LA RESISTENZA DEGLI IRACHENI ALLA GUERRA CIVILE

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DI GHALI HASSAN

L’attuale campagna di distorsione e disinformazione perpetrata dai giornalisti occidentali e dagli “esperti” dei media, secondo i quali gli Iracheni “vengono assassinati solo a causa della loro identità religiosa” è una menzogna. L’Iraq non è una società settaria. La violenza in Iraq è un massacro criminale generato dagli Stati Uniti e istigato da differenti gruppi di milizie create, finanziate ed armate dagli Stati Uniti e dai loro alleati. L’obbiettivo è giustificare l’Occupazione in corso, e distogliere l’attenzione dai violenti crimini statunitensi in Iraq.Nel corso di una visita furtiva alla “Zona Verde” di Baghdad – accompagnando Condoleezza Rice –, il segretario degli esteri britannico, Jack Straw, ha annunciato ai media che: “Gli Statunitensi hanno perso più di 2.000 uomini [in Iraq]. Noi ne abbiamo persi oltre 100… E miliardi – miliardi – di dollari degli Stati Uniti, [con] centinaia di milioni di sterline britanniche sono affluiti in questo paese. Abbiamo, penso, il diritto di dire che dobbiamo essere in grado di trattare con il signor A o il signor B o il signor C. Non possiamo trattare con il signor Nessuno”. Ancora, nonostante i crimini di guerra commessi dai governi britannico e statunitense contro il popolo iracheno, il signor Straw non ha riconosciuto che le forze britanniche ed Usa hanno assassinato senza motivo centinaia di migliaia di innocenti uomini, donne e bambini iracheni; che l’Iraq è stato illegalmente attaccato e distrutto con napalm, bombe chimiche, fosforo bianco e che le forze di occupazione continuano arresti di massa (senza accusa), torture, abusi e umiliazioni sessuali dei civili iracheni. Il proposito della visita di Straw e della Rice a Baghdad è prevenire il sorgere della democrazia in Iraq ed aumentare le divisioni tra gli Iracheni.

In aggiunta ai 200.000 tra soldati statunitensi e mercenari che occupano il paese, i governi britannico e statunitense continuano ad intromettersi negli affari del paese e ad alimentare la violenza. L’Amministrazione Bush sta richiedendo che il Primo Ministro in carica, Ibrahim al-Jaafari, si faccia da parte e permetta ad un candidato pro-Usa di candidarsi per la posizione. Questo circo viene dipinto nei media mainstream come la formazione del governo di “unità nazionale”. La coalizione dell’Alleanza Irachena Unita (United Iraqi Alliance, UIA), che include il partito Da-wa di al-Jaafari, ha vinto 132 seggi nel parlamento a 275 membri durante le fraudolente elezioni tenutesi il 15 dicembre 2005. Comunque, non è abbastanza subordinato e deve essere rimosso. Ma, anche se un governo fantoccio di “unità nazionale” (la raccolta degli espatriati) fosse formato, avrebbe ben poco controllo fuori dalla “Zona Verde”, che è davvero nelle mani delle forze Usa. La raccolta di espatriati dentro la “Zona Verde” è totalmente separata dalla situazione sul campo. Sanno che non c’è un governo legittimo sotto occupazione straniera e stanno sfruttando il settarismo per servire i propri interessi.

blankGli Stati Uniti e l’Inghilterra stanno imponendo un governo fantoccio debole e diviso. L’Amministrazione Bush vuole rimpiazzare al-Jaafari con Adel Abdel Mahdi (nella foto), un adepto del neo-liberalismo con stretti legami agli Stati Uniti. Abdel Mehdi ha promesso di vendere le industrie petrolifere dell’Iraq alle compagnie statunitensi e non considera un problema vivere sotto permanente occupazione Usa. Dovrebbe essere notato che tutti questi espatriati che competono per le poltrone sono parte dell’Occupazione e dipendono da questa per la loro sopravvivenza. Ogni governo che continui a servire l’Occupazione non ha credibilità tra gli Iracheni. Come ha accuratamente scritto un esperto statunitense: “Il potere in Iraq viene dal non condiscendere al volere degli Stati Uniti, ma dal resistervi”. La grande maggioranza dalla popolazione irachena è contro l’agenda Usa e vuole una fine all’occupazione.

Non è un caso che Bush e Blair abbiano spesso usato il pretesto della “guerra civile” per contrastare le richieste del popolo iracheno riguardo il ritiro delle truppe. E’ un pretesto fabbricato (come le armi di distruzione di massa) per giustificare l’Occupazione dell’Iraq. E’ il vecchio cliché coloniale: più i nativi sono divisi, più è facile comandarli e sfruttarli. La guerra civile era tra le carte prima dell’invasione e dell’Occupazione. E’ parte dell’agenda sionista israelo-statunitense in Iraq.

L’interferenza di Hosni Mubarak (nella foto) per conto dei suoi padroni imperialisti fa parte della sua complicità, che dura da 15 anni, nei crimini di guerra contro il popolo iracheno. Il dittatore egiziano da operetta riceve 2 miliardi di dollari all’anno dagli Stati Uniti per il suo servizio all’imperialismo israelo-statunitense. Mubarak sembrava essere inconsapevole che l’Iraq sia sotto brutale Occupazione, e che la grande maggioranza degli Iracheni vi si oppone. Lo spregevole commento di Mubarak per cui la “guerra civile” in Iraq “è alle porte” e che un ritiro delle truppe statunitensi “sarebbe un disastro” è una distorsione ideata per compiacere i suoi padroni. Come abbiano fatto gli Iracheni che hanno resistito all’Iraq per 8 lunghi anni a diventare improvvisamente “fedeli” al regime iraniano più che al loro paese, Mubarak non lo sa.

Non c’è una guerra civile in Iraq. La violenza è una campagna orchestrata dagli Stati Uniti per distruggere il nazionalismo dell’Iraq e liquidare ogni opposizione all’Occupazione. I perpetratori della violenza sono entrati in Iraq a seguito dei carri armati statunitensi, e continuano ad avere relazioni simbiotiche (da parassiti) con l’Occupazione. Non c’erano squadroni della morte e milizie in Iraq prima dell’invasione. Si sono infiltrati nella nuova polizia e nell’esercito. Stanno assassinando chiunque (uomini, donne e bambini) e qualunque cosa sembra anti-Occupazione. “C’è una guerra civile, ma non tra gruppi religiosi, bensì tra le milizie dei partiti, da un lato, e la gente dall’altro”, ha detto al- Mutlak, presidente del Fronte di Dialogo Nazionale Sunnita. In altre parole, gli attacchi sui civili sono perpetrati dai ‘cani dell’Occupazione’ per fomentare la guerra civile.

Decine di migliaia di innocenti civili iracheni sono stati arrestati, torturati ed assassinati a sangue freddo. Più di mille tra i migliori accademici iracheni, professionisti e scienziati sono stati uccisi, mentre migliaia lasciano il paese temendo per le proprie vite. L’Iraq subisce una campagna di terrore implementata con la piena consapevolezza delle forze occupanti e dei loro alleati. Non è un segreto che la maggior parte di questi criminali e dei loro mentori siano strettamente legati alla CIA, al Mossad israeliano, al MI5 britannico e al regime iraniano. Solo le forze di occupazione e i loro collaboratori traggono beneficio dalla violenza.

Per secoli, gli Iracheni, senza badare alle affiliazioni etniche e religiose, sono vissuti insieme e si sono maritati. L’Iraq è stata una società a mosaico non settaria sin dal suo inizio. Infatti, durante l’occupazione della Turchia (allora meglio nota come Impero Ottomano), e di nuovo durante l’occupazione britannica, gli Iracheni hanno resistito a tutti i tentativi imperialisti di dividere il loro paese e farli precipitare nella guerra civile. La nuova agenda imperialista per dividere l’Iraq non è diversa. Date semplicemente un’occhiata al modo in cui gli Stati del Golfo vengono formati, occupati e governati oggigiorno.

Negli ultimi tre anni gli Iracheni sono stati ridotti a “Sciiti” e “Sunniti”. La loro identità araba ed islamica è stata deliberatamente rimossa. Il parlare di “Sciiti” e “Sunniti” è iniziato in Iraq con l’Occupazione ed è subito divenuto il vocabolario della propaganda dominante tra i media mainstream – amplificato dalla BBC e dalla CNN. Ogni attacco criminale sulla popolazione civile è etichettato secondo queste due categorie in una deliberata campagna di disinformazione e distorsione. E’ parte dalla campagna propagandistica per associare gli Iracheni alla violenza, per sdoganare l’Occupazione da ogni crimine, e per screditare la Resistenza Irachena all’Occupazione. Persino il linguista statunitense Noam Chomsky ha partecipato al coro della campagna propagandistica chiamando la legittima Resistenza Irachena “violenta insorgenza”.

Dopo l’attacco di venerdì 8 aprile 2006 alla moschea Buratha, il sito è stato visitato da Musulmani e Cristiani indifferentemente. Infatti gli Iracheni si riferiscono ad essa come al “legame incrociato” tra Sciiti, Sunniti e Cristiani. Fonti iracheni hanno suggerito che l’elemento criminale nel governo fantoccio e tra le forze Usa ha trasformato il sito in una camera di tortura per gli Iracheni che si oppongono all’Occupazione. E’ stato recentemente scoperto che il sito conteneva i corpi di 45 Iracheni che erano stati arrestati, torturati, e uccisi dalle filo-statunitensi Brigate Badr e dalle Truppe d’Assalto del Ministero degli Interni (Maghawir) due mesi fa. Una fonte irachena ha scritto di recente che; “Buratha ha smesso di essere una moschea o un luogo sacro al servizio dei fedeli, Buratha è un centro di esecuzione supportato dal governo iracheno sotto gli occhi e le orecchie degli Statunitensi”. Così. L’attacco al sito era parte della violenza perpetrata dall’Occupazione contro il popolo iracheno.

Inoltre, l’attacco del 22 febbraio 2006 al santuario Askariyah di Samarra – adorato da tutti gli Iracheni Musulmani – è stato condannato da tutti gli Iracheni senza eccezioni. Molti eminenti Iracheni hanno puntato il dito sulle forze Usa e i loro collaboratori per aver incitato la violenza e interferito negli affari politici ed interni iracheni. Migliaia di Iracheni comuni sono scesi nelle strade lungo l’Iraq per condannare l’attacco e denunciare i ruoli degli Stati Uniti e di Israele nel fomentare il conflitto civile.

E’ vero che gli attacchi alla moschee e alle case di preghiera hanno aumentato le tensioni tra le comunità religiose irachene; comunque questi attacchi fanno parte di un vecchio strumento imperialista noto ad ogni Iracheno. Fonti irachene sostengono che le forze statunitensi e britanniche, e i loro collaboratori sono dietro ogni principale uccisione settaria e rapimento nel loro paese. Dopo ogni atto di omicidio di civili, una specifica comunità irachena è deliberatamente accusata per la violenza. “Abbiamo ampie prove che le forze esterne stanno tentando di istigare una guerra civile qui e gli Iracheni ne sono consapevoli e si sono impegnati con determinazione per rispondere”, ha detto il dottor Saad Jawad, un politologo all’università di Baghdad. Gli Stati Uniti e l’Inghilterra stanno usando la violenza per fomentare il conflitto civile tra la popolazione irachena, e forzano ogni comunità dell’Iraq a vedere l’Occupazione come la loro unica salvatrice.

Esempi della violenza generata dall’Occupazione sono abbondanti. Uno è l’arresto da parte della polizia irachena, lo scorso settembre, di due soldati britannici sotto copertura identificati come “forze speciali di elite della SAS”. I soldati britannici (nella foto) erano vestiti come arabi e progettavano di far detonare un auto manomessa con dell’esplosivo nel centro di Bassora. Fu un caso di terrorismo perpetrato dall’Occidente in pieno giorno. Gli orribili crimini commessi dai poteri occidentali per dividere e distruggere la Yugoslavia solo solo un ricordo di quello che gli Stati Uniti e i loro alleati intendono fare in Iraq.

Gli Iracheni sono assassinati non a causa della loro “identità religiosa”, ma per via della loro opposizione all’Occupazione. Gli Stati Uniti hanno abbastanza potere per fermare la violenza. Infatti, secondo una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, gli Stati Uniti e l’Inghilterra (in quanto forze occupanti) sono obbligati a proteggere la popolazione e a fornire sicurezza. Se l’Iraq è una società settaria, tutta l’attuale violenza cosiddetta “settaria” potrebbe facilmente essere avvenuta sotto il regime di Saddam Hussein; ma accade in Iraq sotto l’Occupazione statunitense.

Dopo tre anni di Occupazione e spargimenti di sangue, gli Stati Uniti e l’Inghilterra hanno solo incoraggiato e generato la violenza in Iraq. Ma devono prepararsi per un ritiro completo delle loro truppe dall’Iraq e per smettere di intromettersi negli affari iracheni. La fine dell’Occupazione è l’unico modo per fermare la violenza.

Ghali Hassan
Fonte: http://www.globalresearch.ca
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=HAS20060413&articleId=2266
13.04.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CARLO MARTINI

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