DI ANATOL LIEVEN
strategic-culture.org
Le teorie complottiste nei confronti della Russia suggeriscono che la triste prospettiva degli USA è quella di essere una superpotenza globale con una politica interna da Filippine o Argentina.
“Uno degli aspetti più patetici della storia umana è che ogni civiltà presenta sé stessa in modo molto pretenzioso, mette insieme i suoi valori parziali ed universali in modo molto convincente e rivendica l’immortalità per la sua esistenza limitata proprio nel momento in cui la decadenza che porta alla morte ha già avuto inizio” — Reinhold Niebuhr
Se le insinuazioni riguardanti la Russia che possiederebbe una “registrazione sexy” del neoeletto presidente Trump dovessero rivelarsi vere, lui naturalmente dovrebbe dimettersi o subirebbe l’impeachment. Anche al di là dal moralismo una persona colpevole di tale spaventosa imprudenza, stupidità ed irresponsabilità non verrebbe assunto come portiere o lavavetri da nessun governo al mondo.
Ma nonostante queste insinuazioni siano girate dietro le quinte sin da quando Trump è emerso quale serio contendente alla nomination dei repubblicani, nessuno straccio di prova verificabile è stato ancora prodotto. Tutto quello che abbiamo è la parola di un opportunamente scomparso ex ufficiale dei servizi segreti britannici (e se qualcuno ritiene che sia una fonte affidabile avrei un falso dossier da mandargli) che ha avuto l’informazione da una fonte anonima dei servizi segreti russi, sostenuta dall’opinione di una fonte anonima dei servizi segreti Usa che la fonte è attendibile.
In un differente contesto una storia simile sarebbe stata scartata a priori come un complotto da parte di sezioni delle intelligence occidentali con l’obiettivo di distruggere ogni tentativo di riconciliazione con la Russia. E infatti la mancanza di ogni reale evidenza della storia ha fatto sì che per buona parte dell’anno i media rifiutassero di pubblicarla, finché l’ha fatto pochi giorni fa BuzzFeed.
Per sua natura la storia non può essere provata come vera o falsa se non da parte dei servizi segreti russi che non possono farlo; perché se davvero hanno tale video non possono rivelarlo senza distruggere un presidente USA con cui sperano di cooperare infliggendo così un terribile danno permanente alle relazioni USA-Russia. E quando dicono di non averlo automaticamente non vengono creduti da tutte quelle persone in Occidente che sono determinate a pensare sempre il peggio di Trump e della Russia.
Così questa storia rancida quasi certamente non finirà mai in un modo o nell’altro – e tale era senza dubbio l’aspettativa di chi l’ha confezionata se davvero è stata confezionata.- Semplicemente rimarrà in sospeso per anni indebolendo l’amministrazione Trump e bloccando i tentativi di migliori relazioni con la Russia, finché l’amministrazione Trump arriverà ad una fine quando – come l’affare Whitewater della Clinton – si ritirerà nella sua sede naturale il selvaggio mondo di internet.
Ma intanto il danno sarà stato fatto e la democrazia americana sarà stata ulteriormente avvelenata, come è stato fatto per anni dalle irresponsabili e non provate teorie complottiste a riguardo dei presidenti democratici, spacciate di continuo dagli estremisti repubblicani. Breitbart – tanto per fare un esempio – dovrebbe stare molto attento a questo ed imparare che entrambe le parti sono in grado di giocare a questo sporco gioco.
I danni di ciò per il sistema politico USA sono particolarmente evidenti per me a causa del mio lavoro in Pakistan ed in altri paesi dove il pensiero dell’intera nazione ed il dibattito nazionale sono stati confusi e corrotti dalle teorie complottiste che si sostituiscono ad un pensiero serio riguardo politiche e riforme essenziali ma dolorose. In questo modo tali teorie complottiste sono anche al servizio delle élite politiche ed economiche, che hanno il forte interesse a far sì che tali riforme non vengano mai attuate. Il risultato è l’aiuto a tenere in vita un sistema di dominio oligarchico in cui differenti fazioni dell’oligarchia periodicamente sobillano la popolazione con vuota retorica populista mentre resistono saldamente ad ogni serio cambiamento.
Ci sono brutte prospettive per gli USA se il trend attuale prosegue – una superpotenza globale con una politica interna da Filippine o Argentina – Come parte della lotta contro un tale futuro tutti i membri del sistema politico USA dovrebbero stringere una sorta di accordo culturale ed etico per evitare racconti infondati di questo tipo, a meno che questi siano stati concretamente provati.
Un altro pericoloso aspetto di questi sistemi politici è che è essi sono facilmente vulnerabili alle manipolazioni esterne. Ciò mi porta alle altre pesanti accuse nei confronti della Russia, quella di aver aiutato a sovvenzionare la campagna di Trump e di aver hackerato le mail del partito Democratico. Quest’ultima accusa non sembra avere sufficienti prove in proposito. Tuttavia, vale la pena di sottolineare che non si è trattato di “disinformazione”, come è stato detto. Nessuno ha negato che le informazioni relative ad Hillary Clinton ed alla sua campagna fossero accurate; o che se fossero state rivelate da un giornalista USA costui o costei sarebbe stato visto semplicemente come una persona che stesse facendo il suo lavoro di fornire all’elettorato informazioni che aveva il diritto di conoscere.
E comunque dobbiamo ricordarci che se il governo russo ha davvero effettuato questi tentativi di influenzare le elezioni USA non ha fatto altro che imitare i ripetuti e sistematici tentativi USA di influenzare le elezioni e di destabilizzare governi non solo nell’ex URSS ma in molte altre parti del mondo. Dobbiamo ricordarci di ciò non solo per una questione di correttezza e perché oggi sappiamo che siamo vulnerabili a rappresaglie dello stesso genere, ma perché questo argomento è al cuore di una vecchia e fondamentale questione nelle relazioni internazionali: quella della legittimità od illegittimità di una gamma di differenti forme di stato nella comunità internazionale. Questo è un argomento di importanza cruciale per il futuro delle relazioni USA con un’ampia gamma di stati nel mondo fra cui il principale è la Cina.
Nel suo famoso lavoro sul nazionalismo, Elie Kedourie richiama l’attenzione sulla terrificante innovazione della Rivoluzione Francese, l’asserire cioè che solo uno stato “repubblicano” o “nazionale” godeva di legittimità autentica – non solo internamente ma sulla scena mondiale – Tutte le altre forme potevano essere legittimamente destabilizzate e distrutte dagli stati repubblicani ed i trattati fra stati repubblicani e non repubblicani non erano pienamente vincolanti per quelli repubblicani. Questo approccio richiama alla mente l’atteggiamento di entrambe le parti nelle lotte fra Cattolici e Protestanti tra la Riforma ed il trattato di Westfalia, che (nella versione cattolica) recita “gli accordi con gli eretici non sono moralmente vincolanti”. Come Kedourie ha evidenziato, questo accordo sfidava il precedente ordine dello stato in Europa (tanto nel medioevo quanto nel XVIII secolo) in cui il continente era composto da una vasta gamma di forme di stato differenti, che includevano monarchie costituzionali, quasi-monarchie federali, repubbliche confederate e repubbliche patrizie, ognuna delle quali riconosceva la legittimità delle altre.
L’Unione Sovietica e la Cina Comunista erano le eredi dirette della Rivoluzione Francese a questo riguardo. i Partiti comunisti che governavano questi stati sostenevano come dottrina che solo gli stati socialisti erano legittimi, mentre tutti gli altri stati erano obiettivi legittimi da sovvertire ed eventualmente distruggere tramite rivoluzioni sostenute da Mosca o Pechino. Naturalmente l’URSS ha agito in modo molto più cauto di così e, (proprio come gli USA hanno sempre cooperato con regimi autoritari e addirittura totalitari) così Mosca strinse alleanze con stati “borghesi” come l’India
Con l’arrivo al potere di Deng Xiao-ping in Cina e di Mikhail Gorbachev in Russia il supporto alla rivoluzione globale si concluse, e venne riconosciuta la assoluta legittimità degli stati “borghesi”; e per 25 anni fra la fine della Guerra Fredda e la fine dell’URSS non ci fu più nessun tentativo di nessun genere da parte sia della Russia che della Cina di destabilizzare gli stati dell’Ovest o di influenzare la loro politica interna. Ci furono ovviamente tentativi di influenzare la politica internazionale degli USA e dell’Ovest e specialmente le politiche nei confronti della Russia e della Cina, ma questi erano modalità del tutto legittime ed universalmente praticate di favorire i gruppi d’affari ed i commentatori amici.
Nel frattempo, tuttavia, l’interferenza nella politica interna di altri stati per diffondere la democrazia e destabilizzare o distruggere i rivali è diventata parte fissa della strategia internazionale USA; con radici profonde nel nazionalismo ideologico americano, inserito in una vasta gamma di istituzioni ufficiali e semiufficiali, ed apparentemente giustificato dal collasso del blocco sovietico e dalla (come sembra oggi, forse temporanea) democratizzazione dell’Europa dell’Est.
Riguardo alla politica interna russa, funzionari Usa ed occidentali hanno apertamente incoraggiato i movimenti d’opposizione ed hanno presenziato alle riunioni dell’opposizione: l’occidente ha fornito basi istituzionali ai gruppi d’opposizione dell’Est in esilio e perfino, nel caso dei Ceceni, a membri di rivolte armate separatiste; e la CIA ha pubblicato dettagli sulla fortuna personale del Presidente Putin che sarebbe frutto di presunta corruzione, col chiaro intento di screditare lui ed il suo regime e rafforzare I suoi oppositori.
In questo processo le élite politiche USA ed europee hanno dimenticato, od hanno scelto di ignorare, un gran numero di cose. Per prima cosa che non è mai saggio adottare approcci apertamente ostili contro altri governi se non è strettamente necessario dal punto di vista dell’interesse proprio o di quello del mondo, o si è convinti che questi non siano in grado di reagire nello stesso modo. In secondo luogo, non è stato capito che il coinvolgimento degli Stati Uniti nella politica interna avrebbe funzionato solo là dove ci fosse stato consenso, almeno a livello di élite, sul fatto che gli interessi nazionali del paese contemplassero lo stare al fianco degli USA (come era vero per gli europei dell’Est nel loro desiderio di allontanarsi dalla Russia).
Dovunque vi sia un’opinione comune nazionale – inclusi gli oppositori del regime – che vede gli interessi nazionali differenti da quelli USA , i tentativi USA di influenzare la politica interna sono suscettibili di essere visti come tentativi di servire non la democrazia ma gli interessi ed il potere degli USA. Tutto ciò serve invece ai regimi interessati, che possono descrivere i loro oppositori interni come traditori, agenti degli USA (una linea tenuta oggi dagli oppositori di Trump negli USA). Occorre proprio dire senza esagerazione che l’unico risultato ottenuto dal coinvolgimento degli USA nelle politiche interne di Russia, Cina ed Iran è stato di rafforzare i regimi di quei paesi.
Infine – persino dopo la catastrofe di Iraq e Libia – non c’è consapevolezza, presso gli attori politici USA del fatto che è probabile che i tentativi USA di cambiare i regimi di altri paesi vengano visti, non solo dalle élite di quei paesi ma anche dalle loro popolazioni, come diretti – e con l’intenzione di portare – alla distruzione dello stato stesso portando al disastro per la sua società e per la sua popolazione. Il collasso del regime comunista nell’URSS (sebbene dovuto solo in parte alle pressioni dell’Occidente) portò con sé lo stato sovietico. Lo stato russo è andato vicino a seguire la stessa sorte negli anni seguenti, la Russia era ridotta all’impotenza sulla scena mondiale e gran parte dei russi ed altre popolazioni ebbero a soffrire del disastro economico e mondiale. Ricordando le loro passate esperienze con il collasso dello stato, signori della guerra, vandalismo, carestia ed invasioni straniere, il popolo cinese ha osservato questo terribile spettacolo e si è stretto ancor più vicino allo stato cinese – stato che può non piacere da molti punti di vista, ma in cui i cinesi hanno più fiducia di qualunque cosa possa offrire loro l’America – soprattutto visto il chiaro declino della democrazia in oriente.
In altre parole la negazione da parte degli USA della legittimità di altri stati, cosa che porta con sé la minaccia di interferenza interna e sovversione, viene vista da questi stati e da buona parte delle loro popolazioni come una perlomeno implicita minaccia esistenziale e tali minacce esistenziali per definizione rendono le relazioni cooperative e pacifiche molto più difficili se non impossibili. Questo è un punto reso in modo molto convincente da Hugh White nel suo libro “The China Choice”, in cui argomenta come il riconoscimento della completa legittimità dello stato cinese sia un punto essenziale per stabilire una relazione USA-Cina che ponga fine alla minaccia crescente di una guerra catastrofica.
Inoltre minacce esistenziali ovviamente portano potenzialmente a ritorsioni. Questo aspetto è stato quasi totalmente ignorato dalle élite politiche occidentali il cui costante approccio (sia di sovversione interna, che intervento militare unilaterale, cambio di regime o sanzioni internazionali) è stato basato sull’opinione che il condimento per l’oca non sarebbe mai diventato in nessuna occasione condimento per il papero. [What’s sauce for the goose is sauce for the gander (quel che va bene per uno va bene pure per l’altro)] Con l’apparente coinvolgimento della Russia nel processo elettorale USA dell’anno scorso possiamo dire, parafrasando il profeta Isaia “ait enim anser” [latino]: L’oca ha parlato.
Anatol Lieven insegna alla Georgetown University in Qatar ed è membro della New America Foundation in Washington DC. E’ autore di numerosi libri sulla Russia, gli USA e l’Asia del Sud, in particolare ha scritto (insieme a John Hulsman) Realismo etico: Una visione del ruolo dell’America nel mondo.
Fonte: www.strategic-culture. org
Link: http://www.strategic-culture.org/news/2017/01/15/is-america-becoming-third-world- country.html
15.01.2017
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CLAUDIO SCOTTI