La Sacra Sindone continua a essere un mistero per molti di coloro che, anche non essendo cristiani, cercano di avere risposte in merito alla sua natura. Lo stesso uso dell’intelligenza artificiale si è sbizzarrito nel cercare di ricavare il vero volto del Cristo partendo dal telo funerario (il ritratto che abbiamo messo in copertina ne è un esempio). Chi crede, non ha bisogno di prove. Ma chi non crede, può arrendersi all’idea del miracolo, senza necessariamente dimostrarlo scientificamente? O, viceversa, può credere quando la scienza certifichi che ci troviamo di fronte a qualcosa di sovrumano e non spiegabile? E quindi, è lecito pensare che la scienza possa essere funzionale alla Verità dell’esistenza di Gesù? E, per chi crede, è giusto pensare che Lui già sapesse che l’uomo, come San Tommaso, avrebbe constatato la realtà della Sua storia umana toccando, tecnologicamente, la ferita aperta nel costato migliaia di anni dopo?
Da ncregister.com
Traduzione a cura di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org
Le notizie sulle recenti scoperte scientifiche che sembrano sostenere l’autenticità della Sindone di Torino hanno trovato ampio spazio nei media laici…
Ma nessuno di questi media ha approfondito la questione centrale: ammesso che l’immagine visibile sul tessuto della Sindone sia davvero quella del Cristo crocifisso – impressa soprannaturalmente da Gesù stesso, mentre giaceva nel sepolcro tra la crocifissione del Venerdì Santo e la resurrezione della prima domenica di Pasqua – perché il Figlio di Dio ha scelto di lasciare dietro di sé questa prova scientificamente verificabile della sua morte sulla croce?
La risposta potrebbe essere che, anche se le scienze fisiche non si sarebbero sviluppate per altri 2.000 anni al punto da poter autenticare definitivamente il sudario, Gesù sapeva già che sarebbe arrivato un giorno in cui questo tipo di prova sarebbe stato l’unico modo per confermare la sua realtà di risorto a molte delle anime che vivono nelle culture razionalistiche e materialistiche di oggi.
I recenti resoconti dei media si sono concentrati su un paio di scoperte. La prima riguarda una ricerca, pubblicata inizialmente nel 2022, che indica che la Sindone ha effettivamente circa 2.000 anni e non solo poche centinaia di anni, come suggerito da una ricerca condotta nel 1988 con un metodo meno affidabile per datare l’età del telo.
Quella ricerca del 1988 fu presa a pretesto dagli scettici come prova definitiva che la sindone fosse un falso medievale – anche se a quel tempo altre prove scientifiche, non correlate alla datazione del telo, indicavano in modo convincente la conclusione che la sindone è effettivamente il telo funerario di Gesù. Forse la prova più potente è l’origine dell’immagine impressa: Secondo i ricercatori, è stata causata da un’inspiegabile e intensissima esplosione di radiazioni ultraviolette.
La seconda scoperta si basa su una nuova ricerca sulle macchie visibili sul sudario, nei punti in cui sarebbe entrato in contatto con la testa e il corpo feriti di Cristo. La ricerca ha concluso che questi segni sono effettivamente macchie di sangue. Inoltre, l’analisi dettagliata della composizione delle macchie di sangue ha rivelato la presenza di particolari composti che corrispondono strettamente al modo in cui il corpo di Gesù avrebbe reagito alle gravi ferite che gli furono inflitte, secondo il racconto biblico della sua passione.
Come sempre, gli scettici della Sindone si sono affrettati a sfatare questa nuova ricerca, cercando di eludere indirettamente le ultime scoperte citando esperimenti precedenti e meno sofisticati che non sembravano sostenere l’autenticità della Sindone.
Non è scopo di questo editoriale approfondire i dettagli di questo dibattito. E va notato che la Chiesa stessa non ha mai espresso un giudizio definitivo sull’autenticità della Sindone, preferendo invece invitare ad approfondire le indagini scientifiche su questa questione ancora aperta.
Ma vale anche la pena di notare che nella nostra epoca sempre più irreligiosa, una moltitudine di persone può accettare solo il giudizio delle scienze fisiche, e non solo quando si tratta di giudicare l’autenticità della Sindone. Guardano alle scienze naturali come alla massima autorità per quanto riguarda ogni aspetto dell’esistenza umana.
Va anche sottolineato che le persone che più appassionatamente insistono sul fatto che la Sindone sia una frode, a prescindere dalle prove del contrario, sono esse stesse completamente prive di basi scientifiche. Partono dalla premessa che la scienza ha già dimostrato l’inesistenza di Dio e che, quindi, tutte le affermazioni soprannaturali sul telo funebre devono essere false. In realtà, le scienze fisiche non si occupano affatto dell’esistenza di Dio. Esse studiano la meccanica del nostro universo creato, non il meccanismo con cui è stato creato.
In epoche precedenti, le prove scientifiche non erano né disponibili né richieste dalla maggioranza delle persone per credere nella verità di miracoli fisici come l’immagine impressa sulla sindone; per credere nella verità più profonda che Dio è responsabile di questi miracoli; e per credere nella verità più profonda di tutte su Gesù – che il Figlio di Dio ha camminato sulla nostra Terra 2.000 anni fa e ha sofferto ed è morto qui per nostro conto, per la salvezza delle nostre anime eterne.
Ma questo non significa che le generazioni precedenti non avessero buone prove dei miracoli. Non è affatto così. Come ha sottolineato G.K. Chesterton nella sua “autobiografia spirituale” Ortodossia del 1908, ci sono sempre state abbondanti prove storiche che i miracoli avvengono; è solo la nostra epoca scettica che si rifiuta di accettare questo tipo di prove come valide.
Forse è per questo che, nel caso della Sindone, stanno emergendo così tante prove scientifiche a sostegno della convinzione secolare che si tratti dell’effettivo telo funerario del Signore e Salvatore dell’umanità.
Forse Gesù stesso sta dicendo gentilmente a questi scettici di oggi: “Mi rendo conto che, a causa della paralizzata mancanza di fede collettiva che vi affligge, siete semplicemente incapaci di accettare qualsiasi altro tipo di prova. Vi prego allora di dare un’occhiata a questi risultati della ricerca, forniti dalla scienza che venerate al posto mio, e di permettere loro di aprire gli occhi sulla Via e sulla Verità della Vita eterna”.
Cosa sappiamo della Sacra Sindone: lo studio del 2022 condotto dallo scienziato italiano Liberato De Caro dell’Istituto di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bari.
Il Register è stato uno dei primi a riportare i risultati di De Caro. Nell’aprile del 2022, Edward Pentin ha discusso con lo stesso scienziato le scoperte sottoposte a revisione paritaria che utilizzano la metodologia dei raggi X per determinare l’età delle fibre della Sindone.
Con una ricerca iniziata nel 2019 e ritardata dalla pandemia, De Caro ha dichiarato al Register:
Abbiamo finalmente applicato la nuova tecnica di datazione a raggi X a un campione della Sindone di Torino e i risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Heritage dopo circa un mese di preparazione e revisione, durante il quale il nostro lavoro è stato valutato e sottoposto a peer review da altri tre esperti indipendenti e dal direttore della rivista”.
De Caro ha sottolineato che la ricerca è stata condotta nei laboratori a raggi X degli Istituti di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche, “in collaborazione con il professor G. Fanti dell’Università di Padova”.
Fanti ha fatto notizia questa settimana per la sua ultima ricerca condotta all’inizio dell’estate. Il New York Post ha riferito che lo studio “si è concentrato sulle macchie di sangue e sui ‘segni di flagello’ trovati sulla sindone, che alludono alla morte di Cristo per inchiodamento a una croce – un metodo di esecuzione comune ai Romani del suo tempo, nel 33 d.C.”.
L’alta percentuale di creatinina trovata nei [campioni di nastro adesivo] può essere spiegata, soprattutto durante l’ultima ora di Gesù prima di morire sulla croce, da un ridotto flusso di sangue ai reni causato anche dall’ipovolemia e da una grave disidratazione”, si legge nello studio.
Parlando con il Daily Mail, che per primo ha dato la notizia, Fanti ha detto:
Mi riferirei al sangue di tipo A come a quello che è uscito dal cadavere e quindi al sangue post mortem; è costituito da microciti che indicano la sofferenza respiratoria di Gesù sulla croce”.
Nel 2021, la Sindone di Torino è stata trasmessa in live streaming per consentire a milioni di persone in tutto il mondo di venerarla virtualmente. In concomitanza con il Sabato Santo, quando i cattolici contemplano il dolore e la sofferenza di nostro Signore in quel fatidico Venerdì Santo, la Sindone ci dà un’idea della fisicità di Cristo e della sua immensa sofferenza. Come ha scritto Jim Graves nel 2021:
Ciò che la sindone ci dice della morte di Cristo è che egli ha sopportato la peggiore forma di tortura che le menti malvagie potessero concepire. La sua morte è stata estremamente brutale. L’occhio destro è gonfio quasi fino a chiudersi, il naso è deviato, entrambe le sopracciglia sono gonfie e ci sono diverse altre lacerazioni sulle guance, tutte dovute a un forte pestaggio. Il petto, le spalle, la schiena, le natiche e le gambe sono coperte da tagli a forma di manubrio o segni di flagello”.
“Non è più possibile dire che si tratta di un telo medievale, né che probabilmente potrebbe essere la Sindone di Gesù”, ha dichiarato al Register lo storico e politologo francese Jean-Christian Petitfils.
No, la sua autenticità non può più essere messa in discussione”.
Proprio qualche anno fa, un documentario ha trattato il mistero della Sindone di Torino come un vero e proprio dramma poliziesco con l’unico e solo padre gesuita Robert Spitzer, uno dei più popolari conduttori del programma EWTN. Il film si concentra non solo sulla sofferenza di Cristo e sulla finestra temporale di 72 ore in cui il nostro caro Gesù sarebbe stato avvolto nel telo, ma anche sulle origini di alcuni dei fossili di polline trovati sulla Sindone. Come ha riferito il caporedattore del Register Shannon Mullen prima dell’uscita del film:
Un’altra scoperta convincente è che la maggior parte dei fossili di polline rimasti sulla Sindone provengono dal nord della Giudea, non dalla Francia o da altri luoghi in cui si sa che il telo è stato negli ultimi 700 anni”.
“Quindi, deve essere molto più antica”, ha argomentato padre Spitzer durante una domanda e risposta tenutasi in loco durante la conferenza estiva del Napa Institute lo scorso anno.
Sulla base delle ricerche effettuate nel corso degli anni, padre Spitzer è convinto dell’autenticità della sindone. È convinto che la “degenerazione nucleare spontanea a bassa temperatura” di ogni cellula del corpo dell’uomo crocifisso abbia creato un’esplosione incredibilmente intensa di radiazioni che ha lasciato dietro di sé le prove fisiche della Risurrezione”, ha scritto Mullen per la Catholic News Agency.
È un momento perfetto per approfondire questo mistero, dato che padre Spitzer ha appena pubblicato un nuovo libro con Ignatius Press intitolato Christ, Science, and Reason: What We Can Know About Jesus, Mary, and Miracles. Il presidente del Magis Center of Reason and Faith affronta il tema della Sindone da una prospettiva strettamente scientifica, esaminando sia la Passione che la Resurrezione.
Parlando questa settimana a Fox News del mistero della Sindone, il vescovo Robert Barron ha ricordato ai cattolici:
La nostra fede nella resurrezione di Cristo non dipende in alcun modo dalla Sindone, ma il suo inquietante potere di catturare la nostra attenzione e molti altri misteri hanno rafforzato la fede di molti”.
https://www.ncregister.com/blog/shroud-of-turin-authenticity-jesus
https://www.ncregister.com/commentaries/shroud-for-skeptical-times
Traduzione a cura di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org