Di Sonia Milone per ComeDonChisciotte.org
Inizia ufficialmente l’era transumana. La FDA ha autorizzato la prima sperimentazione sull’uomo degli impianti cerebrali di Neuralink, la società di Elon Musk, che consentono di interfacciare cervello e computer.
Come Overton insegna, la prima fase della normalizzazione di un tabù inizia con la legalizzazione di alcune eccezioni che incontrano il favore dell’opinione pubblica. In questo caso, la ricerca di una cura per le persone paralizzate. Naturalmente, le ambizioni sono ben altre e lo stesso Musk non le ha mai nascoste. (…“guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci”).
L’apertura alla sperimentazione umana non serve a rendere la nostra vita più sana. Serve a renderci obsoleti. La guarigione delle malattie, il sogno della grande salute, l’utopia di liberare l’uomo dalla caducità fisica, è il grimaldello con cui, nei laboratori di mezzo mondo, si sta compiendo la riprogettazione totale dell’essere umano in chiave ultra-umana.
Elon Musk è un designer di visionarismi che, fra auto elettriche e voli spaziali, alimenta il mito della scienza come potenza suprema, capace di risolvere tutti i problemi del mondo. La sua ricerca sulla disabilità si inscrive, chiaramente, entro l’orizzonte transumanista dove occorre aprire miraggi e narrazioni miracolistiche. Lazzaro alzati e cammina, con il microchip nel cervello…
Per andare, un passo alla volta, sempre più in là, oltre ogni limite, aldilà del bene e del male. La salute come bene assoluto, la scienza come religione, la biotecnologia come salvezza nella rifondazione della società moderna da parte delle multinazionali. Ogni rito di fondazione richiede sacrifici, i disabili sono le cavie su cui impiantare le fondamenta del nuovo totalitarismo digitale.
L’assedio dei corpi circondati e circuiti dal digitale sfocia ora nella loro invasione. Non più apparati esterni, protesi (come i cellulari), ma interni al nostro organismo, trapiantati e tagliati nella carne viva del nostro corpo.
A lungo imbozzolati nella rete digitale, ora i corpi sono pronti per la grande metamorfosi: dall’organico al cibernetico. La specie umana rinasce nell’artificiale. Trascende sé stessa e spicca il grande volo: dall’umano al transumano.
La natura è terrificante, con le sue inondazioni, i suoi temporali, i suoi tuoni, e va addomesticata con la tecnica; la natura umana è terrificante, con le sue patologie, le sue passioni, le sue affezioni, e va addomesticata con la medicina. La vita è terrificante e imprevedibile – come quel figlio morto a soli due mesi che ha portato Musk a scegliere di fare gli altri solo con la scienza – e va riprogrammata.
“Madre Natura, ti siamo riconoscenti per ciò che ci hai fatto diventare. Indubbiamente hai fatto il meglio che potevi. Tuttavia, con tutto il dovuto rispetto, dobbiamo dire che sotto diversi aspetti avresti potuto fare di meglio con il nostro organismo. Ci hai creati vulnerabili alle malattie e alle ferite. Ci obblighi ad invecchiare e a morire, proprio quando cominciamo a divenire saggi […] Quello che hai creato, in noi, è magnifico, eppure profondamente imperfetto […] Abbiamo deciso che è ora di emendare la costituzione umana. Non lo facciamo con superficialità, leggerezza o senza rispetto, ma con prudenza, intelligenza e con obiettivo l’eccellenza”, scrive Max Moore, uno dei massimi teorici del movimento transumanista e fondatore dell’Extropy Institute. (1)
Nel 2017, Musk lancia Neuralink allo scopo di sviluppare interfacce neurali in grado di stabilire un collegamento tra il cervello e un dispositivo esterno, come un computer. Con un microchip impiantato nel cranio, la mente può comandare a una macchina di fare qualcosa. E viceversa: la macchina può attivare azioni umane tramite impulsi elettrici neuronali. Nel 2019 Neuralink annuncia di aver realizzato un dispositivo che decifra le informazioni del cervello di un topo tramite 1500 elettrodi. Nel 2020 passa alle sperimentazioni sui maiali usando un microprocessore capace di captare i segnali elettrici del cervello e trasmetterli a un computer. Il sistema registra, ad esempio, le sensazioni olfattive del porcello trasformandole in segnali audio-visivi. Nel 2021 tocca alle scimmie: un microchip wireless impiantato in un macaco pare che gli permetta di giocare a un videogame senza usare le mani, cioè solo pensando di muovere i comandi. Musk scrive che la scimmia “sembra davvero felice”. A gennaio 2022 Neuralink dichiara trionfalmente di essere pronta ad iniziare test sugli umani.
Musk sogna. La connessione mente-computer apre una nuova era. L’informazione contenuta nel cervello umano può essere digitalizzata, la rete neurale mappata. Con un microchip cerebrale i pensieri di un uomo possono essere trasferiti su un supporto esterno, la sua memoria salvata e archiviata nel cloud e poi scaricata in un ambiente virtuale o in un corpo bionico. La coscienza potrebbe sopravvivere alla morte del fisico raggiungendo l’immortalità virtuale…È il sogno di sempre, battere la morte, creare il Paradiso in terra.
L’Homo sapiens è sdraiato sul lettino della sala operatoria, non è il prodotto finale dell’evoluzione, ma solo l’inizio. E Musk è lì, in un punto della scienza dove nessuno è ancora arrivato, al confine dei segreti della mente, nel “pioneer building” – come è stata ribattezzata la sede di Neuralink a San Francisco – per correggere gli errori della natura, cambiare il futuro, traghettare la civiltà verso il prossimo orizzonte. Dalla scimmia all’uomo fino al post-uomo.
Purtroppo, a meno di un mese dal trionfale annuncio sul radioso avvenire della trans-umanità, sorge un problema: muoiono quasi tutte le scimmie.
E non erano nemmeno così felici. La Physicians Committee for Responsible Medicine denuncia Musk per violazione dell’Animal Welfare Act accusando Neuralink della morte di 16 scimmie su 23 usate negli esperimenti. L’impianto del microchip avrebbe causato vomito, insufficienza respiratoria, emorragia celebrale. Il ritrovamento di scimmie con le dita degli arti mozzate non è chiaro se sia il risultato traumi inferti o di automutilazioni per il dolore.
Viene fuori che sia stata messa fretta ai ricercatori, che la sperimentazione non sia stata accurata, che Musk pretendeva risultati immediati:“saremo tutti morti prima di vedere succedere qualcosa qui dentro!”
Se queste sono le premesse, come ha fatto la società ad ottenere l’autorizzazione per la sperimentazione umana? Musk ha pubblicato la lettera di un paraplegico che si dice pronto a farsi impiantare il chip ma siamo sicuri che, in un periodo di facili esperimenti quale è quello attuale, la FDA non stia mandando al macello i più fragili? È normale che l’intrusione nell’intimità neuronale di una persona sia affidata ad una società privata nata a scopo di lucro? La ricerca è uno strumento al servizio dell’uomo o l’uomo è uno strumento al suo servizio? I medici e i giuristi aprono le porte al laboratorio di San Francisco così come aprirono le porte all’Aktion T4 di Berlino nel 1939?
Nell’allucinata utopia tecnologica di oggi, l’unica cosa che emerge è la definitiva animalizzazione dell’uomo, ridotto a scimmia di laboratorio da ammaestrare da remoto direttamente dentro il cranio.
Per il Transumanesimo non è solo il fisico affetto da paralisi a dover essere riprogettato ma il corpo in generale ad essere diventato un imbarazzante ingombro arcaico che ostacola il cammino verso il futuro. Su quel corpo così fragile, così “umano, troppo umano”, che rivela in ogni istante la nostra limitatezza, la tecnocrazia ha il dovere di intervenire ricercando un organismo perfetto, assoluto, onnipotente, perennemente giovane, immune a tutte le malattie.
Con l’inizio della sperimentazione del microchip, si palesa sempre più minaccioso il lato oscuro di una scienza che mira a progettare la digitalizzazione del pensiero, la macerazione della carne, l’olocausto della vita.
Siamo a una frontiera antropologica, a un punto di non ritorno, in grado di cambiare per sempre l’essere umano così come lo conosciamo.
Da anni Musk propugna l’ibridazione fra organico e inorganico per rendere la razza umana rilevante e competitiva in un futuro popolato dall’ IA: “io penso che la soluzione migliore sia avere all’interno del cervello un livello di intelligenza artificiale che operi simbioticamente con te, proprio come fa il tuo cervello biologico“.
Nella “guerra dei mondi” che hanno pensato per noi, bisogna diventare transumani per difesa…È la tesi sostenuta anche dal profeta del Climate Change, James Lovelock: “se non accetteremo d’integrarci con un’altra forma d’intelligenza di natura elettronica, dovremo rassegnarci a rapportarci ad essa come noi facciamo ora con le piante, con la differenza che, in quel caso, le piante saremmo noi”.
Il grande oracolo della Silicon Valley è, però, Raymond Kurzweil, venerato come vero e proprio profeta dell’avvento del Transumanesino. È l’uomo per cui Larry Page e Sergey Brin sono entrati in guerra con Bill Gates per assumerlo nel team di Google. La sua fama di genio è legata ad invenzioni d’avanguardia nell’informatica, al teorema dei “ritorni acceleranti”, alla teoria della “singolarità”. (2)
Secondo Kurzweil, siamo prossimi ad un nuovo stadio evolutivo caratterizzato dall’integrazione biologica di apparati derivanti da nanotecnologie e robotica.
La “singolarità”, prevista nel 2045, rappresenterà il culmine della fusione tra le sfere fisiche, digitali e biologiche. Dopo la “singolarità”, non ci sarà più distinzione tra umano e macchina, tra realtà fisica e virtuale. L’uomo scompare, annichilito all’interno della tecnologia.
Nella valle senza stelle, in costante comunicazione con la “montagna incantata” di Davos, gli innovatori del nostro tempo “stanno rivoluzionando la condizione umana in un modo fondamentale: i loro risultati e obiettivi vanno ben al di là delle ideologie più radicali del Vecchio Ordine”, ha scritto uno dei primi teorici del Transumanesimo, Fereidoun M. Esfandiary che, fra l’altro, cambiò il suo nome in FM 2030, in omaggio ad una data evidentemente decisiva.
Klaus Schwab ha commentato la teoria della “singolarità” chiedendosi “quanto il genere umano sia effettivamente pronto ad affrontare un tale cambiamento”. La domanda è, ovviamente, retorica.
Il Transumanesimo, infatti, è l’obiettivo finale dell’élite tecnocratica. Schwab auspica apertamente un mondo popolato da individui microchippati, perennemente collegati ad una rete globale.
Con il microchip il nostro corpo diventa un ambiente navigabile non soltanto per monitorare il nostro comportamento, ma anche per influenzarlo, aprendo i corpi ad una disponibilità totale, ad una incondizionata schiavitù.
Con processi di assoggettamento innervati direttamente nella carne viva, la tecnica sequestra i corpi e li ripristina a suo piacimento. E l’anima non diventa altro che usufruttuaria di un mucchio di ossa.
La frontiera verso la quale si stanno spingendo le odierne tecnologie si fa sempre più invasiva allo scopo di digitalizzare la carne che siamo per iscriverla nel sistema biopolitico della sorveglianza perenne, assoluta, irreversibile.
Al WEF è stato annunciato il Great Reset: la pandemia ha rappresentato l’opportunità perfetta per “resettare” il vecchio mondo e ricominciare da zero andando verso un futuro veramente transumano.
La sperimentazione di Elon Musk non fa che accelerare l’appropriazione predatoria, violenta e sempre più rapace dei nostri corpi, senza che nessuno ponga un freno all’espugnazione delle nostre vite, all’esproprio di noi da noi stessi.
Siamo dinanzi ad una svolta epocale: il principio dell’Habeas Corpus che informava tutto il diritto occidentale, è crollato. Nessun rispetto è più dovuto al prigioniero, nessuna dignità è assegnata all’umano.
Leon Kass – ex presidente del Consiglio di bioetica americano – denunciando la patetica situazione in cui si trova oggi la bioetica, ha rilevato che il pericolo maggiore che si deve temere dal futuro non è tanto la tirannia, quanto piuttosto la volontaria e incredibile disumanizzazione dell’uomo. (3)
Il filosofo Francis Fukuyama ha definito il Transumanesimo come “una delle idee più pericolose del mondo”. Il movimento – culturale, filosofico, scientifico – nasce con l’obiettivo di indirizzare lo sviluppo verso il miglioramento della specie “oltre l’attuale forma umana e oltre le umane limitazioni” per mezzo della tecnica.
“La natura umana deve essere considerata come un lavoro in corso, come un inizio incompleto che dobbiamo imparare a modellare nella maniera più conveniente”, ha scritto il filosofo Nick Bostrom, fondatore con David Pearce dell’Associazione mondiale transumanisti. (4)
L’evoluzione naturale si è dimostrata, infatti, lenta, incontrollabile e imprevedibile, la nuova evoluzione sarà rapida, mirata e prodotta interamente dall’ingegno umano, eliminando tutti quegli aspetti fallimentari coma la malattia, la disabilità, l’invecchiamento e ogni altro residuo di casualità.
“Noi –afferma More – siamo l’apice dello sviluppo della natura. È giunto il momento di prendere in carico consapevolmente noi stessi e accelerare i nostri progressi”.
La qualifica “trans” indica la transizione verso uno stadio più perfetto in cui diventeremo “più che umani”, post-umani. Per la precisione, il movimento distingue fra “transumano”, che è la fase iniziale in cui gli esseri sono potenziati ma la base rimane ancora il corpo, e “postumano”, in cui la razza umana verrà radicalmente alterata fino a perdere qualsiasi riferimento antropologico.
In questa fase la vita non sarà più esclusivamente organica, la procreazione sarà solo artificiale e gli esseri umani così come li concepiamo ora cesseranno di esistere.
Nick Bostrom ha esplicitato i principi fondanti la teoria nel “Postulato tecnologico”: in primo luogo, l’eugenetica embrionale e prenatale, ovvero la selezione di esseri “senza difetti e patologie” e l’eliminazione dei malati per via tecnica; in secondo luogo, la nanotecnologia molecolare con l’introduzione di microchips in diverse parti del corpo per potenziare le capacità, in particolare quelle cerebrali; in terzo luogo, l’uso massivo di psicofarmaci per avere il pieno controllo delle proprie emozioni; poi, terapie geniche e criogenizzazione per bloccare l’invecchiamento cellulare. (5)
I Transumanisti vedono nel gender la preparazione al post-umanesimo poiché è
un corpo autoplasmato e ricreato in concordanza coi propri desideri.
Il movimento rivendica l’emancipazione dai “pregiudizi morali”, l’unico imperativo è governare lo sviluppo con la propria morale ultra-razionale.
Gli antichi greci chiamavano tutto ciò “hỳbris”, ossia il travalicamento dei limiti dell’ordine costituito dalla natura, dall’etica, dal divino. Icaro, Tantalo, Sisifo, Edipo sono tutte figure della “hỳbris” punite dagli dei con un castigo che ricadeva anche sulla loro discendenza e non ammetteva nessuna eccezione, neanche quando era fatta a fin di bene come insegna il mito di Prometeo che ruba il fuoco ad Efesto per donarlo agli uomini.
Il limite è sempre una zona di pericolo, di instabilità, che i miti presidiano con attenzione perché è ciò che divide l’ordine (kosmos) dal disordine (kaos). Giano è bifronte.
Il Pontifex nell’antica Roma era l’autorità che ufficiava i riti preposti alla costruzione dei ponti poiché un ponte unisce due rive che la natura ha separato con un fiume: atto tecnico per eccellenza, azione contro natura, sfida agli dei, oltraggio così carico di “hybris” da richiedere immediata sublimazione in un ordine religioso.
L’uomo faustiano di oggi, invece, non risponde più a nessuna autorità esterna che non sia la propria volontà di potenza di rifondare sulla natura una seconda natura artificiale.
La tecnica è tratto specifico umano, l’uomo ha sempre modificato la natura, un tema che gli antichi hanno concettualizzato e problematizzato senza mai dimenticarne il rapporto fondativo. È una dialettica delle differenze che noi abbiamo dimenticato. Se c’è una differenza è perché esiste un limite che distingue due ambiti. La nostra modernità, invece, vive nell’uniformità del pensiero razionalista (ben altra cosa è la ragione) che ha fatto del progresso tecno-scientifico la potenza suprema, autoreferenziale, in grado di offuscare ogni altro orizzonte di senso, riallineando tutti gli altri saperi-poteri contemporanei. Come aveva capito Martin Heidegger, la “tecno-logia” è diventata la nostra vera “onto-logia”, l’unico modo con cui l’uomo interpreta il mondo in cui vive.
Quello che è sommamente pericoloso oggi è l’enorme vuoto apertosi fra i miracoli delle antiche civiltà e la nostra civiltà senza più miracoli. Quel che è davvero inquietante del Transumanesimo non sono tanto le dichiarazioni dei suoi membri o il sostegno del circolo dei potentati politico-economici ma il modo in cui esso sta già modellando la nostra cultura, le nostre convenzioni sociali, i nostri valori morali, le nostre istituzioni e tutto ciò che ha finora sorretto la vita delle nostre comunità.
E ciò accade perché il Transumanesimo altro non è che la deriva finale della nostra epistemologia. A furia di catalogare, astrarre, analizzare, separare, tagliare, vivisezionare, la grande operazione è riuscita: l’”umano” è stato chirurgicamente estratto dal corpo dell’uomo. La persona è diventata una macchina fra le altre all’interno di una logica rigorosamente funzionalista. Una macchina o funziona o non funziona e, se non funziona bene, va sottoposta a revisione per essere aggiornata, ottimizzata, potenziata. Fino a che non viene sostituita perché obsoleta.
“La civiltà occidentale moderna appare nella storia come una vera e propria anomalia fra tutte quelle che sono più o meno conosciute, è questa civiltà la sola ad essersi sviluppata in un senso puramente materiale e tale sviluppo mostruoso è stato accompagnato, come fatalmente doveva, da una regressione intellettuale corrispondente”. (6)
A dispetto di tutte le sue conoscenze delle stelle lontane e dei mondi molecolari, nonostante tutti i suoi computer e le sue creazioni artificiali, all’apice della civiltà che ha costruito, l’uomo precipita nella barbarie e distrugge sé stesso.
Nel silenzio generale, senza degna sepoltura.
In una società in cui sono già tutti mezzi transumani, alla fine, il microchip non è che un dettaglio in un ingranaggio già perfettamente montato.
Di Sonia Milone per ComeDonChisciotte.org
06.06.2023
NOTE
(1) Max Moore, Lettera a Madre Natura, 2019
(2) Raymond Kurzweil, “La singolarità è vicina”, 2005 (pubblicato in Italia nel 2014).
(3) Leon Kass “Life, Liberty and the Defense of Dignity: The Challenge for Bioethics”, 2002
(4) Nick Bostrom, Julian Savulescu, “Human Enhancement”, 2009
(5) Humanity+
(6) René Guénon, “Oriente e Occidente”, 1924