di Andrea Zambrano
Il 9 giugno prossimo verrà licenziato perché avrà esaurito l’anno di malattia. Poi, per Roberto Sciotta, 40 anni ad agosto si apriranno le porte della disoccupazione: invalido per colpa del vaccino, ma per lo Stato è un fantasma.
Eppure, le patologie insorte dopo l’inoculo sono tali e tante da far impallidire un “cronicario”: alla fibromialgia si aggiungono nell’ordine: fenomeno di Raynaud, connettivite, vasculite cutanea, Sindrome di Sjogren e sclerodermia. La sua vita dopo quella puntura è un inferno e il fatto di trovarsi a dover dipendere dagli altri, nella speranza che lo Stato, nel frattempo, gli riconosca un’invalidità che ad oggi non gli riconosce, è l’umiliazione più grossa per questo autotrasportatore di San Nicandro del Gargano che a un anno ormai dal vaccino vive allettato e si sposta con delle stampelle speciali che non gravano sulle mani.
Dopo un anno di lotta, in cui le malattie che gli sono state diagnosticate sono tutte con la definizione successiva al vaccino covid, Roberto ha paura. Sa che non potrà più tornare come prima, sa che non potrà più guidare il suo tir e sa che la fibromialgia di cui soffre, assieme a molte altre patologie incorse tutte dopo la vaccinazione del 6 giugno scorso, non se ne andranno.
Ha affidato il suo sfogo ad un video su Facebook. Una testimonianza cruda e commovente nella quale dice che vuole lottare e che non può non interrogare chi continua a intestardirsi sulla “bontà” senza se e senza ma dei vaccini anti covid o chi, come le istituzioni si volta dall’altra parte di fronte a questi drammi del dolore e dell’indifferenza. Roberto ha realizzato con la figlia Rosanna un video di sensibilizzazione sui malati di fibromialgia, patologia sempre più frequente e non ancora decifrata del tutto che però è esclusa dai Lea (Livelli essenziali di assistenza) e che quindi non dà diritto ad un riconoscimento né a indennizzi o invalidità civili.
Così, senza ormai nessuna prospettiva di lavoro, con davanti a sé solo la possibilità di una lunga, costosa e incerta battaglia legale e sindacale, Roberto si è rivolto alla Bussola perché qualcuno si accorga di questo dramma derivante dalla vaccinazione coatta a cui la popolazione è stata sottoposta nel corso del 2021. E a cui lui ha risposto il 6 giugno 2021 pentendosene subito dopo.
Roberto, il solito senso civico…?
Dopo le varie pressioni dell’azienda mi sembrava logico. Guidavo i camion frigo, ho girato con l’Italia in lockdown e mi sono reso conto di che cosa volesse dire un Paese fermo. Così, una domenica, di ritorno dal mare, ho deciso di partecipare a un open day.
Vaccino?
Ho fatto il Johnson monodose, un collega mi ha avvertito: “Basta andare, senza prenotazione”. Mi sono fidato.
E invece?
E invece ho scoperto solo dopo che era un open day riservato agli over 40. Perché a me invece non è stato impedito? È una delle cose che chiedo al governatore pugliese Michele Emiliano.
Dopo il vaccino quando sono comparsi i primi sintomi?
Poche ore dopo, la sera stessa avevo già un fortissimo mal di testa e dolore alle gambe unito al gonfiore.
Mai sofferto di questi disturbi?
Mai. Sano come un pesce, per fare 30mila km all’anno devi essere sano.
Che cosa decide di fare?
Dopo la comparsa di vene varicose e puntini rossi avverto una sensazione di fuoco che non ho mai provato. Ho cercato di non darci peso perché al centro vaccinale mi avevano detto che questi potevano essere i sintomi di eventuali reazioni avverse temporanee. Invece…
Invece?
Invece stava iniziando il mio calvario che mi avrebbe cambiato per sempre la vita.
Va in ospedale?
il giorno dopo. Mi faccio accompagnare al pronto soccorso di San Nicandro, mi visitano e non mi dicono niente di particolare, ma la dottoressa mi dice di andare alla Casa sollievo della sofferenza (l’ospedale di Padre Pio ndr.)
Ci va?
Il 9 sono a San Giovanni Rotondo: mi diagnosticano una linfoadenite con vasculite e mi somministrano eparina, per loro, in sostanza, è una reazione normale da vaccino. Niente di più. Invece io stavo sempre peggio. I dolori aumentano di giorno in giorno, salgono lungo gli arti superiori, arrivano alla schiena. Entro in malattia e il 18 giugno torno in pronto soccorso a San Severo: mi danno del pazzo e mi accusano di essermi fatto influenzare dalla televisione.
Che poi alla tv di reazioni avverse non si parla quasi mai…
Appunto.
Poi che succede?
Entro ed esco dagli ospedali per i giorni seguenti. Il 21 sono di nuovo a San Giovanni Rotondo, mi dimettono con una diagnosi di sciatalgia, sospettano un’ernia, ma io continuavo a spiegare che le mie caviglie erano gonfie, il problema non era alla schiena, ma alle gambe.
Problemi in precedenza?
Mai, mai, mai. Non avrei potuto fare l’autotrasportatore se non avessi avuto una salute di ferro.
Come prosegue?
Il 16 luglio non riesco più ad alzarmi, non muovo le gambe, sono paralizzato. Mi portano in pronto soccorso in sedia a rotelle e lì un medico mi dice: “E’ inammissibile che tu venga trattato in questa maniera”.
Che cosa voleva dire?
Che il mio problema non poteva essere trattato al pronto soccorso. Così mi ricovera in medicina interna e iniziano a sospettare una sindrome di Guillaime Barrè.
È una delle possibili conseguenze del vaccino, infatti…
Dopo dieci giorni di ospedalizzazione mi dimettono con una diagnosi di poliartralgie diffuse successive al vaccino e mi dicono di tornare a settembre dopo aver svolto la terapia. A settembre mi diagnosticano una fibromialgia successiva a vaccinazione.
È stato dal neurologo?
Ho fatto tutto, anche la risonanza magnetica, pure dallo psichiatra perché la fibromialgia viene curata anche con farmaci psichiatrici che regolano la soglia del dolore.
Nel frattempo, l’umore com’è?
Con quello che mi è capitato la psichiatra mi diagnostica anche una depressione successiva a questi eventi traumatici.
Beh… è il minimo…
Io stavo bene, guadagnavo bene, avrei potuto permettere a mia figlia di fare degli studi dignitosi, ma ora quella forza lavoro non c’è più in casa mia. Ma al di là della diagnosi non le dico i medici che hanno trattato con superficialità le ricadute psicologiche: c’è stato anche chi mi ha accusato di essere ansioso. Gli ho risposto: provi lei a non avere le forze per alzarsi dal letto e a non vedersi riconosciuta questa invalidità.
Questo è il punto.
La mia pelle si indurisce come una cotica, diventa sensibilissima al freddo perché ha subito una alterazione dei tessuti dei nervi periferici, soffro di spasmi, le dita delle mani sono ispessite, soffro di secchezza del cavo orale e oculare, in più fatico a riordinare certi pensieri. Si tratta di patologie autoimmuni correlate con la stimolazione del sistema immunitario. La nuova reumatologa è l’unica persona ha capito il mio problema: ha riconosciuto le patologie collegate al vaccino oltre alla fibromialgia.
Com’è la situazione invalidità?
Oltre al danno fisico non posso avere nessun tipo di riconoscimento, non posso fare domanda di invalidità perché si tratta di patologie che non sono inserite all’interno dei lea, quindi, non c’è un codice d’esenzione. Mi dovrò affidare a un legale.
E il lavoro?
Non posso più occuparmi di quello che facevo prima, anche solo per la compressa della pressione non potrei guidare l’autocarro. Il mio problema non è solo di salute, ma anche di come mantenere la mia famiglia.
La sua famiglia le sta vicino?
Sì, mia moglie e mia figlia soprattutto, ma non è semplice starmi vicino: a volte ho dolori lancinanti, mi sanguinano i denti e le gengive, non posso parlare. I miei genitori hanno perso 20 anni di vita per la pena di vedermi così: certe malattie diventano invalidanti anche per i famigliari che ti stanno accanto.
Quanti farmaci prende?
15 farmaci al giorno, quasi tutti a mie spese. Non le dico quanto ho speso fino ad oggi.
Che cosa chiede alle istituzioni?
Anzitutto alla Regione Puglia e al presidente Emiliano: perché mi avete fatto fare un vaccino che in quel momento non avrei dovuto fare?
E allo Stato?
Allo Stato vorrei chiedere di guardarmi: le mie patologie sono tutte croniche e invalidanti, io so già che la mia vita è destinata ad essere così per sempre, sono giovane, ma il Roberto di prima non c’è più: si è fermato per sempre il 6 giugno.
Ora inizierà una lunga battaglia legale perché le venga riconosciuta un’invalidità?
Ho una paura costante di venire a mancare, ci sono delle volte che ho paura di morire tanto sono forti i dolori. Ma ora la mia battaglia sarà questa. Lo devo a Rosanna e a mia moglie.
Fonte articolo: https://lanuovabq.it/it/io-invalido-dopo-il-vaccino-ma-per-lo-stato-non-esisto