Alice Giordano – The Epoch Times – 29 aprile 2023
Il Kansas è diventato il primo Stato ad adottare una definizione di genere con l’approvazione di una legge che tiene gli uomini, indipendentemente dal genere in cui si identificano, fuori dai bagni, dagli spogliatoi e da altri spazi intimi delle donne.
Oltre a ciò, la legge separa i detenuti e limita la partecipazione agli sport in base al sesso di nascita.
L’approvazione si è avuta nel tardo pomeriggio del 27 aprile, quando la legislatura statale ha votato per annullare il veto del governatore del Kansas, Laura Kelly, al disegno di legge n. 180, noto come “Legge sui Diritti delle donne”.
In base ad essa, si definisce femmina “un individuo il cui sistema riproduttivo biologico è sviluppato per produrre ovuli“. Si definisce maschio “un individuo il cui sistema riproduttivo biologico è sviluppato per fecondare gli ovuli di una femmina” (pare incredibile che un traduttore si senta in dovere, qui e poi sotto, di enfatizzare questi concetti, N.d.T.)
Il documento definisce inoltre le parole di genere, stabilendo che “donna” e “ragazza” si riferiscono alle femmine umane e “uomo” e “ragazzo” ai maschi umani. Definisce “madre” come genitore di sesso femminile e “padre” come genitore di sesso maschile.
L’annullamento arriva poco più di una settimana dopo che, il 20 aprile, la Kelly aveva posto il veto alla legge, che era stata approvata con un margine di due a uno tra repubblicani e democratici sia alla Camera che al Senato.
La Kelly aveva dichiarato di aver posto il veto alla legge perché temeva che avrebbe esposto lo Stato a costose cause di discriminazione, causato una perdita di fondi federali e danneggiato l’economia dello “Stato dei girasoli” (sic! N.d.T.).
Il disegno di legge aveva raccolto il sostegno di una serie di gruppi, tra cui un gruppo per i diritti delle donne, fortemente a favore della scelta.
“Vittoria!” ha scritto su Twitter il Fronte di Liberazione delle Donne (WOLF), alla notizia del superamento del veto.
L’organizzazione nazionale per i diritti delle donne, che ha contribuito alla stesura della legge, ha scritto sul suo sito web: “Questo disegno di legge compie passi procedurali per scrivere nella legge definizioni di buon senso che assicurano che il significato di parole come ‘donna’ e ‘madre’ non siano corrotte da burocrati non eletti intenti a spingere l’ideologia di genere“.
Il gruppo ha dichiarato che i membri hanno inviato più di 600 messaggi ai legislatori del Kansas a sostegno della proposta di legge.
Forze di opposizione
La legge ha incontrato anche molte opposizioni, con i critici che l’hanno definita anti-trans e che ricorda la segregazione razziale degli anni Sessanta.
“Sono le stesse parole“, ha detto il deputato John Alcala (D-Topeka) durante un’udienza pubblica sulla legge. “Non ti voglio nel mio bagno. Non voglio che beviate dalla mia fontana. Non ti voglio a casa mia. Non voglio che mio figlio esca con te“.
Beth Oller, un medico che ha testimoniato contro la proposta di legge, ha detto che il titolo era inappropriato e violava i diritti delle donne. “Questa non è in alcun modo una legge sui diritti delle donne. Il disegno di legge fa l’opposto della protezione delle donne; provoca danni“.
La Oller ha affermato che i medici “da decenni concordano sul fatto che non esiste un modo sufficiente per definire ciò che rende una donna” (sic! N.d.T.).
“Il genere non è binario, ma è uno spettro di caratteristiche biologiche, mentali ed emotive che esistono lungo un continuum“, ha detto. “Le persone intersessuali esistono“.
Il disegno di legge include una disposizione che riconosce le persone intersessuali. “Gli individui nati con una diagnosi di disturbo/differenza nello sviluppo del sesso, verificabile dal punto di vista medico, devono beneficiare delle tutele legali federali e statali“, recita la legge.
L’opposizione alla SB-180 (Senate Bill, Legge del Senato, N.d.T.) è arrivata anche dall’Associazione dei sovrintendenti scolastici del Kansas, dagli Amministratori scolastici uniti del Kansas e dai Servizi legali del Kansas.
Anche la Kansas Coalition Against Domestic Violence si è opposta alla Legge sui diritti delle donne, che cita specificamente i rifugi per le donne, i centri di crisi per gli stupri, i rifugi per le violenze domestiche e le prigioni femminili come luoghi protetti in cui gli uomini che si identificano come donne non dovrebbero essere ammessi.
Spazi femminili in pericolo
Dopo la testimonianza pubblica del reverendo Carolene Dean, pastore associato della Plymouth Congregational Church, contro il disegno di legge, un avvocato del WOLF le ha chiesto se “avesse mai avuto la sfortuna di trovarsi in un rifugio per la violenza domestica, in un consultorio per le vittime di stupro o in un carcere femminile“.
L’avvocato Lauren Bone ha avvertito che, dato che molti Stati hanno aperto questi luoghi agli uomini, le donne sono a “maggior rischio di ulteriori violenze e molestie“.
Alla domanda di un legislatore repubblicano su quanti generi esistano, la Dean ha risposto: “Ci sono tanti generi quante sono le belle creazioni del mondo“.
Proposte di legge simili a quello approvato in Kansas sono in attesa di approvazione in altri Stati, tra cui Oklahoma e Montana.
A livello nazionale, sono state denunciate numerose aggressioni a donne da parte di uomini che si identificano come donne.
All’inizio di questo mese, il Windsor Star ha riferito che un uomo che si identificava come “donna trans gender” è stato arrestato in Ontario con l’accusa di essersi infilato nel letto di una donna in un rifugio per donne e di averla aggredita sessualmente.
Ci sono anche diverse cause pendenti per i diritti civili, intentate da avvocati per conto di detenute che hanno denunciato di essere state violentate da uomini, incarcerati con loro perché avevano sostenuto di essere donne. Una delle presunte aggressioni è avvenuta presso il Logan Correctional Center, il più grande carcere femminile dell’Illinois.
L’anno scorso, nell’ambito di un patteggiamento, il detenuto transgender Ramel Blount si è dichiarato colpevole di aver violentato una detenuta mentre faceva la doccia. Blount, un uomo che si fa chiamare “Diamond”, era ospitato insieme alle donne nel carcere di Rikers Island a New York.
L’allora 33enne ha ammesso di aver afferrato la detenuta per il collo e di averla tenuta ferma contro la sua volontà mentre la violentava, secondo le dichiarazioni rilasciate dall’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Bronx.
Alice Giordano è giornalista freelance per The Epoch Times. È stata corrispondente per il Boston Globe, l’Associated Press e l’ufficio del New England del New York Times.
Scelto e tradotto (IMC) da CptHook per ComeDonChisciotte