DI MICHEL COLLON
(Traduzione di Curzio Bettio – Soccorso Popolare di Padova)
É diventato un po’ meno difficile determinare se siamo stati informati in modo corretto sulla Jugoslavia. Avevano il diritto di presentarci la guerra della NATO come una guerra “umanitaria”? Le Grandi Potenze avevano strategie segrete? I media ci hanno raccontato menzogne e hanno diffuso propaganda di guerra? Noi vi invitiamo a prendere in considerazione questo breve test sui mezzi di informazione in modo da avere una chiara visione e saggiare come i vostri media stanno per informarvi nelle prossime ore. MEDIA QUIZ: quanto è valida la nostra informazione riguardo alla distruzione della Jugoslavia?
(Ad ogni domanda è possibile rispondere sì, no, non so)
1. La guerra ha avuto inizio nel 1991 con le secessioni della Slovenia e della Croazia?
NO. Nel 1979, il BND (la CIA tedesca) aveva inviato una squadra di agenti segreti a Zagabria. Missione: appoggiare Franjo Tudjman, un razzista che aveva attivamente promosso l’odio etnico e aveva fatto tutto il possibile per la disgregazione della Jugoslavia. La Germania aveva appoggiato e finanziato questo Le Pen Croato, e gli aveva inviato armi prima della guerra.
A che scopo? Berlino non ha mai accettato l’esistenza di uno stato Jugoslavo unificato che aveva coraggiosamente fatto resistenza all’aggressione tedesca in due guerre mondiali. Attraverso la disgregazione della Jugoslavia in molti mini-stati più facilmente controllabili, la Germania ha cercato di controllare i Balcani. Una zona economica, questa, che doveva essere annessa in modo da eliminare le autorità locali, per esportare i prodotti tedeschi verso quest’area, e di dominarla come mercato. Inoltre, è un corridoio strategico verso il petrolio e il gas naturale del Medio Oriente e del Caucaso. Nel 1992, Il Ministro dell’Interno Bavarese ha dichiarato: “Helmut Kohl ha avuto successo là dove nemmeno l’Imperatore Guglielmo o Hitler erano riusciti”. ( Vedere le carte geografiche di confronto “Jugoslavia nel 1941—nel 1991”, Mentitori a Poker, pp. 68-69)
2. La Germania ha deliberatamente provocato la guerra civile?
SÌ. All’inizio del Summit di Maastricht nel 1991, il Cancelliere Tedesco Kohl era l’unico a desiderare lo smantellamento della Jugoslavia e a riconoscere precipitosamente l’“indipendenza” della Slovenia e della Croazia, sfidando sia il Diritto Internazionale che la Costituzione Jugoslava. Ma la crescita della potenza della Germania avrebbe imposto questa follia a tutti i suoi alleati. Parigi e Londra si conformarono immediatamente.
Secondo il The Observer di Londra: “Il Primo Ministro Major ha pagato a caro prezzo l’aver appoggiato le politiche della Germania nei confronti della Jugoslavia, che tutti gli osservatori affermavano venir precipitata nella guerra”. In effetti, tutti gli esperti avevano messo in guardia che questo “riconoscimento” avrebbe provocato una guerra civile. Perché? 1. Quasi dappertutto la Repubblica Jugoslava presentava una miscellanea di diverse nazionalità. Separare i territori era un’assurdità, come dividere Parigi o Londra in distretti municipali etnicamente puri. 2. Dando appoggio al neo-fascista Tudjman e al nazionalista Musulmano Izetbegovic, (che aveva in gioventù collaborato con Hitler), era certo che si sarebbe provocato il panico nelle importanti minoranze Serbe che avevano vissuto per secoli in Croazia e in Bosnia. Ogni famiglia Serba aveva perso almeno un membro nell’orribile genocidio scatenato dai fascisti Croati e Musulmani, agenti della Germania Nazista nel 1941-45.
Solo la Jugoslavia di Tito era riuscita a riportare la pace, la giustizia e la coesistenza. Ma Berlino, e quindi Washington, desideravano una volta per tutte mandare in pezzi questo Paese che loro affermavano essere “troppo spostato a Sinistra”. (vedi quesito n. 4).
3. Davvero gli Stati Uniti sono rimasti “passivi e disinteressati” durante questa guerra?
NO. Lord Owen, inviato speciale in Bosnia dell’Unione Europea, ed in seguito osservatore in posizione di rilievo, ha scritto nelle sue memorie: “Io ho grande rispetto per gli Stati Uniti. Ma, in anni recenti (1992-95) la diplomazia di questo Paese ha avuta la colpa di aver prolungato senza necessità la guerra in Bosnia”.
Con quali metodi? Mentre i Tedeschi erano occupati a prendere il controllo della Slovenia, della Croazia e, eventualmente, della Bosnia, Washington faceva pressione su Izetbegovic, il leader nazionalista Musulmano a Sarajevo: “Non deve sottoscrivere alcun accordo di pace proposto dagli Europei. Noi vinceremo la guerra sul campo in suo favore.” Da qui, Washington ha prolungato per due anni le orribili sofferenze inflitte a tutto il popolo della Bosnia.
Per quali obiettivi? 1. Annullare tutti i vantaggi che Berlino aveva acquisito in questa regione strategica dei Balcani. 2. Dividere ed indebolire l’Unione Europea. 3. Insediare la NATO come il poliziotto del Continente Europeo. 4. Limitare tutti gli accessi Russi al Mar Mediterraneo. 5. Imporre la sua leadership militare e politica, in vista della preparazione di tutte le altre guerre, dato che la guerra contro la Jugoslavia era al contempo una guerra non dichiarata contro l’Europa.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, le strategie degli Stati Uniti erano indirizzata a stroncare, ad ogni costo, l’emergere dell’Europa come superpotenza. Quindi, ogni cosa veniva messa in essere per indebolire l’Europa militarmente e politicamente.
4. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale hanno contribuito a distruggere questa nazione?
SÌ. Nel dicembre 1989, il FMI imponeva condizioni capestro alla Jugoslavia, che costringevano il Primo Ministro Markovic a mendicare aiuti da George Bush padre. Questi “aiuti” avevano la mira di destabilizzare e far fallire tutte le grandi imprese a conduzione statale. La Banca Mondiale smantellava il sistema bancario, faceva licenziare 525.000 lavoratori in un anno, quindi ingiungeva l’immediata eliminazione di due posti di lavoro su tre. La qualità della vita crollò drammaticamente.
Queste politiche e l’incidenza sempre più crescente degli scioperi in tutte le Repubbliche della Jugoslavia in solidarietà con i lavoratori disoccupati intensificavano le contraddizioni fra i leader delle varie Repubbliche, a cui Belgrado non poteva più inviare finanziamenti. Per sottrarsi da questo garbuglio, i leader pensarono di ricorrere a tattiche di separazione ed investirono molto negli asti nazionalisti. Questa guerra era stata infiammata dall’esterno. Così come tante altre guerre.
La guerra contro la Jugoslavia era una guerra della globalizzazione. Tutte le grandi potenze dell’Occidente cercavano di liquidare il sistema economico Jugoslavo perché da loro ritenuto troppo di Sinistra: con un forte settore pubblico, con importanti diritti sociali, resistente alle multinazionali…La ragione effettiva di questi diversi conflitti contro la Jugoslavia può essere letta in questa osservazione (una minaccia?) del Washington Post: “Milosevic è stato incapace di comprendere il messaggio politico della caduta del Muro di Berlino. Gli altri politici Comunisti hanno accettato il modello Occidentale, ma Milosevic ha intrapreso un diverso cammino”. (4 agosto 1996).
5. I media hanno dato un’immagine falsa dei “nostri amici” Tudjman & Izetbegovic?
SÌ. I leader ultra-nazionalisti Croati e Musulmani sono stato presentati come pure vittime dei grandi democratici antirazzisti. Ma il loro passato, tanto quanto il loro presente, doveva metterci in allarme.
Quando era andato al potere, Franjo Tudjman aveva dichiarato: “Sono felice che mia moglie non sia né Ebrea nè Serba”. Immediatamente diede un altro nome alle strade che erano state contrassegnate con i nomi di partigiani antifascisti, reintrodusse a moneta e la bandiera del vecchio regime genocida fascista, e cambiò la Costituzione in modo da far andar via i Serbi.
Durante la sua campagna elettorale del 1990, Izetbegovic ristampava la sua “Dichiarazione Islamica”: “Non vi può essere alcuna pace, nemmeno coesistenza fra la religione Islamica e quelle istituzioni sociali e politiche che Islamiche non sono”. Egli insediava un regime corrotto e di stampo mafioso, basato principalmente sul mercato nero lucrativo e sulla rapina dei fondi degli aiuti internazionali. Invocava l’aiuto e l’assistenza, con la benedizione di Washington, dei mercenari Islamici, in particolarmente di al Qaeda.
Quando la guerra si scatenò, dalle tre fazioni in campo venivano commessi crimini pesanti, ma per nascondere queste vicende, la situazione veniva resa incomprensibile.
6. I media hanno nascosto le linee essenziali della storia e della geografia bosniaca?
SÌ. Siamo stati indotti a pensare che i Serbi siano stati gli aggressori, che avevano invaso la Bosian dall’esterno dei suoi confini. In realtà, tre erano i gruppi nazionali che vivevano da lungo tempo in Bosnia: i Musulmani (43%), i Serbi (31%), i Croati (17%). E non bisogna dimenticare che il 7% degli “Jugoslavi” era nato da matrimoni misti o preferiva rifuggire da un’identità a stretta nazionalità.
Dividere la Bosnia secondo le nazionalità, come indicava l’Unione Europea, era assurdo e pericoloso. Questa popolazione non omogenea era completamente mescolata: i Musulmani vivevano principalmente nelle città, mentre i Serbi e i Croati costituivano la classe contadina ed erano dispersi nelle varie province. La Bosnia non poteva essere smembrata senza una guerra civile.
Infatti, i Serbi di Bosnia non hanno combattuto per invadere i territori di “altri”, ma per salvare i loro stessi territori e rendere stabili i corridoi di comunicazione fra questi. Era una situazione assurda e sanguinosa, con tutte le devastazioni di una guerra civile, ma questa guerra civile era stata provocata dalle grandi potenze.
7. Il tema “i Serbi aggressori, i Croati e i Musulmani vittime” risultava corretto?
NO. Al comando delle forze ONU in Bosnia dal luglio 1993 al gennaio 1994, il generale Belga Briquemont si trovava in una posizione opportuna per dichiarare: “La disinformazione è totale(…). La Televisione ha bisogno di un capro espiatorio. Per il momento, vi è completa unanimità nel condannare i Serbi, e questo in nessun modo facilita la ricerca di una soluzione. Io non credo che si possa osservare il problema della ex Jugoslavia e della Bosnia-Erzegovina solo da un’angolatura anti Serba. Si tratta di una questione ben più complicata. Un giorno, nel mezzo della guerra Croato-Musulmana, abbiamo ricevuto alcune informazioni su massacri commessi dall’esercito Croato. Un giornalista Americano mi diceva: “Se voi diffondete questo tipo di informazione, l’opinione pubblica Americana potrebbe non capire più nulla”.
Qui non si tratta di negare i crimini commessi dalle forze Serbe. L’unica ideologia, che si trova negli scritti del leader Serbo Bosniaco Karadzic, si situa nell’estrema destra. Ma in realtà, dopo lo smantellamento della Jugoslavia, certe forze criminali e politiche di tutte le parti hanno usato i metodi di guerra per impadronirsi di territori e ricchezze. Nei tre campi, Croato, Musulmano, e Serbo, le milizie hanno commesso gravi crimini. A detrimento di tutti i popoli. Così, nell’agosto 1994, il leader nazionalista Musulmano di Sarajevo, Izetbegovic, attaccava la regione Musulmana di Bihac, sotto il controllo di Fikret Abdic, che aveva preso le distanze da Izetbegovic e desiderava vivere in armonia con i suoi vicini Serbi e Croati. In questa offensiva, Izetbegovic veniva aiutato da sei generali USA.
Rimanere silenti sui crimini dei “nostri amici”, ma demonizzando chiunque ci resista è la classica propaganda di guerra. Molteplici sono le menzogne mediatiche completamente fabbricate da una agenzia di pubbliche relazioni USA, la Ruder Finn, colleghi della famosa agenzia Hill & Knowlton, che ha creato la menzogna mediatica sulle incubatrici con neonati sottratte dagli Iracheni da un centro pediatrico in Kuwait.
[Radovan Karadzic]
8. E’ stata la Serbia a dare inizio ad un programma di pulizia etnica?
NO. Se si pensa che la pulizia etnica fosse realmente il programma del “dittatore Milosevic”, si deve ammettere che questo programma sia stato completamente inefficace. Visto che per tutti gli anni di guerra e ancor oggi, un abitante su cinque della Serbia non è Serbo. A Belgrado vi sono e vi sono sempre state molte minoranze che vivono senza alcuna difficoltà: Musulmani, Rom, Albanesi, Macedoni, Turchi, Ungheresi, Gorani,…
In realtà, contrariamente all’immagine fornita dalla stampa, oggi la Serbia è il solo stato della ex Jugoslavia, insieme con la Macedonia, che rimane “multinazionale”. D’altro canto, tutti gli altri protettorati della NATO, Croazia, Bosnia e Kosovo, hanno messo in pratica una pulizia etnica quasi totale.
Milosevic aveva protestato per gli eccessi commessi dalle milizie Serbe in Bosnia. Sua moglie si era pronunciata diverse volte contro questi eccessi. Anche la Serbia aveva imposto un embargo contro Karadzic. Certamente, una parte dell’opinione pubblica Serba era stata condizionata dal nazionalismo razzista. Ma questo era dovuto precisamente alla Germania e alle grandi potenze che hanno fatto piombare il Paese nella guerra civile e di conseguenza nell’odio.
9. I media hanno riferito in modo corretto su Srebrenica?
NO. Primo elemento. Anche se ci sono ragioni per condannare crimini abominevoli, la verità storica, necessaria per la riconciliazione, non viene servita da processi propagandistici che usano in modo irriflessivo il termine “genocidio”, offuscando il fatto che molte delle vittime erano morte nei combattimenti ed esagerando sistematicamente le cifre. Delle inchieste hanno determinato che molte delle “vittime”, qualche mese più tardi erano state trovate a votare in elezioni successive o avevano preso parte ad altre battaglie nell’esercito di Izetbegovic. Queste informazioni sono state e restano oscurate. In questa sede sorvoliamo sull’argomento numeri, che solo storici seri saranno in grado di vagliare sistematicamente e in modo definitivo.
Secondo elemento. Perché i media nascondono gli avvenimenti essenziali per una comprensione di questo dramma? All’inizio, questa regione era abitata da Musulmani e Serbi. Questi ultimi sono stati scacciati nel 1993 per mezzo di una pulizia etnica messa in atto dalle truppe Musulmane dei nazionalisti di Izetbegovic. Il generale Francese Morillon, che comandava le truppe ONU in questo scacchiere, accusa: “Nella notte del Natale Ortodosso, la notte santa del gennaio 1993, Nasser Oric scatenava dei raid contro i villaggi Serbi…Vi sono state teste tagliate, massacri abominevoli commessi dalle forze di Nasser Oric in tutti i villaggi della regione”. (Documenti informativi dall’Assemblea Nazionale Francese, Srebrenica, t 2, pp. 140-154). La voglia di vendetta non può scusare i crimini commessi in seguito. Ma perché vengono sistematicamente nascosti I crimini dei “nostri amici”?
Terzo elemento. Come le altre zone demilitarizzate, le cosiddette “enclavi di sicurezza”, anche Srebrenica, in realtà, era un’area usata dalle forze di Izetbegovic per riorganizzarsi, sotto la protezione dell’ONU, da una completa disfatta. Sorprendentemente, le truppe di Oric si ritiravano da Srebrenica proprio una settimana prima del massacro. Il generale Francese Germanos: “Oric aveva apertamente dichiarato che dovevano abbandonare Srebrenica perché “loro” volevano che Srebrenica cadesse. Quel “loro” era riferito a Izetbegovic”.
E perché? Risulta interessante far riferimento ad un curioso documento ONU, redatto un anno e mezzo prima da Kofi Annan: “Izetbegovic aveva preso conoscenza che un intervento in Bosnia della Nato era possibile. Ma questo sarebbe potuto avvenire solo se i Serbi si fossero aperti con la forza la strada verso Srebrenica e avessero massacrato almeno 5.000 persone[sic]”. Un massacro pronosticato un anno e mezzo prima che avvenisse! (Rapporto ONU del 28-29 novembre)
Il generale Morillon ci ha inoltre informati che “É la gente di Izetbegovic che si è opposta all’evacuazione di tutti coloro che avevano fatto richiesta di andarsene, e questi erano in tanti”. La sua conclusione: “Mladic , a Srebrenica, era caduto in una trappola”.
10. Le prime vittime della guerra sono state causate dai Serbi?
NO. Il 28 giugno 1991, la polizia Slovena aveva giustiziato due soldati disarmati dell’esercito nazionale Jugoslavo, che si erano arresi a Holmec, una postazione sul confine Austriaco. Questo veniva reso noto dal giornale Slovenske Novice. Inoltre, è stato “dimostrato che il vero inizio” si è avuto quando tre soldati dello stesso esercito Jugoslavo di una postazione sul confine con l’Italia, che si erano arresi, erano stati ammazzati. (Fatti e testimonianze riportate all’ICTY all’Aja, http://www.michelcollon.info/www.aimpress.org/dyn/trae/archive/data/199902/90211-001-trae-lju.htm, cfr. Crimini dimenticati, Igor Mekina, AIM Lubiana, 11/02/99).
11. La famosa immagine dei “campi di concentramento” era falsa?
SÌ. Fabbricata da Bernard Kouchner e “Médecins du Monde”, questa immagine mostrava alcuni “prigionieri” rinchiusi, apparentemente dietro filo spinato. Uno di questi aveva le costole che sporgevano in modo terribile. Kouchner aveva appiccicato accanto alla foto una torretta di guardia del campo di Auschwitz e da qui la denuncia e l’accusa di “sterminio di massa”. Per far passare in modo martellante il messaggio “Serbi = Nazisti”. Con questo, appoggiava la campagna di demonizzazione lanciata dall’agenzia USA di pubbliche relazioni, la Ruder Finn.
Ma alla falsificazione completa aveva dato il proprio contributo un documento del canale televisivo Britannico ITN. L’inganno diveniva palese quando si prese in visione quello spezzone mostrato contemporaneamente da una troupe televisiva locale. In realtà, la telecamera era stata deliberatamente piazzata dai Britannici dietro i due unici blocchi di filo spinato che formavano una recinzione attorno ad una vecchia staccionata di una struttura agricola. I “prigionieri” si trovavano all’ “esterno” del filo spinato. Ed erano liberi, come profughi in questo campo che sfuggivano alla guerra e alle milizie che volevano costringerli a combattere. Nel film completo, il solo prigioniero che parla Inglese dichiara per tre volte al giornalista della ITN di essere stato trattato bene e di ritenersi sicuro. L’uomo con le costole in rilievo, (gravemente malato), mentre i suoi compagni sembravano essere in un buono stato di salute, era il solo ad essere ripreso in primo piano. Il montaggio di Kouchner era una grossa frode menzognera. (Cfr Mentitori a Poker, p. 34)
Vi erano sicuramente dei campi in Bosnia. Non di sterminio, ma piuttosto per la preparazione allo scambio di prigionieri. In questi luoghi venivano messe in atto violazioni dei Diritti Umani. Ma perché a questo riguardo ci vengono nascosti i documenti ONU? Questi riportano di sei campi di concentramento Croati, due Campi Serbi ed un campo Musulmano.
12. Ci hanno detto la verità sulle storie dei tre grandi massacri di Sarajevo?
NO. Per tre volte l’opinione pubblica Occidentale veniva sconvolta da queste immagini terribili: dozzine di vittime fatte a pezzi davanti ad un panificio o nella piazza del mercato di Sarajevo. Immediatamente i Serbi venivano accusati di avere ammazzato civili, bombardando la città. Questo, malgrado le numerose contraddizioni dei comunicati ufficiali.
Ma mai che l’opinione pubblica venisse informata dei risultati delle inchieste condotte fuori dell’ambito ONU. Nessuno dei documenti ONU che accusasse le forze del presidente Izetbegovic. In più, funzionari Occidentali di grado elevato sapevano di questa cosa, ma la tenevano accuratamente celata. Era solo più tardi che il capo redazione del Nouvel Observateur, Jean Daniel, ammetteva: “Oggi ho da dire questo. Ho sentito, nell’ordine, Edouard Balladur (Primo Ministro Francese del tempo), François Léotard (Ministro della Difesa), Alain Juppé (Ministro degli Esteri), e due generali di grado elevato, che, fidandosi del fatto che non li avrei nominati, mi hanno dichiarato (…)che il proiettile fatto scoppiare sull’area del mercato era stato sparato dagli stessi Musulmani! Che costoro avevano procurato la carneficina al loro stesso popolo! Questa presa d’atto era spaventosa! Sì, mi ha risposto il Primo Ministro, senza esitazione…” (Nouvel Observateur, 21 agosto 1995)
Perché queste manipolazioni? Come per caso, ogni massacro avveniva giusto prima di qualche incontro importante, a giustificare qualche misura dell’Occidente: un embargo contro i Serbi (’92), un bombardamento della NATO (’94), l’offensiva finale (’95). La NATO e Izetbegovic applicavano un principio essenziale della propaganda di guerra: giustificare l’offensiva con una menzogna mediatica, un “massacro” per creare uno shock nella pubblica opinione.
La versione ufficiale sull’assedio di Sarajevo ha nascosto diversi punti: 1. Certamente le forze Serbe hanno commesso crimini pesanti. Ma quei civili che desideravano fuggire attraverso un tunnel che permetteva loro di abbandonare la città erano stati bloccati dal regime di Izetbegovic, che bramava di massimizzare la clientela per il suo mercato nero, rapinando il denaro degli aiuti internazionali. 2. In particolar modo era importante presentare un’immagine in bianco e nero del popolo vittima e dei suoi aggressori. In realtà, sempre a Sarajevo, i cecchini di Izetbegovic ammazzavano regolarmanete gli abitanti dei quartieri Serbi della città, senza che nessuno ne parlasse mai. 3. Allo stesso modo erano avvenute gravi atrocità come, ad esempio, a Mostar. Ma qui, erano state causate dalla lotta fra le forze dei Croati e dei Musulmani, che da molto tempo prima avevano scacciato tutti i Serbi.
13. La più grande pulizia etnica della guerra è stata commessa dall’Esercito Croato?
SÌ. Il 4 agosto 1995, centomila soldati Croati, centocinquanta tanks, duecento mezzi di trasporto truppe, più di trecento pezzi di artiglieria, e quaranta lanciamissili aggredivano la popolazione Serba della Krajina. Più di 150.000 Serbi erano stati costretti ad abbandonare questa regione, da loro abitata da secoli. Venivano commesse le peggiori atrocità di guerra: le forze Croate ammazzavano i vecchi impossibilitati ad andarsene, e bruciavano l’85% delle case abbandonate.
Clinton definiva l’offensiva “efficace”. Il suo Segretario di Stato affermava: “Aver riconquistato la Krajina poteva provocare una nuova situazione strategica a noi favorevole”. Peggio ancora: gli Stati Uniti avevano consigliato la Croazia nel corso della sua offensiva, secondo l’ammissione del Ministro degli Esteri Croato. Inoltre, è stata Washington a farsi carico della formazione “democratica” di questo esercito. (Mentitori a Poker, pp. 193-194)
14. Gli Stati Uniti hanno usato anche in Bosnia armi ad Uranio Impoverito?
SÌ. Ad una conferenza internazionale, “Uranio, parlano le vittime”, organizzata a Brussels nel marzo 2001, un medico Bosniaco ha presentato una guardia forestale Serbo Bosniaca, una vittima come molte altre di tumori multipli atipici e dalla metastasi veloce, dopo essere stato esposto all’azione dell’Uranio Impoverito nelle aree bombardate dagli Stati Uniti.
Un ufficiale sanitario Bosniaco ha illustrato alcune statistiche: la popolazione di un quartiere Serbo di Sarajevo bombardata dagli aerei Usa nel 1995, (una popolazione in seguito espulsa da quella città), mostrava un aumento cinque volte più alto nei vari tipi di cancro.
Le armi che usano Uranio Impoverito hanno consentito agli Stati Uniti, ma anche alla Francia e alla Gran Bretagna, di sbarazzarsi di quantità enormi di scorie dai loro impianti nucleari. Questi sottoprodotti inquinano in modo preoccupante la terra, come pure le falde freatiche del sottosuolo, provocando cancro, leucemia e anomalie mostruose nei neonati (compresi i bambini nati da militari contaminati). In breve, l’uso di queste armi ad Uranio Impoverite ha trasformato diverse regioni in vaste discariche nucleari per l’eternità. (video e pubblicazione “Uranio, parlano le vittime”).
[Bosnia – Test sulla presenza di uranio impoverito]
15. La guerra contro la Jugoslavia è stata solo una“guerra giusta” degli Stati Uniti?
NO. Gli Stati Uniti hanno cercato di far credere che stavano combattendo una guerra umanitaria. E, in questa occasione, si sono presentati come difensori dei Musulmani. Ma in realtà sono stati Washington e Berlino a provocare questa guerra. Deliberatamente. Nell’interesse egoistico di conquistare certi obiettivi strategici: la colonizzazione economica dei Balcani, il conseguimento del controllo dei corridoi per il trasporto del petrolio, e la lotta per il dominio del mondo.
Gli Stati Uniti non hanno mai combattuto una guerra umanitaria. E non sono stati i pompieri in questa guerra contro la Jugoslavia, sono stati i piromani. Sono stati i maggiori colpevoli delle sofferenze inflitte a tutto il popolo. Gli Stati uniti non possono essere, da un canto, gli amici dei Musulmani nei Balcani, e, dall’altro, il loro peggior nemico in Palestina e nell’Iraq. Gli Stati Uniti sono nemici dei Musulmani dappertutto.
E sono il nemico più pericoloso per i popoli del mondo. Stanno minacciando la Siria, l’Iran, la Corea del Nord, Cuba, e qualche volta anche la Cina. Poiché la loro strategia di guerra non ha altro obiettivo che di conservare un ordine economico di ingiustizie, di dominio, di sfruttamento di ogni regione sulla terra al fine di arricchire ulteriormente una piccola manciata di super-miliardari.
Questo è il motivo per cui è tanto importante smascherare tutto le menzogne dei media e rendere note le verità sulla guerra contro la Jugoslavia: questa è stata una guerra di aggressione!
In conclusione. Un appello
Non vi daremo una “valutazione di merito” per stabilire il grado di manipolazione mediatica a cui avete dovuto essere soggetti. Questo livello può essere definito indecente. Nel corso di questi dieci anni, troppi innocenti hanno sofferto e soffrono ancor oggi a causa della disinformazione orchestrata dalle grandi potenze con l’obiettivo di far avanzare il loro dominio imperialistico.
E altre persone, anche vicine a voi, o forse voi stessi, hanno dovuto subire un altro insulto: sapere che dietro a queste menzogne orchestrate stava qualcosa di traumatizzante, ma non essere in grado di fare qualcosa contro tutto questo. Tutto questo è stato frutto del potente indottrinamento della presa di coscienza della pubblica opinione.
Le risposte che abbiamo fornito sono il risultato di lunghe ricerche, che hanno richiesto una grande quantità di tempo ed indagini approfondite per fare esplodere la verità. Abbiamo voluto con questo mostrarvi che è possibile sfuggire all’incantesimo ipnotico dei media che intende farci accettare quello che non è accettabile. Che fare? Non basta, dopo le menzogne di ogni conflitto, dire: “Mai più!” Noi dobbiamo cercare senza tregua di capire cosa c’è veramente in gioco in ogni guerra, dal punto di vista sia economico che strategico. Per stracciare la cortina dietro la quale i burattinai invisibili tirano i fili dietro le quinte. Per organizzarci collettivamente, per fare indagini in modo più rapido. E per diffondere in modo più ampio possibile i risultati di questi “media quiz”.
Voi potete aiutare a rinforzare gli effetti di questi “media quiz” contattandoci. Perché noi non dobbiamo mai assuefarci a questo orrore e a questo cinismo.
Michel Collon
Fonte: http://www.michelcollon.info/
Link: http://www.michelcollon.info/reponses_tm.php
Traduzione dal francese a cura di CURZIO BETTIO (Soccorso Popolare di Padova)
Da consultare (in francese)
Diana Johnstone : Milosevic all’Aja: più diventa interessante, meno se ne parla.
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2005-08-30%2013:15:33&log=invites
Ed Herman – il TPI, organo della NATO e della malafede
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2006-01-27%2005:46:36&log=invites
Jean Bricmont – Intervista sull’imperialismo umanitario
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2006-01-06%2010:02:17&log=articles
Michel Collon – Médias, abbattete questo uomo!
http://www.michelcollon.info/articles.php?dateaccess=2004-05-01%2018:34:54&log=articles
E ci sono numerose altre testimonianze ed analisi. Mettete alla prova i vostri media. Non permettete loro di esprimere opinioni al posto vostro!