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L'ISTRUZIONE AL SERVIZIO DEL POTERE

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A cura di God
Il 17 Ottobre 2006
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blankDI DAVID ICKE

Il giorno in cui stavo scrivendo questo, lessi i risultati di uno studio sulla salute mentale ed emozionale dei teenagers in Gran Bretagna, sebbene la stessa cosa possa applicarsi a tutto il mondo industrializzato e computerizzato, e non solo. Lo studio: Dinamiche del tempo nella salute mentale degli adolescenti, pubblicato nel Journal of Child Psychology and Psychiatry, rivelava che il numero dei quindicenni sofferenti di ansia e depressione era aumentato del 70%, in meno di vent’anni. Hey, stiamo parlando di quindicenni! Lo studio concludeva che una delle cause chiave di questo drammatico incremento del trauma emozionale negli adolescenti, era la spinta incalzante ad “avere successo”. Per essere più precisi, si sarebbe dovuto aggiungere avere successo secondo le condizioni del sistema. Lo studio affermava “la costrizione ad avere successo negli studi e la prospettiva dell’indebitamento stanno contribuendo a diffondere l’infelicità”.In Gran Bretagna, grazie al governo Blair, quando escono dall’università, gli studenti affrontano una montagna di debiti a causa dei prestiti che hanno dovuto chiedere per pagare la propria istruzione (o quanto passa per tale). Debito significa controllo da parte del sistema, ed è questa la vera ragione dei prestiti agli studenti. Lo studio metteva inoltre in evidenza lo squilibrio tra il tempo trascorso a scuola e quello dedicato allo svago, una cosa cui ho dato rilievo per anni. Tengono i ragazzi a scuola per ore e ore di seguito, per cinque giorni a settimana e, una volta aperti i cancelli della prigione, li mandano via con i compiti da svolgere a casa! Quando bambini e ragazzi trovano il tempo di fare ciò che loro stessi vogliono fare? Risposta: nel mezzo del diluvio di accademiche stronzate messe a punto al fine di produrre quel foraggio per cervelli che consenta al sistema di seguitare a rotolare come una specie di irrefrenabile palla di neve, nella cui scia, giorno dopo giorno, si ammassano sempre di più le nostre libertà e la nostra unicità. Un altro studio: Indagine sul malessere in aumento, riportato dalla UK Press Association nell’ottobre del 2004, confermava questa tendenza, con tre quarti dei genitori intervistati che affermavano che i loro figli erano sotto pressione assai più di quanto loro stessi fossero alla medesima età. Un’analoga percentuale dichiarò che lo stesso tipo di pressione e di stress a scuola (come vessazioni ed esami) aveva avuto l’impatto più rilevante sulla salute emozionale e sul benessere dei propri figli. E gli esami a che servono, di grazia? A rivelare fino a che punto il sistema controlla la mente e la percezione dei ragazzi. Secondo l’indagine, sette genitori su dieci dissero che il governo avrebbe dovuto investire di più nell’ambito dei servizi per la salute mentale di bambini e ragazzi. Oh mio Dio, fatemi il piacere! Lasciamo perdere come “trattare” il problema, che ne dite di rimuovere le cause? Che ne dite di cambiare il modo in cui si sentono i vostri figli dicendo loro di rilassarsi e di divertirsi, dato che l’istruzione e il passare gli esami imposti dal sistema sono soltanto un mucchio di fesserie?

blankL’ “istruzione” esiste allo scopo di programmare, indottrinare e inculcare un convincimento collettivo in una realtà che ben si addica alla struttura del potere. Si tratta di subordinazione, di limitazione, di mentalità del “non posso”, “non puoi”, poiché è questo ciò che il sistema vuole che ciascuno esprima nel corso del proprio viaggio verso la tomba o il crematorio. Ciò che noi chiamiamo Istruzione non apre la mente, la soffoca. Così come si espresse Albert Einstein: “L’unica cosa che interferisce con il mio apprendimento è la mia istruzione”. Egli disse anche che l’istruzione è “quel che rimane dopo che si è dimenticato tutto quanto si è imparato a scuola”. Perché i genitori sono orgogliosi nel vedere che i loro figli conseguono degli attestati di “profitto” per aver detto al sistema esattamente quanto esso richiede di sentirsi dire? Non sto dicendo che le persone non debbano perseguire la conoscenza ma, se qui stiamo parlando di libertà, dovremmo poterlo fare alle nostre condizioni, non a quelle del sistema. C’è anche da riflettere sul fatto che i politici, i funzionari del governo, e ancora, giornalisti, scienziati, dottori, avvocati, giudici, capitani d’industria e altri che amministrano o servono il sistema, invariabilmente sono quelli che sono passati attraverso la stessa macchina-creatrice-di-menti (per l’indottrinamento), l’università. Triste a dirsi, molto spesso si crede che l’intelligenza e il passare degli esami siano la stessa cosa.

[…] un diploma consiste nel dire al sistema ciò che il sistema ti ha detto di dire. Cosa c’è di intelligente in questo? La maggior parte della gente si illude di essere libera senza mai sperimentare per davvero questa teoria. Le persone sono paragonabili a mosche prese in una ragnatela e, a patto che non tentino di muoversi, riescono a convincersi che se volessero, potrebbero farlo. Vedete, è solo che, semplicemente, in quel momento non vogliono farlo. Se tentassero, dovrebbero affrontare la realtà, e cioè che il loro culo è tenacemente incollato al sistema di controllo di qualcun altro, il quale sta per vedersi servito il pasto – loro. Le persone seguitano a fare quello che la dittatura dei governi dice loro di fare, senza dubbi o contestazioni, perpetuando l’illusione di essere libere di scegliere, pur non avendolo mai fatto. «Avere le ali appiccicate a questa ragnatela mi sta bene, perché sto scegliendo di non volare». Nel corso degli anni ho incontrato così tanta gente che credeva di essere libera finché non ha fatto qualcosa al di fuori della “norma”. A quel punto, nella realtà di queste persone si è verificata una grossa battuta d’arresto poiché, per citare il bravissimo attore comico Bill Hicks: «Siete liberi di fare quello che vi diciamo». Mentre lo stato globale orwelliano emerge rapidamente dall’oscurità, l’auto-inganno riguardo a un “mondo libero” sta diventando sempre più difficile da sostenere. Ma invece di guardare bene in faccia la propria condizione, i più non cercano di far altro che volgere ostinatamente lo sguardo nella direzione opposta. La maggior parte della gente fa in fretta a lamentarsi di quanto succede nella propria vita e più ampiamente nel mondo, tuttavia, quando si tratta di fare qualcosa al proposito, pare come impietrita. Assai meglio, sembra, evitare le personali responsabilità incolpando qualcun altro. Il mondo è quello che è perché abbiamo permesso a pochi di renderlo tale, e semplicemente puntare il dito contro quei pochi non è sufficiente.

Siamo tutti coinvolti. Voltaire colse magistralmente questo punto quando disse: «Non uno dei fiocchi di neve che formano una valanga si è mai sentito responsabile».

Estratto da L’amore infinito è l’unica verità – Tutto il resto è illusione, gentilmente concesso da MacroLibrarsi

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