L'IMPEACHMENT DEL POPOLO

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blankDI HOWARD ZINN
The Progressive

Il coraggio è merce rara a Washington. Le realtà della Guerra in Iraq invocano la deposizione di un governo che è penalmente responsabile per morti, mutilazioni, torture, umiliazioni e caos. Ma tutto quel che udiamo nella capitale della nazione, fonte di queste catastrofi, è un fievole gemito del Partito Democratico, che biascica e sparla di “unità” e “bi-partisanesimo”, in una situazione che chiede coraggiose azioni per invertire immediatamente l’attuale corso degli eventi.

Questi sono i Democratici che furono portati al potere a Novembre da un elettorato stanco della guerra, furioso con l’Amministrazione Bush, e contando sulla nuova maggioranza al Congresso perché rappresentasse gli elettori. Ma se la sanità deve essere ripristinata nelle nostre politiche nazionali, essa può venire solo da un grande sconvolgimento popolare, che spinga sia i Repubblicani che i Democratici a conformarsi con la volontà nazionale.La Dichiarazione di Indipendenza, riverita come documento ma ignorata come guida d’azione, deve essere letta da pulpiti e podi, sugli angoli della strada e nelle stazioni radiofoniche locali in tutta la nazione. Le sue parole, dimenticate per oltre due secoli, devono divenire un appello ad agire per la prima volta da quando veniva letta a voce alta alle folle nei primi eccitati giorni della Rivoluzione Americana: “Ogniqualvolta una forma di governo diventa distruttiva a questi fini, è diritto del popolo modificarla o abolirla e istituire un nuovo governo”.

I “fini” a cui si riferisce la Dichiarazione sono l’eguale diritto di tutta “alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità”. Vero, nessun governo nella storia della nazione è stato fedele a questi fini. Favore per i ricchi, negligenza per i poveri, enorme violenza nell’interesse dell’espansione mondiale e continentale: è la persistente storia del nostro governo.

Eppure, sembra esserci una speciale malvagità che accompagna l’attuale assalto ai diritti umani, in questo paese e nel mondo. Abbiamo avuto governi repressivi in passato, ma nessuno ha legiferato la fine dello habeas corpus, né ha apertamente sostenuto la tortura, né dichiarato la possibilità di guerra senza fine. Nessun governo ha così indifferentemente ignorato la volontà popolare ed affermato il diritto del Presidente ad ignorare la Costituzione, anche per accantonare leggi approvate dal Congresso.

E’ giunta l’ora, dunque, per una campagna nazionale che chieda l’impeachment del Presidente Bush e del Vice-Presidente Cheney. Il rappresentate John Conyers, che ha presieduto ampie udienze e introdotto una risoluzione di impeachment mentre i Repubblicani controllavano il Congresso, è ora a capo della Commissione Giudiziaria della Casa, in una posizione per combattere una tale risoluzione. A quanto pare è stato messo a tacere dai suoi colleghi democratici, che hanno accantonato l’idea, perla di saggezza, con il solito cianciare politico sul “realismo” (mentre ignorano la realtà che hanno sotto gli occhi) e sulla politica che è “l’arte del possibile” (mentre pongono limiti a quel che è possibile).

So che non sono il primo a parlare di impeachment. Infatti, a giudicare dai sondaggi di opinione, ci sono milioni di Americani, una maggioranza tra gli intervistati, che si dichiarano a favore dell’impeachment se fosse dimostrato che il Presidente ci ha mentito sulla guerra (un fatto non discutibile). Ci sono in circolazione almeno una mezza dozzina di libri sull’impeachment, ed esso è stato difeso eloquentemente da alcuni dei nostri più acuti giornalisti, tra cui John Nichols e Lewis Lapham. Infatti, un “atto d’accusa” vero e proprio è stato redatto da un ex procuratore federale, Elizabeth de la Vega, chiamato United States v. George W. Bush et al, che presenta un caso, in devastante dettaglio, ad una fittizia giuria di udienza preliminare.

C’è un successivo passo logico in questo sviluppo di un movimento di impeachment: la convocazione di “udienze popolari di impeachment” in tutto il paese. Questo è particolarmente importante data la timidità del Partito Democratico. Tali udienza bypasserebbero il Congresso, che non sta rappresentando la volontà popolare, e costituirebbero un esempio ispiratore di democrazia dal basso.

Queste udienze sarebbero gli equivalenti contemporanei delle riunioni informali che segnarono la resistenza alla Corona Inglese negli anni precedenti la Rivoluzione Americana. La storia della Rivoluzione Americana è generalmente costruita attorno a Lexington e Concord, le battaglie e i Padri Fondatori. Quel che viene dimenticato è che i coloni americani, senza possibilità di contare su una riparazione dei torti dagli organismi ufficiali del governo, presero in mano la situazione, antecedentemente alle prime battaglie della Guerra Rivoluzionaria.

Nel 1772, gli incontri cittadini in Massachusetts iniziarono ad istituire delle Commissioni di Corrispondenza, e l’anno seguente una tale commissione fu istituita in Virginia. Il primo Congresso Continentale, che iniziò a riunirsi nel 1774, era un riconoscimento che un organismo extra-legale era necessario per rappresentare gli interessi del popolo. Nel 1774 e 1775, in tutte le colonie, vennero fondate istituzioni parallele al di fuori degli organi ufficiali del governo.

Nel corso della storia della nazione, il fallimento di un governo nel dare giustizia ha portatato alla fondazione di organizzazioni dal basso, spesso ad hoc, che si dissolvevano dopo che il loro obbiettivo veniva raggiunto. Per esempio, dopo l’approvazione del Fugitive Slave Act (Atto sugli Schiavi Fuggiaschi), sapendo che non si poteva contare sul governo nazionale per abrogare l’atto, gruppi contro la schiavitù bianchi e neri si organizzarono per annullare la legge con atti di disobbedienza civile. Tenevano incontri, facevano piani, e si accingevano ad aiutare gli schiavi fuggitivi che rischiavano di essere restituiti ai loro padroni.

Nelle disperate condizioni economiche del 1933-1934, prima che l’Amministrazione Roosevelt facesse qualcosa per aiutare le persone in miseria, gruppi locali furono formati in tutto il paese per sopperire ad un intervento governativo. Il Consiglio dei Disoccupati venne in essere, gruppi di affittuari si battevano contro gli sfratti, e centinaia di migliaia di persone nel paese formarono organizzazioni di mutuo soccorso per scambiare beni e servizi e permettere alla gente di sopravvivere.

Più recentemente, ricordiamo i gruppi pacifisti degli anni ’80, che sorsero in centinaia di comunità in tutto il paese, e fecero sì che i consigli cittadini e le legislature statali approvassero risoluzioni in favore ad uno stop alle armi nucleari. E le organizzazioni locali sono riuscite ad ottenere una presa di posizione contro il Patriot Act da oltre 400 consigli cittadini.

Le udienze di Impeachment in tutto il paese potrebbero eccitare ed energizzare il movimento pacifista. Farebbero i titoli dei giornali, e potrebbero spingere reclutanti membri di entrambi i partiti al Congresso a fare quello che la Costituzione e le attuali circostanze richiedono: l’impeachment e la deposizione dall’incarico di George Bush e Dick Cheney. Il semplice sollevare la questione in centinaia di comunità e distretti avrebbe un effetto benefico, e sarebbe il segno che la democrazia, nonostante tutti i tentativi di distruggerla in quest’era di guerra, è ancora viva.

Howard Zinn è l’autore, più recentemente, di “A Power Governments Cannot Suppress”. Per informazioni su come essere coinvolti nella battaglia per l’impeachment, andate su www.afterdowningstreet.org

Howard Zinn
Fonte: http://www.progressive.org
Link: http://www.progressive.org/node/4473
The Progressive, Febbraio 2007

Traduzione per www.comedonchisciotte.org & www.radioforpeace.info a cura di CARLO MARTINI

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