SPADINI ROSANNA
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Al G-20 di Amburgo non ha funzionato nulla, dissidi dentro e scontri fuori. In fatto di disastri, non si sono fatti mancare niente, non solo incomprensioni ideologiche e caos in strada per le proteste che hanno mettono a ferro e fuoco la città. Ed anche Trump non ha fatto retromarcia sugli accordi di Parigi, stralciati dopo il G7 di Taormina.
Sul clima si è consumata ufficialmente la frattura fra Washington e gli altri, il nulla osta degli Usa a inserire nel comunicato finale l’aggettivo “irreversibile” in riferimento all’accordo di Parigi non è stato gratuito: in cambio gli americani hanno ottenuto che venisse inserita una controversa frase sull’uso dei combustibili fossili. “Gli Stati Uniti d’America proveranno a lavorare da vicino con altri partner per contribuire all’accesso e all’uso di combustibili fossili in modo più pulito ed efficiente”, recita la frase per cui Trump può cantare vittoria. Ma la pressione diretta del presidente francese Emmanuel Macron ha fatto sì che venisse smussata aggiungendo che gli Usa si impegneranno anche per “contribuire al dispiegamento di fonti di energia rinnovabili e pulite“.
I leader poi hanno affermato che manterranno “i mercati aperti” e che intendono “combattere il protezionismo“, ma per bilanciare questa affermazione chiariscono anche che, davanti alle “pratiche inique”, si riconosce “il ruolo degli strumenti legittimi di difesa commerciale”.
Quanto all’immigrazione, il premier Paolo Gentiloni ha definito il risultato un “compromesso onorevole”, seppur a suo parere i “passi avanti” fatti restano “insufficienti”: nel documento si sostiene una immigrazione “ordinata, regolata e sicura” e i 20 sottolineano “l’importanza che siano sicuri e umani i rimpatri e la reintegrazione dei migranti che non abbiano i requisiti per restare”, ma al tempo stesso si riconosce il “diritto sovrano degli Stati di gestire e controllare i loro confini”. Comunque nessuna sanzione ai trafficanti.
Come è noto, Trump è il tipo di maschio alfa che vuol dominare ogni interazione, e infatti ha dominato tutto il G20, imponendosi in modo particolare su Putin e Macron. Anche se con il primo ha stretto una tregua in Siria, mentre il secondo lo ha contestato su tutti i fronti, tranne rincorrerlo poi per la foto di gruppo.
L’esperta di linguaggio del corpo Mary Sibillo ha commentato per la BBC l’incontro tra i presidenti Putin e Trump attraverso il filtro delle sue conoscenze, puntando sull’analisi del corpo. Entrambi infatti si sono comportati come «maschi alfa», Putin dimostrava una certa insicurezza, tradita dal fatto che evitava di guardare negli occhi il suo interlocutore, poi poco prima dell’inizio ufficiale dell’incontro Trump ha stretto la mano a Putin tenendogli il gomito e dandogli una pacca sulle spalle, cercando di incoraggiare il suo isolamento impacciato.
Putin poi stava seduto con le braccia appoggiate ai braccioli della poltrona per compensare la differenza di corporatura con il suo interlocutore, come fanno i gatti quando si gonfiano, mostrando il fianco ingobbito, mentre Trump ha assunto una postura da «macho», sporgendosi in avanti e tenendo gli avambracci sulle ginocchia.
Durante la conversazione, le mani a cuneo del presidente degli Stati Uniti dimostravano padronanza e consapevolezza della propria superiorità di potere, al contrario Putin si tormentava ripetutamente le dita lasciando trasparire un certo nervosismo.
https://www.youtube.com/watch?v=OHbdTrCA9r8
Simbolico anche l’abito di Melania, abito bianco con frange alla Charleston, stile grande depressione anni ’30, secondo quel mood che già allora portò alla chiusura dei mercati e agli «uomini forti al comando». Come oggi.
Il G-20 di Amburgo è stato il palcoscenico per i due maschi alfa che si stanno contendendo il mondo, restano a colloquio per quasi un’ora e mezza e stringono l’unico accordo fattivo: il cessate-il-fuoco in Siria, non si sa fino a quando. Non c’era dubbio che il vertice sarebbe stato dominato dal primo incontro faccia a faccia tra Putin e Trump, e così è stato. Anzi si può dire che questo G-20 è stato sostanzialmente questo.
Dentro al vertice affollato ci sono state invece scintille tra Macron e Trump sul libero scambio e sul clima. Il primo, ha difeso il liberismo del commercio mondiale, sicuro che non debba essere frenato ma semmai reso più equo. Gentiloni e il premier canadese Justin Trudeau si schierano col francese, ci mancherebbe! Ma Trump insiste con la sua visione del mondo: sul clima non cambia idea, sul commercio si spende per la protezione dei mercati americani, insomma non cede di un millimetro, anzi è venuto qui per comandare.
Merkel e l’Europa restano col cerino in mano, cerino incendiario per tutta la città di Amburgo, sottoposta a due giorni di violenta guerriglia urbana, che l’ha sconvolta e violentata.
Poi una manifestazione inedita organizzata da un collettivo di Amburgo, «1000 Gestalten», uomini e donne d’argilla contro il G-20, decine di persone pietrificate che volevano denunciare l’impatto alienante prodotto dal regime neoliberista nei confronti della condizione umana.
https://www.youtube.com/watch?v=_ZtZg98YQ5Y
Arte e potere da sempre un binomio imprescindibile, in questo caso avanspettacolo scenografico e improduttivo, ma rispettoso dei riti dei summit internazionali.
«Benvenuti all’Inferno!» lo slogan con cui i manifestanti del G-20 hanno salutato i potenti del mondo, per discutere le calamità del nostro globo. Non importa che l’angoscia di madre terra sia stata per lo più causata dai potenti dell’Occidente e ora pretendono di risolvere il problema.
Prima del vertice, si sono svolti i colloqui “informali” tra Trump e la Merkel, e a quanto pare, si sono concentrati sulla Corea del Nord, Siria e Ucraina, tutti paesi in cui gli Stati Uniti intendono destabilizzare e spingere per il cambiamento del regime.
Naturalmente tv e media coalizzati esaltano il summit dei Grandi, scene, ambienti, abiti, curiosità, tutto sembra congiurare per alimentare la democrazia dello spettacolo, dove appare solo l’apparente, e viene oscurato l’osceno illecito della povertà, disoccupazione, fame, crimini di guerra.
Nessuno sembra mettere in discussione la legittimità dei megalomani auto-nominati, durante le vetrine scenografiche seriali, che rappresentano la forza trainante aggressiva per le guerre, la distruzione, l’uccisione spietata e il caos perpetuo.
Poteri che fondano, nutrono, e armano i gruppi terroristici islamici come ISIS, Al Qaeda, Al Nusra e altri, che si adattano al modello della loro strategia di guerra del momento.
Solo i megalomani occidentali avrebbero potuto pensare di autonominarsi in un’alleanza, di cui l’obiettivo finale è quello di forgiare un Nuovo Ordine Mondiale (NWO), attraverso l’oppressione militare e la sottomissione economica da parte di una piccola elite finanziaria e militare a capo Usa.
Sarebbe ora di svegliarsi, di riprenderci la nostra sovranità e le nostre vite, di ignorare la propaganda di bugiardi assetati di sangue, uscire dal sistema eurocratico di proprietà privata fraudolenta.
Cosa e chi sono questi G-20? Sono i G7 amplificati e gonfiati dalle loro stesse ambizioni, cui si aggiungono gli altri 13 mediatori di potere economico, spesso denominati «paesi soglia», tra cui Russia, Cina, Brasile, India, Indonesia, Argentina, Messico, Sudafrica, Australia, Sud Corea, Turchia e l’UE. Naturalmente, gli ambasciatori finanziari e le istituzioni politiche del mondo occidentale, come l’FMI, la Banca mondiale, la Federal Reserve e l’ONU con i suoi sub-hub regionali, non sono mancati ad Amburgo.
Il G-20 controlla due terzi della popolazione mondiale, il 90% della produzione economica mondiale e l’80% del commercio mondiale. Il vero ordine del giorno ad Amburgo è stato segreto, fatta eccezione per le apparenze che potrebbero interessare le popolazioni in generale, come combattere il terrorismo. Ma certamente, oltre alla preziosa «sicurezza contro il terrorismo», gli Usa sono particolarmente interessati delle proprie beghe imperialistiche, e di come sottoporre a controllo vigilato Paesi come l’Iran, il Venezuela, la Bolivia e il simbolo più orientale del nuovo asse del male, la Corea del Nord.
La NATO, l’economia e il terrorismo vanno di pari passo. Senza terrorismo nessuna guerra. Senza guerre nessuna produzione di armi, e senza complesso industriale di sicurezza militare, l’economia del mondo occidentale potrebbe raggiungere un punto morto. Gli Stati Uniti dipendono per oltre il 50% dalla loro produzione di macchine da guerra e di servizi associati alla sicurezza. Quindi se l’Europa continua a subire il suo status di vassallaggio, non potrà progredire né culturalmente, né economicamente.
L’atroce macchina da guerra della NATO continuerà a svolgere il proprio sporco lavoro nel processo di imperialismo selvaggio, mentre la maggior parte delle persone chiude gli occhi e le orecchie e rimane in silenzio. Non vedo, non sento, non parlo.
Il piano attuale di Washington consiste anche nel provocare la Russia, attraverso aggressioni al confine orientale dell’Europa, minacciando anche la sovranità della Corea del Nord.
L’economia e la finanza però hanno avuto un ruolo centrale nelle discussioni, come accelerare la globalizzazione finanziaria, come privatizzare beni e servizi pubblici, e infine come potenziare l’egemonia finanziaria delle élite per mezzo della produzione privata della moneta.
Quello che resta è la schiavitù del debito, praticato prima con i paesi del terzo mondo, ed ora con l’Eurozona. Per sopravvivere la gente può impegnarsi ad onorare la «spirale di debiti», che si trasforma però gradualmente nella spirale della disoccupazione, default e talvolta morte.
Attualmente esiste una “città fantasma” costruita dalla Bundeswehr in collaborazione con la NATO, per centinaia di milioni di euro, in uno dei campi di addestramento militari più moderni della Germania, a Sachsen-Anhalt, non lontano da Amburgo, a partire dal 2018, la città artificiale sarà pronta per addestrare le forze militari NATO e dell’UE per la guerra urbana, per sopprimere eventuali sconvolgimenti e proteste, sulla scia delle misure economiche neofasciste imposte alla Grecia, la terra che ci ha dato filosofi, matematici e scienziati che ancora studiamo e ammiriamo.
Pertanto, ci si addestra per sopprimere meglio il dissenso nelle città europee, è questo l’unico concetto di democrazia che l’Occidente conosce per la eseguire sua truffa e il suo inganno.
I leaders dei G-20 stanno al gioco finché sono dura, la maggior parte di loro sono consapevoli che potrebbe essere il loro gioco finale, che il futuro è ormai in Oriente, che l’Occidente è al tramonto, che è solo una questione di tempo prima che completi il proprio suicidio per avidità, aggressività e bufale ben confezionate.
Il capitalismo finanziario attuale non tende a spettacolarizzare se stesso se non nella specifica funzione economica del consumo e del commercio.
Invece le leve finanziarie restano ben nascoste e solo saltuariamente, come nelle esplosioni delle bolle, ci si accorge del sotterraneo che scorre. Ecco perché i media si nutrono di un mix di menzogna e verità, segreti e marketing, immagini distorte che sembrano realtà e realtà che sembrano immagini.
Intanto però il suo potere regna sovrano, col suo carico indigesto di morti e anni di guerre di aggressione incostituzionali contro gli altri popoli.
Rosanna Spadini
Fonte: www.comedonchisciotte.org
12.07-2017