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La Redazione

 

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Il Grande Reset per principianti

Che cosa ci riserva il futuro?
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A cura di Markus
Il 8 Novembre 2021
24361 Views

Tessa Lena
tessa.substack.com

I contadini sono ingrassati e si stanno riproducendo!
Oh, no!

Cos’è il “Grande Reset”?

Il Grande Reset è un progetto coordinato a livello internazionale che dispone di enormi risorse finanziarie, è estremamente ambizioso ed è guidato delle più grandi multinazionali e dai più importanti finanziatori del pianeta, con la cooperazione di enti statali e ONG. In pratica è una combinazione di fantascienza da inizi del 20° secolo, idilliaci manifesti sovietici, l’ossessività di un contabile squilibrato e ludopatico ed una versione aggiornata e digitale di “Manifest Destiny.”

La motivazione scientifica del Grande Reset è che, grazie alla tecnologia, il pianeta è diventato piccolo e il modello economico di espansione infinita è fallito, ma, ovviamente, i super ricchi vogliono continuare a rimanere super ricchi e quindi hanno bisogno di un miracolo, di un’altra bolla, più un sistema chirurgicamente preciso per gestire quelle che percepiscono come “le loro risorse limitate.” Così, bramano disperatamente una bolla che fornisca nuova crescita dal nulla – letteralmente – mentre, allo stesso tempo, cercano di far stringere la cinghia ai contadini, uno sforzo che è iniziata con la “modifica del comportamento,” vale a dire lo spostamento del senso del diritto dei contadini occidentali verso standard superiori di vita e libertà (ad esempio, il terribile “privilegio” [di essere bianchi]).

La ragione psicologica del Grande Reset è la paura di perdere il controllo della proprietà, del pianeta. Suppongo che, se possedete miliardi e muovete trilioni, la vostra percezione della realtà potrebbe essere un po’ particolare e tutto sulla Terra sembrerebbe un formicaio che esiste per voi. Solo formiche e numeri, i vostri beni.

Quindi, l’obiettivo pratico del Grande Reset è quello di ristrutturare profondamente l’economia mondiale e le relazioni geopolitiche sulla base di due presupposti: uno, che ogni elemento della natura e ogni forma di vita è una parte dell’inventario globale (gestito attraverso la tecnologia dal presunto stato benevolo, che, a sua volta, è di proprietà di alcuni ultramiliardari diventati improvvisamente caritatevoli) e, due, che tutto questo inventario deve essere rigorosamente contabilizzato: registrato in un database centralizzato, leggibile da uno scanner, facilmente identificabile e gestito dall’IA utilizzando le ultime “scienze.” L’obiettivo è quello di contare, gestire e controllare in modo efficiente tutte le risorse, comprese le persone, su una scala senza precedenti, con un’ansia e una precisione digitale mai viste, il tutto mentre i padroni continuano a condurre un’esistenza dorata, godendosi vaste zone di natura incontaminata, svuotate da inutili contadini sovrani e dalla loro imprevedibilità. Il mondo del re è molto più prevedibile e tranquillo quando il caos della soggettività umana viene messo sotto controllo una volta per tutte.

In più, come bonus potenzialmente remunerativo, moltissimi di questi “beni” sotto il loro stretto controllo possono anche essere trasformati in nuovi strumenti finanziari e quindi scambiati. Avanti col gioco!

In altre parole, è un feudalesimo globale “efficiente,” che va molto più in là del suo fratello medievale perché lo scanner è onniveggente: ogni persona, ogni minerale e ogni singolo frutto può essere etichettato e tracciato digitalmente. In questo contesto, ogni contadino ha una funzione che non deriva dal mistero della vita o dalla sua vocazione interiore, ma dall’IA, maestra d’efficienza e serva del re. Idealmente, i contadini possono essere convinti che questo è un bene per loro (o necessario per essere al sicuro, vedi “tracciamento dei contatti”) e che il progresso e la felicità consistono in questo, ma, in caso contrario, ci sono altri modi [per indurre all’obbedienza], dalla violenza classica, alle prigioni virtuali, fino ad arrivare alle “pillole della moralità.

La riforma è destinata a sconvolgere su scala planetaria tutti i settori della vita: governo, relazioni internazionali, finanza, energia, cibo, medicina, posti di lavoro, pianificazione urbana, settore immobiliare, forze dell’ordine e interazioni umane – e inizia con il cambiare il modo in cui pensiamo a noi stessi e al nostro rapporto con il mondo. In particolare, la privacy è un’enorme spina nel fianco collettivo dei nostri “grandi resetters” e, proprio mentre sto scrivendo, stanno utilizzando i loro melliflui slogan per farci sapere che la privacy è davvero un concetto superato, specialmente quando si tratta dei dati medici personali e che, semplicemente, non possiamo progredire verso un futuro luminoso se della stupida gente continua ad aggrapparsi alla propria privacy.

Fra un attimo passerò brevemente in rassegna i diversi elementi di questa viscida riforma, ma, per riassumere, il risultato finale desiderato è un gigantesco, triste, ipercontrollato nastro trasportatore globale di tutto e di tutti, dove la privacy sarà tremendamente dispendiosa, il dissenso impensabile e la sottomissione spirituale obbligatoria. Sarà come una realtà medicalizzata attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, tranne che i farmaci saranno sia chimici che digitali e vi terrranno costantemente collegati con il centro di controllo, che potrà punirvi per il vostro cattivo comportamento, per esempio impedendovi l’accesso a certi luoghi o limitando i prelievi al vostro conto bancario digitale, forse senza alcun intervento umano.

Così, a livello sensoriale, in relazione al denaro e al potere, questo nastro trasportatore è un tentativo dei super ricchi di organizzare e monetizzare i loro “beni,” comprese le persone, nel modo più efficiente possibile. A livello teologico, l’iniziativa è plasmata dal transumanesimo, un credo formale radicato in un sentimento patologico di repulsione per tutte le cose naturali – e una conseguente visione delle forme biologiche come robot difettosi, da rendere perfetti, perfetti come serial killer, fondendoli con le macchine, in un modo che ridefinisce il significato della vita e sfida la stessa morte.

Vorrei sottolineare che non dovremmo mai sottovalutare l’importanza dei sentimenti soggettivi e della teologia nella formazione degli eventi storici. Tutta la nostra storia è una somma di scelte soggettive, dove le decisioni dei più potenti e dei più motivati pesano di più. Le riforme religiose, solitamente nate dalle preferenze esistenziali soggettive di diversi e potenti individui, su questo pianeta, per secoli, sono state il motore di cambiamenti sociali, economici e culturali su larga scala. Quello a cui stiamo assistendo oggi è un nuovo culto e, per quanto io voglia credere nella generale limpidezza e razionalità del sistema, ad un livello superiore non abbiamo per nulla a che fare con un tentativo razionale, scientifico, onesto, benevolo, o magari anche solo fuorviato, di migliorare le cose.

Quando si tratta delle menti del Grande Reset, abbiamo a che fare con una combinazione fra la comune avidità e la patologia emotiva di individui squilibrati, irrequieti e marci dentro, che impazziscono per il mantenimento delle loro proprietà in questa nuova era, che rifiutano la propria natura biologica come tale e che vorrebbero trasformarsi in divinità. Purtroppo, questi pazzi sono anche ricchi e ben organizzati e possono assumere milioni di subalterni per allestire una presentazione esterna convincente, ottimistica e razionale della loro nuova religione. E per corrompere i media. E i politici. E gli accademici. E gli organizzatori di campagne. E le organizzazioni no-profit. E non dimentichiamo i miei fratelli, gli artisti, che, per fame o bassezza d’animo, creeranno poi bellissime, artistiche e commoventi pubblicità per qualsiasi entità in grado di pagare. E, alla fine dell’opera, avremo un’opinione pubblica nuova di zecca e, tecnicamente, saremo ancora in “democrazia”! Se solo potessimo liberarci di quei teorici della cospirazione…

Quindi, chi sono quelli al comando e quanto è coordinato questo sforzo?

All’apparenza, sembrano essere i soliti sospetti: i più importanti capitalisti mondiali, dinastie storicamente ricche provenienti da diverse parti della Terra, membri della regalità secolare e religiosa, miliardari, ecc… in altre parole, sono le persone che hanno abbastanza soldi per pensare che questo mondo è il loro, lo 0,0001% e forse anche quelli immediatamente sotto di loro, quelli che cercano una mobilità verso l’alto. Alcune facce familiari, altre mai viste.

Ovviamente, non sono una massa monolitica,  sono sicura che non concordano su tutto e, probabilmente, fanno a gara chi riuscirà a mangiarsi più contadini. C’è certamente rivalità tra l’élite americana e quella cinese, per esempio, o tra quella americana e quella russa, così come tra diversi super squali individuali. Ma, tutto sommato, anche se sono in competizione, hanno interessi e messaggi condivisi e c’è più cameratismo strategico e terreno comune tra loro che tra uno di loro e uno dei contadini.

Per esempio, nessuno di loro probabilmente rifiuterà l’idea di creare un nuovo settore di attività finanziarie con cui fare soldi! Inoltre, hanno anche dei consulenti che, a loro volta, sono in competizione tra loro per la paga più alta, mentre cercano di far passare le idee dei loro padroni. Tutto in maniera soggettiva, ma anche ampiamente e costosamente coordinato nelle aree dei loro interessi comuni.

E, attualmente, il concetto “vincente” del giorno sembra essere quello di un mondo pieno di abbreviazioni: IA, 5G, IoT, e così via. Un mondo dove il denaro è digitale, il cibo è coltivato in laboratorio, dove tutto è contato e controllato da monopoli giganteschi e le persone sono in gran parte private del libero arbitrio. Un mondo dove ogni elemento della natura e ogni essere vivente è o un host dati o una fonte di energia o entrambi. Un mondo in cui la vita quotidiana dei contadini è microgestita da un’intelligenza artificiale sempre attiva, che registra i pensieri e i sentimenti ancor prima che la gente abbia la possibilità di esprimerli. Un mondo in cui la vita stessa è esternalizzata alle macchine e un essere umano è essenzialmente un vestito di carne.

Ora, non credo che questa precisa visione potrà mai realizzarsi in modo completo. Probabilmente imploderà prima di arrivare alla fine, e una parte di ciò che ho appena descritto non è altro che il sogno ad occhi aperti di una mente molto disturbata. Ma questi squilibrati sono potenti e stanno facendo del loro meglio per trasformare questo incubo in realtà. Quindi, il pericolo non è nell’essere superati da un’IA diventata improvvisamente autocosciente, ma nello sconvolgimento della vita normale e nei disastri che questi pazzi possono causare alle nostre menti e ai nostri corpi mentre si preparano ad affettare e sminuzzare il mondo usando comode frasi ad effetto, come “crisi sanitaria globale” o “cambiamento climatico.”

E sì, c’è sicuramente coordinazione e continuità, come c’è continuità nelle dinastie e nelle tendenze filosofiche. Alcune sono più effimere, altre più concrete. Per quanto concerne l’effimero, la visione dei “resetters” è legata ad idee futuristiche che erano popolari all’inizio del 20° secolo, al sogno del monopolio corporativo globale che aveva sostenuto la rivoluzione bolscevica del 1917 e al desiderio generale di controllare il mondo per mezzo della tecnologia, un tentativo fatto, e fallito, nell’Unione Sovietica degli anni 60 con l’utilizzo di un linguaggio molto simile a quello di oggi. Sul lato concreto, il Grande Reset (che, tra l’altro, è molto ben coordinato, al punto che sia Biden che Johnson stanno usando la stessa terminologia in codice proposta dal WEF) origina dagli sforzi del secondo dopoguerra per mantenere un “corretto” equilibrio di potere nel mondo, con i “giusti” attori finanziari destinati a raccoglierne i benefici.

Il linguaggio della “sostenibilità,” un pilastro importante degli strumenti di marketing del Grande Reset, era stato inizialmente creato in funzione di vari programmi delle Nazioni Unite, come “Agenda 21” e “Agenda 2030” e sono sicura che, durante la messa a punto di quei programmi, si era tenuto conto dei due fattori, cospirazione e benevolenza. Entrambi i programmi, redatti soprattutto per giustificare lo stipendio dei burocrati e l’esistenza delle Nazioni Unite, descrivono in una serie di documenti estremamente aridi e noiosi la gestione delle risorse e della giustizia e sembrano scritti da un freddo e disilluso insegnante sovietico con una buona padronanza dei termini burocratici. Ciò che è interessante riguardo all’ONU è il fatto che è abbastanza inutile, nel senso che la gente si riunisce, parla, produce lunghi documenti burocratici e vota risoluzioni non vincolanti – e poi, in pratica, non succede nulla. Ma non questa volta. Non ora. Il programma è in pieno svolgimento! Quindi deve essere importante per quelli che pagano. E sì, sono cinica. In tutte le cose, c’è sempre una combinazione di buone intenzioni, avidità, ambizione, relazioni personali, interessi finanziari, delusioni, e così via. I politici parlano con i finanzieri, i generali parlano con i politici, qualcuno è lo zio di qualcun altro, ed è così che si fanno le cose.

Sfortunatamente, meno diretta è la messaggistica che viene dall’alto e più abbondante è la propaganda, meno valore hanno le buone intenzioni e più facile è per i cattivi compiere i loro crimini.

Naturalmente, iniziative di così grande portata possono passare attraverso “fasi di pianificazione” molto lunghe e tranquille, durante le quali le idee da promuovere vengono instillate nelle menti dei prescelti attraverso conversazioni private, piccole riunioni, ricerche finanziate, convegni di settore e simili. Così, quando viene premuto il pulsante “start,” sembra che una tendenza sia già presente. E, lasciatemelo ripetere ancora una volta, tutto nella storia è il risultato di scelte soggettive fatte da singoli individui. Il modo in cui tutto accade nella storia è che le persone si riuniscono, decidono cosa vogliono fare e lo fanno. Quando si muovono le persone importanti, l’impatto è più visibile. Quindi, in un certo senso, tutto è una “cospirazione,” perché tutto avviene attraverso l’interazione umana. E, spesso, non dovrebbe sorprendere che le persone importanti nascondano il proprio operato.

E sì, ormai, in Occidente i massimi detentori del potere hanno capito che, per loro, è più conveniente e meno laborioso corrompere i media “ufficiali,” gli scienziati, gli accademici, i politici e persino l'”opposizione controllata,”  e far sì che siano loro a convincere i contadini,  piuttosto che imporre tutto a tutti con la forza. E, a proposito, mentre sulla cima di questa torre avviene una cospirazione vera e propria, nel senso di uno sforzo coordinato in cui le menti agiscono sinergicamente, senza rivelare ai contadini i loro veri obiettivi a lungo termine, il resto della torre è probabilmente affollato dalla solita umanità, caratterizzata dalla mancanza del classico senso morale di responsabilità. Questà umanità è un miscuglio di ambizione, truffa, avidità, negligenza, arroganza e anche di buone intenzioni. Più si è vicini al fondo, più c’è ignoranza e migliori sono le intenzioni,  perché la maggior parte della gente crede davvero di fare del bene,  ma questo non cambia la tragica traiettoria del “reset.”

Ok, e se ci fosse una vera crisi e i ricchi si muovessero semplicemente per un desiderio di spravvivenza? E se dietro non ci fosse nessuna cospirazione e [i ricchi] si fossero semplicemente resi conto che il pianeta è veramente messo male e volessero affrontare il problema della sovrappopolazione e dell’inquinamento, perché sul pianeta ci sono veramente troppe persone che consumano e inquinano? Cosa ne dite di questa possibilità?

Sono contenta che me l’abbiate chiesto, quindi parliamone.

È assolutamente vero che l’approccio utilitaristico e insensibile nei confronti della natura, della vita e degli altri esseri viventi è stato assai pernicioso, con i danni più immediati e visibili esternalizzati nei “Paesi del Terzo Mondo” e, in Occidente, caricati sulle spalle delle persone finanziariamente meno fortunate. (Vedi discariche, Cancer Alley [una zona lungo il corso del Mississippi particolarmente inquinata] e i cibi non biologici malsani e pieni di veleni). È vero che il consumismo selvaggio e la pratica dell’usa e getta (impostici più o meno dagli stessi attori che ora ci rimproverano per il nostro consumismo) hanno creato un sacco di problemi. È vero che i nostri oceani e i nostri polmoni sono pieni di plastica, che le malattie croniche imperversano e che molte specie stanno morendo. È vero che il nostro suolo, il nostro cibo e i nostri corpi sono contaminati dal glifosato, altamente tossico. È vero che, di solito, passano decenni tra il momento in cui i produttori si rendono conto della tossicità di un loro prodotto e il momento in cui parlarne smette di essere una teoria della cospirazione. Proprio così. Però, è anche vero che le persone che puntano il dito contro i mali sociali e ci dicono che abbiamo bisogno di un Grande Reset sono della stessa stirpe di quelle che li hanno provocati. È vero che dietro gli slogan dei loro opuscoli di marketing si possono intravvedere una perversità e uno scempio di gran lunga superiori a quelli attuali. Quindi, o sono degli idioti o sono dei bugiardi, e temo che sia vera la seconda ipotesi. Per quanto ricchi, non sono moralmente qualificati per sistemare qualcosa in questo mondo. E, se dovessimo scegliere con cosa sanare il nostro rapporto con la natura, sicuramente non sarebbe un Grande Reset tecnofascista e neofeudale.

Una metafora: se il leader del partito degli stupratori proponesse una legge contro lo stupro, che non impedisse gli stupri ma che ribattezzasse l’atto stesso dicendo che, se per l’atto viene utilizzato un dildo rosa di plastica riciclata, allora non è stupro… la considerereste una vera proposta di legge contro lo stupro?

Quindi, no, non sono le persone che devono fare da apripista (basta controllare questa idea sull’eliminazione della spazzatura nello spazio). Se andiamo avanti, ci ritroveremo con un mondo che assomiglia a questo:

Parlando di soluzioni, ci sono molti attivisti e leader locali, come Vandana Shiva, per esempio, che propongono modi per guarire il nostro rapporto con la natura. Ci sono informatori. Ci sono avvocati che combattono le multinazionali, e a volte vincono. Ci sono medici che rischiano la carriera per proteggere i loro pazienti. Ci sono gli agricoltori delle comunità. Ci sono artisti che mettono a nudo la loro anima. Ci sono i cantastorie che dicono la verità. C’è dignità e c’è rispetto, se daremo loro fiducia. Credo che le buone soluzioni a lungo termine vengano dall’onestà e dalla pace interiore e che ognuno di noi possieda la capacità innata di trovare il suo pezzo del puzzle, che alla fine guarirà il mondo.

Se poi veramente ci siano troppe persone sul pianeta, penso che anche questo sia un pretesto. In realtà, Vandana Shiva ha prodotto un’analisi in termini quantitativi dell’agricoltura industriale confrontandola con quella tradizionale locale, e sembra che i dati forniti dal grande Agribusiness non siano poi così attendibili. Inoltre, in Occidente il più grande “problema demografico” in questo momento è il crescente numero dei vecchi rispetto ai giovani. E anche nel “mondo in via di sviluppo” le tendenze sembrano essere diverse da quello che vorrebbero farci credere. Inoltre, il pianeta ha abbastanza risorse per tutti, e la ragione per cui siamo di fronte a delle carenze è perché c’è quello 0,0001% di persone che controlla quasi tutto.

Ironicamente, sono le stesse persone che temono non ci siano abbastanza risorse per tutti e che portano avanti l’idea della sovrappopolazione, spesso mentre  si riproducono con entusiasmo, a condizonare le menti dei giovani, al punto che ora,  parecchie coppie della classe media non vogliono avere figli “per salvare il pianeta,” è una situazione veramente intricata.

Si, l’idea della sovrappopolazione preoccupa i leader da parecchi decenni. Direi che, a volte, i loro pensieri hanno avuto sfumature eugenetiche (vedi, per esempio, questo rapporto Kissinger del 1974 che si vantava di “incentivare” i maschi indiani a sottoporsi alla vasectomia). E no, non è poi così sbagliato supporre che l’eugenetica non era completamente scomparsa nel momento in cui Hitler ne aveva rovinato il marchio e che chi pensa di essere il padrone del mondo, probabilmente gradirebbe una gestione un po’ più diretta delle tendenze demografiche. Posso leggere le loro menti? No. Non posso dire chi pensa esattamente cosa e, per mia fortuna, non vengo invitata alle loro riunioni – ma, ogni tanto, personaggi come Gates o il principe Carlo si lasciano scappare frasi dal sapore piuttosto hitleriano, e mi fanno riflettere. D’altra parte, non lo trovo particolarmente scioccante perché la natura umana non è cambiata dai tempi in cui l’eugenetica era accettata nella “società rispettabile.” Così, la mia teoria è che alcuni potenti del mondo sono veramente malvagi e, probabilmente, stanno trastullandosi con l’eugenetica (anche se alcuni di loro potrebbero essere indifferenti di fronte ai desideri dei contadini), ma, da parte mia, non mi interessa sapere come stiano veramente le cose. Malvagi o indifferenti, non voglio che distruggano il mio mondo. È forse chiedere troppo?

Il mio lavoro è distribuire veleni.
La mia condizione è
L’odio per le forme biologiche.
Mi chiamano squilibrato
Ma io sono il più sano di tutti.
Mi chiamano assassino senza pietà,
Un sadico, un robot, un re.
Ma io sono solo un perfezionista.
Il mio lavoro è distribuire veleni.
La mia religione è
L’odio per le forme imprevedibili.
Il mio veleno vi troverà
Nelle parole,
Nell’acqua che bevete,
Nel cibo,
Nell’aria che respirate,
In questo modo o in un altro,
Vi troverà.
Il mio lavoro è distribuire veleni.
Un lavoro molto pratico.
Sii il benvenuto.

Ora, diamo rapidamente un’occhiata alle aree che, secondo il progetto del Grande Reset, dovranno essere sconvolte e completamente ridisegnate. Questo, da solo, è un argomento enorme e lo toccherò solo superficialmente, con particolare attenzione al linguaggio usato e a come esso si sovrapponga alla “risposta pandemica.” Vi incoraggio vivamente ad andare sul sito del World Economic Forum e a dare un’occhiata.

Stato e governance.

Nel nuovo mondo, le nazioni esistono ancora, ma tutte obbediscono ad ordini centralizzati. È “una forma di cooperazione.” Molte funzioni di governo sono automatizzate e delegate all’IA. Le decisioni sono basate su dati e algoritmi, non c’è privacy e molta più fluidità per quanto riguarda le migrazioni (quindi, sfortunatamente, il sentimento molto umano di essere gentili con gli immigrati promosso dai media potrebbe non riguardare la gentilezza, il che è un peccato per me personalmente). C’è anche la possibilità di sostituire del tutto i governi umani con l’IA, ma non immediatamente. Il ragionamento è semplice: affinché i super ricchi possano gestire l’inventario globale, i singoli governi dovranno agire più come manager di medio livello che rispondono ad autorità sovranazionali che come governi federali indipendenti. (Ricordate come i negozi “a conduzione familiare” erano stati messi fuori  mercato e sostituiti da catene di grandi magazzini? La stessa cosa qui, tranne che, in questo caso, le imprese a conduzione familiare sono gli stati nazionali).

L’America tradizionale, attualmente, è un grosso intralcio in questo cammino. La sua abitudine al consumismo generoso e alla libera espressione, la sua egocentrica politica estera, il suo senso del diritto e le sue grandi dimore suburbane sono un ostacolo. Un’America tradizionale, indipendente e forte è un ostacolo. In questa ottica – e con l’avvertenza che non credo esista un impero giusto – sento che è in corso un tentativo di “livellare l’America,” di cooptare il suo governo, distruggere l’agricoltura e le piccole imprese (specialmente quelle che non sono coerenti con questo futuro completamente digitale) e rovinare la classe media, specialmente nei percorsi di carriera “superati.” Sembra quasi di essere nel mezzo di una “rivoluzione colorata,” un colpo di stato ‘soft’. Di solito, le élite americane questo lo fanno alle altre nazioni, ma ora sta accadendo sul suolo nazionale. Sembra che l’agenda del Grande Reset, tramite i suoi messaggeri e il suo denaro, stia plasmando sia la schizofrenica “risposta COVID” che i ben finanziati e super corporativi movimenti per la “giustizia sociale e il clima,” che, oltre ad essere improvvisamente diventati mainstream, ora sono assolutamente indistinguibili in termini di messaggistica. Entrambi fingono di promuovere il bene pubblico ed entrambi militarizzano abilmente i problemi reali e fanno arrabbiare le persone che hanno un vero amore per l’equità, il tutto per spianare la strada agli obiettivi finanziari dei “grandi resetters,” obiettivi che comprendono la completa erosione della privacy (vedi tracciamento dei contatti), lo spostamento di tutte le attività umane online (vedi, beh, tutto), l’applicazione della legge basata sull’IA e il precrimine (vedi “tagliare i fondi alla polizia”) e così via. E sì, l’America ha molti problemi reali. Ma le strutture attuali non verranno sostituite da un consiglio di anziani saggi e spiritualmente motivati, profondamente amanti della Terra e che non faranno del male a nessuna vita innocente. Quello che si sta tentando – per quanto confusa sia la copertura di marketing – è molto peggio, molto meno umano e molto più distruttivo di quello che abbiamo avuto fino ad oggi. Non mi piace.

Finanza.
Moneta digitale, criptovalute e pagamenti solo con carta di credito. I cittadini dovranno essere completamente trasparenti e lasciare una traccia di tutto ciò che fanno, ricordate?

Cibo
Posso solo dire che spero vi piaccia la carne di scarafaggio, perché sta arrivando. Osservazioni ciniche a parte, il “futuro del cibo” è un disastro. I bugiardi ai posti di comando hanno il coraggio di usare belle parole, come “sviluppo sostenibile,” ma non c’è niente di sostenibile in tutto questo. È BigAg al cubo, super tossica. E, per inciso, è anche un consumo di energia, dato che tutti questi robot, sensori e centri dati non funzionano gratis. Inoltre, le fattorie tradizionali dovranno sparire. Non solo i tradizionali e fastidiosi agricoltori locali sono un ostacolo al cibo coltivato in laboratorio, agli OGM e alle coltivazioni coperte da brevetto, ma occupano anche lo spazio necessario per le aree ricreative dei reali, ed anche quello per i parchi eolici e i pannelli solari (che occupano un sacco di terreno, tra l’altro). E, chi lo sa, forse i re vogliono davvero “conservare” alcuni lembi di natura tenendoli liberi dalla gente. È il loro inventario, dopo tutto, ha senso averne cura. Non c’è da stupirsi che la “risposta COVID” stia colpendo così duramente le fattorie, costringendole a fallire…

Agricultura

Educazione
Online.

Medicina.
Tele-
Finora, sia nella medicina che nell’educazione, siamo sulla buona strada, grazie alla pandemia globale…

Energia.
Ora, questo è interessante. Perché i combustibili fossili, il diavolo del marketing odierno, sono veramente cattivi. È vero che l’estrazione del petrolio è dannosa per il pianeta. Le fuoriuscite accidentali di greggio creano molti danni e succedono di continuo. I baroni del petrolio sono dei banditi. La gente che vive vicino alle raffinerie si ammala. La plastica, prodotta con il petrolio, inquina tutto, dagli oceani ai nostri stomaci,  ai nostri polmoni. Tuttavia, i combustibili fossili sono anche l’unica fonte di energia – oltre al nucleare – in grado di sostenere i livelli di consumo attuali della popolazione mondiale. Inoltre, se si guarda sotto il cofano, il “verde” non è poi così verde, a meno che non si parli del colore dei soldi. I pannelli solari occupano un’enormità di spazio (vedi sotto), si degradano rapidamente e si trasformano in rifiuti tossici.

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Anche le turbine eoliche occupano spazi enormi e hanno i loro problemi. Entrambe le fontidipendono molto dalle condizioni metereologiche e non forniscono sufficiente energia. È anche degno di nota il fatto che il recente film di Michael Moore, Planet of the Humans, che indaga su alcuni degli aspetti non così verdi dell'”energia verde” e sulla corruzione all’interno del movimento ambientalista sia stato attaccato da alcuni leader del movimento in modo così feroce e generalizzato che il film è stato rimosso dalle principali piattaforme e, in un certo senso, è scomparso dagli occhi del pubblico.

Comunque, cosa succederà se i combustibili fossili dovessero sparire? A proposito – e questo è un punto importante – non sono convinta che i “resetters” intendano davvero far sparire i combustibili fossili. Penso che potremmo essere di fronte ad una forma di rebranding. Fino a poco tempo fa pensavo che volessero davvero far “sparire” i combustibili fossili, ma poi mi sono informata sulla “tecnologia del clima” ed ora sono del parere che le cose potrebbero essere più complesse e che potrebbe trattarsi di una manovra geopolitica strategica. Non lo so. Ci sono alcune particolari sovrapposizioni tecnologiche tra i combustibili fossili e l’energia “verde,” ma il tempo lo dirà. In ogni caso, se [i combustibili fossili] spariranno o faranno finta di sparire, scopriremo rapidamente che l’eolico e il solare non saranno sufficienti – e poi, incontreremo il nuovo re dell’energia “verde,” la fusione nucleare.

Quando questo accadrà, ci verrà in aiuto il nostro amico, il famoso filantrocapitalista. Ha fatto grossi investimenti nel campo dei reattori a fusione nucleare – infatti, per sua stessa ammissione, è il suo progetto preferito. (In realtà, è coinvolto in praticamente tutti i punti della lista del Grande Reset, da gran genio degli affari che è). Ma aspettate, per rendere l’intrigo ancora più interessante, l’OMS, che naturalmente gode dei suoi generosi finanziamenti, in passato aveva fatto di tutto per sottovalutare il costo sanitario degli incidenti nucleari, come quelli di Chernobyl e Fukushima.

Parlando di energia e di finanza, parliamo anche di “capitale umano.” Nel nuovo mondo, il “capitale umano” non è solo una metafora per le risorse umane o il lavoro. Microsoft, per esempio, ha un brevetto per un metodo di trasformazione del comportamento umano in criptovaluta, attraverso un dispositivo non meglio specificato accoppiato ad un server che registra l’attività corporea ed “estrae” criptovaluta. Dal momento che nella Nuova Normalità, digitale e crittografia dovrebbero diventare mainstream, c’è il sospetto che questo sia uno strumento che potrà essere usato per controllare fin nei minimi dettagli il comportamento (e il reddito) dei poveri, oppure, letteralmente, per estrarre energia/criptovaluta dai corpi di persone dipendenti dal welfare o da un reddito di cittadinanza e quindi ritenute “inutili” (a proposito, è una cosa reale, che ci crediate o no).

Inoltre, questo brevetto potrebbe potenzialmente essere usato per creare un nuovo strumento finanziario perché, se usate come ‘miniere’ di energia, queste persone diventerebbero “beni” che potrebbero eventualmente essere raggruppati in portafogli virtuali e scambiati virtualmente. Vedete che bello? Ora, stiamo parlando di una vera e propria servitù della gleba! E sì, questo suona molto fantascientifico, ma non dimentichiamo il modo di pensare di certi miliardari “visionari,” che non ragionano come le persone normali, altrimenti i magazzinieri di Amazon non dovrebbero indossare il pannolone per evitare di andare bagno. Inoltre, non dimentichiamo che si commerciano oggetti virtuali e si scommette sul tempo che farà. In questo mondo si fanno un sacco di soldi trattando cose strane e imprevedibili!

Parlando di tempo metereologico, il Grande Reset legittima anche la pericolosa ed invasiva pratica della geoingegneria e la rende potenzialmente “figa” e “salvavita,” proprio come fanno alcuni libri bianchi del “movimento del cambiamento climatico.” L’avevo notato e l’avevo denunciato un paio di anni fa, dicendo senza mezzi termini che era una porcata. Spruzzare merda tossica nell’aria è figo e “verde”? Un vero e proprio inganno linguistico.

Inoltre, due parole sulla CO2. Non mi addentrerò nell’intera faccenda perché l’articolo è già lungo, tuttavia, indipendentemente da come era iniziata la storia del carbonio, ormai si è trasformata in uno strumento per creare un mercato dal nulla, con un mucchio di strumenti finanziari con cui fare soldi, anch’essi dal nulla. Per esempio, guardate questo impianto, finaziato da Gates e da alcuni giganti del petrolio. La mia parte preferita è che dopo che l’anidride carbonica viene rimossa dall’atmosfera usando un cocktail di sostanze chimiche, uno dei modi per immagazzinarla è bruciare un mucchio di alberi (scusate, “biomassa”). Sì, questo ha perfettamente senso, perché chi potrebbe sognarsi di fare soldi semplicemente lasciando gli alberi in pace a fare gratis il loro lavoro? Che razza di idiota farebbe una cosa del genere?

Vorrei anche sottolineare il fatto che, quando [la CO2] viene immagazzinata, viene iniettata in profondità nel sottosuolo, una tecnica mai usata in precedenza. (Che effetto avrebbe una cosa del genere sui processi interni del pianeta? Qualcuno ci ha pensato?) Bisognerà anche relizzare condutture per trasportare l’anidride carbonica da una località all’altra, proprio come per il petrolio. E, infine, la cattura e lo stoccaggio del carbonio sono incredibilmente dispendiosi dal punto di vista energetico, e l’energia la forniranno i… combustibili fossili? Il nucleare? Turbine eoliche che occuperanno metà della superficie planetaria? Non lo so… E, a proposito di linguaggio, l’obiettivo non è “zero emissioni di carbonio”, ma “Net Zero Carbon Emissions,” il che significa che potremo continuare ad inquinare, e poi costruirci sopra una nuova industria redditizia, mentre creiamo un nuovo tipo di inquinamento. In altre parole, business as usual…

Inoltre, mentre siamo sull’argomento dello “sviluppo sostenibile verde,” non è che la realizzazione di molte più infrastrutture di sorveglianza – estremamente energivore e ‘sporche’ – è in contrasto con l’idea di uno sviluppo verde? Ci avevo pensato un po’ di tempo fa quando avevo letto, con grande eccitazione iniziale, il testo della proposta di legge del Green New Deal. Avevo pensato evviva la giustizia e i diritti degli indigeni, evviva…. ma poi… reti elettriche “intelligenti”? Non è proprio quello che vuole Big Tech, e non implica la necessità di sensori intelligenti, che, a loro volta, avranno bisogno di infrastrutture, satelliti, ponti radio (con relativa perdita della privacy) e porteranno un nuovo tipo di inquinamento wireless con effetti sconosciuti sulla salute? La cosa mi aveva bloccata, costringendomi ad analizzare meglio le varie iniziative “verdi” e, di conseguenza, a scoprire diversi scheletri nell’armadio. E poi mi sono imbattuta nel lavoro di Cory Morningstar, ed è stato una rivelazione. Il mio istinto aveva ragione, non era proprio come sembrava!

Ora, è un bell’indizio di come la narrativa della “crisi sanitaria globale” si inserisce in quella del Grande Reset.

In primo luogo, alcune note di economia domestica.

Come ho detto prima, il Grande Reset è un piano estremamente ambizioso di ristrutturazione sia dell’economia mondiale che della nozione stessa di ciò che significa essere vivi. (Senza una popolazione cooperante, questa ambiziosa riforma economica e religiosa non può avere successo.

Qual è il modo migliore per convincere la popolazione ad aderire a questa stranissima riforma? La paura, perché la promessa di un piacere [futuro] non è sufficiente per realizzare un cambiamento così massiccio e bizzarro. Quindi, devono esserere la paura e lo stress, di un nemico esterno,  di un disastro naturale o di una malattia.

Non dimentichiamo, che prima del 2020, esisteva già una narrativa di paura organizzata in modo molto costoso e sostenuta, più o meno, dagli stessi attori che ora stanno spingendo per il Grande Reset. Sto ovviamente parlando del “cambiamento climatico.” E, anche se ci sono moltissimi problemi ambientali che devono essere affrontati al più presto, il movimento corporativo del “cambiamento climatico” si è stranamente concentrato, finanziamenti compresi, su una messaggistica che coincide grosso modo con quella della campagna del Grande Reset. Così sembra che gli interessi finanziari dietro il Grande Reset avessero prima provato ad usare il “movimento per il clima,” senza però riuscire a generare abbastanza rapidamente i livelli di paura desiderati. Non abbastanza gente si era interessata al problema. Ho assistito personalmente ad una sessione di addestramento e ho familiarità con “l’organizzazione” e con i trucchi di programmazione neurolinguistica che dovrebbero rendere il pubblico assai preoccupato per il clima. La messaggistica è molto ben studiata e ha alle spalle un generoso sostegno finanziario, non è un movimento hippie di base, anche se molte persone ci mettono sinceramente l’anima. Potrebbero essere assolutamente in buona fede, proprio come i testimoni di Geova che bussano alla vostra porta.

Come essere umano, non mi fido di nessuna entità che, freddamente e in modo calcolato, cerchi di spaventarmi e scatenare una risposta da stress. Le persone che avevo ascoltato non mi sembravano molto spaventate. Erano ben nutrite, di classe media e non sottoccupate. Non avevano paura di essere fermate durante una protesta, anzi, in realtà cercavano di essere arrestate, senza alcun timore per il loro futuro impiego. Dopo aver visto questo, avevo iniziato a chiedermi perché queste persone volevano che io avessi così tanta paura e che cosa, secondo loro, avrei dovuto fare. Quando avevo iniziato a porre delle domande, avevo scoperto che le possibili “soluzioni” includevano cose come le reti intelligenti, le auto elettriche (che non sono assolutamente verdi) e la geoingegneria. Questo, per me, non era accettabile. Significava anche che queste persone non rispettavano affatto il pianeta, perché altrimenti non avrebbero eretto ovunque ripetitori radio o spruzzato schifezze nell’atmosfera per bloccare il sole. Ora, è assai probabile che, all’inizio, il movimento ambientalista fosse buono e onesto, ma, da allora, una parte di esso è stata furtivamente plagiata e la gente sul territorio non si rende conto di chi sta servendo veramente. E, lasciatemelo ripetere, c’è un enorme bisogno di vera sostenibilità, sono le soluzioni pratiche implicite nel linguaggio codificato del marketing a non essere per nulla sostenibili!

In ogni caso, spaventare la gente con la narrativa ufficiale dell’emergenza climatica ha sicuramente avuto qualche riflesso nella coscienza collettiva e ha creato un certo grado di ansia ambientale, specialmente nella generazione Z [fine anni ’90 – primi anni 2000], ma non ha fatto abbastanza per paralizzare o mobilitare [il resto della popolazione]. Ma, quando è arrivato il virus, come per magia le cose hanno cominciato ad andare rapidamente al loro posto, cose che prima erano impensabili. No, non sto dicendo che il virus non è reale. E non sto facendo alcuna dichiarazione definitiva sulla sua provenienza o su come è nato. Ho le mie teorie, ma certe cose non le so e non posso cambiarle. Ma quello che so è che la reazione è stata assurda, senza precedenti e stranamente coerente con punti programmatici che erano già all’ordine del giorno. Parlando di emergenze, [il concerto rock di] Woodstock si era tenuto durante una grande pandemia…

Quindi, vediamo.

Abbiamo forzatamente spostato la maggior parte delle attività (come l’istruzione, la medicina, lo shopping, il sesso e la ricreazione) online, per ora, mentre stiamo lavorando alla “digitalizzazione” del mondo fisico, per facilitare la tracciabilità e la sorveglianza?
Fatto.

Abbiamo, nonostante i lockdown per i contadini dai colletti bianchi, continuato con le attività di costruzione, compresa quella delle nuove strutture di telecomunicazione e di antenne cellulari necessarie per il funzionamento dell’Internet delle cose?
Fatto.

Siamo quasi riusciti a distruggere i mezzi di sussistenza di molti agricoltori indipendenti che erano in concorrenza con i nostri nuovi prodotti “commestibili” e anche a sconvolgere le tradizionali catene di approvvigionamento alimentare?
Fatto.

Siamo anche riusciti a distruggere un buon numero di imprese familiari?
Beh, certo!

I locali per concerti e i teatri?
Sicuramente.

Stiamo lavorando per sostituire le forze dell’ordine con l’IA?
Puoi scommetterci! Taglia i fondi! Taglia i fondi! Taglia i fondi!

Stiamo cercando di legittimare la completa erosione della privacy e un facile accesso ai dati sanitari privati?
Sì! Perché è un’emergenza sanitaria.

Siamo arrivati al punto di tracciare i movimenti di ogni persona?
Tracciare i contatti, sì! Ma alcuni Paesi sono ancora indietro.

Un ID sanitario digitale è ora richiesto per i viaggi internazionali?
Sì, il Common Pass è attivo!

Siamo stati in grado di interrompere le procedure politiche e giudiziarie e creare il caos?
Sì, signore!

Ma, soprattutto, siamo riusciti a sconvolgere il pensiero e le relazioni umane al punto che noi,  robot e abusatori, siamo ora gli unici vostri amici? Ci stiamo ancora lavorando, ma ci siamo vicini.

Siamo a buon punto per far accettare alle persone i dispositivi indossabili intelligenti?
Sì. Intanto indossa la mascherina.

Stiamo controllando legalmente la vita sessuale delle persone?
Sì!

A proposito, il controllo statale del corpo e della sessualità è il classico segno di una riforma religiosa. Ogni volta che questo accade, fate attenzione.

Prendiamo i lockdown, per esempio. I lockdown e le restrizioni di movimento e di contatto fisico sono grandi strumenti di modificazione comportamentale e la modificazione comportamentale, nota anche come ingegneria sociale, è sicuramente una forma d’arte molto rispettata tra i potenti. Un ingegnere sociale che si rispetti pianifica con dieci mosse di vantaggio e crea situazioni in cui sono le vittime ad implorare i cambiamenti desiderati! Credo che, attualmente, ci sottopongano ad una vera e propria danza sadomaso. Siamo nel bel mezzo di un rituale progettato per creare un senso di confusione, insicurezza e dipendenza che, alla fine, verrà risolto dai nostri Padroni, a cui saremo molto riconoscenti perché, a quel punto, vorremo solo essere liberati da tutta quella insopportabile tensione. Molti hanno già sviluppato la sindrome di Stoccolma, schierandosi gli abusatori. Le misure sono del tutto arbitrarie, ma non importa, secondo loro dovremmo conformarci e accettare il fatto che le sofferenze e le privazioni sono per il nostro bene. E ci rendono “persone migliori.”

Per lo psicopatico non esiste la gioa.

Per lo schiavo c’è l’accettazione di una strana sensazione di intorpidimento dove prima c’era l’anima.

Dove andremo a finire?

Personalmente, non credo che dovremmo accettare l’oscurità. Penso che la nostra migliore opzione sia coltivare la dignità e ritrovare il nostro cuore.
Il cuore ci dirà cosa fare dopo.

Tessa Lena

Fonte: tessa.substack.com
Link: https://tessa.substack.com/p/great-reset-dummies
28.10.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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