Di Paolo Borgognone
Rendiamoci conto che quella stessa UE che per anni, con i suoi tecnocrati e bankieri, ci ha detto che il modello di welfare “cui eravamo abituati” era ormai insostenibile per mancanza di soldi in cassa, ora spende 800 MILIARDI in una guerra che è sempre meno per procura e sempre più persa ma che tale non può essere dichiarata pena la sopravvivenza politica dei governi e delle élite che l’hanno voluta.
E allora ecco che, per guadagnare un po’ di tempo e garantirsi un po’ di ossigeno, i soldi che dicevano mancare per sanità, sicurezza, cultura e lavoro, li trovano subito.
E non li si può neanche accusare di “vivere al di sopra delle loro possibilità” perché ci dicono di spendere questi soldi non per loro, non sia mai, ma per tutelare la nostra libertà e la democrazia. Lo stanno facendo per noi e manco li ringraziamo!!!
Salvo poi annullare le elezioni laddove a vincerle non è il loro candidato (Romania docet). Salvo poi costringere popolazioni intere a dover ottenere un lasciapassare per vivere. E altro… Perché questi 800 MILIARDI? Ma è facile: in gioco c’è TUTTO: il potere militare, il potere politico, il potere economico.
Ma soprattutto c’è quello che a loro sta più a cuore e che non possono permettersi di perdere: il potere culturale, sull’immaginario, le sovrastrutture culturali (e psicologiche) che per ora tengono in piedi la baracca e che, se la guerra viene persa e lo si ammette, cascano come un castello di carte. E se cascano quelle, l’effetto domino coinvolge tutto il resto, dall’economia alle istituzioni UE.
È in gioco il liberalismo, e non possono giocarselo. Il liberalismo val ben 800 MILIARDI?…
Di Paolo Borgognone
Paolo Borgognone. Storico, scrittore e saggista,
Fonte: https://t.me/paolo_borgognone/3046
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Questi grafici parlano da soli.
Da mesi la grande finanza sta uscendo dai titoli delle grandi compagnie farmaceutiche e della transizione energetica e si sta riposizionando massicciamente sui titoli della difesa. Il processo, come si può vedere, è in atto da tempo, da ben prima dell’elezione di Donald Trump.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni, a ben guardare, è una grande sceneggiata, con un copione recitato a memoria dagli attori e un finale già scritto. Diciamolo, alla fine il riarmo dell’Europa fa comodo a tutti: alla finanza, che aveva urgente bisogno di una nuova bolla, agli Stati Uniti, che da decenni chiedono agli alleati europei di spendere di più per la difesa, alla Commissione Europea, che attraverso il ReArmEU spera oggi di frenare le forze centrifughe e di cementificare finalmente l’architettura dell’Unione, fino agli stati nazionali, i quali mugugnano e si fingono perplessi, ma sotto sotto sperano attraverso l’aumento della spesa pubblica per la difesa di rilanciare un’economia esangue. La trama è già decisa da tempo, il resto sono diversivi, variazioni sul tema, effetti speciali.
Tutti ci guadagnano, insomma. Tutti meno i cittadini. Il piano di Ursula von der Leyen approvato oggi da 26 paesi membri su 27 prevede che 150 miliardi degli 800 previsti siano a debito, ossia vengano raccolti sul mercato mediante l’emissione di obbligazioni. Gli altri 650 dovranno venire dagli stati membri, i quali avranno la scelta tra aumentare le imposte, tagliare altre voci di spesa o optare per un mix di entrambe le cose.
Nessuno a Bruxelles o a Washington crede seriamente che Putin domani o dopodomani invaderà l’Europa. Ma a loro fa comodo che voi ci crediate. Così, quando alla prossima finanziaria vi chiederete come mai è stata data un’altra sforbiciata alla sanità, alla scuola o ad altri servizi, vi potranno rispondere che è un sacrificio necessario per difendere il vostro paese, la vostra democrazia, i valori della vostra Unione Europea.
Non resta che darvi la buonanotte, sempre che riusciate a dormire.
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Giubbe Rosse – https://t.me/rossobruni/49667
07.03.2025