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Il peccato antigenico originale – Il pericolo nascosto delle vaccinazioni COVID

A causa di un processo noto come "imprinting immunitario" che mette in ginocchio il sistema immunitario potremmo trovarci di fronte all'"inverno oscuro" preconizzato dal Presidente Biden
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A cura di Markus
Il 1 Ottobre 2022
22715 Views

Dr. Joseph Mercola
takecontrol.substack.com

LA STORIA IN BREVE

• – Gli scienziati avvertono che ripetuti richiami dei vaccini COVID potrebbero provocare un calo immunitario attraverso un processo noto come “peccato antigenico originale” o “imprinting immunitario.”

• – Il peccato antigenico originale descrive il modo in cui la prima esposizione a un virus modella il risultato delle successive esposizioni a ceppi antigenicamente correlati. Il risultato finale è che si diventa sempre più inclini a contrarre infezioni sintomatiche.

• – I dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie confermano che le persone che hanno fatto due o tre richiami dei vaccini COVID hanno maggiori probabilità di ammalarsi di COVID sei-otto mesi dopo l’ultima dose rispetto a chi non ne ha fatti.

• – Le autorità sanitarie potrebbero ulteriormente peggiorare la situazione spingendo quest’autunno le persone a sottoporsi contemporaneamente al richiamo bivalente COVID aggiornato e al vaccino antinfluenzale quadrivalente.

• – Il vaccino COVID e il vaccino antinfluenzale sono rispettivamente la prima e la seconda iniezione più pericolosa, in base alle segnalazioni di eventi avversi e ai pagamenti effettuati dal Programma di risarcimento per gli infortuni da vaccino degli Stati Uniti. Entrambi sono anche in grado di diffondersi e possono rendere più inclini alle infezioni quando la loro protezione si esaurisce.

•La COVID-19 è in corso da quasi tre anni e, dopo l’introduzione di una nuova serie di richiami COVID non testati, alcuni scienziati stanno facendo un passo indietro, avvertendo che ci sono ancora domande senza risposta sul funzionamento di questi prodotti.

• A loro dire, è necessario condurre ulteriori ricerche su quello che è noto come “peccato antigenico originale” o “imprinting immunitario,” che si riferisce al modo in cui il sistema immunitario risponde alle ripetute introduzioni delle varianti COVID.

Capire il peccato antigenico originale

La seguente descrizione del peccato antigenico originale era stata pubblicata in un articolo del Journal of Immunology del gennaio 2019 intitolato “Original Antigenic Sin: How First Exposure Shapes Lifelong Anti-Influenza Virus Immune Responses” [1]:

“Il termine ‘peccato antigenico originale’ (OAS) è stato usato per la prima volta negli anni ’60 per descrivere come la prima esposizione al virus dell’influenza modelli l’esito delle successive esposizioni a ceppi antigenicamente correlati. Nei decenni successivi è stato dimostrato che le risposte simili all’OAS svolgono un ruolo fondamentale sia nella protezione che nella suscettibilità alle infezioni.

L’OAS può anche avere un ruolo deterministico importante nell’efficacia differenziale delle risposte al vaccino antinfluenzale osservate per varie coorti di età nelle varie stagioni…

L’OAS descrive il fenomeno per cui lo sviluppo dell’immunità contro agenti patogeni è modellato dalla prima esposizione ad un agente patogeno correlato … le infezioni successive con ceppi di virus influenzali simili potenziano in modo preferenziale la risposta anticorpale contro il ceppo originale …

Il ruolo critico dell’esposizione primaria nel modellare la composizione del repertorio anticorpale non è stato osservato solo negli esseri umani dopo infezioni da virus influenzale; questo fenomeno è stato osservato anche in modelli animali e nel contesto di altri agenti infettivi.

Ad esempio, ulteriori esperimenti di assorbimento del siero in furetti infettati in successione con tre diversi ceppi di virus influenzale hanno dimostrato che, dopo la serie di infezioni, quasi tutti gli anticorpi dell’ospite erano reattivi contro il primo ceppo e solo una frazione degli anticorpi sierici poteva essere assorbita dal virus secondario e meno ancora dal virus terziario.”

Un esempio semplificato

Ecco un riassunto divulgativo che illustra questo fenomeno nel modo più semplice possibile, nel contesto della COVID:

– Se siete stati esposti al ceppo originale del SARS-CoV-2 di Wuhan, il vostro sistema immunitario umorale è programmato per produrre anticorpi contro quel virus specifico. Allo stesso modo, se avete fatto il vaccino, il vostro corpo produrrà anticorpi contro la proteina spike virale formulata nell’iniezione.

– Se si è esposti al ceppo Delta, il sistema immunitario risponde innanzitutto incrementando la produzione degli anticorpi originali, mentre gli anticorpi specifici contro il Delta vengono prodotti in quantità molto minore, poiché l’organismo ha bisogno di tempo per rispondere al nuovo ceppo.

– Se si è esposti ad una variante Omicron, il sistema immunitario risponde nuovamente aumentando la produzione degli anticorpi originali, mentre gli anticorpi contro Omicron vengono prodotti in quantità ancora minore rispetto a quelli contro Delta.

Come risultato di questo processo, ad ogni esposizione ad una nuova variante, vengono “potenziati” gli anticorpi originali. Con il tempo, quindi, questi anticorpi diventano predominanti.

Il processo è (almeno teoricamente) lo stesso per tutte le vaccinazioni. Ogni dose di richiamo potenzia o rafforza gli anticorpi originali, rendendoli sempre più predominanti. Il problema è che potrebbero non essere efficaci nel neutralizzare i ceppi più recenti (a seconda della quantità di mutazioni), rendendo così il paziente sempre più soggetto ad infezioni sintomatiche.

I richiami frequenti possono ritorcersi contro di voi

Come riportato da ABC News [2]:

“Alcuni esperti sono preoccupati dal fatto che il frequente ricorso alla versione originale del vaccino possa aver inavvertitamente esacerbato l’imprinting immunitario. A questo punto della pandemia, alcuni adulti hanno ricevuto quattro o più dosi dello stesso vaccino …

[Alcuni] scienziati temono un potenziale ritorno di fiamma [della patologia], visto che le continue dosi di richiamo potrebbero mettere in difficoltà il sistema immunitario innato dell’organismo e lasciarlo esposto a varianti radicalmente diverse che potrebbero emergere in futuro.

Questo è importante se si continuano a somministrare dosi di richiamo basate sul ceppo [originale] e si continua a bloccare le persone in quella risposta originale.

Diventa più difficile per loro rispondere ad un virus completamente diverso,” afferma il dottor Paul Offit, professore di pediatria al Children’s Hospital di Filadelfia…

Potrebbe essere necessario prendere in considerazione anche la tempistica dei vaccini, dato che la nazione passa dalle dosi originali ai richiami aggiornati.

È vero che i richiami migliori sono quelli che vengono somministrati di rado, ma, dal punto di vista immunologico, se i richiami sono eccessivi e troppo frequenti, alla fine si ha spesso una risposta immunitaria più bassa,” ha dichiarato [il direttore del centro di virologia e ricerca sui vaccini del Beth Israel Deaconess Medical Center, Dr. Dan] Barouch.”

I dati confermano l’efficacia negativa dopo la seconda dose

Nel video qui sopra, la dottoressa Meryl Nass esamina i dati ufficiali dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, che confermano che le persone a cui sono stati somministrati due o tre vaccini COVID hanno maggiori probabilità di ammalarsi di COVID da sei a otto mesi dopo l’ultima dose rispetto a chi non ne aveva fatta nessuna.

Dovreste farvi la doppia dose del richiamo COVID e del vaccino antinfluenzale?

Attualmente, le nostre sconsiderate autorità sanitarie stanno potenzialmente peggiorando ulteriormente la situazione, spingendo la gente a sottoporsi contemporaneamente al richiamo bivalente COVID aggiornato e al vaccino contro l’influenza stagionale.

All’inizio di settembre 2022, il dottor Anthony Fauci, consigliere medico della Casa Bianca, ha esortato gli Americani a “fare il vaccino COVID-19 aggiornato non appena ne avrete la possibilità” e il coordinatore per la COVID della Casa Bianca, Ashish Jha, il 6 settembre, ha dichiarato: “Credo davvero che questo sia il motivo per cui Dio ci ha dato due braccia, una per il vaccino antinfluenzale e l’altra per il vaccino COVID” – un’affermazione che vivrà nell’infamia come uno dei commenti più ridicoli mai pronunciati da un funzionario della sanità pubblica [3].

Un problema, anche se non il più importante, è che è ancora troppo presto per un vaccino antinfluenzale. Come ha osservato STAT News [4]:

“La protezione generata dai vaccini antinfluenzali si erode abbastanza rapidamente nel corso di una stagione influenzale. Una dose di vaccino somministrata all’inizio di settembre può offrire una protezione limitata se la stagione influenzale non raggiunge il picco prima di febbraio o addirittura marzo, come era successo durante la stagione 2021-2022, insolitamente tardiva.”
Se si inizia adesso, non sono un grande fan di questo vaccino,” ha dichiarato a STAT Florian Krammer, esperto di influenza presso la Mount Sinai School of Medicine di New York. Capisco perché viene promossa, ma da un punto di vista immunologico non ha molto senso.”

STAT cita una ricerca che dimostra che l’efficacia del vaccino antinfluenzale diminuisce di circa il 18% ogni 28 giorni successivi alla vaccinazione. Ciò che non menziona è il fatto che, storicamente, il vaccino antinfluenzale ha avuto un’efficacia ben al di sotto del 50%. I vaccini antinfluenzali del 2018/2019, ad esempio, che avevano superato quelli del 2017/2018, avevano un’efficacia aggiustata del [5]:

– 29% per tutte le età
– 49% per i bambini di età compresa tra 6 mesi e 8 anni
– 6% per i bambini dai 9 ai 17 anni
– 25% per gli adulti di età compresa tra i 18 e i 49 anni
– 12% per gli over 50

Questo potrebbe diventare l'”inverno oscuro” preconizzato da Biden

Da quando sono state introdotte le vaccinazioni COVID, si sospetta che si verifichi una sorta di shedding [trasmissione] tra vaccinati e non vaccinati [6]. Con la vaccinazione antinfluenzale di massa, la possibilità di trasmissione è ulteriormente esacerbata e non si sa che tipo di mutazioni virali possa produrre la combinazione di un vaccino COVID bivalente e di un vaccino antinfluenzale quadrivalente.

Uno studio [7] pubblicato il 18 gennaio 2018 sulla rivista PNAS ha dimostrato che le persone che ricevono il vaccino antinfluenzale stagionale e poi contraggono l’influenza espellono i virus influenzali infettivi attraverso la respirazione.

Inoltre, coloro che sono stati vaccinati per due stagioni di seguito presentavano una maggiore carica virale di virus influenzali A. Secondo gli autori, “abbiamo osservato uno spargimento di aerosol 6,3 volte maggiore tra i casi vaccinati nella stagione in corso e in quella precedente rispetto a quelli non vaccinati in quelle due stagioni.”

Questo studio ha anche evidenziato la possibilità che la vaccinazione antinfluenzale annuale possa portare ad una riduzione nel tempo della protezione contro l’influenza e che ogni vaccinazione successiva possa rendere progressivamente più inclini ad ammalarsi. Questo, ancora una volta, è il fenomeno del peccato antigenico originale discusso in precedenza.

Ora, combinando la possibilità del peccato antigenico per la COVID con il peccato antigenico per l’influenza, cosa potremmo ottenere? Chi lo sa? La ricerca [8] ha anche dimostrato che la stimolazione del sistema immunitario con il vaccino antinfluenzale può rendere più suscettibili alle infezioni batteriche, e di cosa sono piene le mascherine facciali? Batteri.

Nel complesso, potremmo trovarci di fronte all'”inverno oscuro” che, secondo l’avvertimento del presidente Biden l’anno scorso, avrebbe colpito i non vaccinati. Ma a soffrire di più saranno coloro che hanno ricevuto il richiamo COVID e l’antinfluenzale quadrivalente. Il resto di noi si spera che eviterà i problemi, a patto di mantenere forte il proprio sistema immunitario.

Entrambi i vaccini sono associati a gravi effetti collaterali

Oltre alla possibilità del peccato antigenico sia per il vaccino COVID che per quello antinfluenzale, c’è la possibilità di subire gravi effetti collaterali da una o entrambe le iniezioni. Prima dell’avvento del vaccino COVID, le lesioni conseguenti alla vaccinazione antinfluenzale erano la richiesta di risarcimento più frequente nell’ambito del Programma federale di indennizzo degli infortuni da vaccino (VICP).

Tra il 1° gennaio 2006 e il 31 dicembre 2019, sono state presentate in totale 5.407 richieste di risarcimento per lesioni da vaccino antinfluenzale, di cui 4.614 sono state indennizzate [9]. Sulla base delle richieste e dei risarcimenti VICP, il vaccino antinfluenzale era il vaccino più rischioso in circolazione. Il vaccino COVID, tuttavia, aveva fatto passare in secondo piano il vaccino antinfluenzale già nelle prime settimane di utilizzo.

Al 2 settembre 2022, dopo soli 21 mesi di esistenza dei vaccini COVID, sono state segnalate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) 1.400.350 lesioni post-vaccinazione [10]. Si tratta di oltre la metà di tutte le segnalazioni VAERS raccolte per tutti i vaccini dalla sua nascita, 32 anni fa.

Quindi, quest’autunno, stanno dicendo alla gente di mettersi in fila per le due iniezioni più rischiose e letali in circolazione. A mio avviso, si tratta di un’azione sconsiderata e vi invito a non adottare questa strategia. È inquietante che i media affermino che sottoporsi contemporaneamente al vaccino antinfluenzale e al vaccino COVID sia “sicuro” [11]. Eppure non ci sono assolutamente dati a sostegno di questa affermazione. Si tratta di una pura supposizione.

Il Vaccine Journal avverte della possibilità di gravi effetti collaterali

Il fatto che i vaccini COVID possano causare gravi effetti collaterali è evidente già solo dai dati VAERS, ma cominciano a emergere anche studi che rianalizzano i dati dei trial originali presentati alla Food and Drug Administration statunitense, studi che confermano la rischiosità di queste iniezioni.

Recentemente, uno studio [12] [13] pubblicato sulla rivista Vaccine ha concluso che i vaccini COVID di Pfizer e Moderna sono associati ad un “eccesso di rischio di eventi avversi gravi di particolare interesse” in media del 16% in più rispetto al placebo. Come riportato in dettaglio nel documento [14]:

“Nel 2020, prima del lancio del vaccino COVID-19, la Brighton Collaboration aveva creato un elenco prioritario, approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, di potenziali eventi avversi rilevanti per il vaccino COVID-19. Abbiamo adattato la lista della Brighton Collaboration per valutare gli eventi avversi gravi di particolare interesse osservati negli studi sul vaccino COVID-19 a base di mRNA.

Metodi: Analisi secondaria degli eventi avversi gravi riportati negli studi clinici randomizzati di fase III, controllati con placebo, sui vaccini COVID-19 a base di mRNA di Pfizer e Moderna negli adulti… concentrando l’analisi sugli eventi avversi di particolare interesse della Brighton Collaboration.

Risultati: I vaccini COVID-19 a mRNA di Pfizer e Moderna sono stati associati ad un eccesso di rischio di eventi avversi gravi di particolare interesse rispettivamente di 10,1 e 15,1 per 10.000 vaccinati …. Insieme, i vaccini a mRNA sono stati associati ad un eccesso di rischio di eventi avversi gravi di particolare interesse pari a 12,5 per 10.000 vaccinati …

Lo studio Pfizer ha mostrato un rischio maggiore del 36% di eventi avversi gravi nel gruppo del vaccino; differenza di rischio 18,0 per 10.000 vaccinati … Lo studio Moderna ha mostrato un rischio maggiore del 6% di eventi avversi gravi nel gruppo del vaccino: differenza di rischio 7,1 per 10.000 …

L’eccesso di rischio di eventi avversi gravi riscontrato nel nostro studio evidenzia la necessità di analisi formali del rapporto danni-benefici, in particolare di analisi stratificate in base al rischio di esiti gravi COVID-19 . Queste analisi richiederanno la pubblicazione dei dati a livello dei partecipanti.”

I ricercatori chiedono la pubblicazione dei dati dei pazienti

In una lettera aperta indirizzata agli amministratori delegati di Pfizer e Moderna pubblicata su The BMJ [15] , gli autori di questo articolo su Vaccine chiedono la pubblicazione di tutti i dati clinici, compresi quelli dei singoli partecipanti, in modo da poter effettuare una rianalisi più approfondita:

“Lo sforzo per preparare questi set di dati è minimo, e non sono necessari dati potenzialmente identificativi… Oggi (31 agosto) è stato pubblicato sulla rivista Vaccine il nostro studio sugli eventi avversi gravi negli studi di fase 3 sul vaccino COVID-19 di Pfizer e Moderna.

I risultati hanno mostrato che [i vaccini] sia Pfizer che Moderna hanno mostrato un aumento del rischio assoluto di eventi avversi gravi di particolare interesse (combinati, 1 ogni 800 vaccinati), sollevando la preoccupazione che i vaccini a mRNA siano associati a più danni di quanto inizialmente stimato al momento dell’autorizzazione di emergenza.

Riconosciamo che le nostre stime sono solo approssimative perché i dati originali sono ancora secretati. Ad esempio, non abbiamo potuto effettuare una stratificazione per età, che aiuterebbe a chiarire le popolazioni in cui i benefici superano i danni.

Una determinazione più definitiva dei danni e dei benefici effettivi richiede dati individuali dei partecipanti (IPD) che non sono ancora disponibili per i ricercatori… I vaccini COVID-19 sono oggi tra i farmaci più diffusi nella storia del mondo.

Eppure, i risultati degli studi clinici non possono essere verificati da analisti indipendenti. Il pubblico ha il legittimo diritto ad un’analisi imparziale di questi dati…

La trasparenza, la riproducibilità e la replica sono pietre miliari della scienza di alta qualità. È giunto il momento per Pfizer e Moderna di permettere a scienziati e medici indipendenti di accedere ai dati originali e di replicare le analisi.”

I vaccini COVID sono collegati ad un eccesso di mortalità

I vaccini COVID sembrano anche essere responsabili del rapido aumento dell’eccesso di mortalità in tutto il mondo. Come riportato l’8 settembre 2022 da The Defender [16], i vaccini COVID stanno causando lesioni su una scala mai vista prima nella storia della medicina.

Eppure, i governi di tutto il mondo stanno chiudendo un occhio. Anche la maggior parte dei ricercatori medici evita questi dati come la peste, per il timore di vedersi bloccare i finanziamenti. Due professori universitari in Germania, tuttavia, hanno lottato contro questa tendenza.

Lo psicologo Christof Kuhbandner e Matthias Reitzner, uno statistico, hanno analizzato i dati sulla mortalità in eccesso dell’Ufficio Federale di Statistica tedesco (Bundesamt für Statistik) per il periodo compreso tra il 2020 e l’agosto del 2022 [17] [18].

Applicando l’analisi attuariale ai dati di mortalità per tutte le cause – cioè stimando il numero di decessi per tutte le cause in questi anni se non ci fosse stata la pandemia e confrontandolo poi con i decessi per tutte le cause osservati – hanno scoperto che il numero di morti nel 2020, al culmine della pandemia, era in realtà vicino al numero previsto.

Nel 2021, invece, il numero di morti osservato era “due deviazioni standard empiriche sopra il numero previsto.” Inoltre, l’aumento della mortalità aveva iniziato a farsi sentire solo dopo l’aprile di quell’anno. Uno schema simile è stato osservato anche per i nati morti, che sono aumentati dell’11% nel secondo trimestre del 2021.

La figura seguente illustra le differenze nell’eccesso di mortalità tra il 2020, l’anno del virus, e il 2021, l’anno dei vaccini COVID [19] [20]. Osservando le fasce d’età, si nota una cosa molto strana. Nel 2021, l’eccesso di mortalità era stato più elevato tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 79 anni, mentre nel 2020 l’infezione da COVID aveva ucciso soprattutto gli anziani, di età compresa tra i 70 e i 79 anni.

La mortalità nelle fasce d’età tra i 15 e i 29 anni e tra i 50 e i 59 anni, durante la pandemia, prima dei vaccini, era in realtà inferiore alla media, e l’eccesso di mortalità tra i bambini era ben al di sotto della media. Tuttavia, nel 2021, l’eccesso di mortalità è cresciuto per tutti i gruppi di età, non solo per gli anziani. Ciò suggerisce fortemente che non era stato il virus COVID il fattore primario, ma piuttosto le iniezioni sperimentali.

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Kuhbandner e Reitzner notano inoltre che ci sono stati picchi di mortalità in eccesso in aprile e maggio e di nuovo in settembre, novembre e dicembre 2021. Il picco di aprile/maggio coincide con il lancio del vaccino COVID in Germania, mentre gli aumenti in autunno sono correlati alle campagne di richiamo.

Il seguente grafico [21] [22] illustra la stretta correlazione tra i dati della mortalità in eccesso e le dosi di richiamo somministrate.

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A mio parere, non c’è dubbio che i vaccini COVID stiano causando più danni che benefici e la combinazione di un richiamo COVID bivalente riformulato e mai testato con un vaccino antinfluenzale quadrivalente potrebbe essere potenzialmente disastrosa.

Dr. Joseph Mercola

Riferimenti:

Fonte: takecontrol.substack.com
Link: https://takecontrol.substack.com/p/original-antigenic-sin-covid-19
27.09.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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