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La Redazione

 

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L’impensabile è diventato realtà: Zelensky non esclude la possibilità di dimettersi mentre l’Operazione Militare Speciale è giunta al terzo anno

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A cura di Markus
Il 24 Febbraio 2025
9838 Views

Simplicius
simplicius76.substack.com

Ebbene, è successo più rapidamente di quanto avessi previsto. Un altro soffitto di cristallo è stato infranto, mentre l’inenarrabile diventa normale realtà: Zelensky annuncia di essere pronto a dimettersi immediatamente in cambio dell’ingresso dell’Ucraina nella NATO.

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Sembra siano stati sufficienti pochi tweet di Musk e Zelensky sta già preparando i piani di evacuazione. L’intrallazzatore politico Arestovich ha già fatto previsioni sul destino di Zelensky:

Anche se uso il pronunciamento di Zelensky come preambolo d’apertura, l’intenzione principale è quella di utilizzare questo breve resoconto come un aggiornamento sul campo di battaglia, dato che è da un po’ che non facciamo una vera e propria Sitrep sul fronte. Questo a causa del rallentamento delle operazioni, in parte dovuto alle condizioni meteo e in parte al fatto che le forze russe si sono prese una pausa. Ora ci sono indicazioni che le ostilità ad alta intensità stanno riprendendo su diversi fronti.

La direzione più inaspettata è quella verso Seversk, dove le forze russe della 7ª Brigata Motorizzata Separata di Fucilieri avrebbero finalmente catturato l’indomabile fortezza di Belgorovka:

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L’ho definita una fortezza in modo un po’ ironico, dato che l’area ha cambiato molte volte schieramento ed è una sezione piuttosto piccola ma inspiegabilmente ostica del fronte che le forze russe non sono state in grado di occupare in modo decisivo per anni. La sua conquista sembra ora indicare il disgregamento, atteso da tempo, delle difese ucraine su tutta la linea del fronte, soprattutto alla luce delle perdite territoriali ucraine in altre zone.

Questa è infatti solo la seconda “Belgorovka” catturata di recente, dato che un’altra, appena a nord-ovest, vicino al fronte di Terny, era stata conquistata settimane fa. Le forze russe, probabilmente della 4ª Armata carri della Guardia e della 144ª Divisione fucilieri, avevano attraversato il fiume Zherebets vicino a Terny già il mese scorso e ora stanno avanzando anche nella vecchia direzione di Lyman:

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La linea bianca indica il fiume e i bacini idrici che i russi hanno attraversato solo di recente. L’obiettivo è quello di ristabilire la vecchia linea Lyman in previsione degli assalti a Slavyansk e Kramatorsk.

Nel frattempo, nel distretto di Kupyansk, le forze russe hanno continuato a espandere il “rifugio” sul fiume Oskil trasformandolo in un nuovo fronte. Più in basso, sul fronte di Chasov Yar, Suriyak ha riferito di modesti progressi russi, avvenuti alcuni giorni fa:

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La situazione sul fronte di Chasov Yar: Negli ultimi sette giorni l’esercito russo ha compiuto un’importante avanzata a sud della città, assumendo il pieno controllo dell’area della foresta di “Krab” fino alla periferia del villaggio di Stupochky.

Sul fronte di Pokrovsk, le forze russe si stanno espandendo verso ovest:

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Ci sono piccoli progressi anche qui, sulla linea orientale vicino a Pokrovsk, con Berezovka che è stata catturata due giorni fa. Non c’è una strategia particolare, ma, come hanno descritto di recente gli ufficiali ucraini, le forze russe sondano continuamente i punti deboli lungo il fronte e avanzano semplicemente in modo opportunistico ovunque ci sia un varco. Poi consolidano queste avanzate e decidono tatticamente come trasformarle a loro vantaggio in mini calderoni per indebolire ulteriormente e mettere sotto pressione le forze nemiche.

Sul fronte di Kurakhove, appena a sud, possiamo vedere che la Russia ha fatto crollare la maggior parte del grande calderone di Kurakhove, approssimativamente evidenziato dal cerchio giallo qui sotto:

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Il cerchio rosso è il punto in cui si stanno verificando le attuali avanzate, verso Konstantinopl, che hanno creato un altro mini-calderone nella zona di Andreevka, nell’immagine qui sopra. A titolo di confronto, ecco un’immagine della regione di gennaio, che mostra quanto territorio le forze russe hanno catturato in alcune settimane:

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Poco più a sud-ovest, le forze russe – dopo una pausa – stanno nuovamente avanzando sul fronte di Velyka Novoselka. Le aree a nord di Novy Komar sono state appena conquistate, così come Novoselka e le aree adiacenti a est, tutte cerchiate in rosso qui sotto:

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Un ingrandimento centrato su Novy Komar, che mostra Novoocheretuvate e le altre aree catturate negli ultimi due o tre giorni:

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Lì le forze russe stanno essenzialmente avanzando lungo il fiume Mokry Yaly. Non lontano, ai confini della regione di Dnipropetrovsk, l’AFU sta cercando di erigere strutture difensive, ma sembra ci siano dei problemi:

Ci sono stati alcuni altri progressi minori a ovest, sulla linea di Zaporozhye vicino a Orekhov, così come molti altri molto più piccoli, in generale vicino a Pokrovsk, a nord di Chasov Yar, sul fronte di Svatove, ecc.

Gli ultimi progressi più significativi si sono verificati a Kursk, dove le forze russe hanno finalmente catturato Sverdlokovo e stanno ora espandendo un saliente verso est:

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Il fronte di Kursk è aperto ormai da sei mesi e molti si chiedono come o perché la Russia ci stia mettendo così tanto a ripulirlo. La risposta più semplice è che l’Ucraina vi sta riversando grandi quantità di risorse, compresi i suoi migliori e ultimi mezzi corazzati, come i Challenger, i Leopard, ecc. Solo oggi sono stati avvistati  CV-90 e carri armati Abrams svedesi. Nel frattempo, è stata segnalata la presenza di alcuni F-16 nella vicina regione di Sumy, probabilmente a sostegno delle truppe nell’area di Kursk, mentre anche i potenti sistemi AD rimasti in Ucraina sono stati fatti avanzare: oggi un S-300 è stato distrutto proprio al confine con Kursk, probabilmente da un drone russo Orion:

La densità e la concentrazione delle truppe ucraine nella regione di Kursk è attualmente la più alta di qualsiasi altro fronte. I filmati dei droni mostrano regolarmente interi plotoni di truppe in movimento, al contrario dei pochi sbandati che si vedono di solito.

Passiamo a un argomento correlato. Lo stimato “ufficiale di riserva” e analista ucraino Tatarigami ha recentemente respinto l’idea che l’Ucraina crollerebbe in sei mesi senza gli aiuti occidentali:

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Immagine tradotta con Yandex

È interessante notare che l’autore continua a ripetere il mantra “nessun crollo improvviso”, senza mai definire la scala temporale. Forse, invece di sei mesi, crede che il crollo avverrà tra otto o dodici mesi. In ogni caso, è sciocco sostenere che la totale privazione dei rifornimenti statunitensi non porterebbe alla fine ad una sconfitta ucraina.

Tutto questo porta però a un punto più importante: il fatto che si sta deliberatamente concentrando sull’aspetto militare per alimentare le speranze. Ma, quando la maggior parte delle persone parla di collasso, non si riferisce solo alla dimensione militare, ma alla totalità dello Stato ucraino. Io stesso ho dichiarato più volte che è più probabile che l’Ucraina, alla fine, perda a causa di una rivoluzione interna, piuttosto che per una sconfitta militare. L’interruzione degli aiuti statunitensi ha dimensioni ben più ampie di quelle militari: provocherà un forte disordine politico e morale interno, che esacerberà notevolmente le possibilità di un collasso del regime.

È sufficiente guardare a quello che è appena successo: è bastata l’ipotesi che Trump tagliasse i rifornimenti e facesse pressioni su Zelensky per far nascere discorsi sulle sue dimissioni, e questo ha già portato il collasso del regime e dello Stato a un passo dalla realizzazione. Immaginate che situazione ci potrebbe essere tra sei mesi, se gli eventi continueranno a seguire la traiettoria attuale.

Se la guerra fosse combattuta su scala puramente militare, senza l’intervento di fattori esterni, i combattimenti, così come sono, potrebbero prolungarsi ancora per anni. Ma le cose non accadono mai nel vuoto: ogni esigenza politica si ripercuote sulla sfera militare, sociale, morale ed economica. L’Ucraina è ora in una crisi politica e, senza il precedente “ottimismo” del forte sostegno degli Stati Uniti, il supporto della società potrebbe rapidamente crollare, portando a una spirale di crisi che si ripercuoterà su tutto.

Il fatto è che la guerra stessa si combatte in molti ambiti e domini. Era stato Gerasimov, secondo l’Occidente, a sottolinearlo nella sua famigerata “dottrina” sulla guerra di nuova generazione, dove la sfera militare è solo un piccolo – e talvolta subordinato – aspetto. In quanto tale, la Russia non ha bisogno di sconfiggere l’Ucraina “esclusivamente” sul campo di battaglia: sta già sconfiggendo l’Occidente combinato sul campo di battaglia ibrido, che comprende tutte le sfere e le dimensioni possibili che si intersecano.

Ecco perché è sciocco contare le perdite di mezzi corazzati o i metri quadrati di variazioni territoriali, usando queste sterili metriche come “prova” che la Russia sta avanzando troppo lentamente per una vittoria a breve termine. I veri “progressi” della Russia non sono così facilmente quantificabili ma stanno chiaramente pagando dividendi enormi, considerando che il leader nemico ha addirittura ventilato la possibilità di dare le dimissioni. Naturalmente, questo non significa che la guerra finirebbe con la partenza di Zelensky, ma potrebbe certamente entrare in un’altra fase terminale a favore della Russia.

Detto questo, mentre in Ucraina gli aspetti politico-sociali precipitano, la Russia è pronta a dare un giro di vite applicando una pressione militare ancora maggiore per accelerare le cose. Questa primavera possiamo aspettarci nuove offensive su molti fronti diversi. In questo senso, continuano a circolare voci insistenti secondo cui le forze russe si starebbero preparando a prendere d’assalto il fiume Dnieper per impadronirsi di Kherson. Continuano a emergere nuovi filmati dei marines sul fronte del Dnieper che si addestrano ad attraversare il fiume:

Detto questo, per quanto ne sappiamo, si tratterebbe di manovre per impadronirsi di alcuni territori nel caso di un totale collasso governativo e militare ucraino, piuttosto che di una vera e propria offensiva bellica. La leadership russa probabilmente sa che i francesi e i britannici stanno cercando di inserire le proprie truppe per impedire la totale conquista russa dell’Ucraina, e quindi i russi potrebbero tentare di raggiungere alcune città chiave prima dell’arrivo dei contingenti della NATO. Continuano inoltre a circolare nuove voci secondo cui i francesi starebbero tenendo d’occhio Odessa, ma non è una novità.

La Francia si starebbe preparando a “occupare” la regione di Odessa con il pretesto di introdurre forze di pace. Zelensky lo ha già promesso a Macron.

Il contingente francese è presente a Odessa, ma non è riconosciuto ufficialmente, così come la presenza delle forze speciali della Marina britannica.

Oggi l’Operazione militare speciale compie tre anni: era iniziata quando le colonne russe avevano attraversato il checkpoint di Armyansk, al confine tra Crimea e Ucraina:

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Una guardia ucraina fugge all’approssimarsi delle colonne russe al checkpoint di Armyansk.

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Parlando di guerra, questa è ancora giovane. Quella del Vietnam era veramente iniziata solo nel ’65 e le truppe americane se ne erano andate nel ’73. La più grande sorpresa della guerra, agli occhi della maggior parte delle persone, sono stati i risultati inferiori alle aspettative dell'”invincibile” esercito russo, mentre la “ridicola” economia russa ha sorpreso tutti con risultati superiori alle aspettative e ha praticamente risollevato l’intera situazione. Naturalmente, ora le cose si stanno incontrando da qualche parte nel mezzo, ma si tratta comunque di una dicotomia interessante. Ora che le grandi aziende occidentali stanno tornando in Russia, diversi funzionari russi hanno dichiarato che queste aziende non dovrebbero rientrare così facilmente, perché il vuoto che hanno lasciato è stato positivo per la Russia, per quanto riguarda la localizzazione, la sostituzione delle importazioni e simili.

Proprio come nel caso della strana dicotomia di cui sopra, la Russia è sempre stata e continua a essere un enigma. Praticamente da ogni angolazione, la Russia può essere analizzata in modi apparentemente contraddittori: è un Paese che sembra sempre in qualche modo sull’orlo del disastro ma sorprendentemente resistente. Recentemente, gli “esperti” occidentali hanno utilizzato la “crisi” demografica per sottolineare il forte calo delle nascite in Russia, ignorando che l’Operazione Militare Speciale ha fatto guadagnare alla Russia milioni di nuovi cittadini, per di più di qualità, a differenza di quanto viene importato in Occidente. Quando l’OMS sarà terminata, la Russia potrebbe aver guadagnato circa 10-15 milioni di persone, se si impadroniranno di Kharkov, Odessa, Nikolayev, Dnipro, Zaporozhye, ecc. Questo è solo un esempio tra i tanti.

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Anche ora vediamo i paradossali rapporti sul campo: la Russia avrebbe perso milioni di soldati, ma sta mettendo in campo decine di nuove divisioni e interi eserciti. La Russia usa cavalli e asini, ma avanza inesorabilmente in ogni direzione. Non c’è esempio più lampante di queste allucinazioni schizofreniche dell’Occidente di questo tweet virale della scorsa settimana:

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[Da un lato c’è la Russia, che è una minaccia enorme e che dovremmo riarmare freneticamente. Dall’altro, la Russia è una forza esaurita che fa affidamento sui feriti per fare numero, mentre si spostano con le motorette piuttosto che con i carri armati. Dobbiamo dare una regolata alla nostra narrativa]

Conosciamo tutti la famosa citazione attribuita a Churchill e ad altri:

“La Russia non è mai così forte come sembra, né così debole come sembra”.

Per molti versi, la citazione riflette più che altro le confuse autoillusioni dell’Occidente sulla Russia. Se la Russia rimane un “mistero avvolto in un enigma”, è perchè gli apparati di intelligence dell’Occidente, totalmente catturati, fanno in modo di confondere, oscurare e offuscare sempre tutto ciò che riguarda la Russia, in modo tale che non si possa mai averne un quadro chiaro. Serve alle élite generazionali e internazionaliste tenere la Russia avvolta in una fitta nebbia perpetua, perché la vera comprensione porterebbe all’amicizia e alle buone relazioni, e la cabala generazionale della perfida Albione semplicemente non può permetterlo. Perché, vi chiederete? Perché [la Gran Bretagna] è un piccolo scoglio di pirati alla deriva nel mare, senza risorse proprie. Permettere alla mostruosità orientale di essere “compresa” e di avere relazioni amichevoli con i vicini europei significherebbe cedere il dominio del mondo occidentale al grande “Altro”, con le sue inesauribili risorse e ricchezze.

Per il momento, le battaglie continueranno ad infuriare per una posta in gioco molto più piccola, mentre si passa alla fase successiva. Per Zelensky sono già pronti i coltelli e le accette e sarà interessante vedere dove andranno le cose da qui in poi.

Simplicius

Fonte: simplicius76.substack.com
Link: https://simplicius76.substack.com/p/previously-unthinkable-now-reality
24.02.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

 

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