Per i suoi colleghi era “Fabietto”. Quello che «aveva sempre una battuta scherzosa per tutti». Quello «ultrasensibile e attento ai pazienti». Fabio Savino, operatore socio sanitario della neurologia dell’ospedale di Lodi, aveva solo 40 anni. Venerdì scorso se n’è andato, all’improvviso, colpito da un malore nel sonno. La famiglia ha acconsentito alla donazione degli organi e cosi gli sono state espiantate le cornee. Arrivato dalla Puglia, per lavoro, in Lombardia, nel 2013, Savino aveva lavorato prima in casa di riposo e poi in ospedale. Parole di cordoglio, ieri, sono arrivate, tramite i quotidiani, anche dal sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla.
La sua compagna Fausta è a pezzi. «Era la mia vita – dice -, mi ha fatto conoscere l’amore vero. Senza di lui non sarà più lo stesso». Venerdì notte, poco prima della 5, racconta la donna, «ho sentito un rumore. Fabio era caduto dal letto. Ho provato a rianimarlo, ma non c’è stato nulla da fare». Vani sono risultati, purtroppo, anche i tentativi di degli operatori del 118 e del pronto soccorso. «Fabio non aveva mai sofferto di cuore -racconta la sua Fausta, operatrice socio sanitaria come lui -. stava benissimo. Era amato da tutti, era sempre sorridente, faceva battute.Avevamo tanti progetti, la casa, i figli».
L’uomo era un grande amante degli animali.
NDR – Non viene in alcun modo menzionato lo stato di vaccinazione dell’uomo, tuttavia è lecito supporre che avesse ricevuto i vaccini anti Covid-19 visto il lavoro che svolgeva come operatore socio sanitario della neurologia dell’ospedale di Lodi.
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