La Storia del Grande Reset dell’Uomo: dal Transgender al Transumanesimo, da Tavistock all’Oms – Parte Seconda

Ultima puntata del viaggio, tra passato e presente, verso lo stravolgimento della nostra società

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Di Sonia Milone per ComeDonChisciotte.org

Il giornalista L. Wolfe ha scritto che, negli ultimi anni, la ricerca dell’istituto si è concentrata sui “salti di paradigma”, ovvero sulle “modalità per provocare mutamenti dei paradigmi culturali nelle società umane, attraverso l’instaurazione di ambienti sociali perturbati e la manipolazione delle dinamiche occulte di gruppo”.

Un esempio di “salto di paradigma” è proprio la modifica antropologica dell’uomo attraverso l’ideologia gender.

Noam Chomsky, il più autorevole intellettuale vivente, ha scritto che “la propaganda è per la democrazia quello che il randello è per lo stato totalitario”. Siamo abituati a pensare al totalitarismo come quello dei carri armati: forme antiche, superate. Il nuovo totalitarismo è mediatico, digitale, non sanguinario ma non per questo meno repressivo.

La dittatura del pensiero unico, oggi, avanza manipolando i mass media e ogni settore della comunicazione, compresi quelli considerati neutrali e apolitici come il mondo della musica, del cinema, della pubblicità, in modo da produrre un condizionamento inavvertito che direziona la pubblica opinione verso valori decisi nelle centrali di potere.

GRANDE RESET: DAL TRANSGENDER AL TRANSUMANESIMO. DA TAVISTOCK ALL’OMS – LA STORIA, PARTE SECONDA

Obiettivo strategico primario è rieducare le nuove generazioni, aggredite su più fronti da una prepotenza narrativa progender che cerca di instillare nella loro mente certe suggestioni e stati d’animo, creati scientificamente a tavolino. Una generazione drogata dai social, dai video, dai film risulta facilmente psico-programmabile.

Persino i cartoni animati inseriscono contenuti Lgtb, come Walt Disney che modifica le fiabe classiche sostituendo la matrigna di Biancaneve con una drag queen. Anche la Barbie si aggiorna e diventa gender neutral: oggi maschio, domani femmina.

GRANDE RESET: DAL TRANSGENDER AL TRANSUMANESIMO. DA TAVISTOCK ALL’OMS – LA STORIA, PARTE SECONDA

GRANDE RESET: DAL TRANSGENDER AL TRANSUMANESIMO. DA TAVISTOCK ALL’OMS – LA STORIA, PARTE SECONDA

L’attrice Angelina Jolie (ambasciatrice Onu, progressista, ecologista, insettivora) ci mostra da anni come ha, orgogliosamente, trasformato il figlio di 7 anni in una bambina con la collaborazione dell’ex marito, Brad Pitt, che ora va in giro indossando la gonna. Molto di recente, Jolie ha partecipato al concerto dei Maneskin, eletti dal sistema a paladini italici del nuovo conformismo politicamente corretto del pansessualismo.

GRANDE RESET: DAL TRANSGENDER AL TRANSUMANESIMO. DA TAVISTOCK ALL’OMS – LA STORIA, PARTE SECONDA
Shiloh, la figlia “gender variant” di Angelina Jolie e Brad Pitt

D’altronde, la trasgressione politicamente diretta ha sempre esercitato un certo appeal sui giovani. L’autrice di Harry Potter, J. Rowling, invece, ha pagato un duro prezzo quando si è pubblicamente scagliata contro la follia gender tanto da essere emarginata dal mondo del cinema, nonostante i miliardi che ha fatto guadagnare..

I ragazzi ignorano che dietro le quinte c’è un sistema di potere feroce. Tutti i media sono, infatti, nelle mani di un piccolo gruppo di monopolisti animati dall’ambizione messianica di cambiare il mondo. Controllano Hollywood, Netflix, tutte le televisioni, la stampa, i social, finanziano le università, la ricerca scientifica, ecc. In questo momento, Amazon sta finanziando le scuole americane di ogni grado.

Gestiscono le risorse chiave del mondo globale, l’intero corpo di informazioni della popolazione, in grado di mutare gli orientamenti dei cittadini e di modificare pesantemente la vita dell’umanità.

La manipolazione dei mass media è il mezzo con cui provocare dei cambiamenti indotti, senza il nostro consenso e senza che ce ne rendiamo conto. Se i canali di comunicazione sono le braccia, centri come Tavistock ne sono la mente, il luogo dove si elaborano le strategie per influenzare le masse.

Per ottenere un condizionamento collettivo potente l’ideale sarebbe formattare l’individuo fin da piccolo, come aveva ben compreso il premio Nobel Bertrand Russell (membro della Fabian society, il cui simbolo era un lupo travestito da agnello) che nel 1951 scriveva:

fra i metodi moderni di propaganda il più influente è quello denominato educazione. Gli psicologi del futuro disporranno di un gran numero di classi di bambini scolarizzati su cui sperimenteranno diversi metodi per produrre l’incrollabile convinzione che la neve è nera […].

Altri risultati si faranno presto strada: primariamente, che le influenze familiari sono un ostacolo. Secondariamente, che non si può fare gran che se l’indottrinamento non inizia prima dell’età di dieci anni […]

Io già lo prevedo. Quando la tecnica sarà stata perfezionata, ogni governo responsabile dell’istruzione di una generazione sarà in grado di controllare i suoi soggetti in tutta sicurezza senza il bisogno di esercito o di polizia. (6)

Bertrand Russell

Infatti, per far credere ai bambini che “la neve è nera”, sono stati, oggi, sguinzagliati nelle scuole italiane, di ogni ordine e grado, migliaia di psicologi per diffondere la teoria del gender mascherandola con le belle parole di educazione all’inclusività e all’affettività. Nemmeno i più piccoli vengono risparmiati da una precoce familiarizzazione con fenomeni non adatti alla loro età.

Gli alunni vengono così formati alla lotta contro gli stereotipi sessuali per essere rieducati alla fluidità permanente: da maschio a femmina, da femmina a maschio e infinite variazioni, in una corsa al “progresso” che trascina i più indifesi in un gioco allo sbando.

Si insegna loro il nuovo linguaggio inclusivo, in cui persino usare le desinenze maschili e femminili è offensivo, meglio il “neutro” che non è mai neutrale ma addestra a stabilire i nuovi limiti del dicibile che sono i limiti del pensabile. Anziché smascherare questa messinscena planetaria del gender e disinnescarne la carica eversiva, presidi ed insegnanti si prestano, inconsapevoli, a condurre gli agnelli davanti al lupo.

Più che liberare una persona dal corpo sbagliato, il rischio è di intrappolare tutta la prossima generazione nelle gabbie di un’ideologia. Questa è la “Buona scuola” voluta da Matteo Renzi nel 2015 che ha recepito in toto la “strategia Lgtb” di Elsa Fornero, ministro con delega alle pari opportunità del mai eletto governo Monti.

I numeri parlano chiaro: a Tavistock c’è stato un aumento del 1000% di richieste di minorenni per la transizione di genere nel periodo 2015-2020. Sono cifre che, ormai, dimostrano la diffusione di massa del fenomeno.

La Storia del Grande Reset dell'Uomo: dal Transgender al Transumanesimo, da Tavistock all’Oms - Parte Seconda
Bambini festanti durante un Gay Pride

Bisogna chiedersi, a questo punto, il motivo reale di un così ingente sforzo di risorse messo in campo dai poteri finanziari per promuovere il gender. La storia di Tavistock è illuminante, a tal proposito, per rileggere, in contro luce, alcune dinamiche politiche rimaste, per lo più, nell’ombra.

La clinica, infatti, è stato il luogo in cui si sono incontrati, lavorando insieme al direttore John Rawlings Rees, lo psichiatra G. Brock Chisholm (anch’egli militare come Rees) e il biologo Julian Huxley.

Tutti e tre sono convinti sostenitori dell’eugenetica che, lungi dall’essere un fenomeno circoscritto al Nazismo, è una “scienza” fondata da Francis Galton nel 1883, insegnata nelle università e condivisa da stimati intellettuali allo scopo di “migliorare le doti ereditarie delle generazioni future della razza umana”. Di fatto, studia come favorire la riproduzione dei migliori e limitare o vietare la riproduzione degli “inadatti” (malati, disabili, alcolizzati, delinquenti, ecc.).

Scrive, ad esempio, Huxley:

Gli strati più bassi, presumibilmente meno dotati geneticamente, si riproducono relativamente troppo velocemente. Per questo motivo è necessario insegnare loro i metodi di controllo delle nascite; non devono avere un accesso facilitato all’assistenza o alle cure ospedaliere, per evitare la produzione o la sopravvivenza dei bambini; una lunga disoccupazione dovrebbe essere un motivo di sterilizzazione

Julian Huxley

Huxley fonda l’Unesco nel 1946 e, insieme a Rees, fonda la Wfmh (Federazione mondiale della sanità mentale) nel 1947, mentre Chisholm fonda l’Oms nel 1948, di cui sarà direttore fino al 1953, per poi divenire presidente della Wfmh nel 1957. (7)
Le idee eugenetiche dei tre scienziati passano direttamente dalla clinica di Londra agli organi sovranazionali dell’Onu, insieme ai progetti di ingegneria sociale maturati a Tavistock.

Julian Huxley lo esplicita espressamente nelle linee guida redatte per l’Unesco, tutt’oggi pubblicate sul sito. Scrive:

Le capacità mentali umane potrebbero certamente essere ulteriormente incrementate per mezzo di deliberate misure eugenetiche, se consapevolmente ci disporremo ad incentivarle. Il progresso non è automatico o inevitabile ma dipende dalla scelta umana e dallo sforzo di volontà. Prendendo le tecniche di persuasione e informazione e vera propaganda che abbiamo imparato ad applicare come nazione in guerra, e deliberatamente unendole ai compiti internazionali di pace, se necessario utilizzandole, come Lenin previde, per superare la resistenza di milioni verso il cambiamento desiderabile. (8)

L’Unesco, lungi dal promuovere la Cultura, nasce con lo scopo deliberato di indirizzare lo sviluppo del mondo verso il “cambiamento desiderabile”, ossia l’eugenetica, manipolando le masse: il riferimento a Tavistock è lampante. E per farlo l’Unesco lavora in tandem con la Wfmh e con l’Oms, come dichiarato da Huxley stesso.

Poiché il termine “eugenetica” comincia a non essere più molto popolare dopo il processo di Norimberga, Huxley gli cambia nome nel 1951: “forse il termine transumanesimo andrà bene”.

Lo scopo dell’eugenetica è mettere sotto il controllo della scienza la riproduzione umana. In ciò, Margaret Sanger ha svolto un ruolo fondamentale assicurando la continuità tra il pensiero di Huxley e le politiche di controllo delle nascite.

Non sono ancora stati sufficientemente approfonditi i rapporti diretti fra i due, ma la Sanger ha vissuto a Londra dove è diventata l’amante dello scrittore H. G. Wells, membro dell’Eugenics society e amico della famiglia Huxley. Nel 1927 organizzata a Ginevra una Conferenza mondiale sulla popolazione a cui partecipa lo stesso Julian.

La Storia del Grande Reset dell'Uomo: dal Transgender al Transumanesimo, da Tavistock all’Oms - Parte Seconda
Margaret Sanger

Nel 1946 la Sanger fonda Planned Parenthood Federation (di cui diviene presidente dal 1952) che, come abbiamo visto prima, è fra i principali enti che promuovono la teoria del gender creata da John Money nel 1965.

Celebrata come una delle donne più influenti del secolo, paladina della parità di genere, inventrice della pillola anticoncezionale, la Sanger è, in realtà, una delle peggiori razziste del ‘900.

Nella sua opera principale, pubblicata nel 1922, raccomanda “l’eliminazione della gramigna umana“, ossia la “sterilizzazione delle razze geneticamente inferiori“, di cui compila un accurato elenco comprendente “negri, ispanici, indiani americani“, nonchè “fondamentalisti e cattolici“. (9) Il suo slogan è “più bambini per gli adatti; meno per gli inadatti; questo è lo scopo principale del controllo delle nascite”.

Dal 1939 si occupa del “negro project“, campagne di educazione sessuale e di emancipazione delle donne, dietro cui nasconde le sue reali intenzioni: “non vogliamo che circoli la voce che intendiamo sterminare la popolazione negra”.

Nel 1973 la comunità afro-americana registra una riduzione del 25% di nascite. Alveda, nipote di Martin Luther King, accusa Planned Parenthood.

Grazie alla Sanger, Planned Parenthood diventa il punto di intersezione fra le politiche eugenetiche e il gender. I finanziatori sono sempre gli stessi, su tutti la Fondazione Rockfeller e la Fondazione Ford.

 

 

Se nel ‘900 l’eugenetica avanzava strumentalizzando i diritti delle donne e dei gay, nel XXI secolo procede con la propaganda pro gender. Che cos’è, infatti, una famiglia arcobaleno se non due persone che, per avere un figlio, devono ricorrere alla scienza per assembrare materiale genico XX e XY?

La funzione fondamentale del gender è concorrere a trasferire massivamente la procreazione naturale verso la riproduzione artificiale, su cui gli apprendisti stregoni sono già pronti ad allungare le mani.

Dalla famiglia tradizionale alla famiglia arcobaleno, da madre e padre a genitore 1 e 2, dal ventre della donna al laboratorio in vitro, la finestra di Overton non è solo aperta ma palesemente spalancata sulla manipolazione genetica. La tecnica del CRISPR, il “taglia e cuci”del DNA, oggi consente di ricombinare i geni con una precisione impensabile prima.

Nel 2018, sono nate le prime due gemelle con genoma alterato che verrà trasmesso alla loro progenie. La scusa è stata immunizzare gli embrioni dal virus dell’Aids, la conseguenza è stata la sperimentazione di doti mnemoniche aumentate.

Entro 5 anni è previsto l’utilizzo di uteri artificiali (ectogenesi), come ha dichiarato il direttore di BioTexCom, clinica per la fecondazione in vitro e la maternità surrogata.

Secondo il filosofo Byng Chul Han lo sciame è la condizione dell’uomo del XXI secolo, possiamo aggiungere che lo sciame è quello delle api, dove l’unica a fare figli sarà l’ape regina, metaforicamente la biogenetica.

Se nel 1947 Huxley scriveva “nonostante ogni politica eugrenetica radicale sarà per molti anni politicamente e psicologicamente impossibile, sarà importante per l’Unesco controllare che i problemi dell’eugenetica siano esaminati con la massima cura possibile affinché ciò che per ora è inimmaginabile diventi almeno immaginabile” (8), oggi l’inimmaginabile è del tutto realizzabile.

Ovuli biologicamente superiori, fertilizzati da spermatozoi biologicamente superiori, si decantavano nelle categorie alfa, beta e alfa+“, scriveva in “Ritorno al mondo nuovo” Aldous Huxley nel 1958, immaginando un futuro dove alle donne sono asportate chirurgicamente le ovaie, i bambini vengono generati dentro gli incubatori e le parole “padre” e “madre” sono diventati insulti.

Quell’Aldous che, come il fratello Julian, aborriva la “delinquenza genetica” che inquina la razza umana superiore, da correggere con la procreazione controllata scientificamente.

Se la riproduzione della specie venisse rimpiazzata dalla riproduzione artificiale la tirannia della famiglia biologica sarebbe finalmente spezzata”, scriveva Shulamith Firestone, paladina della prospettiva di genere e leader dell’ala femminista estremista.

L’ex direttore generale dell’Oms, G. Brock Chisholm, aveva ben compreso che la maggiore barriera a tutto ciò – che, orwellianamente, chiamava “sviluppo della civiltà”- fosse il concetto di “giusto e sbagliato” che riteneva necessario sradicare per “rimuovere dalle menti degli uomini il loro individualismo, la fedeltà alla tradizione della famiglia, il patriottismo nazionale ed i dogmi religiosi“.

Vedeva i genitori come soppressori della migliore natura dei bambini e riteneva che l’educazione sessuale dovesse essere introdotta obbligatoriamente già in quarta elementare per cancellare “le idee dei vecchi”.

Ci si chiede se nel concetto di “giusto e sbagliato” trasmesso dalle famiglie e contestato da Chisholm, rientri anche la liceità di minorenni (cioè di soggetti “immaturi” per definizione, essendo il loro sviluppo psico-fisico non ancora maturato) a compiere scelte anche irreversibilii, come la Gender clinic di Tavistock ha drammaticamente dimostrato. La concezione del bambino per l’Onu è, infatti, quella di un soggetto che si autodetermina, a scapito della potestà genitoriale.

È opportuno chiedersi fino a che punto si vuole arrivare. Il riferimento normativo per la cosiddetta difesa dei diritti Lgtb dell’Unione europea è la Raccomandazione del 2010 del comitato dei Ministri degli esteri, dove al punto 18 leggiamo:

gli Stati membri dovrebbero assicurare l’abrogazione di qualsiasi legislazione discriminatoria ai sensi della quale sia considerato reato penale il rapporto sessuale tra adulti consenzienti dello stesso sesso ivi comprese le disposizioni che stabiliscono una distinzione tra l’età del consenso per gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso e tra eterosessuali

In pratica, un invito a legalizzare la pedofilia considerata una forma, fra le altre, del comportamento sessuale. Infatti, certe centrali della neolingua hanno già coniato il nuovo nome, “Minor attracted person” o “Map”, giusto per non offendere nemmeno più i criminali nel grande progresso della tolleranza umanitaria.

E, infatti, oggi siede all’Unar (Ufficio nazionale antirazzismo, che fa capo al Dipartimento delle pari opportunità) (10) il circolo omosessuale Mario Mieli, il cui fondatore ha scritto: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica”. (11)

Questa è l’Unione europea, vassalla dei Dem americani nel senso di Clinton, nel senso di Epstein. Questi sono l’Onu, l’Oms e l’Unesco che, ingenuamente, le persone credono essere l’apice della collaborazione fra Stati per il bene dell’umanità.

Mentre è esattamente l’opposto, la loro fondazione da parte di influenti privati, strateghi politici e ingegneri sociali, rientra nell’obiettivo di creare organizzazioni sovranazionali con cui erodere le sovranità nazionali, cioè le democrazie.

Non stupisce che proprio l’Istituto Tavistock abbia organizzato nel 1989 un ciclo di conferenze dedicate al ruolo delle Organizzazioni non governative nell’indebolire le nazioni. Se le persone non sono messe a conoscenza di questioni di tale portata è perché Tavistock ha lavorato molto bene..

L’Odissea termina con il ritorno a Itaca di Ulisse, l’eroe dell’erranza che ha rinunciato all’immortalità e ai transumanamenti offerti da Circe e Calipso. Ma per tornare veramente a casa deve sostenere un’ultima prova: Penelope (simmetrica ad Ulisse in astuzia) chiede di spostare il letto nuziale. Solo il re e la regina sanno che è inamovibile perché è stato costruito sul ceppo di un ulivo secolare che affonda le sue radici nelle profondità della terra. Il talamo è il simbolo dell’albero della vita che inserisce la coppia nel ciclo delle generazioni, nella profondità del tempo. Tempo che Penelope, con il suo tessere e disfare la sua tela mai finita, aveva sospeso, salvando il regno.

Il filo, nella mitologia greca, rappresenta sempre il destino umano che le tre Moire srotolano alla nascita, arrotolano al fuso durante lo scorrere degli anni e infine tagliano con la morte. Solo dopo che Ulisse si è reinsediato nella linea verticale della discendenza, Penelope può terminare la sua tela e il tempo può ricominciare a scorrere.

Questi non sono stereotipi, sono archetipi.

FINE – 2/2 –

QUI LA PRIMA PARTE

Di Sonia Milone per ComeDonChisciotte.org

31.08.2022

Sonia Milone. Architetto, specializzata in antropologia culturale, è autrice di articoli e saggi dedicati all’arte e all’architettura (con un occhio particolare rivolto alle “culture altre”) per esplorare, con differenti coordinate critiche, le aree dei transiti, dei flussi e delle derive che solcano i territori della contemporaneità.

NOTE

  1. Gilbert Keith Chesterton, Eretici, 1905
  2. Debra Soho, The end of gender. Debunking the myths about sex and identity in our society
  3. Marguerite A. Peeters, Il gender, una questione politica e culturale, San Paolo edizioni, 2014. Per Elisabetta Frezza si vedano le interviste su Byoblu
  4. John Rawlings Rees, The shaping of psychiatry by war, 1945
  5. William Sargant, Battle for the mind, 1957
  6. Bertrand Russel, L’impatto della Scienza sulla Società, 1951
  7. Alla fondazione del Wfmh partecipa anche Norman Montegu, governatore della Banca d’Inghilterra
  8. Julian Huxley, Unesco, its purpose and its philosophy, https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000068197
  9. Margaret Sanger, The pivot of civilization, 1922
  10. Ricordo che l’Unar ha firmato la “strategia Lgtb” della Fornero che ha recepito parte della Raccomandazione UE del 2010 citata nel testo, strategia che è stata recepita in toto dalla “Buona Scuola” di Renzi.
  11. Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, 2017, Lafeltrinelli

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

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