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La Redazione

 

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LA VERITA' SUL PIANO TERRORISTICO…

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A cura di God
Il 4 Settembre 2006
75 Views

blank… E IL NUOVO “PSEUDO-TERRORE”

DI NAFEEZ MOSADDEQ AHMED
The Cutting Edge

Sono veramente dispiaciuto nel constatare l’assenza di qualsiasi seria discussione critica, basata su una rigorosa analisi dei fatti, sulla presunta cospirazione terroristica sventata la mattina di mercoledì 10 agosto 2006. Eccetto qualche notevole approfondimento, come le critiche speculazioni di Craig Murray pubblicate dal Guardian venerdì 18 agosto, i media principali hanno abbondantemente, e servilmente, ripetuto in maniera meccanica le asserzioni del governo inglese e di quello statunitense. Questo fatto è una vergogna, perché un’indagine sui fatti solleva numerosi problemi sulla versione ufficiale. Nessun piano a breve termine

Sulla base del “piano terroristico”, il primo ministro Tony Blair sta pianificando di “far passare i 90 giorni di detenzione senza capi d’accusa per i sospetti terroristi”. Il ministro dell’interno, il dottor John Read, ha commissionato la bozza di una nuova legislazione anti-terrorismo che sospenderebbe i punti chiave dello “Human Rights Act 1998”, per facilitare la detenzione a tempo indeterminato dei sospetti terroristi nel Regno Unito, senza capi d’accusa o prove. La legge è disegnata per essere applicata anche ai cittadini brittanici. Soltanto negli ultimi giorni è stata ritirata perché “dura”.

La triste verità è che la descrizione del “piano terroristico” è stata totalmente, irrimediabilmente, politicizzata. Non c’era nessuna prova di un piano imminente. Un funzionario britannico di alto grado, coinvolto nell’indagine, ha detto ad NBC News del 14 agosto:

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“In contrasto con i precedenti rapporti … un attacco non era imminente, [e] i sospetti non avevano ancora comprato il biglietto aereo. Infatti, alcuni non avevano nemmeno i passaporti”.

Se i funzionari di sicurezza britannici sapevano che un attacco non era imminente, la decisione di alzare il livello d’allerta al livello critico, indicante una minaccia imminente, non era giustificata dalle informazioni dello spionaggio – questa è, in altre parole, un’iniziativa politica.

Altri funzionari inglesi hanno detto alla NBC News che molti dei sospetti erano sotto sorveglianza da più di un anno, da prima degli attacchi terroristici del 7 luglio 2005. “La polizia britannica aveva stabilito di continuare la sorveglianza per almeno un’altra settimana al fine di provare ad ottenere un maggior quantitativo di prove” – come se queste fossero chiaramente assenti. Ma: “I funzionari statunitensi hanno fatto pressione affimché arrestassero i sospetti al più presto”. Un funzionario Usa ha inoltre confermato il disaccordo sui tempi.

Gli Inglese si opposero all’arresto e alla tortura di un informatore chiave

Il resoconto della NBC News rivela anche, citando fonti dei servizi di sicurezza britannici, che la polizia inglese non voleva ancora arrestare Rashid Rauf, il supposto cervello, faccendiere di al-Qaeda e informatore chiave sui dettagli del piano: “I servizi di sicurezza britannici erano preoccupati che Rauf fosse stato preso in custodia nelle circostanze “in cui era in attesa di processo”, secondo le parole del funzionario, così che potesse essere giudicato nelle corti britanniche”. Alla fine, dice questo ufficiale, Rauf fu arrestato nonostante le obiezioni degli inglesi”.

Comunque, l’arresto di Rashid Rauf è il nodo della questione, in quanto si dice abbia scatenato l’ondata degli arresti, poiché i particolari dettagliati del piano sono stati ricavati dal suo interrogatorio in Pakistan. Tra i dettagli attribuiti a Rauf c’è l’idea che i cospiratori intendessero mescolare delle “bevande sportive” con gel composto da una pasta a base di perossido, per generare un esplosivo chimico che “avrebbe potuto essere innescato con un lettore Mp3 o un telefono cellulare”.

Il problema consiste nel fatto che molti quotidiani pakistani riportano il 13 agosto che «Rauf era “crollato” nel corso dell’interrogatorio». I resoconti sono stati interpretati da un gruppo pakistano difensore dei diritti umani “come la conferma che è stato torturato”. Secondo il Guardian, Asma Jehangir, della commissione sui diritti umani del Pakistan, ha detto che è ovvio il modo in cui l’informazione è stata ottenuta. “Io non deduco, lo so – tortura” ha detto. “Semplicemente non ci sono dubbi a riguardo, dubbi di nessun genere”.

Che la maggior parte dei particolari sul piano provengano da Rauf, il quale è stato torturato ed è “crollato” durante un interrogatorio in Pakistan, solleva serie perplessità sulla credibilità della versione dal governo inglese e da quello statunitense.

Torture precedenti: il “piano della ricina”

La rivelazione ha le caratteristiche di uno schema ricorrente. È ormai abbastanza noto che da interrogatori di sospetti terroristi sotto tortura si sviluppò la falsa storia del “piano della ricina”. In maniera molto simile a quelli pakistani di ora, nel gennaio 2003 i servizi segreti algerini allertarono quelli britannici riguardo un presunta piano dopo aver interrogato e torturato un ex cittadino inglese, Mohammed Meguerba. Ora sappiamo che la storia era falsa. Gli ufficiali della polizia hanno ripetutamente rivendicato di aver trovato quattro tubetti di plastica contenenti ricina – ma quelle affermazioni erano false. Quattro imputati sono stati prosciolti dall’accusa di terrorismo e di altri quattro si è interrotto il processo. Soltanto Kamal Bourgass è stato condannato, ma non in connessione con la “cospirazione della ricina”, bensì per l’assassinio dello “Special Branch Detective Constable” Stephen Oake, durante un’incursione. Infatti, la “rendita” dei sospettati di terrorismo orchestrata dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti, e da altri stati occidentali tenta di istituzionalizzare e di legittimare la tortura come strumento per la produzione di fondamentali informazioni compromettenti impiegate dagli stati occidentali per manipolare la propria opinione pubblica.

Non è forse del tutto sorprendente sapere che, secondo il titolo del Daily Mail, i Pakistani non hanno trovato “nessuna prova contro il cervello del terrore”, a dispetto delle due settimane di interrogatorio sotto tortura e dell’ispezione legale dell’abitazione e del computer di Rauf. Il piano “non poteva essere serio, o così avanzato, come le autorità avevano proclamato inizialmente” osserva il Mail, piuttosto imbarazzato, e con ritardo.

«Gli analisti sospettano che le autorità pakistane abbiano esagerato il ruolo di Rauf per apparire “dure contro il terrorismo” e impressionare così l’Inghilterra e gli Stati Uniti». Mi chiedo se la scarsità di prove abbia qualcosa a che fare con ciò, perché, come riporta domenica l’Indipendent:

«Tanto l’Inghilterra quanto il Pakistan affermano che la questione della possibile estradizione di Rauf [nel regno Unito] è fuori questione. Infatti, un portavoce del ministro dell’interno pakistano ha fornito un’informazione abbastanza utile, dicendo al Mail che l’estradizione “non è presa in considerazione”».

L’estradizione in Inghilterra del presunto cervello di una cospirazione per uccidere migliaia di cittadini statunitensi e inglesi attraverso l’esplosione simultanea di molteplici aerei di linea è stata, in altre parole, scartata definitivamente.

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Ancora nessuna prova …

Tutta la situazione ci suggerisce ora che gli Statunitensi volevano gli arresti immediatamente, senza solide prove. Così sembra: non c’era un’imminente necessità di un tale comportamento, non c’erano prove evidenti di un piano imminente, tranne le confessioni di un informatore sotto tortura. Ci sono solo altre due possibilità. O non c’era nessuna prova del piano, oppure quegli arresti prematuri potrebbero aver seriamente compromesso una lunga operazione di sorveglianza contro sospetti che potrebbero essere coinvolti in una rete più estesa, a sua volta implicata in attività terroristiche correlate; un’operazione auto-affondata – significa che potremmo non sapere mai con sicurezza che operazioni stessero effettivamente pianificando.

Nel frattempo, nel Regno Unito, i rapporti sulle prove materiali sono stati in gran parte ridimensionati. Soltanto undici dei ventiquattro sospetti arrestati per il presunto complotto sulle bombe negli aerei sembra siano stati incriminati sulla base dell'”equipaggiamento per fabbricare bombe e video di martirio” rinvenuti dalla polizia. Degli altri tredici, due sono stati rilasciati senza capi d’imputazione. Ma “l’equipaggiamento per fabbricare bombe” scoperto, comprendente “elementi chimici ed elettrici”, è nel migliore delle ipotesi una prova ambigua, specialmente per la descrizione dello schema di costruzione della presunta bomba fornita dalla polizia, consistente nel mescolare la bevanda sportiva con un gel da casa a base di perossido d’idrogeno (elemento chimico) e innescare la mistura con un lettore Mp3 o un telefono cellulare (componenti elettrici). Se il possesso di tali elementi vi trasforma in sospetti terroristi con la possibilità di preparare una bomba, allora siamo tutti sospetti terroristi. Come osserva Craig Murray:

Lasciatemi confessare. Ho appena controllato, e nel nostro appartamento ci sono un pulitore di smalto per unghie, delle bevande sportive, e una varietà di prodotti per la pulizia della casa. Anche lettori Mp3 e telefoni cellulari. Così le autorità hanno potuto annunciare – come hanno bisbigliato ai media in questo caso – che i potenziali ingredienti per una bomba liquida, e i potenziali dispositivi di innescamento, sono stati scoperti. È sufficiente per abbassare la sbarra, non è vero?”

.

Si, certamente, si potrebbe potenzialmente abbassare la sbarra a milioni di onesti e normalissimi cittadini inglesi. La storia della polizia è pure semplicemente assurda dal punto di vista scientifico, come Murray nota più avanti: “L’idea che un esplosivo potente possa essere assemblato velocemente in una toilet d’aereo mescolando a temperatura ambiente un po’ di smacchiatore per unghie, di candeggina e di Red Bull e dando al tutto una veloce rimescolata, è senza senso. Citando periti chimici statunitensi, il giornalista Thomas Greene analogamente conclude che:

“… l’immaginario liquido esplosivo binario – che altro non è che l’improvvisa mistura di perossido d’idrogeno e di acetone con acido solforico per creare un’esplosione pianificata e assassina, è fuori questione… Ma il mito hollywoodiano del liquido binario esplosivo ora muove i governi e guida la politica pubblica. Stiamo reagendo alla trama di un film”.

CIA, MI6 e ISI

Un resoconto del responsabile dell’ufficio pakistano di Asia Times, Syed Shahzad, citando fonti dello spionaggio pakistano, conferma che i Pakistani nati in Inghilterra arrestati a Lahore e a Karachi, erano membri attivi di Al-Muhajiroun, un gruppo estremista islamico interdetto dal Regno Unito attualmente diretto da Omar Bakri Mohammed dal Libano. Inoltre, il gruppo è stato penetrato dai servizi segreti pakistani. “Non posso affermare con certezza” ha detto una fonte pakistana “che i ragazzi arrestati [recentemente] in Pakistan erano stati identificati da lungo tempo dai vertici pakistani”. Vennero in Pakistan e “interagirono con qualche ufficiale dell’esercito pakistano” con l’obiettivo di organizzare un colpo di stato contro il regime di Musharraf. Infatti:

“L’intelligence pakistana – provenendo da un solido retroterra militare – è penetrata profondamente dentro loro … La vicinanza dell’intelligence pakistana con alcuni ragazzi con un passato in Muhajiroun era un fatto conosciuto, ma a che livello ciò li coinvolgesse nel “piano terroristico di Londra”, ne siamo completamente all’oscuro. Tuttavia, alcuni ragazzi fortemente motivati sono stati sfruttati da agenti provocatori. Un ragazzo Musulmano sui vent’anni è indubbiamente pieno di odio contro gli Stati Uniti, e se qualcuno lo volesse guidare per effettuare un qualsiasi attacco contro gli interessi statunitense, con ogni probabilità accetterebbe. E penso che questo sia esattamente avvenuto … sono stati incastrati”.

Non ho dubbi che questi individui potrebbero essere associati con gruppi estremisti. Ma mentre potrebbero essere stati coinvolti in attività terroristiche correlate, è ora sicuro che non c’era nessuna prova di un piano terroristico imminente, e le affermazioni in merito sono state ottenute da un informatore sotto tortura. Dovremmo dunque essere prudenti nell’accettare la versione del “piano terroristico”, constatando che allo stesso tempo c’è l’evidente pericolo che l’interferenza politica continui a manipolare le indagini in corso dell’intelligence per convenienza politica.

Ma il profondo coinvolgimento dell’ISI pakistano nella penetrazione del gruppo reale, alcuni componenti del quale sono stati successivamente arrestati e torturati, solleva serie domande su quello che stava accadendo. Inoltre, l’Asia Times nota anche che l’operazione dell’intelligence pakistana contro questi gruppi era coordinata su iniziativa della CIA e del MI6.

Effettivamente, il MI6 aveva pure garantito che un agente dell’intelligence inglese sotto copertura “s’infiltrasse nel gruppo, rivelando ai vertici dell’intelligence il presunto piano” secondo numerose fonti del governo Usa.

La rivelazione che gli arrestati sono stati associati ad Al-Muhajiroun solleva pure alcuni seri problemi riguardo lo spionaggio. Omar Bakri Mohammed, il leader del gruppo, che recentemente ha operato sotto i nomi di Saved Sect e al-Ghuraaba, fu ingaggiato dal MI6 a metà degli anni Novanta per reclutare musulmani inglesi che combattessero in Kosovo. Malgrado fosse implicato negli attentati del 7 luglio 2005 a Londra, il governo inglese lo esiliò in Libano dove vive sicuro fuori dalla giurisdizione inglese, e così è immune all’indagine e al processo. Inevitabilmente ci si pone delle domande riguardo la natura della corrotta relazione di Bakri con i servizi segreti britannici oggi.

P2OG: Stimolare reazioni

Cosa stavano facendo quindi la CIA, il MI6 e l’ISI? Dato il contesto confuso, nel quale l’intera storia del “piano terroristico” del Terrore” è stata ovviamente politicizzata e in parte addirittura inventata, un’analisi equilibrata necessita di dare una spiegazione precisa delle nuove dichiarate strategie del “contro-terrorismo” dei servizi d’intelligence occidentali. Nell’agosto del 2002, un rapporto del comitato scientifico di difesa (“Defence Science Board”) del Pentagono rivelò l’ultimo linea strategica riguardo la creazione di una nuova organizzazione di “contro-intelligence”, il Proactive Preemptive Operations Group (P2OG), che avrebbe condotto, tra le altre cose, operazioni clandestine per stimolare reazioni presso gruppi terroristi, grazie a infiltrati, o di implicarli in azioni allo scopo di favorire la loro cattura. Nel gennaio del 2005, Seymour Hersh rivelò al New Yorker che la strategia del P2OG era stata attivata:

“Nell’ambito del nuovo approccio di Rumsfeld, mi è stato detto, ad agenti militari statunitensi sarebbe permesso di proporsi all’estero come corrotti uomini d’affari stranieri in cerca di elementi di contrabbando da poter usare nella preparazione di armi nucleari. In qualche caso, secondo i consiglieri del Pentagono, potrebbero essere reclutati cittadini locali a cui chiedere di unirsi ai guerriglieri o ai terroristi. Questo potrebbe portare all’organizzazione e all’effettuazione di operazioni di combattimento, o addirittura di attività terroristiche”.

Hersh si riferisce a una serie di articoli di John Arquilla, un professore di analisi della difesa alla “Naval Postgraduate School”, a Monterey in California, e consulente sul terrorismo per la Rand Corporation, dove elabora la sua strategia di “controbattere il terrorismo” con dello pseudo-terrorismo. Quando le convenzionali operazioni militari e i bombardamenti non riuscirono a sconfiggere l’insurrezione dei Mau-Mau in Kenia negli anni Cinquanta” riflette il professor Arquilla, “gli inglesi formarono squadre di membri della tribù amica, i Kikuyu, che circolavano fingendo di essere dei terroristi. Queste “pseudo-gang”, come vengono chiamate, gettarono rapidamente i Mau Mau sulla difensiva, attraverso l’amicizia e tendendo agguati alle bande armate oppure guidando i bombardieri nelle basi dei terroristi”. Arquilla prosegue suggerendo che i “servizi d’intelligence occidentali potrebbero utilizzare il caso inglese come modello per creare nuove “pseudo-gang” di gruppi terroristici, allo scopo di insidiare vere reti terroristiche. “Il modo in cui operarono mezzo secolo fa rappresenta una meravigliosa opportunità per scoprire la verità sul reclutamento delle reti terroristiche dei giorni nostri. Creare nuove “pseudo-gang” non dovrebbe essere difficile”. Poi osserva fiducioso sul caso di John Walker Lindh, il giovane scapestrato statunitense che si unì ai Talebani prima del 11 settembre: “Se un giovane confuso della contea di Marin può arruolarsi in al-Qaeda, pensiamo cosa potrebbero fare agenti professionisti”.

Hmmm….

Pensando a questo, ed esaminando la profonda penetrazione di rete affiliate ad alQaeda come al-Muhajiron da parte della CIA, del MI6 e dell’ISI, sfortunatamente non provo lo stesso senso di esaltazione di Arquilla. Il “piano terroristico” del 10 agosto è forse connesso alla strategia del P2OG seguita all’undici settembre?

Qualsiasi cosa sia avvenuta il 10 agosto, non si tratta della fantastica “storia a lieto fine” presentata dal governo inglese e da quello statunitense, Anzi, è sintomatica di qualcosa di abbastanza peggiore, le cui dinamiche non saranno comprese realmente in assenza di un’inchiesta indipendente e pubblica su larga scala che si concentri sugli attentati del 7 luglio, ma che includa le associate polizie inglesi e occidentali che pensano allo pseudo-terrorismo come ad un legittimo strumento di governo.

Nafeez Mosaddeq Ahmed
Fonte: http://nafeez.blogspot.com
Link: http://nafeez.blogspot.com/2006/08/truth-about-terror-plot-and-new-pseudo.html
21.08.2006

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ALESSANDRO LUCCHI

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