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La Redazione

 

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Il “mondo nuovo” di Huxley è già realtà: la tecnologia manipola il nostro comportamento

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A cura di Markus
Il 21 Marzo 2021
11035 Views

Joseph Mercola
childrenshealthdefense.org

In un’intervista televisiva del 1958, Aldous Huxley aveva già previsto la capacità della tecnologia di aggirare il raziocinio e manipolare i comportamenti attraverso strumenti subliminali. Oggi, le piattaforme dei social media e i motori di ricerca usano sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale per controllare le informazioni che ci vengono proposte.

In sintesi:

Aldous Huxley ha scritto “Il mondo nuovo,” una angosciante visione di una società del futuro denominata “Stato Globale,” governata dalla scienza e dall’efficienza, dove le emozioni e l’individualità sono state cancellate e le relazioni personali ridotte al minimo

Quando Huxley aveva scritto il libro, vi era grande ottimismo in merito ai progressi tecnologici ed era ampiamente diffusa la convinzione che la tecnologia avrebbe risolto la maggior parte dei problemi dell’umanità. “Il mondo nuovo” dimostra l’ingenuità di tali speranze, facendo intravvedere cosa può accadere quando la tecnologia viene portata agli eccessi.

Huxley aveva predetto la capacità della tecnologia di aggirare la ragione e manipolare i comportamenti attraverso strumenti subliminali. Oggi, le piattaforme dei social media e i motori di ricerca usano sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale per spostare la nostra attenzione (in modo per noi inconsapevole) verso determinati tipi di informazione.

Le idee di Huxley sembrano aver influenzato la pianificazione tecnocratica. Infatti, l’agenda 2030 del World Economic Forum include un’insolita e infausta frase che afferma: “non possederai nulla e sarai felice.”

Huxley, nell’intervista, sostiene che, per creare il futuro distopico presentato nel suo libro, occorre centralizzare ricchezza, potere e controllo. Di conseguenza, la via per proteggersi da tutto ciò consiste nel preservare il decentramento.

Il video che riportiamo presenta un’intervista di Mike Wallace del 1958 ad Aldous Huxley. Costituisce davvero uno sguardo nel passato. Wallace fuma sul set e questo all’epoca era normale, come lo era per Rod Serling, il produttore di “Twilight Zone.” Curiosamente, entrambi avevano poi contratto il cancro.

Ricorderete che Huxley aveva scritto il romanzo classico “Il mondo nuovo,” in cui presentava una visione distopica di una società futura denominata “Stato Globale,” governata dalla scienza e dall’efficienza, dove le emozioni e l’individualità sono state cancellate e le relazioni personali ridotte al minimo.

I bambini vengono clonati e nutriti nelle “incubatrici,” dove sono condizionati fin dalla prima infanzia a rivestire il loro ruolo nella società. Non ci sono madri e padri e la procreazione naturale è proibita. Non ci sono unità familiari.

Gli embrioni sono selezionati e ricevono trattamenti ormonali differenziati in base alla categoria sociale a cui sono destinati, dalla più elevata, Alpha, alla Beta, Gamma, Delta, per finire con la più umile, la Epsilon. Gli Alfa vengono allevati ed addestrati al ruolo di leader, mentre gli Epsilon, privi di capacità intellettuali più elevate, sono destinati ai lavori umili,.

All’epoca in cui Huxley aveva scritto il libro, nel 1931(era stato poi pubblicato più tardi), l’ottimismo in merito ai progressi tecnologici era alto ed era diffusa la convinzione che la tecnologia avrebbe risolto la maggior parte dei problemi del mondo. “Il Mondo Nuovo” dimostra l’ingenuità di queste speranze, rivelando cosa può accadere quando la tecnocrazia viene portata all’estremo.

Huxley credeva che il mondo da lui rappresentato fosse già dietro l’angolo e, oggi, circa 60 anni dopo, stiamo iniziando a vedere lo “Stato Globale” di Huxley tutto intorno a noi, nella forma dell’agenda transumanista della Quarta Rivoluzione Industriale e del Grande Reset, progettato per intrappolarci in una rete di sorveglianza costante e di controllo esterno.

Nemici della libertà

Huxley aveva anche scritto una serie di saggi intitolati “I nemici della libertà,” che aveva commentato nel corso dell’intervista. La serie delineava “forze anonime” che “spingono progressivamente verso una riduzione delle libertà” e “strumenti tecnologici” che possono essere usati per accelerare il processo, imponendo sempre un maggior controllo sulla popolazione.

Huxley fa notare che, mano a mano che la tecnologia diventa più complessa ed intricata, per gestirla è necessario creare organizzazioni gerarchiche sempre più elaborate.

La tecnologia consente anche di avere macchine propagandistiche più efficienti, che possono essere gestite attraverso le stesse gerarchie di controllo.

Huxley cita il successo di Hitler, evidenziando che, accanto all’uso efficace del terrore e della violenza, “aveva usato anche una forma molto efficace di propaganda. Aveva la radio, che aveva utilizzato usato al massimo delle sue potenzialità, ed era stato capace di imporre il suo volere ad una massa enorme di persone.

Con l’avvento della televisione, Huxley aveva intravvisto come una leadership autoritaria avrebbe potuto diventare una sorta di “tamburo battente” per ogni singola idea, facendo quindi un vero e proprio lavaggio del cervello al pubblico.

Oltre a questo, Huxley aveva previsto la capacità della tecnologia di “aggirare la parte razionale dell’essere umano” e di manipolarne il comportamento, influenzando le persone a livello di subconscio. Questo è esattamente ciò che sta accadendo oggi.

Google e (in misura anche maggiore) Facebook stanno raccogliendo informazioni su di noi da circa vent’anni. Hanno creato grandi società di server capaci di analizzare queste informazioni e di ricavarne informazioni dettagliate, nonché software di intelligenza artificiale in grado di estrarre informazioni e generare dettagli incredibilmente precisi in merito al tipo di propaganda e narrativa richiesta per indurvi, senza che ve ne accorgiate, a comportarvi come vogliono loro

Huxley sottolinea anche i rischi legati alla pubblicità, soprattutto per quanto riguarda il marketing delle idee politiche o delle ideologie:

“La democrazia si basa sulla capacità del singolo elettore di attuare una scelta intelligente e razionale per quello che lui considera il proprio, assennato, interesse personale nelle varie circostanze ma…

“ci sono evidenti interessi nel vendere prodotti e ciò che i propagandisti delle dittature stanno facendo è di cercare di aggirare la parte razionale dell’uomo e fare appello direttamente a quelle forze inconsce che agiscono al di sotto della superficie, in modo tale da rendere in un certo modo inutile l’intero processo democratico, che è basato su una scelta consapevole o su un fondamento razionale… “

“I bambini sono abbastanza chiaramente più suggestionabili della media degli adulti e, di nuovo, immaginate che per, qualche ragione, tutta la propaganda sia nelle mani di una o di poche agenzie, [in questo caso] avreste un enorme potere su questi bambini che cresceranno e diventeranno poi adulti…”

“Potete leggere nelle riviste di settore importanti commenti che spiegano quanto sia necessario “mettere le mani” sui bambini, perché poi saranno consumatori fedeli nel tempo. Traducetelo in termini politici, un dittatore sa benissimo che, una volta diventati grandi, saranno dei leali acquirenti di ideologia.”

Il decentramento protegge la libertà. La centralizzazione ce ne priva.

Huxley sostiene che, per creare il futuro distopico descritto nel suo libro, serve centralizzare ricchezza, potere e controllo. Di conseguenza, il modo per proteggerci da tutto questo consiste nel preservare il decentramento. E’ sorprendente che, persino 60 anni fa, Huxley fosse sufficientemente saggio da comprendere questo principio così importante.

Credo che, in futuro, per prevenire la censura e la manipolazione sia necessaria la decentralizzazione di Internet. Questo significa che i siti web e le piattaforme non dovranno essere immagazzinate in un’unica sede centrale che possa essere facilmente controllata e manipolata, bensì ampiamente distribuiti tra migliaia, se non milioni, di computer in tutto il mondo. Funzionerebbe, perché se non c’è archiviazione centrale, non può esserci rimozione.

Le piattaforme decentrate permetterebbero di mantenere la maggior parte del potere presso l’individuo stesso. Anche le tecnologie che possono essere facilmente usate in modo improprio per controllare la narrativa pubblica dovrebbero rimanere ampiamente decentrate, in modo che nessuno, persona o agenzia, possa trovarsi a detenere un eccessivo potere, che consenta di manipolare ed influenzare il pubblico. I nostri attuali monopoli dei social media sono un esempio perfetto di quello su cui ci aveva messo in guardia Huxley.

Lo stesso accade per le istituzioni economiche. Oggi possiamo vedere come il ruolo della banca centrale (negli Usa la Federal Reserve) – una entità totalmente privata con il potere di disgregare intere nazioni per il proprio profitto – ci stia spingendo verso un nuovo sistema economico globale, che impoverirà e porterà tutti alle soglie di una vera e propria schiavitù, con l’eccezione degli stessi banchieri social-tecnocratici e dei loro alleati globalisti.

Il nostro orwelliano presente

Un contemporaneo, nonché studente di Huxley, era George Orwell (vero nome Eric Blair), autore di un altro classico distopico – “1984,” pubblicato nel 1949. I due libri, “1984” e “Il mondo nuovo,”  condividono la stessa caratteristica, entrambi infatti ritraggono un futuro privo di tutto ciò che noi associamo ad una vita salutare, libera, creativa, significativa e piacevole.

In “1984” il contesto è una società in cui un “Grande Fratello,” che tutto sa e tutto vede, governa con il pugno di ferro. I cittadini sono sotto costante controllo. La privacy non esiste ed il linguaggio è contorto, cosi da giustificare ed esaltare l’oppressione.

Alcune delle scene dell’anno appena trascorso potrebbero essere facilmente uscite dalle pagine di “1984,” quando, ad esempio, le sommosse venivano descritte da allegri mezzibusti televisivi come “proteste per lo più pacifiche,” anche se, dopo il loro passaggio, interi isolati erano avvolti dalle fiamme e la gente moriva dissangua nelle strade. Per chi conosce il libro, è stato difficile vedere queste scene senza ripensare al “bis-pensiero” di 1984.

Un confronto tra Orwell e Huxley

Ci sono, però, delle differenze tra le due opere. Mentre Orwell prevede popoli resi forzatamente schiavi da un ente esterno, e dal medesimo tenuti in tale condizione, nella visione di Huxley le persone sono state condizionate in modo così profondo da arrivare ad amare la loro servitù. A quel punto, in realtà, non serve più alcuna autorità esterna.

Se ci pensate, sono sicuro che sarete d’accordo che questa è chiaramente la strategia più efficiente per assicurarsi il controllo di una popolazione. La legge di Moore ed il miglioramento esponenziale nella capacità di calcolo dei computer ha accelerato in modo vertiginoso la possibilità delle “elites globali” di identificare con precisione proprio quel tipo controllo pacifico che avrebbe praticamente portato la maggioranza ad implorare la tirannia.

Ne “Il mondo nuovo” di Huxley la gente è innamorata delle tecnologie che impediscono loro di pensare e di agire in base al libero arbitrio e cosi sono gli stessi schiavizzati a tenere in piedi la struttura che li controlla.

Come aveva osservato Neil Postman nel suo libro,“Amusing Ourselves to Death: Public Discourse in the Age of Show Business,” [Divertirsi fino alla morte: il discorso pubblico nell’epoca dello show business], in cui confronta e mostra le differenze tra i due tipo di futuro proposti da Huxley e Orwell:

“Quello che Orwell temeva erano coloro che avrebbero bandito i libri. Quello che invece temeva Huxley era che non ci sarebbe  stato motivo di bandire i libri, perché non ci sarebbe stato nessuno che avrebbe desiderato leggerne uno. Orwell temeva coloro che ci avrebbero privati dell’informazione. Huxley temeva coloro che ce ne avrebbero data così tanta da ridurci alla passività e all’egoismo.

“Orwell temeva che la verità ci sarebbe stata nascosta. Huxley temeva che la verità sarebbe annegata in un mare di dettagli insignificanti. Orwell temeva che saremmo diventati una società in cattività. Huxley temeva che saremmo diventati una società superficiale, preoccupata solamente dei film sensoriali, degli orgy-porgy e della Palla Centrifuga.

“Come aveva osservato Huxley nel “Ritorno al Mondo Nuovo,” i libertari civili ed i razionalisti che sono sempre in allerta per opporsi alla tirannia, “hanno fallito nel non considerare l’appetito quasi infinito dell’essere umano per le distrazioni.”

In “1984” aveva aggiunto Huxley, le persone vengono controllate tramite il dolore fisico. Ne “Il mondo nuovo” vengono controllate con il piacere. In breve, Orwell temeva che quello che odiamo ci avrebbe distrutti mentre Huxley temeva che lo avrebbe fatto ciò che amiamo.

La promessa del Grande Reset

Si potrebbe discutere su chi avesse previsto con maggiore precisione il futuro, Orwell o Huxley, ma, dopo tutto, credo che oggi dovremmo assegnare la vittoria a pari merito, anche se mi sembra ovvio che Huxley era stato più preveggente, ed anche mentore di Orwell. Le preoccupazioni di Huxley sono molto più serie, dato che la programmazione è sostanzialmente silente, ed è ovvio che, lo scorso anno, i tecnocrati erano stati estremamente efficaci nell’attuazione di questa strategia.

Detto questo, noi oggi stiamo affrontando entrambe le minacce, quella dell’autoritarismo imposto dall’esterno e del controllo previsti da Orwell e quella della programmazione sovversiva e subliminale attraverso il futile intrattenimento e il fascino della comodità proposta da Huxley.

Senza dubbio, questa combinazione è molto potente e probabilmente anche molto più efficace di qualunque strategia di controllo a sé stante. Ho già accennato a come il lavoro di Orwell si rifletta nel mondo reale attuale attraverso l’esercizio mentale del “bis-pensiero” che arriva oggi dai media mainstream super centralizzati.

Per un esempio di come le idee di Huxley abbiamo influenzato la pianificazione tecnocratica, basta semplicemente guardare alla proposta globalista di “ricostruire meglio” e all’agenda 2030 del Word Economic Forum (riportata sotto), che include lo strano slogan “non possiederai nulla e sarai felice.”

https://youtu.be/lBBxWtKKQiA

La tacita allusione è che le risorse mondiali saranno possedute e controllate da una elite tecnocratica, e che voi dovrete pagare per l’utilizzo temporaneo di praticamente qualsiasi cosa. Nulla più vi apparterrà. Tutti i beni e le risorse saranno usate in modo collettivo, mentre la vera proprietà verrà riservata ad una ristretta compagine al vertice delle classi sociali.

Come potrà rendervi felici questa servitù imposta? Di nuovo, l’implicita allusione è che il non possedere nulla è una meravigliosa convenienza. Noleggiate una pentola e poi restituitela. Non avrete nemmeno bisogno di una credenza! Immaginate che libertà! Vi promettono addirittura la comodità di  consegne tramite drone, direttamente sulla porta di casa vostra.

L’intelligenza artificiale, che si sta appropriando dei dati relativi ad ogni aspetto della vostra esistenza attraverso praticamente ogni apparato tecnologico in vostro possesso, guiderà la vostra vita, predicendo ogni vostro stato d’animo e ogni vostro desiderio, fornendovi un servizio adeguato per ogni vostro capriccio. Ah, il lusso di non dover prendere nessuna decisione!

Questa è la mentalità in cui stanno cercando di programmarvi e, per la maggior parte delle persone, sembra funzionare. Per gli altri, quelli che riescono a vedere la propaganda per quello che è, queste promesse appaiono come le proverbiali trappole per topi. Una volta che avrete morso il formaggio, sarete bloccati, derubati per sempre della libertà. E, come aveva detto Huxley a Wallace, la libertà individuale è davvero il presupposto per una società realmente produttiva:

“La vita di un individuo è sostanzialmente impossibile senza un considerevole grado di libertà. L’intraprendenza e la creatività, due caratteristiche che noi consideriamo di valore, a mio parere correttamente, sono impossibili senza un’ampio grado di libertà.”

Quando Wallace lo provoca in merito a questa affermazione, sottolineando che quella che all’epoca era denominata Unione Sovietica si stava sviluppando con successo sia militarmente che artisticamente, nonostante fosse un regime strettamente controllato, Huxley replica che a quelli che svolgevano un lavoro creativo, specialmente agli scienziati, erano concesse più libertà e più incentivi economici che a chiunque altro.

Purché si tenessero lontani dalla politica, venivano innalzati al rango più alto e veniva loro concesso un notevole grado di libertà, e secondo Huxley, senza questa libertà, non avrebbero potuto essere cosi creativi ed ingegnosi.

La minaccia della Nuova Normalità

Questa disumana “Nuova Normalità” che i leader mondiali oggi ci incoraggiano ad accettare e sposare è la trappola di tutte le trappole. A meno che il vostro sogno più prezioso non sia quello di rimanere a letto per il resto della vostra vita, con il corpo che si atrofizza e un paio di occhiali VR permanentemente inforcati, dovete resistere ed opporvi a questa “Nuova Normalità,” ogni giorno, da ora in poi.

Come ha fatto notare l’editore della rivista Spiked, Brendan O’Neill, nel suo articolo del 5 febbraio 2021, mentre il primo lockdown era stato caratterizzato da un senso di cameratismo e dalla promessa che si trattava di una misura temporanea, che avremmo superato se avessimo affrontato il problema tutti insieme, al terzo lockdown tutte le forme di connessione sociale erano scomparse, cosi come l’aspettativa di un ritorno alla normalità.

Nel primo lockdown, il sogno della normalità era stato quello che aveva permesso alla gente di resistere; veniva attivamente incoraggiato da alcuni politici e, in parte, persino dai media più pessimisti. Questa volta, i sogni di normalità vengono trattati come “disfunzioni,” come una specie di “negazione,” scrive O’Neill.

Non commettete questo errore. Il fatto che i media sostengano minacciosamente che il ritorno alla normalità è solo un sogno irraggiungibile rientra nell’ambito di questa pericolosa propaganda. La realtà è che potremmo nuovamente riaprire tutto e ritornare a lavorare come al solito, e nulla cambierebbe in termini di malattie e di morti.

Di gente ne muore ogni anno. E’ una inevitabile realtà e, fino alle ultime due settimane del 2020, le morti registrate non erano assolutamente superiori a quelle dell’anno precedente, o a quello prima, o ai due precedenti.

Mentre i nuovi dati distribuiti dal CDC indicano che le ultime due settimane del 2020 avrebbero spinto la conta totale dei morti oltre il valore del 2019 (i dati definitivi non saranno disponibili ancora per mesi), si è semplicemente compreso che il COVID-19 non è letale come inizialmente si era sospettato. Uccide principalmente le persone anziane e le persone con malattie croniche; quello che è più interessante è che i suicidi tra gli adolescenti sono aumentati in modo drammatico con il perdurare dei lockdown e la chiusura delle scuole.

In più, oggi abbiamo a disposizione mezzi di profilassi e cure efficaci, in grado di ridurre drasticamente il numero dei decessi da COVID-19. Nonostante ciò, i nostri leader non voglio ragionare in questi termini. Vogliono che continuiate ad avere paura, perché apprezzano molto il valore della paura nel catalizzare proprio quel tipo di capitolazione e di arrendevolezza di cui hanno bisogno per implementare il Grande Reset.

Tragicamente, molti cittadini hanno abbracciato a tal punto la cultura della paura che non c’è nemmeno più bisogno di una figura autoritaria a dir loro di rispettare delle regole che non portano a nessun vantaggio di tipo sanitario. Agiranno felicemente come polizia COVID designata, assicurandosi che tutti attorno a loro rispettino le regole imposte.

Non c’è furia paragonabile a quella di una persona colta dalla malsana convinzione che morirà se non indosserà la mascherina. Questo non è modo di vivere. Non è sensato né salutare e le opere profetiche di Huxley ed Orwell ci fanno vedere dove andremo a finire, se non ci opporremo.

Mai arrendersi alla Nuova Normalità

Per concludere, vorrei riflettere su alcune parti dell’articolo di O’Neill, quando ci mette in guardia sulla minaccia posta dalla cultura della paura stessa, tanto pericolosa e nociva quanto qualsiasi virus:

“[Spiked] afferma che il COVID-19… verrebbe rifratto attraverso la cultura della paura,  con il rischio di danneggiare la nostra capacità di comprendere ed affrontare questo nuovo pericolo. Questo è ciò che è successo. Lo spostamento da una finta solidarietà sociale all’incoraggiare la popolazione a considerarsi ammalata rappresenta una vittoria per la visione degradata dell’umanità regalataci dalla cultura della paura.

“La prima mossa del governo, l’aver incoraggiato la gente ad assumersi la responsabilità di limitare le proprie interazioni sociali, usando il vecchio metodo del terrore per assicurare il rispetto delle misure di lockdown, aveva confermato che la cultura della paura aveva degradato le persone, da cittadini da coinvolgere a problemi da gestire.

“Il fallimento nel garantire l’educazione della generazione futura testimonia l’esaurimento della fiducia borghese, dello stato stesso, che sostiene la cultura della paura.

“E l’attuale minaccia di una Nuova Normalità, di una definitiva distopia post-pandemica di pseudo-interazioni distanziate e mascherate, dimostra che il nostro futuro verrà modellato, almeno parzialmente, dalle ideologie e dalle forze della cultura della paura…

“Si, la nuova normalità pubblicizzata dalle elite politiche e culturali sarà in parte influenzata dall’esperienza del COVID-19 e dalla necessità di essere preparati ad un virus futuro. Ma sarà anche modellata… dalla cultura della paura e dalle conseguenti ideologie anti- umane e anti – progressiste…

“Presto, il compito pratico di minimizzare e gestire l’impatto del COVID-19 sarà ampiamente terminato, lasciandoci il ben più arduo onere umanistico di combattere questa cultura e perorare la causa di un futuro più libero, più dinamico e affascinante di crescita, conoscenza ed impegno.

Coloro che sottostimano la cultura della paura saranno mal preparati per questa futura battaglia. Saranno portati ad arrendersi alla Nuova Normalità. Il resto di noi dovrà rimanere saldo, anche di fronte agli insulti e alle rappresentazioni deliberatamente ingannevoli, e dovrà continuare a riconoscere e a combattere le reali e debilitanti conseguenze della paura per la vita quotidiana e il futuro dell’umanità.”

Joseph Mercola

Fonte: childrenshealthdefense.org
Link: https://childrenshealthdefense.org/defender/brave-new-world-author-predicts-big-techs-power/
08.03.2021
Tradotto da Luna per comedonchisciotte.org

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