DI PAOLA PISI
Uruknet
Non è vero, naturalmente, ma questa sarebbe la logica conclusione se si seguisse il – si fa per dire – ragionamento dei cretini che da due giorni stanno diffondendo la falsa notizia che le tutte connessioni internet dell’Iran sono scollegate, in vista – non è neppure il caso di dirlo – dell’imminente inevitabile sicuro sicurissimo attacco contro la Persia, su cui ci ammorbano quotidianamente da circa quattro anni e del cui inizio ci hanno fornito almeno 500 date, per fortuna tutte sbagliate.
Come hanno scoperto che l’Iran è isolato da internet? E caspita, lo dice il sito InternetTraffic.com, che monitora il traffico internet nel mondo, come si può dubitare? In realtà bastava dare un’occhiata al FAQ del medesimo sito per scoprire che NON viene affatto monitorato il traffico delle varie nazione, ma solo la connessione di un router per ogni stato (quello iraniano appartiene a un’università locale). Se si fosse fatto poi lo sforzo ulteriore di controllare il traffico delle altre zone del mondo, si sarebbe scoperto che il router iraniano non era l’unico ad avere un indice “zero” (nessuna connessione o connessione molto lenta). Ce ne sono altri, fra cui, appunto, e da giorni, la Florida:
Ecco qua le tabelle:
http://www.internettrafficreport.com/namerica.htm
View Graphs or Click a Router below for more detail.
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Router: router.vortechhosting.com
(216.157.128.1)
Location | Current Index | Response Time (ms) | Packet Loss (%) |
Florida | 0 | 0 | 100 |
This graph shows the Traffic Index for the past 24 hours. This graph is updated nightly. |
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This graph shows the Response Time for the past 24 hours. This graph is updated nightly. | |
This graph shows the Packet Loss for the past 24 hours. This graph is updated nightly. |
Sarebbe stato sufficiente fare due click sullo stesso InternetTraffic.com da cui si era dedotto che la conessione internet dell’Iran era stata totalmente interrotta e almeno questa buffonata ci sarebbe stata risparmiata. E invece no, da due giorni veniamo martellati, sulle due sponde dell’oceano, da questa ennesima bufala, con inevitabili teorie cospirazioniste annesse.
Idiozia, malafede, o un misto di entrambe? Chissenefrega, verrebbe da rispondere, visto che quando la stupidità arriva a questo punto è comunque colpevole. In ogni caso, l’operazione disinformativa è partita da un blog (che non cito per non fargli ulteriore pubblicità ), specializzato in falsi sensazionalistici, non si sa se per scopi occulti o solo per ottenere visite, link e fama (fine pienamente raggiunto). Ma se il terreno della cosiddetta informazione alternativa fosse stato un po’ meno fertile, tutto si sarebbe fermato lì. Invece, centinaia – o probabilmente migliaia – di siti hanno rilanciato la falsa notizia dell’Iran isolato, quando non era stato neppure sfiorato dal gigantesco blackout internet che aveva colpito gran parte del Medio Oriente e dell’Asia, visto che la Repubblica Islamica dell’Iran non utilizza i cavi troncati.
Paesi colpiti dal black-out internet
E infatti tutti i siti iraniani hanno continuato a funzionare perfettamente e a essere regolarmente aggiornati, e ovviamente hanno dato notizia dell’interruzione di internet negli altri paesi del Medio oriente.
Anche controllare se per caso i siti iraniani funzionavano non sarebbe stata un’operazione particolarmente difficile, tanto più che tre quarti dei buffoni che vanno gridando all’Iran isolato e alla guerra imminente solitamente si abbeverano al sito di propaganda persiana Press TV, da cui traggono gran parte delle perle informative che poi spargono per il mondo. Ma proprio questa volta non hanno guardato la loro prediletta Press TV, guarda un po’ che coincidenza.
E quello che sbalordisce, e rattrista, è che a gettarsi sulla falsa notizia dell’isolamento internet dell’Iran non sono stati solo siti noti per pubblicare qualsiasi stupidaggine, purché sfruttabile in senso complottistico, ma anche autori altrimenti seri e documentati (o che credevo tali).
Nessuno stupore se Paul Joseph Watson su Prison Planet o Globalresearch rilanciano la bufala, con cospirazioni annesse, o
se, a casa nostra, Blondet vaneggia che l’Iran è stato isolato perché forse sta per accadere qualcosa che il mondo non deve vedere (il bombardamento sull’Iran, che effedieffe va predicendo da anni con inossidabile certezza, e che ci occulterebbero tagliando i cavi?), ma si rimane allibiti a vedere che perfino una persona seria come Mike Whitney ha ripreso la falsa notizia dell’interruzione dei collegamenti internet persiani – inaugurando davvero nel migliore dei modi la sua collaborazione con il sito di Chossudovsky .
Allora buona fede o stupidità? Tutte e due, direi. La maggior parte di questi signori se ne frega, ma se ne frega proprio, di sapere se una notizia è vera e falsa: l’importante è che sia utile a costruire un bel complotto, meglio ancora se può servire a battere i tamburi della imminente guerra contro l’Iran, il grande tema della (dis-)informazione alternativa degli ultimi anni. E la patacca dell’isolamento internet dell’Iran – occultato per oscuri scopi e per losche trame da tutti media ufficiali (iraniani compresi, ma questo è un dettaglio) – era perfetta per la bisogna. Dunque, perché controllare se per caso era anche vera? Poi, i loro creduli lettori, la ripostano per pura e innata dabbenaggine sui propri blog, senza mettere in discussione neppure per un attimo la veridicità dei loro maestri, tremando terrorizzati per la guerra che sta scoppiare e da quattro anni a lutto preventivo per l’”olocausto nucleare iraniano” (e del tutto indifferenti davanti ai genocidi veri). E alla fine, di sito in sito, milioni di persone nel mondo crederanno fermamente che i mullah iraniani sono stati tagliati fuori dal mondo.
Un’unica nota positiva, in questa indicibile miseria dell’informazione alternativa: il sito russo iraq.war aveva pubblicato – in assoluta buona fede – l’articolo di Prison Planet sull’isolamento internet dell’Iran: quando alcuni lettori, fra cui chi scrive, hanno fatto notare che si trattava di un falso, la bufala di Paul Joseph Watson è stata rimossa e sostituita con il pezzo di CNN sul black-out internet del Medio Oriente. E questo dà fino in fondo la misura del baratro in cui stanno cadendo molti dei siti “alternativi”: le loro menzogne devono essere rettificate utilizzando CNN. Una volta, era il contrario.
Paola Pisi
Fonte: http://www.uruknet.info/
Link: http://www.uruknet.info/?p=s8056
04.02.2008