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La Redazione

 

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IL SECONDO 11 SETTEMBRE DEL PENTAGONO

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A cura di God
Il 22 Agosto 2006
108 Views
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blankDI MICHEL CHOSSUDOVSKY
Global Research

Un altro attacco in stile 11 settembre può creare sia una giustificazione sia una opportunità per scatenarsi contro alcuni obiettivi prestabiliti

Una caratteristica essenziale della “difesa” nel caso di un secondo grande attacco negli Stati Uniti è la”offesa”, secondo il Segretario alla Sicurezza Nazionale Michael Chertoff: “La sicurezza nazionale è parte di una più generale strategia che porta la battaglia sul campo del nemico” (Trascrizione completa del discorso di marzo 2005 di Chertoff)

Nei mesi successivi gli attentati di Londra del 7 luglio, è stato riportato che il Vice Presidente Dick Cheney ha dato istruzioni allo USSTRATCOM per mettere a punto un piano di contingenza “da essere attuato in risposta ad un altro attacco in stile 11 Settembre contro gli Stati Uniti”. Implicato nel piano di contingenza era la certezza che dietro il Secondo 11 settembre ci sarebbe stato l’Iran.Questo “piano di contingenza” usava il pretesto di un “secondo 11 settembre”, che non è ancora accaduto, per preparare una grande operazione militare contro l’Iran, mentre veniva anche esercitata pressione su Tehran per il suo (non esistente) programma di armamento nucleare.

Quello che fu diabolico in questa decisione del Vice Presidente degli Stati Uniti era la giustificazione presentata da Cheney per sferrare guerra all’Iran basata sul coinvolgimento dell’Iran in un ipotetico attacco terroristico contro gli usa, che non è ancora successo:

Il piano include un vasto attacco aereo che impieghi sia armi convenzionali che nucleari tattiche. In Iran ci sono oltre 450 grandi obiettivi strategici, inclusi molti sospetti siti legati al programma delle armi nucleari. Molti degli obiettivi sono rinforzati o sono sotterranei e non possono essere eliminati con armi convenzionali, da qui l’opzione nucleare. Come nel caso dell’Iraq, la risposta non è connessa al fatto che l’Iran sia realmente stato coinvolto nell’atto di terrorismo diretto contro gli Stati Uniti. Molti alti ufficiali delle Forze Aeree coinvolti nella pianificazione si dice siano sconcertati dalle implicazioni di quello che stanno facendo – che si stia programmando un attacco nucleare non provocato all’Iran – ma nessuno è pronto a rovinare la sua carriera ponendo delle obiezioni (Philip Giraldi, Attacco all’Iran: guerra nucleare preventiva, American Conservative del 2 agosto 2005)

Dobbiamo forse intuire che gli strateghi militari statunitensi, britannici ed israeliani stanno aspettando nel limbo un secondo 11 settembre, per estendere la guerra oltre i confini del Libano, per lanciare un’operazione militare diretta contro Siria ed Iran?

Il “piano di contingenza” proposto da Cheney non si focalizzava nel prevenire un secondo 11 settembre.

Il piano di Cheney è fondato sulla presunzione che l’Iran sia responsabile di un secondo 11 settembre e che possano essere immediatamente attivati i bombardamenti punitivi, prima della conduzione di un’indagine, in modo molto simile agli attacchi all’Afghanistan nell’ottobre del 2001, presumibilmente in risposta al presunto supporto del Governo Talebano ai terroristi dell’11 Settembre. E’ importante notare che non si programma una guerra in 3 settimane: il bombardamento e l’invasione dell’Afghanistan era stato pianificato molto prima dell’11 Settembre. Come Michael Keefer spiega in un incisivo articolo:

Ad un livello più profondo, implica che “attacchi terroristici in stile 11 settembre” siano considerati da Cheney e dal Pentagono come metodi appropriati per legalizzare guerre di aggressione contro ogni paese selezionato per quel trattamentl dal regime e dal suo sistema mediatico di amplificazione della propaganda… (Keefer, febbraio 2006)

In una dichiarazione tempestiva, appena pochi giorni dopo il massacro del bombardamento sul Libano, il Vice Presidente Cheney ha ripetuto il suo avvertimento: “Il nemico che ci ha colpito l’11 Settembre è diviso e debole, ma ancora letale, ancora determinato a colpirci ancora” (Waterloo Courier, Iowa, 19 luglio 2006, corsivo aggiunto).

“Giustificazione ed opportunità per una rappresaglia contro… gli stati sponsor [del Terrorismo]”

Nell’aprile 2006, il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ha lanciato un piano militare di vasta portata per combattere il terrorismo nel mondo, con la prospettiva di vendicarsi nel caso di un secondo grande attacco terroristico negli Stati Uniti.

“Il Segretario alla Difesa Donald H. Rumsfeld ha approvato il piano militare più ambizioso elaborato finora per combattere il terrorismo nel mondo e per attaccare più rapidamente e decisivamente nel caso di un altro grande attacco terroristico negli Stati Uniti, secondo i funzionari della difesa.

Il piano a lungo atteso per la guerra globale al terrorismo, così come i due piani subordinati approvati anche questi da Rumsfeld negli scorsi mesi, sono considerati la massima priorità del Pentagono, secondo funzionari ben informati dei tre documenti che hanno parlato in condizione di anonimato perchè non sono autorizzati a parlarne pubblicamente.

I dettagli dei piani sono segreti, ma in generale prefigurano un ruolo significativamente allargato per l’esercito – ed in particolare, una crescente forza delle truppe di elite per le Operazioni Speciali – operazioni continue per combattere il terrorismo al di fuori delle zone di guerra come Iraq e Afghanistan. Sviluppati in oltre tre anni dal Comando Operazioni Speciali (SOCOM) di Tampa, i piani riflettono un rafforzamento del ruolo del pentagono in settori tradizionalmente di competenza della CIA e del Dipartimento di Stato (Washington Post, 23 aprile 2006)

Questo piano è ideato sulla possibilità di un secondo 11 settembre e sul bisogno di una rappresaglia se e quando gli Stati Uniti siano stati attaccati:

[i]”Un terzo piano stabilisce come l’esercito può sia interrompere che rispondere ad un altro grande attacco terroristico contro gli Stati Uniti. Include lunghi allegati che offrono un ventaglio di opzioni all’esercito per una veloce rappresaglia contro specifici gruppi terroristici, individui o stati sponsor in relazione a chi si crede sia dietro un attacco. Un altro attacco potrebbe creare sia una giustificazione sia una opportunità che manca oggi per una rappresaglia contro alcuni obietivi noti, secondo funzionari ed funzionari della difesa, che conoscono il piano.

Il piano dettaglia “quale tipo di terroristi o responsabili colpiremmo in caso di contesa. Non è ancora il tempo”, ha aggiunto un funzionario, il quale ha chiesto di non essere identificato a causa della delicatezza dell’argomento (grassetti aggiunti, WP 23 aprile 2006)

La presunzione di questo documento militare, è che un secondo attacco in stile 11 settembre “che manca oggi” creerebbe sia una “giustificazione che una opportunità” per sferrare guerra ad “alcuni obiettivi noti [Iran e Siria]”.

L’annuncio del 10 Agosto da parte delle autorità britanniche di uno sventato attacco su larga scala che avrebbe fatto saltare in aria simultaneamente fino a 10 aeroplani, dà l’impressione che sia il mondo Occidentale piuttosto che il Medio Oriente ad essere sotto attacco.

Le realtà sono capovolte. La campagna di disinformazione è a pieno regime. I media britannici e statunitensi, in modo crescente, stanno suggerendo la “guerra preventiva” come un atto di “autodifesa” contro Al Qaeda e gli Stati sponsor del terrorismo, i quali si dice stiano preparando un secondo 11 settembre. L’obbietto sotteso, mediante la paura e l’intimidazione, è in ultima analisi costruire il conenso pubblico per la prossima fase dalla “guerra al terrorismo” in Medio Oriente, diretta contro la Siria e l’Iran.

Versione originale

Michel Chossudovky
Fonte: http://www.globalresearch.ca/
Link
11.08.2006

Versione italiana

Fonte: http://luogocomune.net/
Link: http://luogocomune.net/site/modules/news/article.php?storyid=1354

Traduzione a cura di GOLDSTEIN

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