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Un mondo senza foreste sarebbe un deserto apocalittico, ed in questo momento ne stiamo perdendo ad un ritmo sconcertante. Al momento della stesura di questo articolo, oltre 10.000 incendi si stanno diffondendo nelle aree boschive del Sud America e dell’Africa. I leader mondiali non sembrano però voler fare alcunché al riguardo. Gran parte dell’attenzione dei media è stata rivolta agli orribili incendi nella foresta pluviale amazzonica. Ci viene detto che il numero di incendi in Brasile è aumentato dell’85% rispetto allo scorso anno. Tale cifra, in realtà, in Africa è ben più elevata. È stato infatti riferito che ci sono “circa cinque volte più incendi in Africa che in Amazzonia” a questo punto. Il nostro pianeta viene letteralmente distrutto davanti ai nostri occhi, ma l’opinione pubblica sembra non curarsene affatto.
Occupiamoci prima di quanto sta accadendo in Amazzonia. In un precedente articolo, ho riportato che quest’anno sono scoppiati più di 72.000 incendi in Brasile, con relativa distruzione di almeno 640 milioni di acri. La CNN ha inviato un aereo sopra alcune delle aree maggiormente danneggiate, e ciò a cui hanno assistito coloro che erano a bordo era quasi orribile a dirsi…
Volare sopra Rondonia, lo Stato Amazzonico più colpito (durante la scorsa settimana), è veramente estenuante, per via dell’infinita vastità della devastazione. Dapprima il fumo mascherava il costante alternarsi di campi incendiati e di cadaveri, di strade tortuose che si intrecciavano in null’altro che cenere. Sotto, i granelli arancioni di un minuscolo fuoco potevano anche divampare ancòra, ma gran parte del terreno appariva un mausoleo della foresta che un tempo lo abbelliva.
“Questa non è solo una foresta che sta bruciando”, ha detto Rosana Villar di Greenpeace, che ha aiutato la CNN ad organizzare il volo sulle aree danneggiate. “Questo è praticamente un cimitero. Tutto ciò a cui si assiste è morte”.
La foresta pluviale amazzonica è stata descritta come “i polmoni della Terra“, in quanto produttrice di gran parte dell’ossigeno che respiriamo. Molta gente ignora però che la seconda foresta pluviale tropicale più grande al mondo si trovi nel bacino del Congo. E lì stanno scoppiando ancor più incendi.
Secondo i dati ufficiali diffusi dalla NASA, infatti, il numero di incendi nell’Africa Centrale è più di cinque volte superiore a quello che attualmente colpisce il Brasile…
I dati del Fire Information for Resource Management System, ente della Nasa, riportano almeno 6.902 incendi in Angola e 3.395 nella Repubblica Democratica del Congo.
In Brasile sono 2.127.
Gli incendi nell’Africa Centrale si sono diffusi così tanto da attirare l’attenzione persino del presidente francese Emmanuel Macron…
I dati della Fire Information for Resource Management Map (FIRMS) della NASA, mostrano un ampio campione di incendi in Angola, Repubblica Democratica del Congo e Zambia. L’allarmante vastità di questi incendi fa chiedere ad alcuni perché tanta attenzione venga rivolta all’Amazzonia, quando in realtà l’Africa sta bruciando ancor più gravemente. Persino Macron, che ha guidato la carica dei soccorsi internazionali, ha scritto su Twitter che avrebbe preso in considerazione l’idea di avviare una simile iniziativa per l’Africa sub-sahariana.
La buona notizia è che gli incendi nel bacino del Congo non sono così fuori controllo come quelli nella foresta pluviale amazzonica. Ci viene però anche detto che questo potrebbe presto cambiare…
Organizzazioni come Greenpeace Africa, che si concentra principalmente sul richiamare l’attenzione sui problemi della deforestazione, stanno monitorando la situazione. Riconoscono che, al momento attuale, gli incendi sono relativamente “su piccola scala” rispetto alle fiamme dell’Amazzonia o persino ai precedenti incendi africani.
Ciò non vuol dire però che le fiamme siano sotto controllo. “Il problema potrebbe ripresentarsi qualora oggi non venissero prese misure preventive”, ha detto a Newsweek Irène Wabiwa Betoko, Responsabile Senior della Campagna Forestale di Greenpeace Africa.
Molti degli incendi in Africa sono stati provocati intenzionalmente dagli agricoltori per liberare la terra, ma stanno ancora erodendo ecosistemi chiave. Non possiamo permetterci di continuare a trattare il nostro pianeta in questo modo, stiamo perdendo specie ad un ritmo assurdo.
Secondo una nuova ricerca appena pubblicata, “alcune piante si sono estinte fino a 350 volte più velocemente rispetto alla media storica” …
La Terra sta assistendo ad una perdita di specie senza precedenti. Alcuni ecologi stanno utilizzando il termine ‘sesta estinzione di massa‘. A maggio, un rapporto delle Nazioni Unite ha avvertito che 1 milione di specie sono a rischio estinzione. Più recentemente, 571 specie di piante sono state dichiarate estinte.
A dir la verità, estinzioni si sono verificate sin dalla comparsa della vita sulla Terra. La vera domanda è: ne è aumentato il tasso? La nostra ricerca, pubblicata oggi su Current Biology, ha scoperto che alcune piante si sono estinte fino a 350 volte più velocemente della media storica, con conseguenze devastanti per specie uniche.
Quante ne dovremmo perdere ancòra prima di iniziare a preoccuparci sul serio?
Se seguite il mio lavoro su base regolare, allora saprete già che sono profondamente preoccupato per la nostra “cultura della morte”. Le nostre infinite guerre hanno ucciso migliaia di persone. Milioni di bambini sono stati uccisi nelle nostre “cliniche”, stiamo spazzando via innumerevoli specie di piante ed animali senza nemmeno pensarci due volte.
Che tipo di mostri siamo diventati? Siamo così freddi e senza cuore, tutto ciò di cui ci preoccupiamo è noi stessi.
Nel frattempo, le conseguenze a lungo termine di cui così tanti avevano avvertito stanno iniziando ad arrivare. Un recente articolo della CNN sugli incendi dell’Amazzonia riporta che “il futuro apocalittico è qui, ed è impaziente”…
È difficile bollare come allarmista qualsiasi pretesa di sorte avversa, quando si assiste alle skyline rese invisibili dal fumo, le fiamme rigare le pianure come lava e quando si sentono i tassisti disinteressati dirti che non hanno mai visto la situazione messa così male. Il futuro apocalittico è qui ed è impaziente.
Per una volta, sono d’accordo con la CNN.
A lungo termine, nulla sopravvivrebbe. Stiamo sistematicamente distruggendo noi stessi e tutto ciò che ci circonda. Per un po’ ci è sembrato di non dover temerne le conseguenze.
Ora però i tempi bui sono alle porte. Il cattivo odore dei nostri malvagi modi di fare si è fatto insopportabile.
Fonte: http://endoftheamericandream.com/
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da HMG