IL PIANO SIONISTA PER IL MEDIO ORIENTE

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DI XYMPHORA

Il piano sionista per il Medio Oriente, e ne esiste uno, scritto da Wurmser e la sua cricca, descritto come ‘teoria dei birilli’ – vedi l’articolo classico di Brian Whitaker (lo stesso articolo qui con aggiunti gli hyperlink; altri articoli del sempre eccellente Whitaker sono qui; vedi questo e questo in particolare), si può riassumere nei seguenti punti:

1. Far uscire la Siria dal Libano (fatto);

2. Destabilizzare ulteriormente il Libano (un progetto in corso);

3. Sostituire il governo in Siria con uno che sia favorevole ad Israele (aspetto più importante nella lista delle cose da fare);

4. Gli Stati Uniti combattono la guerra di Israele e rovesciano il governo di Saddam (fatto);

5. Le brutale occupazione statunitense costringe l’Iraq a dividersi in tre parti, curdi, sunniti e sciiti (in corso; e il bisogno sionista di una lunga occupazione per essere sicuri che la l’Iraq si divida, spiega il supporto altrimenti inspiegabile dei democratici all’occupazione);

6. I curdi alleati degli israeliani prendono la terra ricca di petrolio ora abitata da arabi e turkmeni (ben avviato);

7. Il re di Giordania regna sui sunniti in Iraq (pazzo, ma uno dei preferiti di Wurmser);

8. I giacimenti di petrolio iracheni finiscono nelle mani di un governo sciita ‘moderato’ (in realtà sembra che ci siano delle forze che spingono i moderati fuori dal potere);

9. Il governo sciita moderato in Iraq influenza il governo iraniano affinché diventi analogamente moderato e pro-occidentale/pro-israeliano (folle; l’ingerenza sionista sta portando tutti gli sciiti a diventare più conservatori);

10. L’influenza combinata degli sciiti in Iraq e Iran ha provocato un’insurrezione sciita sui giacimenti petroliferi in Arabia Saudita, togliendo all’attuale leadership saudita il controllo sul petrolio, e spingendola in un’enclave povera e priva di potere intorno a Mecca/Medina (questo è l’ultimo obiettivo sionista, togliere l’‘arma del petrolio’ dalle mani dei principi sauditi).

Non menzionato in questa lista è il primo birillo, e cioè spingere i palestinesi in Giordania, e gli ultimi birilli, spianare la strada al Grande Israele, compreso l’enorme problema dei rapporti con l’Egitto.

Ci sono due cose da precisare sulla lista. La prima è che è completamente folle. Non solo il fatto che si tratti di intellettuali che giocano con la vita di milioni di persone, solo per aiutare un immorale imperialismo sionista, ma perché devono succedere così tante cose completamente improbabili nella giusta sequenza perché possa avere successo. Wurmser non è solo un pazzo; è un pazzo incompetente.

Seconda cosa, vediamo il vero ruolo del petrolio in questo piano. I sionisti sono ossessionati dall’‘arma del petrolio’, e trovano insopportabile che ci sia anche solo una possibilità che gli untermenschen possano portare ad un cambio nella politica statunitense nei confronti del Medio Oriente. Strateghi geopolitici britannici e statunitensi hanno passato gli ultimi cento anni sistemando il Medio Oriente in maniera perfetta per permettere alle loro compagnie petrolifere di sfruttare il petrolio. Non può esistere un gruppo di alleati più affidabili degli sceicchi del petrolio (che naturalmente sono ben pagati per i loro servizi). Dal momento che tutto è stato organizzato alla perfezione, non sono le compagnie petrolifere, o gli strateghi statunitensi sicuri di se che vogliono ulteriori conflitti in Medio Oriente, conflitti che probabilmente distruggeranno l’intero sistema. Sono solo quelli che vogliono distruggere l’‘arma del petrolio’ a desiderarli. Ai sionisti non interessano le condizioni delle compagnie petrolifere né quello che gli statunitensi e il mondo dovranno pagare per il petrolio. L’unica cosa che gli interessa è l’imperialismo israeliano.

Ecco il preveggente paragrafo dell’articolo di Whitaker del 3 settembre 2002:

“Con alcuni autori del piano ‘Clean Break’ (piano ‘piazza pulita’ per incendiare tutto il Medio Oriente, ndt) che ora occupano posizioni chiave a Washington, il piano per Israele di ‘sovrastare’ i suoi nemici riorganizzando il Medio Oriente sembra un buon affare che oggi è ancora più realizzabile rispetto al 1996. Gli statunitensi potrebbero addirittura essere persuasi a perdere la vita per raggiungere lo scopo”.

Quanto ancora sono disposti a cedere gli statunitensi?

Xymphora
Fonte: http://xymphora.blogspot.com/
Link: http://xymphora.blogspot.com/2006/07/zionist-plan-for-middle-east.html
05.07.2006

QUALCHE NOTIZIA IN PIU’ SUL PIANO SIONISTA

Dall’ultimo articolo di Seymour Hersh sugli sforzi del Pentagono per scongiurare un disastroso attacco all’Iran:

“La leadership militare sta sollevando anche argomenti tattici contro l’ipotesi di bombardare l’Iran, molti dei quali sono correlati alle conseguenze per l’Iraq. Secondo il Generale Maggiore dell’esercito in pensione William Nash, che era generale comandandante della Prima Divisione Corazzata, ha prestato servizio in Iraq e in Bosnia e ha lavorato per le Nazioni Unite in Kosovo, attaccare l’Iraq intensificherebbe i rischi per gli statunitensi e le forze della coalizione in Iraq. ‘Cosa succederebbe se centomila volontari iraniani oltrepassassero il confine?’ Si chiede Nash. ‘Se bombardiamo l’Iran, non possono rispondere militarmente via aria, solo via terra o via mare, e solo in Iraq o nel Golfo. Uno stratega militare non può escludere questa possibilità e non può supporre su una base ideologica che gli iraniani non lo facciano. Non stiamo parlando di vittoria o sconfitta, solo del danno che l’Iran potrebbe causare ai nostri interessi’. Nash, ora membro anziano del Consiglio per le relazioni con l’estero, ha detto, ‘La prima risposta possibile sarebbe quella di mandare delle truppe in Iraq. E, dal momento che l’esercito iracheno ha capacità limitate, significa che le forze della coalizione dovrebbero impegnarle’”.

prosegue:

“Per contro, alcuni conservatori stanno obiettando che la posizione degli Stati Uniti in Iraq migliorerebbe se l’Iran decidesse di rispondere lì ad un’offensiva, secondo un consulente del governo, in stretti rapporti con i leader civili del Pentagono, perché l’interferenza iraniana dividerebbe gli sciiti fra accampamenti pro e anti-iraniani, e unirebbe i curdi e i sunniti. Anche i falchi dell’Iran nella Casa Bianca e nel Dipartimento di stato, compresi Elliott Abrams e Michael Doran, entrambi consiglieri del Consiglio nazionale di Sicurezza sul Medio Oriente, hanno una risposta per coloro che credono che il bombardamento dell’Iran metterebbe a repentaglio i soldati statunitensi in Iraq, ha detto il consulente. Così descrive la controargomentazione: ‘Sì, gli statunitensi verrebbero attaccati, ma lo sono anche adesso’”.

L’idea, se ci si riesce a credere, è che un attacco all’Iran sarebbe una cosa buona perché provocherebbe un’interferenza iraniana in Iraq, cosa che accelererebbe l’obiettivo sionista di suddividere l’Iraq in tre parti. Non stanno neanche più cercando di nascondere i loro proposito. Il fatto che molti altri soldati statunitensi, per non parlare degli iracheni, finirebbero per morire non è cosa che riguarda i civili sionisti al Pentagono.

L’articolo di Hersh ovviamente è un prodotto del Pentagono, e fa sembrare i suoi guerrafondai un po’ troppo eroici. Per fortuna l’opinione pubblica israeliana informata è contraria all’attacco contro l’Iran, così gli sforzi compiuti dal club dei miliardari ebrei e dai suoi dipendenti nel governo statunitense non andranno a buon fine. La mancanza di unanimità rende i fautori dell’attacco all’Iran molto meno potenti rispetto a quelli che volevano attaccare l’Iraq. D’altro canto la Siria è in grave pericolo. È da sottolineare come Olmert stia contemporaneamente punendo i civili a Gaza, come se Hamas a Gaza fosse responsabile per aver rapito il prigioniero di guerra, e come stia facendo mosse bellicose nei confronti della Siria, basate sulla teoria che il rapimento sia stato opera di palestinesi rifugiatisi a Damasco. In etrambi i casi, non può averla vinta. Con estremo disappunto dap arte di Israele e dei sionisti della Casa Bianca, la Siria ha eluso il complotto quando Mehlis (Detlev Mehlis, il magistrato che guida l’inchiesta della Nazioni Unite sull’assassinio dell’ex premier libanese, Rafik Hariri, ndt. ) è stato sostituito da un onesto magistrato, ma per la Siria è ancora previsto un cambio di governo, che quasi certamente coinvolgerà truppe statunitensi. La Siria è la prossima sulla check-list di quello che i sionisti costringeranno a fare agli statunitensi per conto di Israele.

Xymphora
Fonte: http://xymphora.blogspot.com/
Link: http://xymphora.blogspot.com/2006/07/more-on-zionist-plan.html
06.07.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di OLIMPIA BERTOLDINI

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