Lo strano timing con cui è scoppiato il caso Mes

DI MAURO BOTTARELLI
ilsussidiario.net
Oggi non sarò breve, lo premetto. Ma vi prego di leggere con attenzione queste righe, soprattutto di farlo con la mente aperta. Senza preconcetti di schieramento, soltanto valutando i fatti messi in fila e cercando di trarre delle conclusioni logiche. Roba da rasoio di Occam, insomma. O di gioco dei puntini da unire della Settimana enigmistica. Partiamo da un principio chiaro: cosa penso del Mes ritengo sia chiaro a tutti, inutile ricominciare uno sterile dibattito sui pro e i contro. Ognuno si tiene le proprie convinzioni, anche perché – come sempre più spesso accade in questo Paese – la discussione su un argomento di centrale importanza per il futuro nostro e dell’Europa è stata relegata a disputa fra Guelfi e Ghibellini. Peccato. Ma, ormai, questa è l’aria che tira. A destra come a sinistra, senza distinzioni di residuo raziocinio possibili. Mi piace però farvi notare alcune coincidenze. Soprattutto temporali.
Come mai è scoppiata proprio ora la polemica, furente e con toni davvero da Ok Corral, sulla riforma del cosiddetto Fondo salva-Stati? Forse perché, di fatto, il 12 e 13 dicembre prossimi il Consiglio europeo è chiamato alla sua ratifica? Beh, diciamo che la cosa non è proprio inedita, non rappresenta una novità, un vulnus venutosi a creare dalla sera alla mattina rispetto all’agibilità politica del governo nato dalle ceneri (anzi, dalla sabbia) del Papeete. Anzi, il fatto che si sia atteso l’arrivo della questione al suo ultimo miglio, dovrebbe far riflettere sulla strumentalità insita nell’intera discussione. Oltre che sulla serietà di certa classe politica.
Il Mes è migliorabile? Certo, come quasi tutto ciò che è elaborato da mente umana lo è. In quanto fallace, quindi perfettibile. Però, resta il fatto: il prossimo fine settimana la Lega ha annunciato banchetti informativi sulla questione in tutte le piazze d’Italia (rabbrividisco solo al pensiero degli argomenti e dei toni che verranno sciorinati sotto quei gazebo), mentre Fratelli d’Italia il 9 dicembre sarà addirittura in trasferta a Bruxelles per dimostrare la propria contrarietà. Insomma, mobilitazione. Oppure, forse, tentazione di spallata verso l’esecutivo, Mes o non Mes, di fatto divenuto ultimo alibi per tentare l’assalto al Palazzo d’inverno del voto anticipato rispetto alla scadenza di legislatura e finché i sondaggi sorridono, anche in vista del voto spartiacque del 26 gennaio in Emilia-Romagna?
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