DI JEFF WELLS
Rigorous Intuition (v. 2.0)
“Devo chiedere se ci sia stata una forza malvagia nel mondo e se io ne sia stato o meno influenzato”
– Jeffrey Dahmer.
Similmente a Gilles de Rais, la contessa ungherese del 16° secolo Elizabeth Bathory è nota per aver smembrato bambini piccoli in modo da soddisfare il suo appetito magico-sessuale. Il suo gusto era per le bambine, oltre 600, e fu in grado di consumarne così tante perché solo tardi nella sua carriera iniziò a desiderare le figlie di persone della sua levatura. Ai piedi della collina, sotto il suo castello, gli abitanti avevano “affermato spesso di aver udito urla venire dall’interno di questo luogo, e parlavano di bambini che scomparivano e di omicidi, ma nessuno aveva osato affrontare la regale contessa, di 50 anni e qualcosa, fino ad ora. Era giunta voce al re che Ella aveva rapito o ucciso nove bambini da buone famiglie“.Naturalmente era stata aiutata. Servi e mercenari furono impiegati in rapimenti e torture, compresa la stessa bambinaia di Elizabeth, Ilona Joo, che ammise di aver ucciso 50 bambine di mano sua. Alcuni affermarono di essere stati costretti ad agire contro la loro volontà, ed alcuni altri istruirono le loro amanti nella magia nera (“Thorko me ne ha insegnata una nuova, adorabile”, scrisse a suo marito, Ferencz Nadasdy. “Prendi una gallina nera e picchiala a morte con un bastone bianco. Tieni il sangue e applicane un po’ sul tuo nemico. Se non hai occasione di versarlo sul suo corpo, ottieni uno dei suoi oggetti e macchialo”).
Ventun giudici processarono Bathory e i suoi complici, sebbene per rispetto della sua posizione fu accusata di semplici atti criminali, mentre i suoi aiutanti affrontavano le più scandalose accuse di vampirismo, stregoneria e rituale occulto. Furono condannati e torturati, poi decapitati o bruciati vivi, ma la Bathory fu protetta di nuovo dalla sua classe e dalla dissonanza cognitiva verso le atrocità dei nobili. Non ricevette nemmeno un verdetto formale di colpevolezza, ma fu sotto “arresti castellari” per il resto della vita. Le entrate e le finestre erano murate eccetto per il cibo e l’aria. La corte emanò una sentenza a vita in modo che potesse “trovare il tempo per pentirsi”.
Quattrocento anni dopo, la Bathory resta uno dei mostri preferiti della cultura popolare, e il suo nome è evocativo di aristocratici decadenti che giocano al sesso e alla morte. Già suo marito, che decedette dieci anni prima della rivelazione dei suoi crimini, morì con ancor più sangue nelle mani, ma è ricordato in modo diverso.
Nel 1578 Nadasky divenne il comandante in capo degli eserciti d’Ungheria nella loro guerra contro i Turchi, che lo chiamavano “il Principe Nero” per via sia del suo coraggio che della sua crudeltà (Per esempio, è riportato che quando le sue truppe presero il villaggio di Urmisz diede istruzioni affinché i loro preti fossero decapitati e le donne e i bambini stuprati e bruciati vivi). Nadasky era noto per i suoi fantasiosi metodi di tortura, che condivideva con la sua moglie apprendista, ma i suoi “eccessi” erano sul campo di battaglia contro gli invasori musulmani e i loro alleati, piuttosto che nel comfort di casa contro quelli del “suo rango”, e questa è una distinzione generalmente sufficiente per fare di un maniaco omicida un eroe nazionale.
Il sedicesimo secolo sembra così lontano che potremmo ben star parlando di un altro pianeta e di altre specie, ma non è così, e siamo ancora noi. Se potessimo vedere dei film dell’epoca, piuttosto che pitture ad olio e incisioni, ci riconosceremmo più prontamente (lo zio di Elizabeth era il famoso Stephen Bathory, re di Polonia, che ospitò la spia e occultista John Dee ed il suo veggente Edward Kelly durante la loro visita nel continente. La magia enochiana di Dee, rilanciata nel mondo da Aleister Crowley, è così radicata nella retro-storia della nostra cultura da essere un punto chiave nella trama della saga “Lonelygirl15”, forse il più grande fenomeno virale di YouTube). Dovremmo anche riconoscerci in tempi molto più lontani. Le testimonianze fossili degli esseri umani moderni risalgono a 196.000 anni fa. Da allora ad oggi, non c’è nulla che ci distingua fisicamente dalla nostra preistoria. Circa 50.000 anni fa, con il fiorire dell’arte, dell’adornamento e della rappresentazione simbolica, le vite interiori dei nostri antenati iniziano a sembrare famigliari. E’ tutto sesso e morte, ossia, religione. E se è primitivo, allora lo siamo anche noi.
Da una dichiarazione del veterano del Vietnam sergente Larry J. Cottingham, 24 gennaio 1973: “Ci fu un periodo in cui circa chiunque aveva una collana di orecchie, ma quando gli uomini erano feriti pensavano che portasse sfortuna e se ne sbarazzavano. Gli scalpi erano una moda del tempo ma c’erano pidocchi e quindi dovettero sbarazzarsi anche di quelli e non durò a lungo”. Quelli erano moderni ragazzi statunitensi, che si adornavano come “selvaggi” con feticci fatti di carne del nemico.
A New Orleans, un giovane veterano di Afghanistan, Iraq e Katrina di nome Zackery Bowen ha lasciato un messaggio d’addio di cinque pagine e si è buttato da un ponte dopo aver smembrato la sua fidanzata, cucinandone poi la testa e le gambe in un appartamento che condividevano sopra un negozio voodoo. La sua vittima-amante, Addie Hall, era salita all’attenzione nazionale per aver mostrato il seno alle auto della polizia (“sopravvissute della tempesta hanno ricevuto consiglio dai soccorritori di mostrare il loro petto per ricevere aiuto nell’immediato post-Katrina”). Gli amici di Bowen dicono che lui “mostrava sia orgoglio che amarezza” per la sua esperienza di guerra (“Da qualche parte oltremare c’è stato un incidente che coinvolgeva un bambino e gli pesava molto, ha detto Donovan Calabaza, un altro barman del locale Buffa, ‘ma davvero non approfondimmo la cosa’ “. Altre volte Bowen “diventava turbato e furioso… parlando di come il governo ‘lo [aveva] incasinato’ “).
In poco più di tre anni in Iraq, ci sono oltre 600.000 morti che non ci dovrebbero essere. Come per le vittime della maggior parte dei serial killer, restano senza nome e senza cordoglio se non quello dei loro cari, e l’occasionale giustizia, a quanto pare sottovalutata, che per conto loro intende perseguire lo strano complice anziché il perpetratore. La logica della follia che costringe il maniaco ad uccidere è la stessa che guida lo stato maniaco verso la strage ed il genocidio. Più morti causano, più potere acquisiscono, e non è una semplice equazione di uccidere un nemico. Riguarda l’alchemia di trasformare delle vite in carburante esaurito.
Jeff Wells
Fonte: http://rigint.blogspot.com/
Link: http://rigint.blogspot.com/2006/10/necromocracy-part-two.html
19.10.2006
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da CARLO MARTINI
VEDI ANCHE: NECRO-CRAZIA (PARTE I)