Il maccartismo nell’Europa di oggi

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DI AIDAN O’BRIEN

Grande Fratello [parlando in inglese – ovviamente – con accento americano]: “Sei o sei mai stato favorevole alla vecchia esperienza comunista nell’Europa dell’Est?”

Yanis Varoufakis: “No! Mai!”

Grande Fratello: “E la Russia di oggi?”

Yanis Varoufakis: “È un posto sinistro ed inutile!”

Cosa possono pensare gli europei oggi? Quali parole magiche aiutano l’esposizione mediatica? Quali pensieri sono proibiti?

La mente affilatissima di Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze greco e fondatore del Movimento Democrazia in Europa 2025 (DiEM25), è una buona indicatrice del pensiero europeo contemporaneo. Che è quello di superficialità corrotta.

Varoufakis si dichiara un “europeista”. In effetti, a giudicare dal suo ultimo libro Adults in the Room, l’Europa è tutto ciò a cui pensa. O, per essere più precisi, l’Unione Europea e come impedirne la caduta. “Democrazia, pluralismo ed incrollabile europeismo” sono le sue soluzioni ai problemi dell’Unione. Queste e l’anti-comunismo.

Quando si trova faccia a faccia con il più grande falco dell’UE, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble, Varoufakis definisce e difende sé stesso e la “sinistra radicale” in Grecia.

“Mi stai paragonando ad un ministro benintenzionato della Repubblica Democratica Tedesca…?”, ho chiesto. “Lascia che ti rassicuri, Wolfgang… Sono un democratico convinto, un pluralista determinato ed un europeista incrollabile. E lo sono anche i miei colleghi di Syriza. Non abbiamo… [alcunché]… in comune [con il comunismo della Germania Est]”.

Varoufakis pensava che disconoscere il comunismo avrebbe dato credibilità a lui ed al suo partito di “sinistra radicale” nel 2015.

Ma Varoufakis non si ferma qui – vuole disperatamente essere un buon europeo. Nel suo resoconto del periodo della crisi dell’Eurozona, evidenzia altri pensieri che intendono sostenere la sua europeità.

A pagina due, inquadra l’Europa attuale: “Putin si starà fregando le mani, vedendo come l’Occidente si stia incredibilmente indebolendo”. Per questo autore veramente europeo è un dato di fatto che “Putin” si stia godendo la caduta dell’Occidente!

Alcune righe dopo il nostro eroe europeo dice: “non ci sono ‘buoni’ o ‘cattivi’ in questo libro”. Ma sullo sfondo, naturalmente, c’è un cattivo “regime” che non può tollerare.

A pagina 347 afferma con calma: “Putin e il suo regime hanno un trascorso terribile sui diritti umani: noi, i cui unici veri sostenitori sono stati i progressisti europei, vogliamo veramente essere associati ad un paese del genere?”.

Allora con chi ci associamo, noi buoni europei? Varoufakis non risponde esplicitamente a questa domanda perché la risposta è ovvia: l’America. Il macellaio dell’Arabia ed il padrino del capitalismo zombie – gli umanitari USA – sono apparentemente l’unica opzione progressista dell’Europa.

Varoufakis non ha alcuna complicazione quando si tratta di legarsi al Deep State americano. Nella sua lotta per essere un buon europeo, abbraccia apertamente Larry Summers, Jeffrey Sachs, Bernie Saunders e Barack Obama.

Nella sua lotta (il suo ‘Mein Kampf’) per essere un buon europeo, Varoufakis è chiaro: non voleva inimicarsi l’America. E così ha convinto Syriza a gettare via i suoi piani davvero radicali del 2012. Piani che includevano, ad esempio, la chiusura di “tutte le basi straniere in Grecia ed il ritiro dalla NATO”.

In un discorso del 2013, scritto da lui, Syriza informò direttamente la Brookings Institution che la politica estera degli Stati Uniti non era un problema. In altre parole, la crisi umanitaria in Medio Oriente causata dagli americani non era un problema per il buon europeo.

E questo ci porta al grande spazio vuoto nella comprensione di Varoufakis dell’Europa di oggi: l’imperialismo. Joseph McCarthy sarebbe stato orgoglioso. Perché, mentre sottolinea il suo anticomunismo e la sua russofobia, questo buon europeo – Varoufakis – manca completamente l’orrore di cui l’Europa ed il suo partner/padrone (gli USA) sono responsabili.

Le guerre di aggressione della NATO che sono contemporanee alla crisi dell’Eurozona – e che possono spiegare gran parte di quella crisi – sono assenti dal resoconto di Varoufakis sulla realtà europea.

Ma cosa ne può sapere lui? D’altronde è solo un economista. La realtà è qualcosa a cui l’economista accademico raramente si rivolge. Un altro economista europeo di “sinistra” in voga spiega inconsciamente il problema.

Nel suo best seller Capital, il francese Thomas Piketty dichiara nell’introduzione:

“Appartengo alla generazione che ha compiuto diciotto anni nel 1989… Appartengo alla generazione che ha raggiunto la maggiore età ascoltando le notizie sul crollo delle dittature comuniste e che non ha mai provato il minimo affetto o nostalgia per quei regimi o per l’Unione Sovietica. Sono stato vaccinato a vita contro la convenzionale ma pigra retorica dell’anticapitalismo…”.

Varoufakis è un po’ più vecchio di Piketty, ma anche lui è stato ovviamente “vaccinato a vita contro… l’anticapitalismo”.

Questa vaccinazione tuttavia non è stata solo contro l’anti-capitalismo, ma anche contro l’anti-imperialismo. Di conseguenza anche Piketty non menziona l’imperialismo nel suo libro sul capitale.

Tale è la vacuità della mente europea “progressista” di oggi che la realtà la supera e lei non se ne accorge. E l’Europa sta pagando il prezzo. Rifiutata dai suoi connazionali europei (classe operaia e russi) e dai vicini (asiatici ed africani) l”Europa progressista’ è un imbarazzante pazzo solitario.

Solo affrontando ed adottando i concetti vietati – anticapitalismo ed anti-imperialismo – può avere una chance. Ma ciò richiede indipendenza dal suo grande fratello americano. E probabilmente richiede anche, per la prima volta nella storia dell’Europa, maturità.

 

Fonte: www.counterpunch.org

Link: https://www.counterpunch.org/2017/11/28/mccarthyism-in-europe-today/

28.11.2017

Traduzione per www.comedonchisciotte.org  a cura di HMG

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