KERRY HA VINTO

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blankDI GREG PALAST

Eccentrici e folli: Kerry ha vinto nel 2004… Ascoltate uno di loro – Larry David – che racconta l’agghiacciante verità per cui, sì, nel 2004 George Bush ha rubato le elezioni. Di nuovo.

Da Armed Madhouse,il nuovo libro di Greg Palast

Ascoltate Larry David, autore di “Curb Your Enthusiasm” della HBO e principale scrittore della serie “Seinfield”, mentre legge il nuovo libro di Greg Palast, Armed Madhouse, capitolo 4: I CONTRO-KERRY HANNO VINTO. Leggete un estratto qui di seguito:ATTENZIONE: Ci sono stramberie, su Internet, secondo le quali George Bush ha perso le elezioni del 2004, come una intitolata “Kerry ha vinto”, pubblicata dal sito TomPaine.com due giorni dopo le elezioni. L’ho scritta io.

L’undici novembre,una settimana dopo la pubblicazione sul sito TomPaine.com, ricevetti un’e-mail dalla redazione del New York Times di Washington. Surriscaldato dall’inchiesta sulla veridicità del voto,il giornalista del Times mi pose le seguenti domande:

Domanda #1: Sei un “perdente stizzito”?

Domanda #2: Sei un “fanatico della cospirazione”?

Non c’era una terza domanda. L’inchiesta sul voto,in ogni caso, era conclusa, secondo il Times. Il giorno successivo, analizzando le prove, il giornale uscì con una prima pagina che titolava “LE TEORIE SULLA FRODE DEI VOTI, SOSTENUTE DAI BLOG, SONO STATE VELOCEMENTE SEPOLTE”.

Dato che l’auto-proclamatosi giornale dei record degli Stati Uniti non aveva spazio per i fatti, pensai che avrei dovuto condividerli qui con voi.

“Kerry ha vinto” non era un’inchiesta di due giorni alla maniera del Times. Era l’ultima di una serie d’inchieste prodotte in quattro anni di lavoro di squadra, cominciato per il TG serale della BBC, per il giornale Britain’s Guardians e per il periodico Harper’s Magazine, setacciando quella poltiglia gelatinosa chiamata democrazia elettorale statunitense.

Ad ogni modo, la risposta alla domanda #1: Non avevo perso, perciò non ero stizzito. Questa inchiesta non riguardava John Kerry. Da giornalista, non lancio la moneta per stabilire quale ricco bambino bianco abbia vinto il gioco. Ma non sono così blasè da non curarmi della scomparsa della democrazia statunitense.
E voglio davvero sapere come abbiano mangiato la foglia, i Bush.

Come ci sono riusciti? Di nuovo. E come lo rifaranno nel 2008? La risposta arrivò appena dopo la mezzanotte dell’8 ottobre 2004, tre settimane prima del voto ufficiale, in una serie di straordinarie e-mail. Le e-mail erano indirizzate al segretario della campagna elettorale per la rielezione del Presidente a Washington. Parecchio strano, ma erano andate perse, e finirono nella mia casella di posta elettronica. A volte,cose così succedono.

La notte dei non conteggiati: come far sparire tre milioni di voti

Ma le e-mail ed il loro contenuto non avrebbero alcun significato, se voi non conosceste alcuni dei misteri sullo stile elettorale statunitense.

Innanzitutto, considerate l’esito degli exit-poll della CNN in Ohio, appena dopo la mezzanotte, al termine della giornata elettorale. Mostravano Kerry in vantaggio su Bush, fra le elettrici, del 53 % contro il 47 %, e fra gli elettori, del 51 % contro il 49 %.

E allora ecco la vostra domanda: quale terzo sesso ha conferito la vittoria, in Ohio, a Bush, consegnandogli la Casa Bianca?

Risposta: il Non Conteggiato.

In Ohio c’erano 153.237 schede semplicemente buttate via, molto più del margine di vittoria di Bush. Nel New Mexico i voti non conteggiati erano cinque volte superiori all’esiguo margine di vittoria di Bush di 5.988 voti. In Iowa,il trionfo di Bush per 13.498 voti era soverchiato dai 36.811 voti contestati. In tutto, ci sono più di tre milioni di voti scrutinati ma non conteggiati nelle elezioni presidenziali del 2004. La stima ufficiale è di molto inferiore (1.855.827 voti contestati, riportato dalla Commissione d’Assistenza Elettorale del governo federale). Ma i calcoli hanno trascurato i dati di molte città o di stati interi, troppo imbarazzate per riportare i voti non conteggiati.
Correggendo la sotto-stima del sotto-conteggio, il numero di voti non conteggiati va a 3.600.380. E ce ne saranno certamente molti altri che non abbiamo potuto verificare.

Perché il vostro governo non ve ne ha parlato? Hey,lo ha fatto. Nero su bianco, in un comunicato dell’ufficio federale del Census, pubblicato sette mesi dopo le elezioni, in una nota a margine sul rapporto della tornata elettorale. Il calcolo dei votanti del Census “si discosta” dal numero di schede vidimate dalla Segreteria della Casa dei Rappresentanti per la competizione elettorale alla presidenza del 2004, di 3,4 milioni di voti.

Questo è il conteggio celato che, ad eccezione della sommessa nota a margine del rapporto del Census, non è mai stato reso pubblico.

Sfortunatamente, non è tutto. In aggiunta ai tre milioni di schede non conteggiate a causa di “inconvenienti” tecnici, altri milioni vennero dispersi perché fu impedito agli elettori di imbucare le schede nelle urne. Questo gruppo di non voto include elettori illegalmente rifiutati alla registrazione, o erroneamente estromessi dai registri.

Fra le bizzarrie elettorali, la maggior parte di questi voti viene definita “scarto”. Lo “scarto”, non gli elettori, ha eletto il nostro presidente. Joe Stalin, ci insegna la storia, disse: “Non è la gente che vota a contare, ma chi conta i voti”. Se questo poteva essere vero nella vecchia Unione Sovietica, negli USA il gioco è molto, molto più sottile: Colui il quale si assicura che i voti non vengano conteggiati decide i nostri vincitori.

Nella competizione elettorale del 2004, milioni di Statunitensi, non senza ragione, temevano che i terminali computerizzati per il voto, le “scatole nere”, potessero far rimbalzare il voto da John Kerry a George Bush. Desolate immagini di un hacker geniale e diabolico nel bunker di Dick Cheney, che riscrive codici e falsa i conteggi. Ma non è andata così. Lo spauracchio dei computer era il diversivo usato dai prestigiatori per distrarre la vostra attenzione dalle loro mani.

Le nuove scatole nere hanno giocato il loro ruolo, sebbene secondario, ma il significato principale dell’enorme quantità di schede annullate, soprattutto quelle di poveri e neri, non vi fu spiegato, non vi fu reso noto, e, cosa più importante, non venne corretto ed è pronto a ripresentarsi in grande scala nel 2008.

Andai a dormire,la notte delle elezioni, con gli exit poll che davano Kerry vincente anche negli stati traballanti. Ma fra l’1:05 di notte e le 6:41 del mattino seguente,i folletti si erano messi al lavoro. Dalle prime ore del giorno,gli exit poll delle reti televisive, per l’Ohio, mostravano Kerry battuto da Bush fra le donne,e addirittura sotto di 5% fra gli uomini.

Cos’era successo? C’erano centinaia di elettori di Bush rinchiusi nelle cabine elettorali,e liberati alle due di notte, che reclamavano la loro scelta? Certo che no. Le società d’indagine delle televisioni applicarono un fantasioso algoritmo,la bacchetta magica del matematico, per avvicinare le proiezioni ai dati ufficiali.

E c’è di peggio. Per manipolare deliberatamente gli exit poll, i network soffocarono la voce che voleva segnalare l’enorme errore nel conteggio dei voti.

Cercando un democratico che difendesse la zona d’ombra fra gli exit poll e le stime “ufficiali”, i media incapparono in Dick Morris, il vecchio consigliere di Bill Clinton. Un esperto nel camminare sul filo sottile che separa la criminalità di second’ordine e l’ambizione psicopatica, Morris sa in quale direzione soffia il vento del suo prossimo cliente.

Morris disse: “Gli exit poll sono quasi sempre veritieri. Sono tanto attendibili le interviste fatte all’uscita dai seggi agli elettori, che molti paesi del terzo mondo li interpretano come indicatori dell’onestà dell’elezione stessa. Non si è mai sentito dire di exit poll distorte. Ma dimenticare sei seggi,è addirittura incredibile”.

La premessa era promettente, ma poi ritornò il vero Morris: “E’ inammissibile che gli addetti alle rilevazioni siano così incompetenti, e ciò favorisce la speculazione sul dubbio che possa trattarsi più che di un onesto errore”.

Allora, Dick, ci stai dicendo che una setta satanica composta da sei addetti agli exit poll, che nemmeno si piacevano l’un l’altro, aveva cospirato nella notte buia per far apparire Bush un ladro di voti.

C’è un’altra spiegazione: Kerry ha vinto.

Abbiamo il corpo (l’elezione ferita), abbiamo i fori dei proiettili (i voti persi), allora dove sono le pistole fumanti? Come ha fatto sparire quei voti il Partito Repubblicano? E perché lo spoglio delle schede dei democratici era pronto molto prima di quello dei repubblicani? Come è stato fatto?

Ma il piccolo Bill O’Reilly [famoso giornalista Usa, ndt] nelle vostre teste sta urlando: Facciamola finita; Muoviamoci, oramai.

Ciò che testarono nel 2000 e attuarono nel 2004, sono pronti a far esplodere nel grande appuntamento del 2008.

Greg Palast
Fonte: http://www.gregpalast.com/
Link: http://www.gregpalast.com/detail.cfm?artid=501&row=1
10.05.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SELENE MILITELLO

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