MODELLO DI RISCALDAMENTO GLOBALE

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DI CLIFFORD E. CARNICOM

Da uno Special Report di CBS 60 Minutes dello scorso primo aprile, intitolato The Age of Warming:

Durante gli scorsi ’50 anni questa regione, la penisola Antartica, la parte nord occidentale e le isole attorno ad essa hanno visto aumentare la propria temperatura di circa 1° C ogni 10 anni e ciò la rende il posto che si sta riscaldando più velocemente sulla terra… E non è l’unico: più del 90 % dei ghiacciai nel mondo si sta ritirando.

E’ stato svolto uno studio per esaminare il ruolo delle operazioni di aerosol in relazione al riscaldamento globale.

Da molto tempo è stato proposto(1)(2)(3) che tali operazioni hanno l’effetto di aggravare lo stato di riscaldamento del pianeta, e che esse non mostrano alcuna prospettiva di raffreddamento per la terra come molti hanno sostenuto. Ciò si pone in diretta contraddizione con molte delle diffuse nozioni che comunemente circolano al loro riguardo e cioè che tali operazioni sono in qualche modo intese per il nostro bene ma che è meglio che la loro vera natura rimanga segreta e nascosta al pubblico dominio. Ci si può chiedere se queste comuni teorie siano propalate per ingannare il pubblico o no; i fatti, tuttavia, dicono il contrario. Gli aerosol vengono dispersi nella bassa atmosfera e si può dimostrare da questo fatto che in verità riscaldano i suoi strati più bassi; lo stesso Riscaldamento Globale è definito come il “riscaldamento della bassa atmosfera e della terra”(4). L’accezione per la quale gli aerosol stanno in qualche modo raffreddando il pianeta è in aperta contraddizione con le dirette osservazioni ed esami dei fisici.

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GRAFICO: Aumento della temperatura nella bassa atmosfera in funzione della concentrazione di aerosol di bario e del tempo espresso in anni.

Per raffreddare il pianeta il cospargimento intenzionale degli aerosol dovrebbe aversi negli strati superiori dell’atmosfera o nello spazio; i lettori interessati a tale conclusione potrebbero voler leggere più accuratamente le proposte di Edward Teller, spesso citate nelle affermazioni di un’ipotetica mitigazione. Si scoprirà che una qualunque tra tali affermazioni richiederà quasi sempre che questi materiali si trovino dalle altitudini superiori dell’atmosfera fino ai confini con lo spazio, e che nella bassa atmosfera abbiano l’effetto di riscaldare il pianeta.

Questi fatti devono essere presi in considerazione da tutti coloro che continuano a diffondere pretese di una mitigazione anonima e benefica associata alle operazioni di aerosol.

L’attuale modello esamina gli effetti della deliberata introduzione nella bassa atmosfera di particolato di bario ed il susseguente contributo al problema del riscaldamento globale; i risultati non sono incoraggianti: essi indicano che queste velenose particelle, persino a livelli di concentrazione piuttosto modesti, possono contribuire in un modo reale e significativo al riscaldamento della bassa atmosfera. L’entità di tale immissione sembra coincidere pienamente con quelle più comunemente dibattute, come l’aumento del CO2 e dei gas-serra.

Si raccomanda al pubblico di avere buona volontà nel considerare alcune delle più dirette, visibili e tangibili alterazioni al nostro pianeta ed all’atmosfera nella ricerca sul problema del riscaldamento globale, cioè le operazioni di aerosol, per come sono state imposte alla popolazione, senza consapevole consenso da più di 8 anni a questa parte.

Il grafico sopra mostra le interazioni attese dalle 3 variabili che si relazionano al problema del riscaldamento globale; queste sono le seguenti:

I – concentrazione dell’aerosol
II – tempo
III – aumento delle temperature.

Su un asse sono indicate le concentrazioni modeste di particolato di bario nell’atmosfera. Le grandezze mostrate non sono del tutto irragionevoli circa le numerose analisi eseguite da questo ricercatore nel passato, ad esempio gli studi sull’evidenza disponibili su questo sito. Come termine di paragone lo standard E.P.A. (Agenzia per la Protezione dell’Ambiente) sulla qualità dell’aria per particelle di grandezza inferiore ai 2.5 micron E’ stato recentemente abbassato(5) a 35 microgrammi/metro cubo. Si vedrà dal grafico, per esempio, che persino il solo 10% di questo livello standard può causare un notevole riscaldamento della bassa atmosfera.

Come precedentemente affermato, la sincerità e l’affidabilità dell’E.P.A. sono in forte calo da dieci anni a questa parte. Questa agenzia ha miseramente fallito nel suo compito verso i cittadini, nel verificare i livelli di guardia ambientali. Non può essere più assicurato o dato per certo che gli standards minimi di qualità dell’aria siano in ogni modo rispettati, così come non può più essere sostenuta l’integrità dell’E.P.A. nel perseguimento del pubblico interesse. E’ pienamente possibile e, in qualche maniera, c’era da aspettarselo, che gli standards alti e rispettabili di qualità dell’aria siano stati sacrificati, già qualche tempo fa con l’avvento delle operazioni di aerosol.

Il secondo asse del grafico è quello del tempo espresso in anni. Nell’origine 0 il tempo sarebbe quello in cui si assume non esista alcuna concentrazione artificiale ed accresciuta di particolato di bario nella bassa atmosfera. Il grafico è contrassegnato in intervalli di periodi di 5 anni, da 0 a 50 anni. Il periodo di tempo di 50 anni è stato scelto solo per dimostrare che gli effetti di questi particolati sul riscaldamento sono fonte di seria ed immediata preoccupazione; in una questione di decenni gli effetti sono rilevanti ed hanno un impatto globale riscontrabile. Le variabili concentrazione aerosol – tempo ora possono essere considerate congiuntamente nel grafico e modello sopra raffigurato. Presumibilmente gli uomini hanno un interesse particolarmente dedicato alla protezione del benessere del pianeta oltre l’immediato futuro di pochi decenni ed il problema sarebbe solo più evidente, se fosse indicato un secolo, invece di un periodo di 50 anni.

Il terzo asse è quello della temperatura indicata in gradi centigradi. Questa è la variabile che dovrebbe sollevare la maggiore apprensione. Per dare un esempio del suo uso, una concentrazione di 5 microgrammi/metro cubo in un intervallo di appena 20 anni porterebbe al riscaldamento della bassa atmosfera di 0.6 gradi ° Celsius, che corrisponde a circa 1 grado Fahrenheit. Ciò si scopre cercando l’intersezione di 5 microgrammi lungo l’asse della concentrazione con i 20 anni di tempo trascorso lungo il secondo asse; proiettando poi orizzontalmente questo punto sull’asse dell’aumento della temperatura, esso si va ad intersecare a circa 0.6 ° Celsius.

Questo è un risultato molto veritiero e riscontrabile in termini di impatto globale.

Il premio Nobel Paul Crutzen scrive, nel 1997 in “Atmosphere, climate and change”(6) che persino le stime più prudenti circa il cambiamento della temperatura globale della superficie del pianeta sono nell’ordine che va da 1 a 3° centigradi in un periodo di 50 anni. Questo cambiamento della temperatura produrrà un innalzamento del livello dei mari compreso tra i 10 ed i 30 centimetri. E’ dichiarato, inoltre, che “la maggior parte della popolazione della terra stenterà ad adattarsi a tali cambiamenti”.

I lettori ora possono notare che il recente servizio speciale della C.B.S., riferito a quanto sopra, dimostra che il tasso di riscaldamento nell’Antartide è già quasi una volta e mezzo superiore a quello previsto nel 1997. Da questo modello si può evincere che i risultati dell’immissione artificiale di aerosol nella bassa atmosfera possono essere di una grandezza in pieno accordo con gli straordinari impatti proiettati dai persino più modesti e conservativi modelli di riscaldamento globale sulla razza umana nel prossimo futuro. Poiché il modello qui presentato vuole essere ragionevolmente conservativo, l’impatto delle operazioni di aerosol chimici potrebbe essere molto più incisivo di quello mostrato da questi risultati.

Si consiglia ai cittadini di considerare fattibilità e valore di questo modello nella disamina del problema del riscaldamento globale e di assumere apertamente un’azione aggressiva per fermare le intenzionali operazioni di aerosol.

Questo documento è tardivo nella sua pubblicazione, dato che la mia disponibilità ad una continua ricerca a questo livello è limitata. Nondimeno spero che l’informazione possa essere valutata ed assimilata nei tanti argomenti e motivazioni sviluppati nell’ultimo decennio per far cessare l’intenzionale alterazione dell’atmosfera del nostro pianeta.

Nota aggiuntiva:

Questo modello può essere facilmente esteso ad altri elementi fonti di preoccupazione, tuttavia focalizzare l’attenzione sul bario ha prevalso, a causa dell’unicità delle sue proprietà fisiche, insieme con l’evidenza della sua concentrazione nell’atmosfera a livelli inattesi. L’esplicazione fisico-matematica del modello è affrontata nel dettaglio in un documento a parte.

Riferimenti:

1. CE Carnicom, Drought Inducement,

http://www.carnicom.com/drought1.htm, April 2002
2. Carnicom, Global Warming and Aerosols, http://www.carnicom.com/sh1.htm, Jan 2004
3. Carnicom, Global Warming and Aerosols, Further Discussion, http://www.carnicom.com/sh1b.htm, Feb 2004
4. Wikipedia, Global Warming, http://en.wikipedia.org/wiki/Global_warming
5. EPA, EPA Strengthens U.S. Air Quality Standards,
http://yosemite.epa.gov/opa/admpress.nsf/ 6. Crutzen, Paul, Atmosphere, Climate and Change, (Scientific American Library, 1997), p141.

Versione originale:

Clifford E. Carnicom
Fonte: http://www.carnicom.com/
Link: http://www.carnicom.com/gwmodel.htm
13.04.2007

Versione italiana:

Ricerca e traduzione a cura di AMD

Riadattamento lessicale a cura di Tanker Enemy

Fonte: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/
Link: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/2007/04/clifford-carnicom-il-bario-responsabile.html

METALLI NELL’ACQUA PIOVANA (ESTRATTO)

DI CLIFFORD CARNICOM

Eccezionali livelli di particolato metallico sono stati rilevati in alcuni campioni di acqua piovana. Il particolato qui di seguito mostrato (video e foto), proviene dalla distillazione di acqua piovana raccolta il 26 luglio 2001 a Santa Fe NM. La distillazione dei campioni d’acqua di precipitazione atmosferica è stata usata come metodo per accumulare e concentrare le particelle metalliche che ora sono visibili attraverso il tubo di vetro sottoposto a sufficiente illuminazione. L’elevata concentrazione di particolato metallico diviene visibile solo dopo distillazione del campione d’acqua (4ml).

Note (agosto 2001):

Il PH del campione d’acqua piovana è stato rilevato in valori superiori a 7.6 (fine scala del tester). Ciò dimostra un livello di alcalinità di molto superiore alla norma per le acque di precipitazione. Il valore medio di PH misurato è approssimativamente vicino a 5.6 ed è correlato alla presenza di acido carbonico. Esso è generalmente più basso nelle aree industrializzate e soggette comunemente al fenomeno delle piogge acide.

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FOTO: Concentrato per distillazione di acqua piovana nel cilindro di test. Le particelle metalliche sono perfettamente visibili.

VIDEO:

Versione originale:

Clifford E. Carnicom
Fonte: http://www.carnicom.com/
Link: http://www.carnicom.com/rain2.htm
27.01.2001

Versione italiana:

Fonte: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/
Link: http://sciechimiche-zret.blogspot.com/2006/10/particelle-di-metallo-nelle-acque.html

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