Israele perfeziona la tecnologia per la sorveglianza

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DI PHILIP GIRALDI

americanfreepress.net 

Viene concesso al Mossad e allo Shin Betdi trarre profitto militarmente e finanziariamente dal virus.

L’organizzazione di spionaggio esterna israeliana Mossad e la sua equivalente di spionaggio interno Shin Bet hanno una reputazione molto più grande dei loro successi reali, ma l’unica area in cui hanno eccelso è la raccolta elettronica di informazioni. I recenti spionaggi tramite tecnologia elettronica, intorno alla Casa Bianca e ad altri edifici federali a Washington, effettuati dall’Ambasciata israeliana dimostrano che Israele non fa molta differenza tra amici e nemici quando conduce lo spionaggio. In effetti, lo spionaggio mirato agli Stati Uniti è probabilmente la sua priorità numero uno, a causa del fatto che lo Stato ebraico è così fortemente dipendente dal supporto americano che si sente obbligato ad accertare quali discussioni relative a esso si svolgono in segreto.

La penetrazione israeliana delle telecomunicazioni negli Stati Uniti è iniziata negli anni ’90, quando società americane come AT&T e Verizon, le entrature principali della National Security Agency (NSA) per la sorveglianza delle comunicazioni, hanno iniziato a utilizzare hardware di produzione israeliana, in particolare per la sorveglianza delle forze dell’ordine e la registrazione dei clandestini. I dispositivi avevano una cosiddetta backdoor, il che significava che tutto ciò che facevano era condiviso con Israele. I cyber specialisti israeliani hanno persino fatto irruzione in reti classificate, con la NSA e l’FBI consapevoli di ciò che stava accadendo, ma non disposti a confrontarsi con “il miglior alleato dell’America”. Una volta il Presidente Bill Clinton ha detto scherzando a Monica Lewinski, che avrebbero dovuto evitare di usare il telefono dello Studio Ovale perché qualcuno avrebbe potuto ascoltare. Si stava riferendo a Israele.

Di certo, il settore high-tech dello Stato ebraico ha ricevuto molta assistenza nel suo sforzo per i “propri obiettivi”, fornita dagli Stati Uniti, che consente a Israele di fare offerte su contratti governativi relativi alla sicurezza nazionale, garantendo praticamente che eventuali innovazioni tecniche saranno rubato e riesportate da compagnie israeliane high-tech. Importanti innovatori tecnologici come Intel, che lavora con l’NSA, hanno iniziato la loro attività in Israele e hanno dichiarato pubblicamente: “Pensiamo a noi stessi come un’azienda israeliana tanto quanto una società statunitense”. Il vulture capitalist miliardario sionista Paul Singer è stato recentemente accusato di orientare posti di lavoro altamente pagati nel settore tecnologico degli Stati Uniti in Israele, posti che si perdono per sempre nell’economia americana.

Quindi, Israele è leader nell’uso delle risorse elettroniche per eseguire lo spionaggio e raccogliere informazioni su vari obiettivi di interesse. Israele è anche innovatore e le sue strette relazioni con la comunità di intelligence degli Stati Uniti, in particolare l’NSA, significano che le tecnologie e le procedure sviluppate dallo Stato ebraico appariranno inevitabilmente in America.

In ogni caso, gli Stati Uniti stanno lavorando duramente sui propri strumenti per la gestione dei cittadini, stimolati dall’isteria di Covid-19. Le carte d’identità speciali potrebbero aiutare a tenere traccia dello stato di salute delle persone. Questo stato verrebbe registrato e aggiornato su un chip leggibile dagli scanner governativi che, secondo alcuni resoconti, potrebbe essere riportato o addirittura incorporato in modo permanente nel corpo di ognuno. Un altro piano promosso in una joint venture da Apple e Google, che sembra avere il supporto della Casa Bianca, prevede “l’aggiunta di tecnologia alle loro piattaforme smartphone che avviserà gli utenti se sono entrati in contatto con una persona con Covid-19. Le persone devono optare per il sistema, ma ciò ha il potenziale per monitorare circa un terzo della popolazione mondiale”con il monitoraggio effettuato dai computer centrali. Una volta stabilito il principio legale, secondo cui i telefoni possono essere manipolati per eseguire quella che ora è una “ricerca illegale”, non vi sono limiti tecnici o pratici a quali altre attività potrebbero essere eseguite.

SVILUPPI IN ISRAELE

Tenendo conto di quei passi per controllare i movimenti di cittadini eventualmente contagiati, alcuni recenti sviluppi in Israele sono, per dirla con un eufemismo, inquietanti. Lo Stato ebraico sta attualmente effettuando la sorveglianza multi livello condotta in tempo reale 24 ore su 24, 7 giorni su 7 di tutti gli abitanti del Paese. Il giornalista investigativo e attivista per la pace Richard Silverstein descrive in dettaglio perché ciò sta accadendo ora, cosa significa e come funziona.

Per Silverstein, Israele, come ogni altro Stato autoritario, sta attualmente sfruttando la distrazione causata dalla pandemia di coronavirus. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, le cui fortune politiche sembravano svanire a causa di tre elezioni sospese, ha sfruttato la paura del virus per assumere poteri di emergenza e ottenere l’approvazione della Knesset per utilizzare un database nazionale altamente classificato “compilato dallo Shin Bet e comprendente dati personali privati su ogni cittadino israeliano, sia ebreo che palestinese. All’indomani dell’11 settembre, la Knesset israeliana ha segretamente assegnato alla sua agenzia di intelligence nazionale il compito di creare il database, che apparentemente era inteso come misura antiterrorismo”.

Il database, soprannominato “The Tool”, include nomi, indirizzi, numeri di telefono, lavoro e informazioni sul grado d’istruzione, ma va ben oltre ciò, nell’uso dei dati di localizzazione del telefono per registrare ogni telefonata effettuata dall’individuo, in modo da includere nomi e numeri di quelli chiamati e la geolocalizzazione del luogo da cui è stata effettuata la chiamata. Il monitoraggio del telefono ha anche permesso allo Shin Bet di creare un registro di dove il chiamante ha viaggiato in Israele e nei territori occupati. Anche l’uso di Internet, se attivo nel telefono, è stato registrato. È la sorveglianza più completa e totale di un individuo che è possibile ottenere e non comporta alcuna partecipazione umana, poiché tutto ciò viene fatto dal computer.

Netanyahu ha proclamato pubblicamente la sua intenzione di utilizzare il database, affermando che sarebbe stato impiegato per combattere il coronavirus, che ha descritto come una minaccia alla sopravvivenza nazionale. A seguito della crisi dichiarata, lui e il suo principale avversario, il leader del partito blu e bianco Benny Gantz, sono stati in grado di venire a patti il ​​20 aprile per formare un “governo di unità di emergenza nazionale”, con Netanyahu di nuovo come Primo Ministro. Lo sfruttamento della paura del virus, oltre al disvelamento del potente strumento tecnico di Israele per contrastarlo, ha prodotto una vittoria per Netanyahu, che si è efficacemente ritratto come un leader forte e indispensabile, cancellando lo stigma derivante dal suo processo in corso con l’accusa di massiccia corruzione mentre era in carica. Secondo quanto riferito, uno dei primi passi che Netanyahu intraprenderà è sostituire il Procuratore Generale e il Procuratore Statale che stavano tentando di mandarlo in prigione, eliminando efficacemente la minaccia che egli possa andare in prigione.

La rivelazione dell’esistenza del database ha inevitabilmente portato all’accusa che Netanyahu aveva, per tornaconto personale, disvelato l’arma antiterrorismo più potente di Israele. C’erano anche preoccupazioni riguardo al significato dell’enorme corpus di informazioni personali raccolte dallo Shin Bet, [fino a] includere suggerimenti che esso costituiva una grave violazione delle libertà civili. Ma la paura del virus, attentamente combinata con alcuni accordi e manovre politiche, ha significato che l’uso dei dati è stato infine approvato dal Comitato di Sicurezza della Knesset alla fine di marzo.

Israele, che ha chiuso i suoi confini e che ha ancora un livello relativamente basso di contagi e decessi da coronavirus, ha già iniziato a utilizzare il database dello Shin Bet, trasformando nel mentre i tentativi di affrontare la malattia come in qualcosa di simile a una guerra di intelligence. Le informazioni ottenute da “The Tool” consentono alla polizia e all’esercito di determinare se qualcuno è rimasto vicino a qualcun altro per più di qualche minuto. Se il contatto includeva qualcuno già contagiato, tutte le parti vengono poste in quarantena. Qualsiasi tentativo di eludere i controlli comporta l’arresto e la punizione a una pena detentiva di sei mesi più una multa di 1.500 dollari. I soldati armati che pattugliano le strade hanno il potere di interrogare chiunque si trovi in giro.

Il Mossad è anche coinvolto nella lotta contro il virus, vantandosi di aver “rubato” 100.000 mascherine e anche i respiratori a un Paese vicino, presumibilmente gli Emirati Arabi Uniti. Silverstein osserva che “il governo di estrema destra israeliana ha militarizzato il contagio. Proprio come un martello non ha mai incontrato un chiodo che non voleva martellare, è naturale per uno Stato di sicurezza nazionale come Israele considerare Covid-19 come una minaccia alla sicurezza, tanto quanto o più di una minaccia alla salute”. E quando si tratta di armi biologiche, Israele non è un parvenu. Ironia della sorte, la storia nascosta dietro la “guerra al coronavirus” è che Israele è esso stesso uno degli Stati più avanzati nello sviluppo e nella sperimentazione di armi biologiche nel suo laboratorio a Nes Tziona.

Just as a hammer never met a nail it didn’t want to pound

Tornando alla nascita di “The Tool”, il Ministro della Difesa Naftali Bennett ha anche suggerito di monetizzare il prodotto vendendone una “versione a uso civile”, che include il suo sistema operativo, le capacità analitiche e i dettagli di installazione a Paesi stranieri, tra cui gli Stati Uniti. Israele ha già commercializzato con successo alle agenzie di sicurezza e ai governi un prodotto simile chiamato Pegasus, che è stato descritto come il malware più sofisticato sul mercato.

Come “The Tool”, Pegasus esegue il data mining e l’analisi in tempo reale delle persone, sulla base di una serie di tecniche di raccolta. La cyber company israeliana NSO Group che commercializza Pegasus è stata recentemente coinvolta nel tentativo di hackerareWhats-App, il sistema di comunicazioni sicure di proprietà di Facebook, rivolto a giornalisti e attivisti politici, per conto di un client sconosciuto. Ironia della sorte, si ritiene che Facebook abbia precedentemente utilizzato i servizi un piuttosto ambigui del gruppo NSO. Forse più notoriamente, Pegasus è stato anche usato per monitorare i contatti e stabilire la posizione fisica nel caso del giornalista Jamal Khashoggi, che è stato assassinato da agenti dell’intelligence saudita a Istanbul.

Quindi, gli Americani dovrebbero stare attenti di fronte al nuovo software di sicurezza informatica promosso da Israele, perché lo Stato ebraico sta anche esportando la propria visione di uno Stato militarizzato, controllato centralmente, in cui tutti i diritti sono potenzialmente sacrificati per la sicurezza. Come ha già rivelato l’informatore Edward Snowden, l’NSA ha la capacità di raccogliere grandi quantità di informazioni sui cittadini. Se il governo degli Stati Uniti abboccherà all’amo e si muove nella direzione israeliana, usando quei dati per abilitare la sorveglianza e gestire tutto il popolo per tutto il tempo, la tentazione di utilizzare la nuova capacità sarà grande, anche se il suo uso non è, strettamente parlando, garantito.

E non ci sarà nessuno lì a dire no ai nuovi poteri, né al Congresso, alla Corte Suprema o alla Casa Bianca. E anche i media saranno dalla loro parte, sostenendo che la sicurezza contro le minacce esterne e interne richiede alcune violazioni dei diritti individuali. È uno dei paradossi della storia che gli Stati Uniti d’America, con le proprie vaste risorse, la grande popolazione e l’eredità della libertà individuale, stanno diventando più simili al proprio piccolo Stato cliente militarizzato, Israele. È una tendenza che deve essere contrastata a tutti i costi da ogni Americano che ha a cuore le libertà fondamentali.

 

Philip Giraldi è un ex specialista in antiterrorismo per la CIA e ufficiale dell’intelligence militare, editorialista e commentatore televisivo. È anche direttore esecutivo del Council for the National Interest. I suoi altri articoli appaiono sul sito web “The Unz Review”.

 

Fonte: https://americanfreepress.net/

Link: https://americanfreepress.net/israel-perfecting-surveillance-tech/

11/05/2020

 

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da NICKAL88

 

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