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La Redazione

 

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La “guerra” di Putin serve a rimodellare lo Zeitgeist americano

Solo comprendendo e prendendo sul serio gli avvertimenti nucleari dei russi potremo escludere il rischio che le armi nucleari entrino in gioco.
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A cura di Markus
Il 27 Giugno 2024
15537 Views

Alastair Crooke
strategic-culture.su

Il G7 e la successiva “Conferenza di Bürgenstock” in Svizzera possono essere intesi, a posteriori, come una preparazione per una guerra prolungata in Ucraina. I tre annunci centrali emersi dal G7 – il patto di sicurezza decennale per l’Ucraina, il “prestito ucraino” da 50 miliardi di dollari e il sequestro degli interessi sui fondi congelati russi – rendono l’idea. La guerra sta per intensificarsi.

Queste prese di posizione sono state pensate per preparare l’opinione pubblica occidentale agli eventi futuri. E, nel caso in cui ci fossero dubbi, il motivo dell’aspra belligeranza nei confronti della Russia manifestata dai vincitori delle elezioni europee era abbastanza evidente: hanno cercato di trasmettere la chiara impressione di un’Europa che si prepara alla guerra.

Cosa ci aspetta dunque? Secondo il portavoce della Casa Bianca John Kirby: “La posizione di Washington su Kiev è assolutamente chiara“:

Prima di tutto, devono vincere questa guerra“.

Prima devono vincere la guerra. Quindi, numero uno: stiamo facendo tutto il possibile per assicurarci che possano farlo. Poi, quando la guerra sarà finita… Washington li aiuterà a ricostruire la base industriale militare dell’Ucraina“.

Se non fosse ancora chiaro, l’intenzione degli Stati Uniti di prolungare e portare la guerra in Russia è stata sottolineata dal consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan: “L’autorizzazione all’uso da parte degli ucraini di armi americane per attacchi transfrontalieri si estende a qualsiasi luogo [da cui] le forze russe stanno attraversando il confine“. Ha inoltre affermato che l’Ucraina potrà usare gli F-16 per attaccare la Russia e utilizzare i sistemi di difesa aerea forniti dagli Stati Uniti “per abbattere gli aerei russi – anche nello spazio aereo russo – se fossero in procinto di far fuoco nello spazio aereo ucraino“.

I piloti ucraini hanno la facoltà di giudicare “le intenzioni” dei caccia russi? Ci si aspetta che i parametri di questa “autorizzazione” si allarghino rapidamente – fino alle basi aeree da cui partono i cacciabombardieri russi.

Comprendendo che la guerra sta per trasformarsi radicalmente – e in modo estremamente pericoloso – il Presidente Putin (nel suo discorso al Consiglio del Ministero degli Esteri) ha descritto nel dettaglio come il mondo sia arrivato a questo punto cruciale – che potrebbe estendersi a scambi nucleari.

La gravità della situazione ha richiesto l’offerta di una “ultima possibilità” all’Occidente, che Putin ha enfaticamente affermato essere “non un cessate il fuoco temporaneo per permettere a Kiev di preparare una nuova offensiva, né un congelamento del conflitto“; al contrario, le sue proposte riguardavano il completamento finale della guerra.

Se, come in passato, Kiev e le capitali occidentali rifiuteranno la proposta, alla fine saranno affari loro“, ha detto Putin.

Giusto per essere chiari, Putin quasi certamente non si aspettava che le sue proposte venissero accolte in Occidente se non con il disprezzo e la derisione con cui sono state accolte. Né Putin si sarebbe fidato – nemmeno per un momento – della promessa da parte dell’Occidente di mantenere fede all’accordo, qualora si fosse giunti ad un’intesa su questa linea.

Se è così, perché lo scorso fine settimana il Presidente Putin ha fatto una proposta del genere, se non ci si può fidare dell’Occidente e la sua reazione era così prevedibile?

Forse dobbiamo cercare la matrioska interna, piuttosto che concentrarci sull’involucro esterno: Il “completamento finale” di Putin probabilmente non sarà raggiunto in modo credibile attraverso un mediatore di pace itinerante. Nel suo discorso al Ministero degli Esteri, Putin ha rifiutato formule come il “cessate il fuoco” o il “congelamento”. Egli cerca qualcosa di permanente: Un accordo che abbia “gambe solide”, che sia duraturo.

Una soluzione di questo tipo – come Putin ha già accennato – richiede la creazione di una nuova architettura di sicurezza mondiale; se ciò accadesse, una soluzione completa per l’Ucraina farebbe implicitamente parte di un nuovo ordine mondiale. In pratica, il microcosmo di una soluzione per l’Ucraina scaturirebbe direttamente dal macrocosmo di un accordo tra gli Stati Uniti e le potenze dell’”Heartland” – che stabilirebbe i confini [delle zone di influenza] in base ai rispettivi interessi di sicurezza.

Questo è chiaramente impossibile ora, con gli Stati Uniti e loro mentalità psicologica bloccata all’epoca della Guerra Fredda degli anni Settanta e Ottanta. La fine di quella guerra – l’apparente vittoria degli Stati Uniti – nel 1992 aveva posto le basi per la Dottrina Wolfowitz, che sottolineava la supremazia americana a tutti i costi in un mondo post-sovietico, insieme all'”eliminazione dei rivali, ovunque essi emergano“.

“La Dottrina Wolfowitz prevedeva inoltre che gli Stati Uniti avrebbero inaugurato un sistema di sicurezza collettiva guidato dagli Stati Uniti e la creazione di una zona di pace democratica. La Russia, invece, era stata trattata in modo diverso: il Paese era uscito dal radar. Era diventata insignificante come concorrente geopolitico agli occhi dell’Occidente e, come conseguenza, i suoi gesti di offerta pacifica erano stati respinti – e le garanzie date per l’espansione della NATO erano decadute”.

“Mosca non aveva potuto fare nulla per impedire uno sviluppo del genere. Lo Stato successore della potente Unione Sovietica non era alla sua altezza, e quindi non era considerato abbastanza importante da essere coinvolto nel processo decisionale globale. Eppure, nonostante le dimensioni e la sfera di influenza ridotte, la Russia ha continuato ad essere considerata un attore chiave negli affari internazionali”.

La Russia è oggi un attore globale preminente sia in campo economico che politico. Tuttavia, per gli strati dirigenti degli Stati Uniti, la parità di status tra Mosca e Washington è fuori discussione. La mentalità da Guerra Fredda infonde ancora nella Beltway l’ingiustificata fiducia che il conflitto ucraino possa, in qualche modo, portare al collasso e allo smembramento della Russia.

Nel suo discorso, Putin ha invece prospettato il crollo del sistema di sicurezza euro-atlantico e l’emergere di una nuova architettura. “Il mondo non sarà più lo stesso“, ha detto Putin.

Implicitamente, egli lascia intendere che un tale cambiamento radicale sarebbe l’unico modo credibile per porre fine alla guerra in Ucraina. Un accordo che emerga da un più ampio quadro di consenso sulla divisione degli interessi tra il Rimland e l’Heartland (nel linguaggio di Mackinder) rifletterebbe gli interessi di sicurezza di ciascuna parte – e non sarebbe raggiunto a spese della sicurezza altrui.

E per essere chiari: se questa analisi è corretta, la Russia potrebbe non avere così tanta fretta di chiudere la questione ucraina. La prospettiva di un simile negoziato “globale” tra Russia-Cina e Stati Uniti è ancora lontana.

Il punto è che la psiche collettiva occidentale non si è trasformata a sufficienza. Per Washington, trattare Mosca da pari a pari rimane fuori questione.

La nuova narrativa americana prevede che i negoziati con Mosca non si facciano ora, ma forse diventeranno possibili all’inizio del nuovo anno, dopo le elezioni americane.

Ebbene, Putin potrebbe sorprendere ancora una volta, non saltando a piè pari la prospettiva, ma respingendola; valutando che gli americani non sono ancora pronti per negoziare una “fine completa” della guerra – soprattutto perché quest’ultima narrazione va di pari passo con le voci di una nuova offensiva ucraina che si sta delineando per il 2025. Naturalmente, è probabile che molto cambierà nel corso del prossimo anno.

I documenti che delineano un presunto nuovo ordine di sicurezza, tuttavia, erano già stati redatti dalla Russia nel 2021 – e debitamente ignorati dall’Occidente. La Russia può forse permettersi di aspettare gli eventi militari in Ucraina, in Israele e nella sfera finanziaria.

Tutti questi eventi, in ogni caso, vanno nella direzione voluta da Putin. Sono tutti interconnessi e hanno la possibilità di un’ampia metamorfosi.

In parole povere: Putin sta aspettando che prenda forma lo Zeitgeist americano. Sembrava molto fiducioso, sia a San Pietroburgo che la scorsa settimana al Ministero degli Esteri.

Il contesto delle preoccupazioni del G7 sull’Ucraina sembra essere legato più alle elezioni americane che alla realtà: ciò implica che la priorità in Italia era l’ottica elettorale, piuttosto che il desiderio di iniziare una vera e propria guerra calda. Ma questo potrebbe rivelarsi un errore.

Gli oratori russi intervenuti in questi recenti incontri – in particolare Sergei Lavrov – hanno lasciato intendere che l’ordine di andare guerra con la Russia è già arrivato. L’Europa sembra, per quanto improbabile, prepararsi alla guerra – con un sacco di chiacchiere sulla coscrizione militare.

Tutto questo si dissolverà con il passare di una calda estate elettorale? Forse.

La fase successiva sembra comportare un’escalation da parte occidentale, con provocazioni all’interno della Russia. Quest’ultima reagirà con forza a qualsiasi superamento delle (vere) linee rosse da parte della NATO, o a qualsiasi provocazione false flag (ora ampiamente prevista dai blogger militari russi).

E qui sta il pericolo maggiore: nel contesto dell’escalation, il disprezzo americano per la Russia rappresenta il pericolo maggiore. L’Occidente ora afferma di considerare le ipotesi di scambio nucleare come un “bluff” di Putin. Il Financial Times ci dice che gli avvertimenti nucleari della Russia in Occidente si stanno “esaurendo”.

Se questo è vero, i funzionari occidentali hanno una visione completamente sbagliata della realtà. Solo comprendendo e prendendo sul serio gli avvertimenti nucleari russi si può escludere il rischio che le armi nucleari entrino in gioco, mentre, rispondendo colpo su colpo, non facciamo altro che aumentare l’escalation.

Anche se dicono di ritenerlo un bluff, i funzionari statunitensi non mancano di sottolineare il rischio di uno scambio nucleare. Se lo ritengono un bluff, sembra che si basino sulla presunzione che la Russia abbia poche altre opzioni.

Questo sarebbe un errore: ci sono diversi passi di escalation che la Russia può compiere prima di arrivare ad usare un’arma nucleare tattica: Contrattacchi commerciali e finanziari, forniture simmetriche di armamenti avanzati agli avversari dell’Occidente (corrispondenti alle forniture statunitensi all’Ucraina), interruzione dell’energia elettrica proveniente da Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania, attacchi ai valichi di frontiera utilizzati per il trasporto di munizioni e prendere esempio dagli Houthi, che hanno abbattuto diversi sofisticati e costosi droni statunitensi, mettendo fuori uso l’infrastruttura americana di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR).

Alastair Crooke

Fonte: strategic-culture.su
Link: https://strategic-culture.su/news/2024/06/24/putins-war-to-re-shape-the-american-zeitgeist/
24.06.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Alastair Crooke CMG, ex diplomatico britannico, è fondatore e direttore del Conflicts Forum di Beirut, un’organizzazione che sostiene l’impegno tra l’Islam politico e l’Occidente. In precedenza è stato una figura di spicco dell’intelligence britannica (MI6) e della diplomazia dell’Unione Europea.

 

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