DI ALCESTE
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Fra la caduta del Fascismo e l’avvento della sedicente Democrazia, inaugurata da un atto antidemocratico nel 1946, vi fu, se ricordo bene, un suicidio (1) nelle alte sfere.
Nel biennio di Tangentopoli, secondo uno studio di Nando dalla Chiesa, trentuno (31).
Guarda chi si ammazza e ti dirò dove vivi …
Matteo Renzi, invece, lo vedo bello arzillo.
Cosa gli frulla per la testa?
Ieri si è presentato in conferenza stampa, dopo la supposta disfatta, ricco della consueta vantardigia da gradasso. Su di lui un paio di responsabilità. La prima, in solido con altri carnefici: la consegna di un’Italia economicamente depezzata (e aperta ai pervertimenti del futuro) a chi governa davvero. Alla doppia ganascia della tenaglia che ci stritola: Usura ed Edonismo UDW. La seconda: aver reso talmente odioso l’idioma toscano da annientare intere sezioni della letteratura italiana.
E però Matteo Renzi, tale nullità molliccia, se la ride. Come mai? Lui che, fino a poco tempo fa, era altamente irritabile, di quell’irritazione propria a chi si sente tradito e che, però, non può far motto poiché i traditori rilevano quali diretti superiori? Il Renzi cornuto, obbligato ad annientare l’Italia così come Tsipras annientò la Grecia, grazie all’inestirpabile, stupida, Speranza (il referendum!), il Renzi giocoliere costretto a promettere, e dare, e togliere, in un vorticoso gioco delle tre carte in cui tutti gli Italiani perdevano, inesorabilmente; e però lui rilanciava, padrepiamente ubiquo, mani in tasca e sicumera intatta, sacrificando uomini e munizioni e fortezze turrite, annettendo ascari e lanzichenecchi (alfaniani! verdiniani!), pur di riportare l’osso al padrone, sempre con quella faccia da tre-palle-un-soldo-siore-e-siori!, lì, in prima fila, a prendersi gli scaracchi della nazione, eppure tetragono come un carro armato di latta nella steppa russa a schiacciare partite IVA, poveracci assortiti, trentenni con le tasche gonfie di ragni, pensionati senza pensione, studenti allo sbando, neonati da far deportare alla polizia poiché renitenti alle punturine della Big Pharma. Lui stava facendo tutto questo, lui, da solo, come un Fregoli invasato, passando da un travestimento all’altro, da damina ottocentesca, Pulcinella, Balanzone, Brighella, Ar-Lecchino, Mangiafuoco, Azzeccagarbugli; e qual era la ricompensa: lo stavano lasciando alla deriva! Ingrati! Di qui il Matteo sedotto e abbandonato che descrissi in Povero Renzi!, un post di un paio d’anni fa.
Ieri, tuttavia, ghignava soddisfatto. Questo è un segno. Un segno che le cose rimarranno intatte. A me piacerebbe avere tanti click e però proprio non mi riesce, nella vita, a lisciare il pelo al prossimo. Renzi ha la faccia che ha, così come Berlusconi, Salvini, la Meloni e presto tutti gli altri. Una fronte spianata dalle rughe. Come può cambiare qualcosa? Si dice: il M5S, però … Ho conosciuto molte persone interne al Movimento, alcune validissime; molte sono miei conoscenti (non ho amici, infatti); la voglia di cambiare ce l’hanno, intatta eppure … eppure ciò che si guarda non è ciò che appare. Non voglio fare il guastafeste. Voglio solo dire che, spesso, l’inganno dell’occhio si riverbera sul cuore. Guardiamo i volti di chi marciò su Roma nel 1922 e i volti dei gerarchi nel 1932: chi sono i veri fascisti? Quei personaggi straccioni e allampanati, distrutti dalla Prima Guerra, pezzenti e riottosi, oppure i baldi capataz con la villa al mare? Sempre di fascisti si tratta, mi dicono, ma il fascismo già non c’era più come fonte sorgiva di sensazioni e azione. Consiglio sempre i primi due libri di Eric Marie Remarque: il primo (All’Ovest niente di nuovo) perché è bello, il secondo (La via del ritorno) perché intriso di una malinconia e verità struggenti. Le sfilate dei ciechi, dei mutilati, dei gasati, dei paralizzati, i visi stravolti, l’andatura sbilenca sono l’anticipazione del Nazionalsocialismo, già nel 1918: quegli uomini formeranno il nucleo originario del Nazismo, quindi il Nazismo prenderà altre vie altre pieghe. Lo stesso accadrà col Comunismo nel 1917. Si crede di vedere qualcosa, ma quel qualcosa è già svaporato. Si crede di sentire i vaffanculo del 2008 eppure sono i miagolii del 2018. Così è l’uomo, però: crede inarrestabilmente nella stabilità degli individui e delle idee. Guarda D’Alema e crede di vedere Berlinguer; guarda Berlinguer e crede di vedere Togliatti; guarda Togliatti e si aspetta Lenin, guarda Lenin e si aspetta Ciapaiev, il comandante rude e astuto che metteva in fuga i bianchi zaristi. Ricorrenti trompe l’oeil politici.
Ma torniamo a Matteo, allegro e sfrenato. Allegro perché si è tolto un bel peso dallo stomaco. Penetriamo nel suo cervello. Sono sicuro che pensa tali cose, miscelate confusamente le une alle altre, ma vivide nella loro accecante realtà: “Ma sì, ho venduto l’Italia, e allora? Sai quanto me ne frega … potevano trattarmi meglio … gli ho sacrificato il partito … ora è finita, però … se la vedano un po’ loro, i furboni! Non riusciranno a fare niente, fessi! Ho fatto terra bruciata … come faranno a tornare indietro? Assistere alla morte per fame di questi rivoluzionari da operetta mi distrarrà mentre gusto un narghilè a Bruxelles … cosa daranno ai loro elettori se le riserve di grano le ho gettate nell’inceneritore? Che vaudeville da quattro soldi … per ora me la godo … sono ricco, anzi potente … i sub-subdominanti come me, anche faciloni e pezzenti, avranno sempre un posto al sole … ho davanti a me quarant’anni di vita facile, dolcissima … posso fare tutto … ogni cosa mi è permessa … volete il potere? … prego accomodatevi, coglioni miei … sapete, pur lontanamente, chi mi dà ordini … no? Andate, andate … andate per cicoria … il mio dovere l’ho fatto … e pure bene … non rimane in piedi una colonna del tempio d’Italia … sono ignorante, ottuso, gaglioffo … non me ne curo, se sapeste com’è bello servire … fra i marmi, gli stucchi, gustando cibi sceltissimi … ponendo il capo fra morbidi e profumati origlieri in seta … non sapete cos’è un origliere … io lo so, bivaccare sul Lungarno ha pure i suoi vantaggi … continuate a girare la ruota, criceti … continuate a pensare che il cretino son io … dai, che siete più stupidi di me …”.
Quale sospiro di sollievo per Matteo. Avec moi le deluge …? Macché … solo un altro, prima o poi … Matteo ora può scialare il credito accumulato. Nessun satrapo rimarrà indietro. Bisogna capire tali figure, una figura come Renzi, o come Fedeli o Lorenzin, oggetti del nostro quotidiano disprezzo. Essi ci sono nettamente superiori. Va bene, ritratto. Mi sono nettamente superiori. Una figura come Valeria Fedeli, a esempio, lungamente dileggiata (La stracciona del ’68 e la distruzione della scuola), mi sovrasta. La conosco, l’ho osservata per decenni. La tenacia, la forza, la prosopopea, l’incrollabile indifferenza di fronte alle avversità, l’ostinazione, la mancanza di dubbi l’hanno resa coriacea e incommestibile alle nostre delicate dentature politiche come la carne cruda che gli Unni mettevano sotto le selle … Valeria Fedeli un Barnard e un Bagnai se li sgranocchia a colazione nella ciotola del latte … una ciarla dietro l’altra … una ruga dietro l’altra … E ora questi commedianti dovrebbero togliere il disturbo perché, momentaneamente, gli Italiani hanno trasmesso un breve fastidio apponendo croci su pezzi di carta come Bertoldo? Essi hanno una resilienza innata, si piegano ad angolature folli, alcuni si mimetizzano come insetti stecco, altri si immobilizzano come pangolini in difesa, ma son lì, eterni … consustanziali al potere, a qualunque potere … d’altra parte politici in galera non ne vedo … allo stesso tempo non vedo membri del patriziato in galera: avvocati, notai, primari ospedalieri, CEO, finanzieri … il sistema patrizio è intonso e non trema di fronte a tali minuscole baruffe. Ecco perché Matteo Renzi è felice … allegria di naufrago … cambiare le cose col voto, egli non può capacitarsi di tanta ingenuità … la vita gli sorride … sorriderebbe anche a me se IO fossi al suo posto rimuginando con sarcasmo sul MIO futuro: un incarico di qui, una promozione di lì, il bottino al sicuro, l’amante nel letto … la vita è bella …
Il sistema teme solo Cassio, il febbrile Cassio, l’uomo che non ride, l’uomo che mostra le gengive in un ansimo di disprezzo metafisico, sparuto, irrequieto, insonne, l’uomo che fissa il pugnale scintillante nella notte, e affila l’intelligenza con la cote della volontà, l’uomo che piega tale volontà fanatica sino a farla coincidere col piacere dell’autoannientamento …
Diecimila di questi uomini rabbuiati nell’animo e indifferenti alle lusinghe costituirebbero un problema insormontabile in una “società aperta”, come l’ha definita Matteo, che si picca d’essere buona, inclusiva, non-violenta …
Son sempre pronto a ritrattare, tuttavia. Quando vedrò i primi suicidi fra i dirigenti italiani, servili e mercenari, cambierò idea schierandomi al fianco di chi guida le truppe.
Il suicidio denota sempre le epoche di cambiamento. Guarda chi si ammazza e ti dirò dove vivi …
Intanto lo spettacolo va avanti indisturbato. La droga è, di fatto, libera. La legalizzazione dietro l’angolo, persino L’isola dei famosi (format svedese riadattato!) si presta alla bisogna. Il metodo è sempre lo stesso. I topi rosicchiano pian piano un pertugio nella diga; l’acqua che fuoriesce naturalmente (ribattezzata “società aperta”) allargherà via via le dimensioni del foro sino a far crollare l’intera struttura. I prossimi inciampi: abbassamento dell’età del consenso, ius soli, pedofilia cum grano salis, incesto, gravidanza per transessuali. I ratti son al lavoro da decenni. Ogni tanto una notiziola en passant ci ricorda l’arrotare di denti e ganasce. Un cartone animato con simpatetici personaggi omosessuali, due fratellastri che si amano perdutamente, una quattordicenne si getta nel fuoco per un cinquantenne: è amore, ovviamente, e l’amore ci avvolge tutt*, come dichiara quell’altra nullità d’acciaio di cui non ricordo il nome. E poi: la solita islamica si ribella al chador, la solita scema si spoglia davanti a San Pietro, il solito attor coglione vince il premio per la mirabile interpretazione in una delicata storia di introspezione pederastica … A tale programma di annientamento umano segue quello economico: denaro digitale, controllo sulla temibile evasione fiscale (il ciabattino ha da dichiarare quanti lacci ha ordinato tramite un software da installare fra tacchi e tomaie), esposizione pubblica del proprio conto corrente, con relativa movimentazione, magari corredato da alcuni dati sugli acquisti, vendita delle anamnesi cliniche alle multinazionali, accorto aumento dei tumori con conseguente aumento del costo dei salvavita …
I sommersi e i salvati. I salvati, come Renzi, se la ridono, e come li capisco!