazioni in classe.
Silva ha reclutato un consulente sulle diversità proveniente dalla California, il  Gruppo Educativo del Pacifico (PEG) , per obbligare il personale della scuola di Saint Paul, dai presidi, ai bidelli, agli autisti di bus, a confrontarsi con la loro intolleranza e a raggiungere una certa  “competenza culturale” nel loro lavoro con scolari “neri e bruni”. In alcuni “colloqui coraggiosi” sulla razza stimolati dal PEG, gli insegnanti sono stati istruiti a  cominciare ogni loro dichiarazione con una frase tipo:  “in quanto donna bianca, credo…”  oppure:  “in quanto uomo di colore, io penso…”.  Hanno appreso  che  “gridare” delle risposte in classe e mancare di puntualità sono dei tratti culturali neri e ciò che sembra essere un comportamento deviante è   invece soltanto un’espressione culturalmente condizionata di “entusiasmo”.
Dopo aver organizzato un corso formativo sul “privilegio bianco”, Silva ha proposto di eliminare ciò che lei  chiamava la “mentalità punitiva” che sottende il modello di disciplina del distretto. In uno sforzo teso a ridurre l’espulsione disciplinare  dei neri, ha rinunciato ad esigere dai neri comportamenti corretti e disciplinati ed ha abbandonato delle punizioni importanti per cattiva condotta degli allievi. E in più, per chiudere il canale “che porta dalla scuola alla prigione”, Silva ha adottato un nuovo protocollo per la collaborazione tra la  scuola e la polizia. Il protocollo classificava le infrazioni degli allievi in 5 livelli ed esigeva dalle scuole di denunciare di loro propria iniziativa solo le peggiori infrazioni, tra le quali l’incendio doloso, l’aggressione grave, la violenza sessuale, il possesso di droga. Per un certo periodo l’amministrazione del distretto ha effettivamente legato le indennità dei dirigenti scolastici al loro bilancio in termini di riduzione delle espulsioni disciplinari dei Neri.

Nel 2011-2012, le accuse di comportamenti incivili agli allievi del distretto sono diminuite del 38% rispetto all’anno scolastico precedente. Le infrazioni commesse a scuola e segnalate all’ufficio del procuratore della contea di Ramsey, per l’incriminazione, ugualmente sono crollate. Nel 2006, i  dirigenti della scuola avevano comminato 875 espulsioni per infrazioni o delitti. Nel 2011 ne hanno comminate 538.

Silva ha anche difeso il “Positive Behavior Interventions and Supports” [Interventi e sostegni per un comportamento positivo] (PBIS) un programma di modifiche comportamentali anti sospensione che si concentra sulla discussione e la mediazione. Con il PBIS, gli studenti indisciplinati vengono riuniti per circa 10 minuti con uno “specialista in comportamento” prima di tornare in classe o di passare a un’altra classe o a un’altra scuola, dove si comporteranno probabilmente di nuovo male. La “stragrande maggioranza” degli specialisti in comportamento sono neri e “io non so molto bene quali siano le loro qualifiche” ha scritto Aaron Brenner un anziano insegnante della quarta -che è anche lui nero- sul “Saint Paul Pioneer Press” nel 2015 . Certi specialisti “ricompensano persino gli scolari disturbatori, portandoli in palestra per giocare a pallacanestro”, ha aggiunto. “Non c’è un limite al numero delle volte che uno scolaro disturbatore sarà allontanato dalla vostra classe”.

Gli “esperti culturali” formati dal PEG hanno rinforzato il punto di vista “accusare gli insegnanti”, dell’amministrazione. Hanno consigliato che quando i ragazzi tengono testa ai professori questi dovrebbero interrogarsi su come la loro incapacità di ottenere la fiducia degli allievi ne abbia provocato la cattiva condotta. Il risultato finale di un’ infrazione alla disciplina “dovrebbe essere più di una semplice richiesta di scuse da parte dei ragazzi” ha dichiarato Kristy Pierce, un esperto culturale nel collegio di Battle Creek a “City Pages”, che ha pubblicato una serie di articoli sul caos crescente nelle scuole di  Saint Paul. “Quando utilizzate la parola “Nero” in contrapposizione ad Afro-Americano e l’allievo fa una scenata, allora capite da dove potrebbe avere origine.

Nel 2013, Silva ha  introdotto un cambio di politica conclusivo. In nome dell’eguaglianza ha introdotto in classi normali migliaia di allievi con il sostegno, che soffrivano di “disordini emotivi e comportamentali” e  in enorme percentuale erano neri. Gli insegnanti non hanno ricevuto alcun sostegno supplementare per rispondere a questa sfida senza precedenti.

“Noi abbiamo una parte dei ragazzi che si considerano intoccabili” ha detto un veterano dell’insegnamento all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016. Nei licei della città gli insegnanti si sentivano impotenti mentre gruppi di ragazzi scatenati, che venivano a scuola per la colazione, il pranzo e il collegamento wireless gratuito, sfilavano nei corridoi. “L’occupazione di aule” da parte di allievi che regolano delle controversie private o si vendicano per dei traffici di droga malriusciti, sono diventati una routine. “I ragazzi che si stufano delle lezioni non fanno che alzarsi e andarsene” riporta “City Pages”. “Si introducono in classi alle quali non appartengono, seminano la zizzania e le loro malvagità in mezzo ai loro simili”. I primi mesi dell’anno scolastico sono stati segnati da sommosse o da risse a Como Park, nei licei “Centrale”, “Humboldt” e “Harding”- con sei battaglie in tre giorni a Como Park. La polizia ha dovuto utilizzare delle sostanze irritanti per disperdere gli allievi che si battevano.

“Vediamo aumentare la violenza e ancora di più la violenza pesante” ha rilevato Steve Linders, portavoce della polizia di San Paul. “Le risse a scuola che prima coinvolgevano due persone, ora si allargano in combattimenti tra numerosi individui o persino in mischie che coinvolgono più di 50 persone”. A settembre è scoppiata una violenta rissa al liceo di Como Park. La polizia ha dovuto chiamare dei rinforzi quando “lo scenario è diventato molto caotico con numerosi combattenti”, ha detto Linders. “Non sono due o tre individui che si affrontano con l’intenzione di risolvere le loro questioni private, ha dichiarato l’insegnante Roy Magnuson  al “Pioneer Press”. Sono dei ragazzotti che cercano di prendere il sopravvento e di attaccare”. In ottobre 2015,  circa 30/40 liceali si sono affrontati nella tromba delle scale del liceo Humboldt. La polizia ha cercato di mettere fine alla rissa mentre il personale della scuola si sforzava di mantenere chiusa una porta per impedire che dozzine di altri liceali si aprissero un varco per partecipare alla battaglia.

Per ridurre le espulsioni per indisciplina, Silva ha abbassato le richieste in termini di buon comportamento ed ha abbandonato delle punizioni pesanti per maleducazione.

Via via che l’anno scolare si svolgeva, certe scuole assomigliavano sempre  più a delle zone di guerra. Alcuni insegnanti sono stati feriti resistendo all’invasione della loro classe o intervenendo nelle risse: la polizia è stata obbligata a ricorrere al Taser contro un liceale disturbatore; un adolescente ha portato una pistola carica a scuola dicendo che doveva difendersi dai membri di una banda rivale. Alla Harding High School l’insegnante Becky McQueen ha trovato la sua soluzione al caos. McQueen -che aveva ricevuto minacce di morte ed era stata rinchiusa in un armadio da alcuni intrusi entrati nella sua classe-  ha raccontato a “City Pages” che per impedire l’ingresso agli invasori adesso domanda ai suoi allievi di battere un codice convenuto sulla porta prima di entrare in classe.

L’amministrazione Silva ha scaricato direttamente le critiche per il caos crescente sugli adulti. Jackie Turner, la responsabile delle assunzioni pubbliche del distretto, ha detto che per rispondere alla violenza, il distretto ha intenzione di dare una formazione supplementare al personale ed ai responsabili della scuola su “come calmare le situazioni in modo appropriato”. Le risse avrebbero potuto non crescere di violenza, ha detto, “se certi adulti avessero reagito diversamente”. Alla domanda se gli allievi dovrebbero essere espulsi per le risse, Turner ha risposto: “Voi non sentirete dire questo né da me, né dal direttore, né da nessun altro responsabile.”

Nel frattempo in numerose scuole primarie regnava l’anarchia. Gli allievi sputavano sistematicamente delle oscenità, strapazzavano i loro colleghi di classe, correvano nei corridoi, ha scritto Brenner nel suo articolo del 2015 per il “Pioneer Press”. Gli insegnanti della scuola primaria, come i loro colleghi del liceo, erano in pericolo anche fisicamente. L’insegnante Donna Wu è stata coinvolta in una rissa tra due ragazze di quinta ed è caduta a terra subendo una commozione cerebrale. “Ho ricevuto dei pugni, dei calci, mi hanno sputato addosso e mi hanno detto tutti gli insulti immaginabili” ha raccontato a “City Pages” l’assistente di quarta Sean Kelly.

Un genitore, Daeona Griffin ha detto a  “City Pages” che una visita alla classe  del secondo anno di suo figlio nella scuola primaria di Battle Creek, l’aveva lasciata senza parole.

“Questa di seconda è la classe più inefficiente che io abbia visto con i miei occhi. Non ho neanche mai sentito parlare di una classe come quella della signora Tina Woods. Lei ha circa 6 allievi con dei pessimi comportamenti in un’unica classe. Li ho visti colpirla con un pugno. Li ho visti gironzolare per i corridoi. Ho visto che lei cercava di leggere qualcosa alla classe, ed ha impiegato un’ora e mezza per leggere due pagine. È troppo”.

David McGill, professore di scienze nella scuola per allievi molto capaci e superdotati di Capitol  Hill, ha dichiarato alla Commissione scolastica di Saint Paul che un violento nero del quarto anno aveva “seriamente compromesso un anno intero di insegnamento delle scienze” per i suoi coetanei. Ma gli insegnanti e gli amministratori avevano evitato di punirlo a causa della nuova politica dell’uguaglianza, ha spiegato  McGill. Peggio di tutto, certi insegnanti hanno sottolineato che questo toglie ai docenti il potere di esigere dagli allievi colpevoli che si scusino o  ripuliscano lo sporco che hanno fatto. Col risultato che questi ragazzi non hanno mai avuto occasione di migliorare la loro capacità di autocontrollo e di imparare dai loro errori, si sono lamentati gli insegnanti. Quando il primo semestre è arrivato alla fine, i professori erano in crisi a causa delle sfide con le quali dovevano confrontarsi. “Molti di noi tornano a casa in lacrime”, ha raccontato uno di loro a   Ruben Rosario, cronista del “Pioneer Press”. “Per favore non dateci ulteriormente della formazione del personale sul razzismo o su come far interrompere un alterco tra allievi[…]  Noi insegnanti ci sentiamo come se stessimo per annegare”.

Il 4 dicembre 2015 ha segnato una svolta. In quel giorno, alla central High School, un allievo di 16 anni ha colpito e strangolato un professore, John Ekblad, che cercava di sedare una rissa nella caffetteria. Ekblad è stato ricoverato in ospedale con una lesione cerebrale. Nello stesso tumulto un direttore aggiunto è stato colpito più volte al petto e se n’è uscito con una contusione al collo, delle dimensioni di un pompelmo. Il giorno appresso, alla conferenza stampa, il procuratore della contea di Ramsey, John Choi, ha definito la violenza crescente degli allievi contro il personale come una crisi di salute pubblica. Gli attacchi contro il personale di Saint Paul in funzione del loro ruolo, sono triplicati nel 2015 rispetto al 2014, ed erano superiori del 36% alla media del 4 anni precedenti. Gli attacchi agli insegnanti sono continuati durante i mesi seguenti. In marzo per esempio un insegnante di Como Park High è stato attaccato durante un’invasione della sua aula per un traffico di droga, ha subito una commozione cerebrale e ha dovuto essere cucito per chiudere una ferita alla testa.

Nel 2014, Benner -un leader tra gli insegnanti che criticano la politica di uguaglianza razziale- ha parlato francamente alla Commissione scolastica di Saint Paul. “Io credo che noi paralizziamo i nostri ragazzi neri non richiedendo da loro le stesse prestazioni degli altri allievi” ha detto ai membri della Commissione. Gli allievi di San Paul, ha scritto Brenner l’anno seguente, “sono utilizzati in una specie di esperimento sociale nel quale non sono considerati responsabili del loro comportamento”. La sicurezza, e non l’insegnamento, era diventata “la sua preoccupazione numero uno”,  ha aggiunto.

“Ci sono quelli che credono che espellendo i ragazzi noi costruiamo un collegamento diretto verso la prigione, ha dichiarato McQueen di “Harding High”. Io penso che sia invece non espellendoli,   che lo facciamo. Penso che noi diciamo a questi ragazzi “Non avete bisogno di essere corretti verso gli altri, noi non facciamo che parlarvi. Voi potete attaccare qualcuno e noi vi lasceremo rientrare a scuola”. I dirigenti del distretto peraltro hanno negato categoricamente l’accusa che la violenza e il disordine crescenti fossero legati alle recenti innovazioni nella disciplina. Il distretto ha preso dei provvedimenti per dissimulare l’ampiezza del caos e per intimidire e far tacere gli insegnanti che criticavano le politiche di Silva.

Alcuni insegnanti per esempio hanno riferito che gli amministratori non garantivano che vi sarebbero stati  dei provvedimenti per quegli allievi espulsi per motivi disciplinari. Benner dice che è una tattica corrente per mantenere basso il numero delle espulsioni e delle  sospensioni. Anche alcuni genitori hanno rinfacciato ai responsabili scolastici di non segnalare alla polizia gli atti di violenza tra alunni. Una madre ha detto al “Pioneer Press” che suo figlio, allievo di settima, era stato colpito violentemente all’inguine. Ma “quando io ho chiesto alla direttrice perché non aveva fatto intervenire la polizia mi ha detto “Sono fatti vostri”. Un’altra madre ha detto al giornale che suo figlio era stato tagliato con un coltello X-ACTO, a scuola. Quando ha chiesto perché la polizia non era stata informata, un amministratore ha disegnato un percorso per arrivare alla stazione [di Polizia-N.d.T.] più vicina, sul retro di un biglietto da visita professionale, ha raccontato. Dopo che le madri si sono rivolte alla polizia il primo assalitore è stato accusato di aggressione e il secondo di un delitto.

Gli insegnanti che hanno pubblicamente rimesso in discussione la nuova politica disciplinare rischiavano delle gravi ritorsioni. “Ci si intestardisce molto a dire che non vi sono errori” ha detto Roy Magnusson, un insegnante di scienze sociali che dirige la politica del sindacato insegnanti di Saint Paul. La risposta ordinaria, dice, è che “la gente come me ha dei problemi con l’equità razziale e questa è la ragione per cui la contestiamo. È un modo molto comodo di negare la situazione reale”.

A volte, la sanzione per i dissidenti è andata molto oltre il rimprovero sulla questione razziale. Benner dice che i dirigenti del distretto l’hanno espulso dalla scuola e hanno licenziato il suo assistente. Adesso lavora in una scuola privata. Candice Egan, un’insegnante sostituta di 63 anni, ha accusato anche lei il distretto di ritorsioni. Dopo che un allievo l’aveva maltrattata e incollata a un muro nel marzo del 2016, lei era andata al pronto soccorso con dolori alla spalla e alla nuca. Egan ha denunciato l’attacco alla polizia dopo che le autorità scolastiche avevano omesso di farlo- anche se il regolamento del distretto l’avrebbe imposto. E poi ha anche parlato a un giornalista. Poco dopo è stata informata che non avrebbe più potuto lavorare nel distretto. Egan ha detto alla “Star Tribune” che il servizio degli insegnanti in attesa, che organizza le chiamate per le sostituzioni, le aveva detto che i responsabili del distretto volevano prendere le distanze da lei “a causa del modo in cui era stato trattato l’incidente”.

I commenti sul social web possono anche mettere a rischio l’impiego degli insegnanti. Il 9 marzo l’insegnante specializzato Theo Olson è stato messo in aspettativa pagata dopo che aveva criticato la mancanza di sostegno dell’amministrazione agli insegnanti, in due post su Facebook. Olson non ha fatto alcun riferimento alla razza. Ciononostante Silva lo ha messo in congedo dopo che il gruppo “Black Lives Matter” di Saint Paul aveva minacciato di “chiudere” il collegio di Como Park fino a che non fosse stato allontanato Olson.

Le tattiche muscolari del distretto sono state molto efficaci. La maggior parte degli  insegnanti si sono tenuti per sè la loro frustrazione e la loro disperazione, per paura di annotazioni negative nel loro dossier personale o di un trasferimento per rappresaglia. In un post su un social web un professore veterano ha stimato superiore a cento il numero di educatori “annichiliti”, a qualche migliaio il numero di quelli “terrorizzati e ridotti al silenzio”, e “troppo grande per poterli contare”, il numero dei “genitori ignorati”.

Poco prima del 2015, l’anarchia e la violenza erano cresciute in un modo così drammatico che le sospensioni -anche se come ultimo espediente- hanno finito per aumentare. In dicembre, Silva ha annunciato che le sospensioni del primo trimestre erano le più alte nei 5 anni. Il 77% riguardava degli allievi neri, che rappresentano il 30% della popolazione scolastica. Via via che cresceva l’indignazione pubblica, famiglie di tutte le razze hanno incominciato a lasciare il distretto di Saint Paul per delle scuole private e per scuole della periferia. Numerose famiglie dicono che “i loro ragazzi […] non si sentono al sicuro neanche quando vanno alla toilette”, ha detto nel 2016 allo “Star Tribune” Joe Nathan del Centro per Cambiare la Scuola che ha sede a Saint Paul. Anche alcuni genitori erano impressionati dal peggioramento dei risultati in lettura e in matematica, degli allievi del distretto. Il distretto ha perso migliaia di allievi e questo rappresenta una perdita di aiuti di Stato di milioni di dollari.

Gli asiatici, la più importante minoranza del distretto di Saint Paul, hanno particolarmente sofferto del nuovo regime disciplinare. Questi allievi, principalmente Hmongs e di altre etnie del Sud-est asiatico, hanno tendenza a comportarsi bene e  ad essere rispettosi dell’autorità, anche se alcuni faticano sul piano dell’apprendimento. Il professor Koua Yang, insegnante al college Harding, ha detto che aveva perso circa 20 allievi Hmong nell’esodo. “Tutto ciò di cui noi sentiamo parlare è la differenza scolastica tra bianchi e neri- si è lamentato.- Questa politica di uguaglianza razziale non è uguale per tutte le razze[…]. Perché dobbiamo andarcene?”.

Nel novembre 2015 gli elettori di Saint Paul hanno espresso in modo spettacolare la frustrazione che causavano loro le politiche di Silva. Hanno eletto con un’immensa maggioranza una nuova Commissione scolastica con una forte maggioranza anti-Silva. Caucus for Change, un gruppo organizzato dal sindacato degli insegnanti, ha orchestrato la vittoria.
Qualche settimana dopo la sua elezione per altro, la Commissione ha dovuto affrontare la sua prima crisi. Il crudele attacco a Ekblad  (1) è arrivato il 4 dicembre e la direzione del sindacato, che ha qualificato l’attacco come “punto di rottura”, ha minacciato di scioperare per le questioni della sicurezza a scuola. In Marzo 2016, la Commissione ha evitato uno sciopero approvando un nuovo contratto per gli insegnanti. Questo contratto dà ai  professori ciò che si potrebbe chiamare un salario di rischio, il più alto dello Stato secondo la “Star Tribune”. Ma la fiducia dei cittadini di Saint Paul in Silva era svanita. Gli insegnanti hanno lanciato una petizione chiedendo il suo allontanamento, e  alcuni responsabili delle comunità nera, bianca e asiatica,  hanno ribadito questo appello in un articolo sulla “Pioneer Press”. Finalmente il 21 giugno 2016 la Commissione scolastica ha annunciato la partenza di Silva dopo il riscatto del suo contratto per circa 800.000 dollari.

Nel suo nuovo contratto il sindacato ha anche ottenuto il finanziamento per 30 nuovi Consiglieri, infermieri, operatori sociali e psicologi.  Ma, a meno che i dirigenti del distretto non decidano di applicare delle regole più severe sul comportamento degli allievi, sembra poco probabile un miglioramento significativo nella  sicurezza della scuola.

A livello federale l’amministrazione Obama ha fatto dell’equità razziale una priorità assoluta nella disciplina scolastica.Nel gennaio 2014, il Ministero dell’Educazione e della Giustizia ha pubblicato la lettera ai “Cari Colleghi”, che enuncia le direttive che intendono obbligare i distretti scolastici ad adottare delle politiche disciplinari nello stile di Silva. Attualmente sono in corso delle inchieste federali nei distretti di tutto il paese. Alcuni distretti  hanno preso delle delibere di consenso; le autorità federali hanno minacciato di perseguire gli altri o di annullare la validità delle sospensioni, se il modello non passa. I responsabili federali sono sembrati poco preoccupati che la violenza e il disordine abbiano seguito la messa in pratica delle politiche disciplinari ispirate all’ uguaglianza razziale- non soltanto a Saint Paul ma anche in distretti come Oklahoma City e New York. Con l’investitura di Donald Trump nel gennaio 2017, queste iniziative potrebbero essere annullate -ma il nuovo presidente ha illustrato come le sue principali priorità siano l’immigrazione, la salute e l’occupazione, e quindi qualunque cambio che potrebbe intervenire rischia di aspettare a lungo.

L’esperimento di Saint Paul mostra chiaramente che le politiche disciplinari radicate nell’ideologia dell’equità razziale conducono al disastro. Questo non dovrebbe sorprendere se si considera che le due premesse principali di questa ideologia sono viziate profondamente. La prima ritiene che le differenze nelle percentuali di provvedimenti disciplinari a scuola siano un prodotto dei pregiudizi razziali degli insegnanti; la seconda sostiene che il modo ingiustificato e discriminatorio con cui gli insegnanti considerano gli allievi neri, costituisce il tragitto che manda dalla scuola alla prigione.

Nel 2014, uno studio rivoluzionario di J. P. Wright e di altri, comparso nel “Journal of Criminal Justice”, ha squalificato queste due affermazioni. Lo studio ha utilizzato il più grande campione di bambini in età scolare del paese. Contrariamente a quasi tutti gli studi precedenti, controllava le differenze individuali nel comportamento degli allievi nel lungo periodo. Con questa metodologia rigorosa, gli autori hanno concluso che i pregiudizi degli insegnanti non rivestono alcun ruolo nella differenza delle sospensioni sotto il profilo della equità razziale che è “interamente spiegata misurando il problema del comportamento precedente dell’allievo”. Hanno rilevato che i differenziali nelle percentuali delle sospensioni sembrano essere funzione delle differenze nei comportamenti problematici che sorgono precocemente nella vita, restano relativamente stabili nel lungo periodo e si manifestano a scuola. Perché gli allievi neri e quelli bianchi, in quanto gruppi, si comportano diversamente a scuola? Lo studio  ha scoperto che gli allievi neri in media, sono meno preparati intellettualmente ad entrare a scuola e portano con loro dei deficit in numerose competenze sociali ed emotive, e su queste i loro genitori non esercitano alcun controllo. Gli autori sottolineano che, nonostante un grande numero di studi precedenti abbiano suggerito come fattore dello scarto della disciplina dal punto di vista dell’uguaglianza razziale, i pregiudizi degli insegnanti, “certi ricercatori e militanti” mettono in mostra “delle chiare  motivazioni” a presentare la differenza come una questione di diritti civili, “con tutte le minacce di corrispondenti ritorsioni  da parte del governo federale”.

Quanto al collegamento diretto tra la scuola e la prigione, gli autori sembrano considerare questo concetto per lo più come uno sforzo per legare “alla discriminazione razziale le differenze razziali nelle percentuali di provvedimenti disciplinari”. In queste circostanze, sottolineano, “laddove le carriere sono avanzate, la fama acquisita, laddove è confermata ‘l’ideologia del lavoro’ dei ricercatori, sono marginalizzati e traditi l’atteggiamento critico abituale e la prudenza della ricerca intelligente”. Le scuole -dicono gli autori- dovrebbero fare degli sforzi per correggere i comportamenti problematici del giovani allievi. Se falliscono in questo compito, si possono instaurare degli schemi precoci di comportamenti perturbatori e sregolati che alla fine porteranno al fallimento scolastico, all’abbandono e potenzialmente  alla collisione con il sistema giudiziario. Nelle scuole di Saint Paul tuttavia l’ideologia dell’uguaglianza rende  impossibile questa correzione costruttiva.

L’origine più profonda dello scarto nella disciplina in termini di uguaglianza razziale è legata alle importanti diversità delle strutture familiari. I giovani che crescono senza padre sono molto più inclini dei loro coetanei  a cadere in un comportamento antisociale secondo una voluminosa ricerca delle scienze sociali. Una vita familiare disordinata spesso favorisce la carenza di controllo degli impulsi e di socializzazione che possono condurre a un cattivo comportamento a scuola. La città di San Paul non pubblica i dati delle nascite fuori dal matrimonio. Tuttavia “Intellectual Takeout”, una istituzione di politica pubblica del Minnesota, ha determinato, con una richiesta in nome della libertà di informazione al Dipartimento della Sanità del Minnesota, che lo 87% delle nascite a Saint Paul da madri nere nate negli Stati Uniti, hanno avuto luogo fuori dal matrimonio, a fronte del 30% delle nascite dei bianchi. Tragicamente il problema al quale noi siamo di fronte non è tanto una questione di un “condotto diretto” che conduce dalla scuola alla prigione,  ma piuttosto dalla casa alla prigione.

Chi paga il prezzo più grande per le politiche disciplinari basate su un errato concetto di equità razziale?  I numerosi allievi poveri, figli di minoranze, che vanno a scuola con il desiderio di imparare. La distruzione dell’ordine che queste politiche promuovono è destinata a rendere sempre più scoraggiante la già difficile lotta di questi bambini per una istruzione corretta.

 

Katerine Kersten, scrittrice e avvocato, è membro senior del Center of American Experiment vi  City Journal via kunstler.com

Fonte: http://lesakerfrancophone.fr

Link. http://lesakerfrancophone.fr/aucun-voyou-ne-sera-abandonne

Inverno 2017

 

Traduzione per www.comedonchisciotte.org  a cura di GIAKKI49

 

Note:
(1) Attacco a Ekblad: Un insegnante della St. Paul School è stato assalito e colpito ed è finito in ospedale con leggera commozione cerebrale. Lo studente è poi stato condannato a 90 gg. di prigione

(2)  Center of the American Experiment (CAE) è un gruppo di pressione di destra fondato in Minnesota. E’ membro della rete  State Policy Network finanziato dai magnati dell’industria dell’acciaio Fratelli Koch. Sulla homepage del gruppo CAE  elenca le aree di interesse: L’economia del Minnesota, la sanità, la famiglia, il governo, l’istruzione e  un trattamento più libero per gli impiegati (employee freedom)

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