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La Redazione

 

La politica dietro alle rivolte nel Regno Unito
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A cura di Markus
Il 15 Agosto 2024
12291 Views

Mark Gullick
theoccidentalobserver.net

Nel Regno Unito Agosto è tradizionalmente un mese tranquillo. Gli inglesi partono per le vacanze estive, lasciando perversamente il Paese durante il mese più caldo dell’anno per cercare il sole all’estero. Il Parlamento va in pausa e quindi non vengono approvate nuove leggi. Anche i media si prendono una pausa, e la mancanza di notizie degne di nota fa guadagnare a questo mese il soprannome di “stagione sciocca”, come le storie insignificanti che i media devono trovare per riempire i loro giornali e i loro programmi televisivi.

Ma il sonnolento ottavo mese, che prende il nome da Cesare Augusto, a volte agisce in modo strano sugli inglesi, un popolo un tempo famoso per la sua natura piuttosto noiosa. Nell’agosto 2011, c’erano stati disordini in tutto il Paese dopo che un nero era stato ucciso dalla polizia a Londra. Qualche anno prima, nell’agosto del 1641, a Nottingham si era combattuta la prima battaglia della guerra civile inglese (tre guerre, tecnicamente, in un decennio). Oggi, anche l’agosto 2024 può essere iscritto nel calendario britannico dei disordini civili. Ma, se i media tradizionali si sono concentrati sulle immagini dei recenti disordini, è il retroscena politico che va osservato. La domanda è semplice: come ha fatto un governo britannico appena formato ad utilizzare in modo così rapido ed efficiente delle rivolte per fini politici autoritari?

I disordini sono stati ben documentati a livello globale; sono una distrazione dalla vera storia, quella della manipolazione politica e dell’uso di disordini civili per cambiare le leggi del Paese. Questo programma machiavellico è fatto in particolare per la popolazione bianca. Nel 2020, quando il Primo Ministro britannico Sir Keir Starmer [allora leader del Partito Laburista] si era rivolto alla nazione dopo i disordini di Black Lives Matter, il suo tono era stato conciliante, apologetico e aveva elogiato quella che, secondo lui, era la continua lotta dei neri contro il razzismo. Il suo discorso dopo i disordini di questo mese è stato nettamente diverso, e iniziava con la seguente frase:

Condanno totalmente la violenza di estrema destra a cui abbiamo assistito questo fine settimana“.

L’espressione “estrema destra” è l’equivalente britannico del termine “supremazia bianca” usato dall’amministrazione Biden, un’insensata diffamazione per associazione di cui avevo scritto qui sull’Occidental Observer oltre due anni fa. L’organizzazione che si è posta come arbitro morale del presunto razzismo bianco è HOPE Not Hate (HNH), un equivalente del Southern Poverty Law Center e dell’Anti-Defamation League americani. È l’HNH che ha reso popolare l’espressione “estrema destra”, subito utilizzata dal governo. Sono anche agenti provocatori, che avevano affermato, senza alcuna prova, che nella città di Cleveland, durante i disordini, era stato lanciato dell’acido contro una donna musulmana da un’auto in corsa, un’affermazione che la polizia locale aveva immediatamente smentito.

Ma la tentazione è ancora quella di dare la colpa all’inettitudine del governo piuttosto che a un disegno malevolo. Prima delle elezioni generali del 4 luglio, si pensava che i Laburisti, non avendo fatto alcun annuncio politico sostanziale, non avessero alcuna politica. Sembrava che stessero facendo campagna elettorale solo per il fatto di non essere Conservatori e di non essere semplicemente attrezzati per governare. Ora, l’accusa di scarsa preparazione appare ingenua.

Si ha l’impressione che la risposta autoritaria dei Laburisti alle rivolte sia il risultato di un attacco di panico, che si siano fatti duri per sembrare al comando. Ma il fatto che il governo sembri fare politica in modo affrettato è un grande inganno, e questo improvviso sfoggio di tattiche di forza zelanti e specifiche per ogni etnia era già in atto da tempo. Le rivolte sono state organizzate e i risultati sono stati previsti e utilizzati in modo predeterminato. La classe operaia bianca britannica è stata tormentata per decenni dagli effetti dell’immigrazione e dal trattamento palesemente preferenziale spesso riservato a uomini privi di documenti. Come in Irlanda, il governo l’ha provocata una volta di troppo, anche se deliberatamente.

I disordini iniziali a Southport, un sobborgo di Liverpool, erano stati innescati dall’omicidio di tre bambine durante una festa da ballo il 29 luglio, ma c’era stato un prequel nel quartiere di Harehills, a Leeds, il 18 luglio. La differenza tra la risposta della polizia a quest’ultima rivolta e a quella successiva, ben più grave, mostra modelli che stanno già iniziando a definire il governo del primo ministro Sir Keir Starmer.

Per una volta, la voce sui social media secondo cui il presunto assassino sarebbe stato un immigrato appena sbarcato era vera e propria disinformazione. La polizia aveva tenuto nascosto il nome dell’aggressore per diversi giorni, un segnale ormai riconosciuto che chiunque fosse il colpevole, non era un inglese bianco. L’accusato era si nato nel Galles – fatto ripetuto all’infinito dai media – ma da genitori immigrati ruandesi. Ma ormai la miccia era stata accesa e un gruppo composto da inglesi bianchi si era riunito fuori da una moschea a Southport e l’aveva attaccata. Venerdì erano scoppiate rivolte in diverse grandi città e il fine settimana aveva visto inevitabilmente un’escalation di ostilità. A quel punto, la polizia e i media si erano animati in modo spettacolare, come non era accaduto con la rivolta di Harehills.

I disordini di Harehills erano iniziati quando una famiglia di immigrati rumeni era stata coinvolta in un conflitto con i funzionari dei servizi sociali che erano venuti a prendere in custodia uno dei figli della famiglia. I disordini che ne erano seguiti avevano attirato una folla di giovani, per lo più musulmani. I poliziotti avevano dimostrato, durante le manifestazioni a favore della Palestina, di essere riluttanti a sorvegliare le minoranze etniche e, quando finalmente erano arrivati a Harehills, la folla li aveva cacciati dall’area. Non erano tornati. Quando invece i disordini sono stati provocati da uomini bianchi, inglesi e della classe operaia, lo stile della polizia è cambiato completamente. Questo rappresenta un pilastro centrale di quello che è già un nuovo ordine: la polizia a due livelli.

L’espressione “polizia a due livelli” era stata coniata dall’ex ministro degli Interni conservatore Suella Braverman. L’aver usato questa espressione, oltre al termine “invasione” per descrivere l’immigrazione clandestina, aveva contribuito a farla espellere dal suo partito. Una volta era necessario uno scandalo sessuale o finanziario per porre fine alla carriera di un politico. Oggi sono sufficienti quattro parole.

È innegabile che nel Regno Unito esista una polizia a due livelli, anche se questo non ha impedito agli esponenti del governo di negarlo. Con l’avvento del citizen journalism, la gente comune, le cui informazioni mediatiche un tempo provenivano esclusivamente dalla stampa tradizionale autorizzata dallo Stato, è ora in grado di osservare i diversi stili di polizia impiegati contro i musulmani e la classe operaia bianca. Starmer ha negato categoricamente l’esistenza di una polizia a due livelli, sostenendo che la polizia britannica agisce “senza paura o favore”. Questa frase era stata usata per la prima volta nel 1829 dal fondatore della polizia britannica, Sir Robert Peel, e nella bocca di Starmer è palesemente falsa. Gli animi si erano accesi quando un giornalista aveva chiesto a Sir Mark Rowley, commissario capo della Metropolitan Police Force di Londra, se intendeva porre fine alla polizia a due livelli. Rowley aveva strappato con rabbia il microfono dalla mano del giornalista che lo aveva offeso.

Questo è un video di 12 minuti di Mark Collett, dell’organizzazione politica britannica Patriotic Alternative (PA, a cui è stato impedito di registrarsi come partito ufficiale). Spiega in modo succinto la polizia a due livelli, e PA viene osservata da anni in modo forense, il che significa che gli avvocati del governo avranno sicuramente visto questo breve resoconto. In altre parole, sapete che è vero perché, se ci fosse stato un errore, Collett sarebbe già in prigione. Il suo messaggio è semplice: i bianchi vengono controllati in modo molto diverso dai non bianchi.

E così, mentre i disordini dominano i media, dietro la cortina fumogena si muovono le macchinazioni politiche. I Laburisti sono decisi a non lasciare che questa crisi vada sprecata e stanno utilizzando i metodi di controllo affinati dalla classe politica nell’ultimo quarto di secolo, metodi che collegano il governo laburista di Tony Blair a quello di Sir Keir Starmer.

I disordini sono stati numerosi, ma è il danno arrecato alla libertà dei cittadini a essere significativo. Il Primo Ministro Starmer e il suo Ministro degli Interni Yvette Cooper sono stati, per usare un’espressione cara alla classe politica, “assolutamente chiari su questo”. I problemi attuali sono colpa dei teppisti bianchi di “estrema destra”. Starmer ha messo in atto una punizione istantanea per i rivoltosi, tribunali aperti 24 ore su 24 per processarli, nonostante il fatto che i procedimenti giudiziari sono normalmente lenti in Gran Bretagna, e pene detentive sconcertanti, fino a dieci anni per il coinvolgimento nei disordini, compreso l’incitamento online. Non si tratta di un governo disorientato che si arrampica su una politica ad hoc. È una politica pianificata da tempo.

Al centro di questa politica aggressiva ci sono l’arresto e la punizione, e quanto più deboli e vulnerabili sono gli arrestati, tanto maggiore è il deterrente. Una donna di 55 anni è stata arrestata l’8 agosto per aver postato un nome che lei credeva essere quello dell’assassino di Southport, ma che, in realtà, non era corretto. Ecco cosa ha detto il sovrintendente capo Alison Ross della polizia del Cheshire in merito all’arresto:

È un forte promemoria dei pericoli che si corrono pubblicando informazioni sui social media senza verificarne l’accuratezza. È anche un avvertimento sul fatto che tutti noi siamo responsabili delle nostre azioni, sia online che di persona [grassetto aggiunto].

Sembra che la signora Ross stia dicendo che siamo tutti responsabili delle nostre azioni, ma non è così. Non sentirete nessun portavoce della sinistra britannica (che è ciò che la polizia è) dire una cosa del genere, perché la convinzione dell’autonomia personale non fa parte del DNA ideologico della sinistra, almeno non quando vengono arrestati gruppi con caratteristiche protette. Quello che lei vuole far credere ai britannici bianchi è che sono responsabili e che possono essere chiamati a risponderne, anche per aver ripetuto un’imprecisione. Ciò ricorda un manifesto propagandistico del governo durante la Seconda Guerra Mondiale, in cui un ufficiale dell’esercito dall’aspetto feroce sbraitava: “Trattate le voci come errori. Non ripetetele“.

Il popolo britannico sta imparando una lezione politica. Se il governo non è in grado di controllare la narrazione, e quindi il comportamento (sia fisico che mentale) dei suoi cittadini, aumenterà i suoi poteri di detenzione e indirizzerà il sistema giudiziario verso condanne più pesanti per il blocco etnico che disapprova maggiormente, ovvero la classe operaia bianca. Diverse persone sono già finite in carcere per il loro ruolo nei disordini e il sistema giudiziario, solitamente lento, ha improvvisamente ricevuto l’equivalente di una scossa con un pungolo da bestiame. Vi sono analogie tra quanto sta accadendo ai rivoltosi del Regno Unito e i cosiddetti “insurrezionalisti” della famigerata marcia del 6 gennaio negli Stati Uniti. Ma va sottolineato che i rivoltosi britannici erano davvero in rivolta, mentre gli americani che ancora languono in carcere per i fatti del 6 gennaio sono colpevoli al massimo di turismo aggravato.

Mentre tutti sono distratti dagli eventi principali dei disordini e dalla risposta del governo, è l’attività fuori dal palcoscenico e dietro le quinte a destare una vera preoccupazione. A parte la raffica di leggi che il governo sta facendo approvare, si consideri cos’altro hanno fatto i Laburisti nel loro primo mese al potere.

Un disegno di legge parlamentare destinato a ripristinare la libertà di parola nei campus universitari è stato abbandonato, e non nelle sue fasi formative. L’Higher Education (Freedom of Speech) Act 2023 aveva ricevuto l’assenso reale nel maggio dello scorso anno ed era quindi di fatto legge. Aveva persino ottenuto il sostegno di diversi partiti. Il disegno di legge era stato riassunto in un rapporto governativo del 1° giugno 2023 come segue:

[La legge] mantiene l’impegno del governo a rafforzare la libertà accademica e la libertà di parola nell’istruzione superiore, contribuendo a proteggere la reputazione delle nostre università come centri di libertà accademica.

Il 26 luglio di quest’anno, dopo tre settimane di governo laburista, il Segretario di Stato per l’Istruzione, Bridget Phillipson, ha scritto ai colleghi annunciando l’intenzione del nuovo governo di non procedere oltre con il disegno di legge. La sua relazione prevede addirittura l’abrogazione del disegno di legge, se costituzionalmente necessaria per il suo annullamento. La ragione da lei addotta, con riferimento alla libertà di parola accademica garantita dal disegno di legge originario, è che “sono consapevole che la legge sarebbe onerosa per i fornitori“.

In poco più di un anno, in una nazione che un tempo era leader mondiale nell’istruzione superiore, la libertà di parola accademica è passata dall’essere una priorità sostenuta a un peso. E i Laburisti sono solo all’inizio.

Poco prima di questa esplosione di dissidenza, Starmer aveva annunciato che c’erano “troppi prigionieri” nelle carceri britanniche e aveva avviato un programma di rilascio anticipato. Questo ricorda una scena del romanzo Arancia Meccanica di Anthony Burgess, quella in cui un deputato britannico sta discutendo con il governatore di un carcere di un rilascio anticipato e lo informa che “presto avremo bisogno di tutto il nostro spazio carcerario per i prigionieri politici”. Starmer aveva già annunciato che avrebbe intensificato i rilasci anticipati. Ma il sistema carcerario britannico è da sempre descritto dai media come sull’orlo del collasso. Perché questo improvviso e disperato bisogno di spazio nelle carceri?

Poi c’è una legislazione che era già draconiana e che ora è in fase di revisione per aumentare i poteri concessi al governo.

Il disegno di legge sulla sicurezza online (OSB) era già controverso quando era stato introdotto nella legislazione britannica lo scorso anno. Era caratterizzato dalla mancanza quasi totale di una definizione operativa per frasi e termini chiave come “danno”, “discorso d’odio”, “offesa”, “razzismo” e altri. Questa mancanza di definizione è una tattica politica che avevo definito “ambiguità utilizzabile” in un articolo sul disegno di legge. La mancanza di una definizione precisa dovrebbe essere del tutto inaccettabile quando si tratta di crimini e punizioni, ma si sta già cercando di rendere un ricordo del passato le definizioni rigide legali, e vedremo molta più ambiguità man mano che la verità verrà manipolata. Questa è una guerra civile a livello epistemologico.

Ora, il sindaco musulmano di Londra, Sadiq Khan, ha dichiarato che l’OSB deve essere rivisto sulla scia dei disordini, proprio per affrontare il problema della “disinformazione”. Khan è un uomo arrogante, ma ha tutto il diritto di esserlo. Come politico musulmano di più alto profilo nel Regno Unito, sta assaporando la sua nuova influenza sul governo. Keir Starmer ha già chiarito che quando Khan grida “Salta!” lui deve solo chiedere “quanto in alto?”. Per quale altro motivo un premier appena salito al potere con un mandato da record avrebbe permesso ad un arrogante sindaco londinese di far sapere alle grandi aziende tecnologiche che, per quanto riguarda la disinformazione online, “se non risolvono i loro problemi, arriverà una regolamentazione“.

La disinformazione è ciò che ha agitato il sindaco, visto che Elon Musk che si è interessato molto ai disordini. L’uso da parte di Musk della sua piattaforma, X, come base da cui prendere in giro i politici britannici ha incattivito la classe politica. Musk ha attaccato Starmer fin dall’inizio dei disordini, e Starmer ha risposto in modo piuttosto sconcertante, facendo intendere al suo commissario capo di polizia che Musk “dovrà affrontare tutta la forza della legge” e un possibile arresto per i suoi commenti online. Qualunque cosa manchi a questo governo, non è certo la spacconeria.

In Inghilterra e Galles esistono da tempo reati penali molto ampi, che rendono illegale dire online qualcosa che spesso sarebbe legale offline”, afferma Michael Veale, professore associato di diritto tecnologico all’University College di Londra. “Questi reati di comunicazione sono gli strumenti che le forze dell’ordine di solito utilizzano quando si occupano di casi specifici, come quello di Musk, perseguendo migliaia di persone all’anno”. Alcune di queste regole sono state rafforzate dal nuovo Online Safety Act, approvato nei mesi scorsi. Ma c’è un problema. “Anche nella nuova legge, queste non si estendono al di fuori della giurisdizione, il che significa che sarebbe difficile capire come potrebbero essere usate per colpire Musk”, afferma Veale. Independent

Prima di guidare il Partito Laburista alla vittoria, Starmer era stato Direttore delle Procure (DPP), una figura potente nel sistema giudiziario britannico. È strano che lui e il suo capo della polizia abbiano trascurato di informare il signor Musk su quale legge abbia infranto e su quali accordi di estradizione siano in vigore nei vari Paesi in di solito alloggia l’uomo più ricco del mondo. Lo scambio offre un indizio di più ampie preoccupazioni ideologiche. Per la Sinistra, criticare l’ideologia di sinistra equivale sempre più a infrangere la legge. E Starmer è davvero una creatura della Sinistra.

L’unico giornalista dei media mainstream che ha parlato del passato di Starmer come Pabloista (un ramo duro della sinistra trotzkista) è il veterano Peter Hitchens, il cui defunto fratello Christopher era probabilmente più noto negli Stati Uniti. Hitchens sarà anche un cupo bisbetico, ma si aggrappa tenacemente alle storie ed è una voce solitaria nel deserto dei media britannici che ha messo in guardia una nazione incurante sulla provenienza di Starmer dalla Sinistra dura. Ma non stiamo assistendo al trionfo della Sinistra, bensì a quello della classe politica.

Ho recentemente recensito il libro fondamentale di Peter Oborne sulla politica britannica moderna, The Triumph of the Political Class, qui su The Occidental Observer. Il libro è stato scritto nel 2007 e descrive la formazione di una classe politica separata e che agisce nel proprio interesse personale, a scapito dei cittadini. Un punto chiave di Oborne è che, nel 2007, la classe politica stava ancora imparando a controllare il popolo in un’epoca di comunicazione di massa. Dopo tutti questi anni è diventata molto più brava. Prima delle elezioni generali, Starmer e il suo partito erano stati da tutti considerati come privi di una linea politica, il che aveva portato i critici a sostenere che i Laburisti al potere sarebbero andati avanti inventando, improvvisando semplicemente un governo. Questo non è credibile. A cinque settimane dall’inizio del nuovo governo, il Partito Laburista ha certamente delle politiche, e sospetto che le avesse già assai prima della vittoria elettorale, quando sarebbero state ritenute sgradevoli dal pubblico. Ora, con un mandato enorme e un piano quinquennale, un partito Laburista che si supponeva impreparato a governare sembra invece molto preparato.

Quindi, se questo governo sembra in preda al panico e impreparato al potere, la mia ipotesi è che si tratta di una sorta di psy-op. Una grave incompetenza che porta all’esacerbazione di un problema è spesso metaforicamente definita come “spegnere il fuoco con la benzina”. Ma se non si stesse cercando di spegnere il fuoco? E se l’intenzione fosse sempre stata quella di farlo divampare sempre di più, anche a costo di bruciare la casa? Se il Regno Unito sta andando all’inferno in un carretto, il carretto non ha bisogno di essere costruito da zero. Era già pronto molto tempo fa.

Mark Gullick

Fonte: theoccidentalobserver.net
Link: https://www.theoccidentalobserver.net/2024/08/12/the-politics-of-the-uk-riots/
12.08.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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