CDC STORIA: I DOCUMENTI
Con questa nuova rubrica CDC vuole sfuggire all’eterno presente imposto dalla propaganda mainstream e guardarsi indietro, senza filtri: troverete sempre documenti storici e studi indipendenti, nella loro interezza, senza elaborazioni o commenti redazionali.
Continua il nostro viaggio alla ricerca delle origini storiche, economiche, politiche e geopolitiche dell’Unione Europea (qui la prima parte).
Per non dimenticare, ma per ricordare che Oggi è figlio di Ieri, e che ciò influenzerà inevitabilmente il nostro Domani.
Buona lettura.
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OSS, CIA e Unità Europea: il Comitato Americano per l’Europa Unita, 1948-60 (2a parte) [2/3 (1a parte ; 2a parte; 3a parte)]
di RICHARD J. ALDRICH Professore di Sicurezza Internazionale all’Università di Warwick (UK). [traduzione di Domenico Cortese (Josh Mirante)]
Stabilizzare il Movimento Europeo
Paradossalmente, benché l’intensità del sostegno dell’ACUE alle attività in Europa raggiungesse il suo zenit solo dopo il 1952, esso ebbe la sua più forte influenza tre anni prima. Nel 1949 e nel 1950 salvò il Movimento europeo dal crollo finanziario durante le prime riunioni dell’Assemblea consultiva del consiglio d’Europa a Strasburgo. Nonostante il sostanzioso aiuto finanziario prestato dall’ACUE nel 1949, Braden ritornò dall’Europa nei primi anni ’50 per riferire che, ancora una volta, «il Movimento è a corto di fondi». L’ACUE aveva sostenuto le conferenze, tenute a Bruxelles nel febbraio del 1949 e a Westminster nell’aprile del 1949, che avevano gettato le basi per il Consiglio d’Europa, e stava pagando parte dei costi di segreteria e amministrazione del Movimento europeo. Ciò mise sotto stress le risorse dell’ACUE, in un periodo in cui esso si affidava in parte a donazioni private[40].
Nel 1950 L’ACUE aiutò anche a risolvere imbarazzanti problemi di direzione in Europa. A inizio estate, in seguito a colloqui con dirigenti del Movimento europeo, tra cui Spaak e il ministro degli esteri belga Paul van Zeeland, Braden e Donovan conclusero, abbastanza prematuramente, che l’Europa fosse in procinto di diventare una federazione. Credevano che se quelli che stavano prendendo il comando avessero ricevuto immediatamente un aiuto sostanziale, l’anno seguente si sarebbero fatti enormi progressi sarebbero. Nello stesso tempo percepivano un ostacolo apparentemente inamovibile, la crescente resistenza dei Britannici a un’Europa federale. Il governo laburista britannico, benché non antieuropeista, preferiva una collaborazione intergovernativa tra stati indipendenti e resisteva fieramente ad ogni diminuzione di sovranità. Il segretario agli affari esteri britannico, Ernest Bevin, aveva giocato un ruolo chiave nell’indebolire il Consiglio d’Europa a Strasburgo[41].
La resistenza britannica aumentò tra fine 1949 e inizio 1950, in quanto il presidente del Movimento europeo stesso, Duncan Sandys, lavorando a stretto contatto con Churchill, percepì che il Movimento stava andando troppo veloce rispetto a quanto essi, del Partito conservatore britannico, desiderassero. Nonostante avesse in precedenza tenuto discorsi in toni federalisti accesi, invocando gli «Stati Uniti d’Europa» fin dal novembre 1945 a Bruxelles, Sandys non aveva però pensato chiaramente alle implicazioni per la politica estera della Gran Bretagna. La direzione di Sandys era ora a disagio e menava il can per l’aia. Il disaccordo risultante ebbe effetti materiali sulle sorti del Movimento europeo, perché furono queste dispute sempre più aperte a dissuadere gli Svizzeri dal fornire ulteriori finanziamenti già dal 1948. All’inizio del 1950 il Movimento europeo, un ente da sempre piuttosto frammentato, era vicino alla disintegrazione, con l’influente Unione Europea dei Federalisti con sede in Francia ritiratasi per protesta dall’esecutivo internazionale del Movimento europeo[42].
Nel giugno 1950, l’ACUE rifiutò all’improvviso di continuare a finanziare il discorde Movimento europeo, rimandando Donovan e Braden in Europa in missione per scoprire cosa stesse succedendo[43]. Braden confermò che il Movimento europeo era lacerato tra la direzione britannica e quella continentale: l’aumento di dichiarazioni anti-federaliste del governo britannico aveva forzato la mano a Spaak e ai federalisti continentali. Spaak confidò che era stato riluttante a perseguire un rapido federalismo continentale in assenza di sostegno britannico, in considerazione dello stretto rapporto tra Londra e Washington. Se gli Usa lo avessero sostenuto, tuttavia, egli sarebbe andato avanti senza la Gran Bretagna, sapendo che «la Gran Bretagna sarà costretta prima o poi, volentieri o meno, a procedere». Braden avvertì i dirigenti dell’ACUE che, a meno che non avessero sostenuto i federalisti continentali, «la direzione sul continente andrà inevitabilmente ai laburisti britannici», con conseguenze catastrofiche per l’unificazione. Una volta che Braden promise a giugno più sostegno da parte dell’ACUE, Spaak fu disposto a rilevare la direzione del Movimento europeo[44].
In questo circostanza Sandys oppose poca resistenza. Durante la fine del 1949 e l’inizio del 1950 egli aveva lottato con crescenti difficoltà di trovare una formula di compromesso che abbracciasse sia la resistenza degli elementi britannici e scandinavi sia la posizione federalista assunta da gente come Henry Frenay, presidente dell’Unione europea dei federalisti. I fatti avevano raggiunto un’evidente impasse già il 16 dicembre 1949 in un incontro ad hoc dei vertici del Movimento europeo, quando due dichiarazioni di compromesso erano state discusse a lungo e infine rigettate. Sin da marzo 1950 il segretario generale del Movimento europeo, Joseph Retinger, aveva suggerito le dimissioni di Sandys, ma nei mesi che seguirono la crescente pressione rese inevitabile questo sviluppo. In una lettera a Sandys, Retinger spiegò in maniera franca le ragioni del suo allontanamento: «I diversi movimenti che compongono il Movimento europeo guardano con crescente sospetto le Sue attività; i nostri amici americani non sono d’accordo con le Sue tattiche». Nel luglio 1950, poco dopo la missione di Braden e Donovan, Sandys lasciò e ora l’elemento federalista di Spaak prese il controllo[45]. Nonostante non apertamente toccata nella corrispondenza concernente le dimissioni di Sandys, la questione finanziaria aveva chiaramente costituito un’ulteriore area di confronto tra i massimi membri del Movimento europeo. Il notevole studio di Rebattet suggerisce che l’intera struttura finanziaria sotto Sandys era «molto scorretta». Nel corso del 1949, forti attacchi furono portati contro Sandys circa la natura di alcune delle spese effettuate ed «un certo sperpero di finanziamenti». Nel 1950 fu lasciata in eredità a Spaak «una pessima situazione finanziaria» e si svilupparono discussioni sulla distribuzione di nuove fette di finanziamenti che stavano cominciando ad arrivare dagli Stati Uniti[46]. Ora l’ACUE giocava un ruolo rilevante. Sotto Spaak, col sostegno dell’Unione europea dei federalisti e dei fondi dall’ACUE, il segretariato internazionale del Movimento europeo fu trasferito da Londra e Parigi a Bruxelles[47].
La riorganizzazione del Movimento europeo si adattava al tentativo infruttuoso dell’ottobre 1949, da parte del Dipartimento di Stato, di mettere Spaak al timone dell’OEEC come direttore generale. Con le parole di John Gillingham, la «scelta americana per ‘Mr. Europa’ fu … Paul-Henri Spaak», ma il ‘temporeggiare’ e l’ostilità della Gran Bretagna ne impedirono la nomina[48]. Ci si aspettava che la direzione di Spaak trasformasse la natura del Movimento europeo. Un «segretariato efficiente e con un personale adeguato» fu instituito a Bruxelles, con rappresentanti nazionali esperti, compreso George Rebattet, l’ex segretario della resistenza francese, e Léon Radfoux, ex Chef de Cabinet di Spaak. L’obiettivo principale di questo nuovo segretariato era di generare un’ondata di consenso popolare al federalismo «attivando un’intensa campagna di propaganda in tutti i paesi», inclusa una settimana dell’Europa unita, punteggiata da discorsi di Bidault, Spaak e van Zeeland. Braden riferì che gli obiettivi erano un’area di libero commercio con una valuta unica e libera mobilità del lavoro, e l’accordo secondo cui i parlamenti nazionali avrebbero dovuto dibattere le raccomandazioni adottate dall’assemblea consultiva del Consiglio d’Europa a Strasburgo[49].
L’ACUE e la Politica Estera Americana
Quanto fu vicino l’ACUE alla tendenza dominante della politica americana nel periodo 1949-51? Sorgono subito due problemi: primo, mentre i registri dell’ACUE sono aperti al pubblico, i verbali dei comitati che coordinavano gli aspetti aperti e coperti della politica americana restano chiusi[50]. Secondo, nonostante concordasse sul fatto che un’Europa federale fosse suo obiettivo, l’amministrazione statunitense era divisa su quanta pressione esercitare. Alcune parti dell’amministrazione Truman erano più legate all’ACUE che altre.
L’ACUE seguì molto da vicino la politica americana nei suoi tentativi di legare l’unità europea alla causa dei gruppi di esuli dell’Europa orientale, e nella guerra politica finalizzata a creare instabilità negli stati satelliti. Nel maggio 1950, durante la conferenza tripartita dei ministri degli esteri a Londra, gli Stati Uniti convinsero Gran Bretagna e Francia ad associare come membri del Consiglio d’Europa i gruppi di esuli. Un anno più tardi la Casa Bianca promosse i piani del Dipartimento di Stato per accelerare questi sforzi. Illustrando le loro proposte in una speciale guida intitolata “Il concetto di Europa”, ammisero la loro preoccupazione sul fatto che i principali sforzi propagandistici nell’Est mancavano delle «qualità positive necessarie per risvegliare le nazioni». Diversi studi erano stati fatti nel tentativo di trovare un concetto positivo e i temi dell’«unità europea» e del «ritorno all’Europa» potevano mettere la questione nella giusta direzione. La sua natura «soltanto europea» garantiva che non potesse essere «liquidata come un’altra manovra dell’‘imperialismo americano’». Né i Sovietici avrebbero potuto appropriarsi dell’idea europea nella stessa maniera, con temi quali ‘libertà’, ‘democrazia’ e ‘pace’. Siccome il Consiglio d’Europa aveva recentemente adottato una Carta dei diritti umani, si offriva un strumento particolarmente adatto col quale evidenziare gli aspetti più sgradevoli del potere sovietico. Tutto ciò, sperava il Dipartimento di Stato, avrebbe incoraggiato le popolazioni del blocco orientale ad irrigidire la loro resistenza alla dominazione comunista – «a ritardare la sovietizzazione delle loro menti, specialmente delle menti dei loro giovani» – e la Casa Bianca era d’accordo. George M. Elsey, membro del personale di Truman, notò che questo stava «andando nella giusta direzione … un valido contributo verso l’obiettivo che stavano discutendo a mezzogiorno, ovvero, un rovesciamento dei paesi dietro la cortina di ferro»[51].
L’unità europea fu tuttavia più divisiva quando fu applicata all’Europa occidentale. Mentre l’unificazione era ufficialmente una componente centrale della politica statunitense – il Congresso l’aveva stabilita come una condizione di ulteriore aiuto del Piano Marshall –, alti funzionari del Dipartimento di Stato mostrarono, già negli incontri del personale di pianificazione politica (PPS) del luglio 1949, il desiderio di evitare di alienarsi una Gran Bretagna anti-federalista e il Commonwealth con il quale gli Stati Uniti cercavano di collaborare in altre aree del mondo. Kennan stesso era scettico circa il valore di un’immediata partecipazione della Gran Bretagna ad un’Europa federale, ed era ansioso di rassicurare i funzionari britannici, parlando invece di un lungo periodo caratterizzato da un qualche tipo di «comunità atlantica» allentata. Kennan aggiunse che le obiezioni britanniche a qualsiasi fusione di sovranità con l’Europa occidentale «erano di forza tale da dover essere accettate», e che Washington non avrebbe dovuto spingere la Gran Bretagna oltre il punto in cui essa desiderasse andare.
Considerando tuttavia il lungo termine, Kennan era fermamente in favore di un’Europa federale che assorbisse la Gran Bretagna, traendo la sua ispirazione per un’Europa futura dal modello federale americano. Era «chiaro che quell’unione finale era nella sua mente», notò un diffidente funzionario britannico. Kennan puntava sui dolorosi aggiustamenti economici che la Gran Bretagna avrebbe dovuto fare, confrontabili a quelli a cui si sottopose il New England durante l’espansione degli Stati Uniti e il probabile bisogno di trasferimenti di popolazione. A dispetto di queste speculazioni federaliste a lungo termine, Kennan ritornò dall’Europa con una più profonda consapevolezza dei complessi problemi del Commonwealth, della sterlina e della riluttanza della Gran Bretagna ad immergere la sua identità in un’Europa federale[52].
Funzionari dell’ECA e anzi lo stesso Spaak sollecitavano costantemente Washington ad applicare una maggiore pressione su Bevin per cambiarne le idee su un’Europa occidentale integrata. Il 19 gennaio 1950, Spaak si lamentò amaramente con Kennan e con il segretario di stato, Dean Acheson, di ciò che vedeva come un tentativo della Gran Bretagna di ostacolare sia l’OEEC sia il Consiglio d’Europa. Quando Kennan, Paul Nitze del PPS e Charles Bohlen dall’ambasciata di Parigi presero parte ad un incontro del PPS sull’Europa occidentale qualche giorno più tardi, Nitze riassunse il dilemma: se i legami al Commonwealth della Gran Bretagna e i suoi timori per la sovranità la inclinavano contro il federalismo, una federazione continentale sarebbe stata abbastanza forte senza Gran Bretagna? Il PPS conveniva che Bevin avesse fatto dei passi falsi nei suoi impegni verso l’OEEC e che ciò richiedesse ora azione, ma non c’era un accordo sulla fusione di sovranità e sulla Germania. Bohlen, rappresentando funzionari americani con sede a Parigi, compresa l’ECA, si lamentò che gli Usa fossero riluttanti ad esercitare una reale pressione su Londra, come facevano solitamente su Parigi, a causa delle strette relazioni di guerra: il Commonwealth – impero avrebbe dovuto essere smantellato, affermò, permettendo alla Gran Bretagna di fondersi con un’Europa federale. Kennan ribatté che il Commonwealth era prezioso; in ogni caso, non poteva immaginare Gran Bretagna e Germania lavorare insieme a breve termine. Gli Stati Uniti dovevano solo provare gentilmente a convincere la Gran Bretagna ad avvicinarsi all’Europa[53].
Così, nell’autunno del 1950, quando anche Donovan tentò di persuadere Acheson perché spingesse la Gran Bretagna a partecipare al piano Schuman, Acheson fu d’accordo soltanto sul «sollecitare appropriatamente» la Gran Bretagna a prendere la strada federalista: «I Britannici stessi devono valutare se un passo così importante come quello di una vera federazione con l’Europa occidentale sia coerente con gli impegni del Commonwealth e sia nel migliore interesse del popolo». Acheson vedeva una pressione esplicita verso il federalismo come controproducente, una visione che non soltanto rifletteva le discussioni del PPS durante il 1949 e 1950, ma prefigurava anche i problemi incontrati nel 1953, quando gli Stati Uniti fecero forti pressioni per la Comunità europea di difesa proposta[54].
L’approccio di Acheson turbò i funzionari statunitensi in Europa, che avevano il compito di perseguire gli accordi sulla cooperazione economica europea. L’ambasciatore a Parigi, David K. Bruce, il rappresentante speciale ECA, Averell Harriman, il consigliere dell’ECA, Samuel Katz e l’ambasciatore a Londra, Lewis Douglas, erano tutti d’accordo che la Gran Bretagna fosse il loro «grande problema». Harriman era il più rumoroso, e incontrandosi con Bruce e John J. McCloy, ambasciatore americano in Germania nel gennaio 1950, spiegò che ne aveva abbastanza di Bevin e del cancelliere britannico dello Scacchiere, Sir Stafford Cripps, che trovava «stizzoso e arrogante». «Harriman era estremamente agitato». Spiegò che fino a quel momento «aveva avuto una ferma fiducia nell’atteggiamento statunitense a favore della persuasione e contro la coercizione»; ma adesso «sentiva che gli Usa non dovevano più tollerare che il Regno Unito interferisse contro l’integrazione dell’Europa occidentale e la sabotasse … il Piano Marshall si stava sgretolando a causa dell’opposizione britannica». Egli aggiunse l’avvertimento che se i laburisti britannici avessero vinto le prossime elezioni del 1950, come appariva probabile, essi sarebbero stati «anche più impertinenti». «Gli Usa non sopporterebbero ciò a lungo». In un incontro del marzo 1950, alti funzionari americani in Europa chiesero uno studio sul grado e sulla tempistica della pressione da applicare per influenzare la Gran Bretagna. Tuttavia Douglas, nonostante la sua visione scettica del programma laburista di spesa sociale, avvertì del pericolo di agire durante le vicine elezioni britanniche, notando che i laburisti avrebbero potuto trarre vantaggio dall’atteggiarsi come difensori del Commonwealth contro la pressione americana[55].
Di conseguenza, l’ACUE sembra non aver sfidato la politica del Dipartimento di Stato di evitare la pressione esplicita sulla Gran Bretagna o su altri paesi a favore del federalismo. Tuttavia, Donovan e Braden condividevano l’entusiasmo dell’ECA per le idee di Spaak e per il federalismo rapido, e decisero di lavorarci più da vicino. Un buon esempio è la loro “missione di crisi” in Europa nel giugno 1950. Scoraggiato da Acheson, Donovan incontrò i vertici dell’ECA a Parigi, compresi Harriman e Katz. Qui furono importanti i legami personali, in quanto Katz aveva in precedenza lavorato come alto funzionario del ramo dell’intelligence segreta dell’OSS, sovraintendendo operazioni in Europa in tempo di guerra. Contemporaneamente David Bruce, responsabile di sede dell’OSS in tempo di guerra a Londra, era stato capo dell’ECA a Parigi prima di diventare ambasciatore[56]. Né erano questi i soli ex funzionari OSS coinvolti nel promuovere una soluzione federalista nell’Europa del dopoguerra. Essi seguivano le orme di Charles P. Kindleberger e Walt W. Rostow, due economisti dell’OSS che nel 1946 avevano persuaso James Byrnes e Jean Monnet a lanciare l’idea sfortunata di una Commissione economica per l’Europa sostenuta dalle Nazioni Unite[57]. L’ECA, felice di sapere della prossima direzione di Spaak nel Movimento europeo, offrì la sua assistenza discreta al Movimento europeo, che era stata «in precedenza accantonata a causa del timore riguardo alla direzione»[58].
La missione di Braden e Donovan del giugno 1950 aiutò anche a confermare la convinzione dell’ACUE per cui il Partito Laburista Britannico fosse la più grande barriera al rapido federalismo in Europa[59]. Questa analisi fu confermata dal notevole attacco che la delegazione britannica lanciò contro i federalisti francesi a Strasburgo nell’estate del 1950[60]. L’ACUE non era un osservatore meramente passivo dell’anti-federalismo britannico e cercò di sostenere i dissidenti federalisti all’interno del Partito Laburista Britannico, come il membro del parlamento per l’Hull North-West, R. W. Mackay, che ideò una via di compromesso al federalismo nota come «piano Mackay». Queste attività infastidirono i vertici del Partito laburista[61]. Dal gennaio 1950, molte delle attività di Mackay erano dipendenti dai fondi dell’ACUE. Comunque, nel 1951, la Gran Bretagna e gli Scandinavi misero il veto alla presentazione del piano Mackay all’assemblea plenaria[62].
Dopo un anno di attività dell’ACUE, il Foreign Office britannico sembrava essersi accorto solo della sua campagna esplicita di propaganda negli Stati Uniti, che aveva provocato qualche irritazione a Londra. Ai primi di febbraio del 1950, Joseph Retinger, segretario generale del Movimento europeo, scrisse a sir Stafford Cripps, cancelliere britannico dello Scacchiere, chiedendo se Attlee e Bevin avrebbero pubblicamente dichiarato il loro appoggio all’unificazione europea. Donovan desiderava tali dichiarazioni da tutti i capi europei, volendo pubblicarle insieme come parte degli sforzi per convincere il Congresso a continuare gli aiuti del Piano Marshall. Il Foreign Office concluse che, come aveva ottemperato la maggior parte degli uomini di stato dell’Europa occidentale, Bevin avrebbe dovuto dire qualcosa. Ma il messaggio di sostegno di Bevin fu talmente equivoco che l’ACUE chiese al Foreign Office se ci fosse stato qualche errore, solo per sentirsi rispondere che Bevin aveva personalmente insistito nell’inserire le frasi più offensive[63]. L’ACUE fu ulteriormente deluso quando Churchill ed Eden, tornando al potere nel 1951, si schierarono gradualmente contro le idee federaliste. Perciò, dal novembre 1951, sia Spaak in Europa che l’ACUE negli Stati Uniti persero sempre più la speranza nel percorso di “élite” del federalismo e ritornarono all’agitazione di massa[64].
L’ACUE negli Stati Uniti
È possibile individuare questa enfasi crescente sulla pubblicità e sulla propaganda già nel 1950, in particolare nel lavoro pubblico che l’ACUE condusse negli Stati Uniti dai suoi uffici al numero 537 di Fifth Avenue, a New York. L’ACUE provò a persuadere l’opinione dell’élite perché sostenesse il federalismo europeo. A questo fine organizzò e pagò una raffica di visite e di tour di lezioni di eminenti figure europee, tra cui Churchill, Spaak e Paul van Zeeland. Robert Schuman, Paul Reynaud, Konrad Adenauer e Guy Mollet seguirono la loro scia[65]. La visita di Spaak tra gennaio e febbraio 1951 attrasse in misura consistente l’attenzione della stampa e della radio e durante il suo tour di sei settimane egli si rivolse a un pubblico di 13 città, tra cui New York, Palm Beach, Chicago, San Francisco e Los Angeles. Raramente ci fu un momento in cui l’ACUE non avesse relatori di spessore in circolazione per gli Stati Uniti e fu sempre più all’ACUE che gruppi di studenti, college, radio e televisioni statunitensi si rivolgevano per avere relatori sulle questioni europee[66]. Furono anche compiuti dei passi per assicurare che l’AFL-CIO sostenesse attivamente l’unificazione europea, in particolare il Piano Schuman, e osservatori statunitensi erano continuamente inviati al Consiglio d’Europa[67].
Al Congresso fu riservata un’attenzione considerevole durante la cruciale prima udienza sui nuovi stanziamenti del Piano Marshall del febbraio 1950. Donovan testimoniò davanti al Comitato per gli affari esteri della Camera dei rappresentanti sul piano Marshall come presidente dell’ACUE e il Congresso fu continuamente bombardato con letteratura federalista. Ancora più importante, Donovan a New York e Spaak a Bruxelles tennero conferenze-stampa simultanee in cui resero pubblico il testo delle dichiarazioni pro-unità di 50 eminenti uomini di stato europei, attentamente raccolte da Retinger, dissipando efficacemente i dubbi persistenti sull’impegno europeo al progresso e creando una favorevolissima atmosfera per il rinnovo degli aiuti di Marshall da parte della legislatura. Nel giugno dello stesso anno l’ambasciata francese a Washington ringraziò Donovan per aver indirizzato un messaggio aperto al primo ministro Schuman a favore del Piano Schuman firmato da «118 grandi nomi americani», inclusi gli ex segretari di stato Marshall e Stimson, e reso pubblico in una conferenza stampa a New York da Allen Dulles. Fino al 1951 l’ACUE aveva prodotto 17 pubblicazioni e stava pubblicando un regolare bollettino bisettimanale per farlo circolare negli Stati Uniti. Distribuì anche materiale prodotto in Europa, incluso il bollettino internazionale del Movimento europeo, Europe Today and Tomorrow[68]. Successivamente, in risposta alle critiche di assistenza all’Europa, l’ACUE spostò la sua attenzione in America dalle élite verso un pubblico più vasto, organizzando trasmissioni radiofoniche da parte di Donovan e la pubblicazione di suoi articoli sull’Atlantic Monthly e sul San Francisco Chronicle. Nell’aprile 1952, l’ACUE acquistò un’intera pagina pubblicitaria sul New York Times intitolata «La sopravvivenza dell’Europa», patrocinando l’unione europea[69].
L’ACUE commissionò anche accademici americani perché si impegnassero in un progetto sui problemi del federalismo. Già nel 1950, Braden provava ad organizzare un importante studio sulle strade più efficaci verso l’unità, co-finanziato dall’ACUE e dalla Lega economica per la cooperazione europea, che doveva essere svolto da una squadra condotta da Richard Bisell Jr. dell’ECA. Forse il più interessante progetto dell’ACUE fu lanciato all’Università di Harvard nel 1952[70]. Questo progetto era gestito dal massimo storico europeo ed esperto di propaganda, Carl Friedrich, egli stesso profondamente impegnato nella causa federalista. Per Friedrich l’unità europea non aveva soltanto valore in sé, ma era un trampolino verso il federalismo mondiale, idea che sviluppò nei lavori pubblicati durante gli anni ’50 e ’60[71]. Nel 1952, l’ACUE commissionò a Friedrich un importante studio comparativo sui problemi costituzionali del federalismo in Australia, Canada, Germania, Svizzera e Stati Uniti. Lo studio, comprendente sette volumi di documenti allegati, fu largamente diffuso e già nel 1953, nonostante l’acredine per i costi che aumentavano vertiginosamente, il lavoro continuo su questo progetto fu accompagnato da un lavoro sull’edizione francese. Dal 1956 fu in preparazione anche un’edizione italiana[72].
Il lavoro di Friedrich è degno di nota anche perché illustra i complessi legami tra l’ACUE e il Comitato per l’Europa libera. Per tutti gli anni ’50, Friedrich lavorò anche per il Comitato per l’Europa libera come consulente per la zona sovietica della Germania. Nel 1951 sollecitò una politica progressiva ad Allen Dulles e al presidente di Radio Europa libera, C. D. Jackson, descrivendo Berlino come una base dalla quale gli Stati Uniti avrebbero potuto sostenere ed espandere una rete di resistenza che, sosteneva, stava già «efficacemente disturbando le autorità sovietiche e i loro leccapiedi dei comunisti tedeschi»[73]. Nonostante Dulles e Jackson fossero d’accordo, altri funzionari statunitensi in Germania nutrivano dubbi crescenti sul valore di questo tipo di lavoro[74].
Gli accademici americani recitarono una parte importante nell’espansione delle attività dell’ACUE. Nel 1950 fu lanciata una sezione culturale dell’ACUE, diretta da due storici americani che avevano prestato servizio presso l’OSS, il presidente del Bennington College, Frederick H. Burkhardt, e William L. Langer dell’Università di Harvard. Le donazioni che essi distribuirono aiutarono a istituire il Centro Culturale Europeo a Ginevra e diedero assistenza all’Unione Inter-Universitaria dei Federalisti[75]. L’ACUE si interessò anche al Collegio d’Europa a Bruges, progettato per fornire addestramento ai futuri funzionari europei. Una delle attrattive del collegio era la sua direzione che aveva recitato una parte attiva nella resistenza in guerra. Un suo responsabile, il Dr. H. Brugman, ebbe forte influenza sulle idee federaliste che circolavano entro i movimenti di resistenza europei, come dichiarato in riviste clandestine come l’olandese Het Parool e le francesi Combat e Résistance[76]. Nel giugno 1951, l’ACUE offrì borse di studio a studenti americani che volessero frequentare il college[77]. I leader culturali e gli accademici americani, si affermava, avrebbero potuto offrire ad un’Europa in via di federalizzazione il beneficio della «nostra esperienza» – buona e cattiva – nei campi della comunicazione di massa e dell’assimilazione interculturale»[78].
— Fine seconda parte —
di RICHARD J. ALDRICH Professore di Sicurezza Internazionale all’Università di Warwick (UK). [traduzione di Domenico Cortese (Josh Mirante)] [2/3 – Continua]
(1a parte ; 2a parte; 3a parte)
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[40] Braden a Bedell Smith, 28 dicembre 1949, WBS, DDE. Il finanziamento iniziale nel 1949 sembra sia venuto da fonti private: alla costituzione dell’ACUE il pranzo in onore di Winston Churchill raccolse $75,000. ‘Report to the Directors of the ACUE’, by William P Durkee, maggio 1952, pp.7-8, WBS, DDE.
[41] Donovan partì per partecipare a un incontro a Parigi sul Piano Schuman, Memorandum confidenziale incluso in Braden a Bedell Smith, 27 giugno 1950, WBS, DDE. Sul cambiamento d’atteggiamento del Labour verso l’Europa, vedi John W. Young, Britain, France and the Unity of Europe, 1945-51 (Leicester, 1984).
[42] ‘Report to the Directors of the ACUE’, di William P. Durkee, maggio 1952, pp.7-8, WBS, DDE; Rebattet, ‘European Movement’, pp.49, 186; Aldrich, ‘European Integration’, p.1650. Su Sandys nel 1945 vedi Young, Britain and European Unity, pp. 19-20.
[43] ‘Report to the Directors of the ACUE’, di William P. Durkee, maggio 1952, pp.9-10, WBS, DDE.
[44] Memorandum confidenziale incluso in Braden a Bedell Smith, 27 giugno 1950, WBS,
DDE.
[45] Retinger a Sandys, 31 marzo 1950, European Movement Archives, citato in Rebattet, ‘European Movement’, p.408.
[46] Rebattet, ‘European Movement’, pp.198-9. Finora l’ACUE aveva offerto poche direttive specifiche sull’uso esatto dei fondi, sottolineando nel gennaio 1950 che ‘fino ad ora tutti i fondi sono stati mandati al Movimento europeo perché li usi come gli sembra opportuno’, verbali del Meeting of the Executive Committee, ACUE, 20 Jan. 1950, WBS, DDE.
[47] ‘Report to the Directors of the ACUE’, di William P. Durkee, maggio 1952, pp.7-8, WBS, DDE. In seguito, Braden mandò a Walter Bedell Smith una relazione molto confidenziale, contenente la scoperta che durante l’inizio del 1950, ‘Sandys [ha] cercato di sciogliere il Movimento europeo. Aggiunse che “Spaak e Retinger hanno gestito insieme il problema Sandys… e tenuto lontano dal pubblico tutto il fracasso”, Braden, memorandum confidenziale sull’ACUE a Bedell Smith, 6 luglio 1950, WBS, DDE.
[48] Gillingham, Coal, Steel, and the rebirth of Europe, p.147. Un altro storico ha identificato un «lungo intrigo Americano per farne il “direttore generale” dell’OEEC, Alan S. Milward, The European Rescue of the Nation State (London, 1992), p.324.
[49] Memorandum confidenziale incluso in Braden a Bedell Smith, 27 giugno 1950, WBS, DDE.
[50] Nondimeno, vedi l’eccellente resoconto del collegamento OPC-PPS basato su interviste in Miscamble, George F. Kennan, pp.199-205.
[51] Memorandum degli incontri preliminari tripartiti sui punti 5 and 8, MIN/TR/P/4, 9 maggio 1950, FRUS, 1950, III, p.1081; Elsey a Lloyd, 16 maggio 1951, inclusivo di uno speciale memorandum guida dello staff consultivo politico, ‘The Concept of Europe’, 8 maggio 1951, Declassified Document Reference System, 1, 3 (1975), p.l76D. Lloyd notò: ‘Sono d’accordo, suona molto bene’.
[52] Miscamble, George F. Kennan, pp.284-5; verbali di una discussione tra Kennan e Hayter(presidente JIC), 26 luglio 1949, W627/2/500G, FO 371/76383, PRO.
[53] Memorandum di una conversazione tra Acheson, Kennan, Spaak e Silvercruys, 19 gennaio 1950, FRUS, 1950, III, pp.613-14; verbali del settimo incontro dello staff di pianificazione politica, ibid., pp.617-20. Vedi anche Gillingham, Coal, Steel, and the Rebirth of Europe, pp.134-7, 147-8.
[54] Segretario di stato provvisorio a Donovan, 29 settembre 1950, Exhibit 6, Appendix IV, maggio 1952, WBS, DDE. Sulla politica britannica durante questo periodo vedi anche Edmund Dell, The Schuman Plan and the British Abdication of Leadership in Europe (Oxford, 1995), pp.90-109.
[55] Incontri degli ambasciatori statunitensi a Parigi, 21 ottobre 1949, FRUS 1949, IV, pp.490-93; memorandum di una conversazione tra Harriman, Bruce and McCloy, 20 gennaio 1950, FRUS, 1950, III, pp.1608-9; incontri degli ambasciatori statunitensi a Roma, 22-24 marzo 1950, FRUS, 1950, III, p.809.
[56] Braden, memorandum confidenziale sull’ACUE, a Bedell Smith, 6 luglio 1950, WBS, DDE. Nelle sue memorie Spaak loda Harriman come uomo che era nel contempo ‘discreto’ e condivideva la ‘visione di un’Europa unita’, The Continuing Battle: The Memoirs of a European 1936-66 (London, 1971), p.194. In seguito Katz diventò professore di diritto internazionale all’Harvard University, R. Harris Smith, OSS: The Secret History of America’s First Central Intelligence Agency (Berkeley, 1972), p.104.
[57] Gillingham, Coal, Steel, and the Rebirth of Europe, p.109.
[58] Braden, memorandum confidenziale sull’ACUE, a Bedell Smith, 6 luglio 1950, WBS, DDE.
[59] Relazione ai direttori dell’ACUE, di William P. Durkee, maggio 1952, pp.6-7, WBS, DDE, Aldrich, ‘European Integration, pp.168-9.
[60] Braden a Bedell Smith, 28 dicembre 1949, WBS, DDE. Sull’ ‘ostruzionismo’ britannico a Strasburgo nell’estate del 1950 vedi Anderson al dipartimento di stato, 31 luglio1950, FRUS, 1950, III, pp.777-80.
[61] Una copia del Mackay Plan è disponibile nel fo. 7, file 2, group 7, Mackay Papers, British Library of Economic and Political Science (d’ora in poi BLPES); ‘Report to the Directors of the ACUE’, by William P. Durkee, maggio 1952, pp.6-7, 10-11, 14-15, WBS, DDE; verbali del Meeting of the Executive Committee, ACUE, 20 gennaio 1950, WBS,
DDE. Registro d’accesso 11 settembre 1948, Dalton Diary, ed. Pimlott, p.440.
[62] Aldrich, ‘European integration’, pp.168-8. L’ACUE si accordò su una somma di $10,000 per Mackay a pagamento di spese a specifico sostegno dell’accettazione del piano, verbali dell’incontro annuale, 24 aprile 1951, WBS, DDE.
[63] Retinger a Cripps, 7 febbraio 1950, UP3117/2, FO 371/88643, PRO; verbali di Hooper, 8 e 10 febbraio 1950, verbali di Makins e Jebb 9 febbraio 1950, ibid. Vedi anche Curtins a Retinger, 1 gennaio 1950, 9/1/10, Duncan Sandys Papers, CCC. Le lettere furono infine pubblicate dall’ACUE in un opuscolo The Union of Europe: Declarations of European Statesmen (New York, 1950), ibid.
[64] Donovan, relazione da Strasburgo, 5 dicembre 1951, folder 58, ACUE records, LL; ‘Report to the Directors of the ACUE’, di William P Durkee, maggio 1952, pp.6-7, 14-15, WBS, DDE.
[65] Indirizzo di Paul-Henri Spaak, 1 aprile 1952, New York, folder 9, ACUE records, LL; indirizzo di Paul van Zeeland all’ACUE, New York, 4 ottobre 1949, folder 4, ACUE records, LL; indirizzo di Paul-Henri Spaak al World Affairs Council, Seattle e University of Washington, 26 gennaio 1951, folder 7, ibid. Indirizzo di Robert Schuman all’ACUE, New York, 20 settembre 1950, folder 5, ibid.; indirizzo di Konrad Adenauer all’ACUE, 16 aprile 1953, folder 11, ibid.; Indirizzo di Guy Mollet all’ACUE, 6 settembre 1955, folder 13, ibid.
[66] Rebattet, ‘European Movement’, p.308.
[67] Publicazioni prodotte dall’ACUE in 1950 cui fu ‘data ampia distribuzione ad editori, educatori, capi sindacali, industria e governo’, includevano: Why the United States Needs a United Europe and Britain’s Problem in European Union, vedi ‘Program and Budget for 1950’, p.5, WBS, DDE.
[68] ‘Statement of General William J. Donovan, ACUE to Committee on Foreign Affairs, House of Representatives’, 3 marzo 1950, folder 56, ACUE records, LL; Bonnet a Donovan, 26 giugno 1950, e nota allegata a Bedell Smith, WBS, DDE; ACUE newsletter, nos. 1-20, folder 64, ACUE records, LL.
[69] ‘Report to the Directors of the ACUE’, by William E Durkee, maggio 1952, p.19, WBS, DDE, ibid.; Appendix IV exhibit 4, material published by the ACUE and Publications Distributed’, ibid.
[70] Braden, ‘Activities of the ACUE’, p.13, aprile 1950, folder 20, ACUE records, LL; ‘Report to the Directors of the ACUE’, by William P. Durkee, maggio 1952, p. 19, WBS, DDE, ibid.. L’ACUE pianificò di distribuire $62,500 per la ricerca sul federalismo alla Harvard Law School nel 1952.
[71] Vedi per esempio i suoi studi Federalism: Trends in Theory and Practice (New York, 1968); Europe: An Emergent Nation? (New York, 1969). Sulle idee di Friedrich, vedi in particolare Simon F. Tormey, Making Sense of Tyranny (Manchester, 1995).
[72] Hovey a Radox, 10 luglio 1953, Hovey file, box 19, Friedrich Papers, HUG (FP) – 17, 12, Harvard University Archives (hereafter HUA); Hovey a Friedrich, 13 luglio 1953, Hovey file, box 19, Friedrich Papers, HUG (FP) – 17, 12, HUA; Friedrich a Hovey, 20 luglio 1953, ibid.; Friedrich a Hovey, 24 maggio 1956, ibid.
[73] Carl Friedrich (ed.), The Soviet Zone of Germany (Subcontractor’s monograph, HRAF-34, Harvard-1, 1956); Friedrich to Altschud, 1 gennaio 1951, NCFE file, box 28, Friedrich Papers, HUG (FP) – 17, 12, HUA.
[74] Allen Dulles a Friedrich, 11 gennaio 1951, NCFE file, box 28, Friedrich Papers, HUG (FP) – 17, 12, HUA; Clay a Friedrich, 15 gennaio 1951, ibid.; Jackson a Friedrich, 31 gennaio 1951, ibid.
[75] Braden a Langer, 12 gennaio 1950, file: ACUE, box 9, Langer papers, HUA; Langer a Braden, 20 gennaio 1950, ibid.; Burkhardt a Langer, 24 luglio 1950, file; B-General, box 9, Langer papers, HUA. Sulla carriera di Langer nell’OSS e poi nella CIA vedi Robin Winks, Cloak and Gown: Scholars in America’s Secret War (London, 1987), pp.79-82, 495-6.
[76] Rebattet, ‘European Movement’, p.34. Vedi anche Thierry Grosbois, Lidée europeenne en temps de guerre 1940-1944 (Louvain-la-Neuve, 1995).
[77] ‘Report on the College of Europe’ by RC. Dodd, ACUE Scholar, giugno 1951, folder 1, ACUE records, LL.
[78] ‘Program and Budget for 1950’, p.6, WBS, DDE.
FONTE: “Diplomacy & Statecraft”, 1 marzo 1997
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FONTE primaria: Autore RICHARD J. ALDRICH,“Diplomacy & Statecraft”, 1 marzo 1997 – DOCUMENTO INTEGRALE: https://warwick.ac.uk/fac/soc/pais/people/aldrich/publications/oss_cia_united_europe_eec_eu.pdf
Fonte (traduzione italiana): – https://appelloalpopolo.it/?p=17700 – Pubblicazione a cura di Paolo Di Remigio
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Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org