DI ROSANNA SPADINI
comedonchisciotte.org
Sabato 11 marzo è andato in onda uno splendido convegno di ufologia politica alla Mostra d’Oltremare a Napoli, tenuto dal leader della Lega Nord, dal titolo “Siamo ottomila campanili, mi emoziono quando sento i dialetti locali !!” … poi sono seguiti dibattiti infiammati da lacrimogeni e black bloc, lungo le strade della città. Hanno partecipato al reality show Matteo Salvini e Luigi De Magistris.
Insomma, contro la convention del leghista felpato hanno sfilato in centinaia, poi scontri, tafferugli tra i manifestanti e le forze dell’ordine, mentre il prefetto autorizzava il comizio, nonostante la contrarietà del primo cittadino.
Non è la prima volta che la Lega tenta di conquistare il Sud, Bossi lo aveva già provato ai tempi delle ampolline del Po, quando aveva cercato consensi al di là dei confini della Padania. Naturalmente aveva perso miseramente, ma ora il nuovo Salvini, libero dalle pastrocchie federaliste delle camicie verdi, torna all’attacco del Sud, e non si accorge di essere diventato il capro espiatorio di una mutazione magmatico politica che lo ha usato per poi scaricarlo come un virus infetto nocivo e letale.
Eppure il partito dei diamanti della Tanzania, che da numerosi anni è parte essenziale del sistema, si è distinto per insultare sistematicamente i terùn, invocare la costruzione di muri, impedire loro di rubare l’onesto pane padano, sollecitare la vendita delle due Sicilie alla Spagna, derattizzare la fogna in cui vivono i ratti napoletani.
«Roma ladrona» è solo il primo insulto, magari anche concesso, se poi non fosse stato decisamente delegittimato dagli scandali di ogni genere che hanno poi macchiato i curricula padani. Insomma nella storia leghista di insulti ne sono partiti tanti, non solo da parte di Salvini, ma anche da parte di Borghezio, Calderoli, Comencini, Bossi, Maroni.
Roberto Calderoli, nella sua veste di vicepresidente del Senato, e padre del Porcellum, definì il ministro Kyenge “un orango”, poi qualificò la giornalista palestinese Rula Jebreal una “signora abbronzata”, definì gli extracomunitari “bongo bongo” e infine mostrò orgoglioso al Tg1 una maglietta che irrideva il profeta con una vignetta anti-islamica, scatenando così una rivolta anti-italiana a Bengasi. Per non parlare di quando disse che la «civiltà gay rischia di trasformare la Padania in un ricettacolo di culattoni».
2009. Festa di Pontida. Salvini intona il coro: «Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani». In seguito ha precisato: «Sono troppo distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo nessuna cosa in comune. Siamo lontani anni luce».
2011. In merito al terremoto a L’Aquila, l’europarlamentare Mario Borghezio dichiara: «Questa parte del Paese non cambia mai, l’Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. Il comportamento di molte zone terremotate dell’Abruzzo è stato singolare, abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate».
Settembre 2012. Vito Comencini, segretario di sezione e vice coordinatore provinciale dei Giovani padani, su Radio Padania, dice: «Carta igienica al Sud, che devono ancora capire a cosa serve».
Novembre 2012. Donatella Galli, consigliera leghista della provincia di Monza e Brianza, ha invoca la distruzione del sud con l’aiuto dei vulcani: «Forza Etna, Forza Vesuvio, Forza Marsili !!!»
2013. Al Congresso Giovani Padani, Matteo Salvini esclama: «Ho letto sul Sole 24 Ore che, ancora una volta, verranno aiutati i giovani del Mezzogiorno. Ci siamo rotti i coglioni dei giovani del Mezzogiorno, che vadano a fanculo i giovani del Mezzogiorno! Al Sud non fanno un emerito cazzo dalla mattina alla sera. Al di là di tutto, sono bellissimi paesaggi al Sud, il problema è la gente che ci abita. Sono così, loro ce l’hanno proprio dentro il culto di non fare un cazzo dalla mattina alla sera, mentre noi siamo abituati a lavorare dalla mattina alla sera e ci tira un po’ il culo».
Se oggi Salvini si dichiara acerrimo nemico dell’euro, poco tempo fa non la pensava nello stesso modo. E il Sud, a suo dire, l’euro non lo meritava.
2014. Riguardo ad una possibile riforma della Scuola, ancora Salvini dichiara: «Bloccare l’esodo degli insegnanti precari meridionali al Nord».
Dicembre 2014. Sempre lui scrive su facebook: «Chi scappa non merita di stare qui, lo considero un fannullone. E non è un caso che siano africani o meridionali ad andarsene, gente senza cultura del lavoro».
Leonardo Muraro, presidente della provincia di Treviso: «E’ proprio per questo che invito ad assumere trevigiani: i meridionali vengono qua come sanguisughe».
Quindi numerosi anni d’insulti, non solo contro il Centro Sud, ma anche contro i migranti, gli omosessuali, i disabili e tutte le minoranze. Ma ora Salvini deve recuperare consensi, in vista della sua eventuale leadership della destra, per le prossime politiche, quindi la discesa a Napoli è necessaria per conquistarsi il Mezzogiorno, e la sua mitologia narrativa subisce una metamorfosi a 360 gradi.
«#Napoli arrivo !! sole stupendo, alle 17 saremo tantissimi !!» … «Sabato sarò a Napoli, l’Italia parte unita, dal Nord al Sud» … «Ritengo che l’Italia debba tornare a contare, però unendosi» … «Napoli è casa mia, Milano è casa mia, Bari è casa mia» … «Siamo ottomila campanili, mi emoziono quando sento i dialetti locali» … «Futuro Italia è rispetto delle diversità» … «Non voglio uscire dall’Europa, voglio ridiscutere tutti i trattati» … «Sono orgoglioso di governare bene Lombardia e Veneto, ma voglio dare voce alla gente del Sud per bene» … «Prima di partire ho detto ai miei figli che papà sarebbe andato a Napoli, per pensare al futuro dell’Italia» … «Sono convinto che l’Itala oggi vince se sta tutta insieme, da Nord a Sud!!» …
Il progetto politico di Salvini ha sempre puntato sul ricorso sistematico alla discriminazione razziale del divide et impera. A Napoli è successo l’incredibile, quando prefetto e governo hanno imposto antidemocraticamente la presenza di Salvini all’accoglienza privata della Mostra d’Oltremare, che per altro l’aveva negata.
Dietro la presa di posizione del Prefetto c’è stata naturalmente la decisione di un tale Minniti, ministro dell’Interno del governo doubleface, nato dopo la sconfitta referendaria di Renzi & C. Ora s’invoca l’art. 21 della Costituzione, che difende il diritto di Salvini di manifestare liberamente il proprio pensiero, ma occorre chiedersi perché mai i napoletani avrebbero dovuto tollerare la presenza sul loro territorio di un crepuscolare della letteratura italiana che dice «Senti che puzza / scappano anche i cani / Sono arrivati i napoletani … / Son colerosi e terremotati / con il sapone non si son mai lavati … / Napoli merda / Napoli colera».
Però qui non interessa tanto fare un’analisi ermeneutica della “filosofia politica” dello statista Salvini, quanto cercare di capire la reazione politica innescata dalla miccia.
Naturalmente in risposta all’evento intervengono altri tre leaders politici, abituati da lunga data a raccontare favole metropolitane, tanto più le sparano grosse e meglio è, visto che poi i media di regime sorreggono le loro fake dadaiste.
Immediatamente l’altro Matteo, figlio di T, tornato alla ribalta dopo il ribaltone post referendum, e ben determinato a completare la demolizione dell’economia italiana, cerca di riaccreditarsi di fronte ai capitali internazionali come l’unico leader possibile, in grado di fare le riforme gradite ai mercati. In nome della democrazia, commenta dal Lingotto «Quando un sindaco di una delle città più belle si schiera al fianco di chi non vuole far parlare qualcuno e sfascia la città è allucinante. Quando un parlamentare chiede di parlare, anche se dice cose che non stanno né in cielo né in terra, noi del Partito Democratico lo lasciamo parlare».
Luigi de Magistris (che per altro sta governando bene) gli fa eco da Napoli: «Atto senza precedenti da parte del governo il “sequestro” della mostra. Prevalso il capriccio di un razzista xenofobo e antimeridionale. Nessuno ha tolto diritto di parola a Salvini ma noi non possiamo consentire che strutture del comune di Napoli gli siano aperte. Siamo a difesa della costituzione e per questo contro Salvini che fa apologia del fascismo. Lotta dura e non violenta: andremo per strada con il sorriso e le mani pulite contro chi ha sempre considerato il Sud zavorra».
Ma anche lui ha uno scheletrino nell’armadio, infatti il sindaco dice di aver cacciato Romeo (quello vero) dal comune di Napoli, ma dalla rete esce una storia diversa, perché è vero che nel 2009 De Magistris teneva in carcere questo signore come capo del “sistema Romeo“, quando al governo di Napoli c’era la Iervolino, però tre anni più tardi, quando il sindaco di Napoli divenne lui, allo stesso signore concesse il più grande affare della città, per la dismissione di 3000 appartamenti di proprietà del Comune.
Chiarimento di de Magistris su Salvini
Luigi de Magistris interviene sulla vicenda Salvini a Napoli: "Atto senza precedenti da parte del governo il "sequestro" della mostra. Prevalso il capriccio di un razzista xenofobo e antimeridionale. Nessuno ha tolto diritto di parola a Salvini ma noi non possiamo consentire che strutture del comune di Napoli gil siano aperte. Siamo a difesa della costituzione e per questo contro Salvini che fa apologia del fascismo. Lotta dura e non violenta: andremo per strada con il sorriso e le mani pulite contro chi ha sempre considerato il Sud zavorra".
Posted by Identità Insorgenti on Saturday, March 11, 2017
E infine non poteva mancare l’intervento dell’uomo dalle cozze pelose, in arte Michele Emiliano, che con De Magistris ha stretto il “Patto per il Sud“, dopo che i due negli ultimi tempi hanno intensificato i rapporti, soprattutto in chiave post-Renzi. Si assiste ad una liquefazione dei grandi apparati di partito, pronti a galleggiare di nuovo sul liquame della democrazia, si smembrano per poi ricomporsi in alleanze strategiche, in vista dell’ammucchiata proporzionale delle politiche.
«Mi dispiace per quello che è accaduto ma era assolutamente prevedibile», ha detto Emiliano, anch’egli dal Lingotto «Salvini conosce il meccanismo, lo innesca, lo fa detonare e poi finge di essere la vittima. Questa tecnica è vergognosa. Napoli è una bellissima città che non va né irrisa né provocata. E’ evidente che chi semina vento raccoglie tempesta».
Dunque se la convention leghista è finita a mazzate e lacrimogeni, lo si deve a De Magistris, non certo a Salvini, la cui presenza a Napoli magari sarebbe passata inosservata … occorreva sollevare un polverone per l’evenienza, precisare con forza che il Sud, da sempre ridotto a colonia ripudiata e sfruttata, si sta riposizionando per il grande reality delle prossime politiche.
Rosanna Spadini
Fonte: www.comedonchisciotte.org
15.03.2017
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