DI MICHEL CHOSSUDOVSKY
Non sarà che Israele sapeva in anticipo degli attentati terroristici ai tre hotel di Amman, in Giordania, che hanno portato alle morte di 57 persone?
Secondo una dichiarazione di un ufficiale giordano, le vittime includono 33 Giordani, sei Iracheni, due nativi del Bahrein, tre Cinesi, un Indonesiano, un Siriano, un Saudita e un Americano.
I cittadini israeliani sono stati evacuati prima dell’esplosione
Almeno due autorevoli fonti di informazione avanzano dubbi sulla versione ufficiale degli eventi.
Secondo Haaretz, Israele è riuscito, con la cooperazione delle forze di sicurezza giordane, a far evacuare discretamente molti cittadini Israeliani che si trovavano nell’hotel Radisson SAS prima dell’esplosione:“Molti Israeliani che si trovavano ieri al Radisson SAS sono stati evacuati prima dell’esplosione da forze di sicurezza giordane, apparentemente a causa di uno specifico allarme di sicurezza. Sono stati scortati fino ad Israele dal personale di sicurezza.
Il ministro degli esteri ha dichiarato ieri che non si sa di alcun turista israeliano ferito nelle esplosioni. I rappresentati dell’ambasciata israeliana ad Amman erano in contatto con le autorità locali per esaminare ogni riferimento di Israeliani feriti, ma non ne è stato ricevuto alcuno.” (Scores dead in three Amman hotel bombings; Israelis evacuated before attack, di Yoav Stern e Zohar Blumenkrantz, Haaretz, 9 novembre 2005, corsivo aggiunto).>
Inoltre, un resoconto pubblicato nel Los Angeles Times, citando una fonte autorevole, suggerisce anche che l’intelligence di Israele aveva sapeva in anticipo degli attacchi ma non sia intervenuta.
“Amos N. Guiora, un ex alto funzionario del contro-terrorismo israeliano, ha detto in un’intervista telefonica con il Times che delle fonti in Israele gli aveva detto anche delle evacuazioni prima degli attacchi.
Significa che c’erano delle ottime informazioni che questa cosa stesse per succedere”, ha detto Guiora, un ex leader delle forze di difesa israeliane che ora guida l’Institute for Global Security Law and Policy alla Case Western Reserve University di Cleveland”. (LA Times, 11 novembre 2005)
Secondo Amos N. Guiora:
“La domanda che ha bisogno di una risposta è perché i Giordani che lavoravano allo hotel non sono stati evacuati similmente?” (citato nel LA Times, op. cit)
[Amos N. Guiora]
Ritrattazione
Non c’è dubbio che sotto pressione sia dalle autorità giordane che da quelle israeliane, Yoav Stern e Zohar Blumenkrantz che sono stati gli autori del primo resoconto su Harretz il 9 novembre, abbiano ritrattato la loro dichiarazione che dei cittadini Israeliani erano stati evacuati prima dell’esplosione:
“Non c’è verità nel riferire che gli Israeliani nell’hotel Radisson SAS di Amman mercoledì fossero stati evacuati dalle forze di sicurezza giordane prima che l’attentato avesse luogo. Gli Israeliani sono stati scortati ad Israele dal personale di sicurezza giordano solo dopo che gli attentati si erano verificati, al contrario di come precedentemente riferito”. (No truth to report of Israeli evacuations before Amman bombs, di Yoav Stern, Haaretz, 10 novembre 2005)
Ironicamente, il giorno dopo, nel numero dell’11 novembre di Haaretz, la ritrattazione era stata ritrattata. Gli autori dell’articolo del 9 novembre, Yoav Stern e Zohar Blumenkrantz avevano riaffermato il loro resoconto precedente:
Un uomo d’affari arabo-israeliano era una delle vittime negli attacchi terroristici multipli, ha detto giovedì il ministro degli esteri a Gerusalemme. E’ stato detto che anche due agenti di sicurezza palestinesi di alto rango erano tra i morti. …Era ancora dubbio se ci fossero altre vittime israeliane nell’attacco. (…)>
Ore prima degli attentati, molti Israeliani erano stati evacuati dal Radisson SAS, uno degli hotel colpiti negli attacchi, apparentemente a causa di uno specifico allarme di sicurezza”. (Haaretz, 11 novembre 2005, corsivo aggiunto).
Il capo dell’intelligence palestinese muore negli attacchi
Nell’esplosione sono stati uccisi anche tre agenti di alto rango dell’intelligence palestinese che si trovavano all’hotel Hyatt, inclusi il generale Bashir Nafeh, capo dello spionaggio militare dell’Autorità Palestinese, e il colonnello Abed Allun, un agente di alto rango delle forze di sicurezza preventiva.
Al riguardo, l’analista russo Shamil Sultanov della commissione affari internazionali della Duma russa, ha puntato ad una “connection israeliana”. Secondo Sultanov, in un’intervista radiofonica, la morte del generale Bashir Nefeh “ha allontanato le chance di Muhammad Dahlan” (che attualmente detiene la posizione di ministro per gli affari civili), di rimpiazzare Mahmud Abbas come leader dell’Autorità Nazionale Palestinese. Sultanov suggerisce che questo cambio nella leadership entro l’Autorità Palestinese servirebbe gli interessi israeliani:
“Se considerate queste esplosioni, ci sono due punti chiave, dal mio punto di vista. Primo, la Giordana qui è un giocatore chiave per gli Americani. L’atteggiamento del nuovo re, Abdallah II che, tra l’altro è mezzo Inglese, è abbastanza complessa perché sono sorte delle contraddizioni tra la vecchia squadra giordana e il re negli ultimi sei mese, anche lo scorso anno. E in principio quel che è appena accaduto è un’ottima opportunità per Abdallah II di fare certi cambiamenti, a dir poco, alla sua squadra e per rafforzare la sua autorità personale, e così via.
E la seconda teoria a cui aderisco è la connection israeliana. Abu-Mazin [Mahmud Abbas], il leader dell’Autorità Nazionale Palestinese, è seriamente malato. E molti credono che il suo partito Fatah potrebbe non vincere con un tale leader, o definitivamente che non vincerà le elezioni parlamentari programmate nei prossimi pochi mesi. Così per un vasto numero di giocatori – per gli Americani, per Israele, per Sharon, per gli Egiziani – [Il ministro degli affari civili palestinese Muhammad] Dahlan sarebbe un giocatore e un politico ottimale per rimpiazzare Abu-Mazin. In questo senso, queste esplosioni, e in particolar modo l’omicidio, come risultato delle esplosioni, di Bashir Nafi, il capo dell’intellligence militare dell’Autorità Nazionale Palestinese, sono, dal mio punto di vista, uno spianare la strada a Dahlan”. (Radio Mayak, Mosca, in russo, 1214 gmt 11 nov 05, BBC Monitoring)
Il punto di vista russo è coerente con altre valutazioni sul ruolo di Dahlan, che ha attivamente collaborato dal 1994 al 2001 con le forze di difesa israeliane e lo Shin Bet nell’applicazione di misure restrittive e nell’arresto dei leader di Hamas. Secondo GlobalSecurity.org:
“Sia Israele che gli Stati Uniti [hanno] preparato Dahlan come successore di Arafat”.
[Muhammad Dahlan]
La delegazione della difesa cinese
Secondo la CNN, c’erano tre “studenti” cinesi tra i morti. I rapporti ufficiali, comunque, confermano che tre Cinesi erano effettivamente membri di una delegazione della difesa cinese in Giordania dalla National Defense University della Cina. Beijing ha portato di corsa ad Amman una squadra investigativa di alto livello integrata con i ministeri degli affari esteri e della difesa con l’intenzione di indagare sulle morti di tre Cinesi appartenenti al personale militare.
Per di più, il dottor Ghalib Abd-al-Mahdi, un alto funzionario economico iracheno e fratello del vice-presidente iracheno Adil Abd-al-Mahdi, è stato anch’esso ucciso nelle esplosioni.
L’accordo di intelligence congiunta tra Israele e la Giordania
Secondo un resoconto radiofonico israeliano, gli attacchi hanno aperto la strada verso la firma di un accordo di intelligence tra Israele e la Giordania.
“La Giordania sta firmando un accordo per la sicurezza e l’istituzione di un centro operativo per combattere il terrorismo in cooperazione con l’Egitto, l’Arabia Saudita e l’Autorità Nazionale Palestinese”. (Giornalista citato nella conferenza informativa del ministero degli esteri giordano, 13 novembre 2005)
Disinformazione mediatica
Gli attacchi sono stati immediatamente descritti nei media occidentale, senza prove corroboranti e prima di condurre un indagine, “come se presentassero i segni di Al Qaeda”.
Una dichiarazione che si presume essere stata scritta da “Al Qaeda in Iraq” è stato postata su un misterioso sito web islamista. Il post, che rivendicava la responsabilità per gli attacchi, dichiarava che gli attentati erano in risposta alla “cospirazione contro i Sunniti il cui sangue ed onore è stato versato dai Crociati e dagli Sciiti”.
Trasmessi dalla rete televisiva attorno al mondo, gli attacchi sono stati seguiti da marce di massa e da dimostrazione ad Amman dirette contro il cervello dei terroristi, Al Zarqawi.
Quel che i media occidentali, comunque, non hanno riferito, è l’atmosfera di incredulità e scetticismo che caratterizza l’opinione pubblica giordana. Discutendone apertamente e dibattendone nelle strade, come confermato da un recente articolo del New York Times (12 novembre 2005), molti Giordani credono che Israele sia dietro gli attentati.
Data: 13 novembre 2005
Fonte: www.GlobalResearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=viewArticle&code=CHO20051113&articleId=1238
(Nella foto inziale: il funerale dei Palestinesi morti nell’attentato)
Traduzione di CARLO MARTINI per www.comedonchisciotte.org