I veri pericoli dietro la crisi siriana sono economici

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DI BRANDON SMITH

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Nel 2010-2011, quando scrivevo ancora con lo pseudonimo di Giordano Bruno, ho messo in guardia contro i pericoli di qualunque destabilizzazione della nazione siriana prima che cominciassero i problemi reali. In un articolo intitolato “Migrazione dei cigni neri” avevo sottolineato che, in ragione del singolare intreccio di alleanze e di relazioni economiche della Siria, il paese era una pietra angolare della destabilizzazione  del Medio Oriente e che una “rivoluzione” (o guerra civile) era imminente. La Siria, avevo preavvertito, rappresentava il primo  tassello di una serie che avrebbe potuto condurre ad una guerra regionale allargata e coinvolgere  grandi potenze come gli Stati Uniti o la Russia.

Detto questo la mia posizione è sempre stata che la prossima guerra mondiale non sarebbe stata una guerra nucleare, ma soprattutto una guerra economica. In altri termini, credevo e credo ancora che sia molto più utile per le elites dell’establishment utilizzare l’Est come una spada per abbattere certe parti dell’Occidente con armi economiche, per esempio con l’indebolimento del dollaro americano. Il caos che questo causerebbe sui mercati mondiali e il panico che ne seguirebbe nel grande pubblico, costituirebbero una copertura perfetta per quello che i globalisti chiamano “il grande riassetto finanziario”. L’espressione “riassetto finanziario” è sostanzialmente la parola in codice per definire la centralizzazione totale di qualunque gestione finanziaria e monetaria dell’economia mondiale attraverso una istituzione unica, probabilmente il Fondo Monetario Internazionale. Questo culminerebbe nella distruzione del ruolo del dollaro come moneta di  riserva mondiale e con la sua sostituzione con il  paniere delle valute dei diritti speciali di prelievo del FMI.

Infine il sistema dei diritti speciali di prelievo potrebbe costituire un trampolino verso un sistema monetario mondiale la cui forma e funzionamento sarebbero in definitiva completamente digitali, ( Ricordo del 1988:  Preparatevi a una moneta mondiale entro il 2018).  Questo darebbe ai Globalisti un pulsante di controllo totale anche verso le forme più  piccole del normale commercio. La quantità di potere che conquisterebbero, partendo da un solo sistema di moneta digitalizzato, sarebbe infinita.

La Siria stessa non è che uno dei tanti livelli nel processo di instabilità globale preordinata, ma sembra essere di importanza vitale per le élites, considerando che continuano a fare sempre nuovi tentativi per convincere il pubblico americano a un  cosiddetto “cambiamento di regime”.

I media come il New York Times insistono apertamente nel racconto secondo il quale il presidente siriano Bashar-al-Assad  ha una lunga storia di crimini di guerra, compreso l’utilizzo di armi chimiche contro civili. Comunque né il New York Times, né altri al governo (degli USA -N.d.T.) hanno prodotto una sola prova concreta che Assad sia colpevole di tali crimini, compreso l’ultimo attacco chimico che l’amministrazione Trump ha utilizzato come prova razionale per colpire con  missili di crociera gli obiettivi militari siriani, e per rinnovare la retorica che chiede la deposizione di Assad.

Non che io abbia necessariamente molta fiducia nel regime di Assad, ma abbiamo visto questo stesso scenario utilizzato dall’amministrazione Obama nel 2013: un attacco chimico contro dei civili, che la Casa Bianca ha immediatamente utilizzato senza prove per incolpare Assad e chiedere un cambio di regime. Questa tattica per portare l’opinione pubblica americana a favore della guerra è fallita, anche se molti personaggi dell’esercito vi si sono associati, ma Obama ha fatto marcia indietro (in parte) di fronte all’ invasione della Siria. Adesso sembra che l’establishment speri di ottenere una migliore risposta utilizzando lo stesso espediente con Trump presidente.
Attualmente nello scenario Trump vi sono vantaggi ben maggiori.

Dopo la metà del 2016 ho pensato che Trump sarebbe diventato senza dubbio presidente degli Stati Uniti, perché la consorteria bancaria internazionale ha bisogno di un capro espiatorio per la  crisi economica in corso che ha orchestrato da molti anni. La strategia siriana è una vittoria comunque per le élites con Trump, perché, con Trump, non c’è bisogno di essere moderati. Se possono convincerlo a  scatenarsi, senza preoccuparsi delle ripercussioni nella Regione, il loro capro espiatorio coinvolgerà tutti i conservatori in generale, con poco sforzo da parte loro.
La predizione di George Soros  secondo la quale Trump “fallirà” perché è  “imprevedibile e impreparato”, e che “finirà per essere dannoso per i mercati”, diventerà una profezia che si autorealizza.

Ho avvertito il Movimento Della Libertà (1)  in più occasioni, dopo  la selezione dei membri del governo Trump, che egli si stava circondando di “cannibali” dell’establishment che avrebbero diretto la Casa Bianca, sia suo malgrado, sia se avesse cooperato volontariamente. La sua recente retorica ad alta tensione contro il governo siriano e contro la Corea del Nord sembra confermare i miei sospetti.
Allora, dove ci porta tutto questo? Non certo in un bel posto.

Prima di tutto considerate il fatto che ogni volta che si profila un progresso del governo siriano nella distruzione dell’Isis, improvvisamente prende il via un nuovo attacco chimico che alimenta i sospetti su Assad. Chiunque abbia letto il mio articolo “I globalisti stanno indirizzando l’ISIS contro l’Occidente – Ecco ciò che possiamo fare al riguardo” ( titolo originale: “ISIS is being aimed at the west by Globalists-Here’s what we can do about it” -N.d.T.), pubblicato nel 2015, ha visto le numerose prove che avevo esposto che mostrano la complicità del governo americano e anche un suo aiuto diretto alla creazione dell’Isis. Ho paragonato la crescita dell’ISIS all’operazione Gladio, un enorme progetto clandestino, intrapreso dagli Stati Uniti e dai governi europei in Europa dagli anni ‘50 fino agli anni ‘90 del ‘900.
L’Isis è utile come eterno spauracchio e purtroppo la religione musulmana, la quale è in parte fondata sull’oscurantismo, nei decenni a venire resterà un terreno fertile per la nascita di gruppi estremisti. Le élites hanno veramente l’intenzione di proteggere certe fazioni dell’ ISIS in Siria e questo significa che l’ISIS continuerà a propagarsi da questa regione verso l’Unione Europea e gli Stati Uniti e che gli attacchi terroristici continueranno a moltiplicarsi.
Secondariamente, abbiamo constatato che l’Amministrazione Trump è perfettamente disposta ad accelerare certi vecchi progetti dell’establishment che prevedono un’azione cinetica (per es. distruzione e morte). Come è stata felice di muoversi rapidamente per colpire la Siria senza fornire delle prove che giustifichino questa decisione, non sarebbe sorprendente che sia pronta a colpire la Corea del Nord, un paese che ha attualmente i mezzi per minacciare obiettivi americani, o i nostri interessi nel Pacifico. Un precedente è costituito oggi da un programma in corso di sviluppo per attacchi  preventivi rapidi. Io credo che questo andrà anche oltre la nota inclinazione di Barack Obama a innescare la destabilizzazione di intere regioni.

E per terza cosa io penso che molta gente dimentica che la Siria continua ad avere un patto di mutua difesa con l’Iran. Perché questo è importante?  La Siria non è la Libia; Assad non cadrà come Gheddafi per mano di gruppi di insorti come l’ Isis. Il cambio di regime in Siria esigerà l’intervento di numerose truppe americane a terra. Questo di conseguenza porterà centinaia di migliaia di soldati della Guardia iraniana a intervenire. Se voi studiate la preparazione militare del mondo, sapete che un paese come l’Iran, o  come la Corea del Nord, offrirà una resistenza ben più grande di quella che abbiamo visto in Afghanistan e in Iraq.

Sebbene siano ancora dei paesi molto poveri militarmente (in termini di spese per la difesa), sono relativamente bene addestrati e lo scarto tecnologico è minore. In una battaglia del genere moriranno molti soldati americani. Se l’invasione terrestre diventa un’opzione in Siria, aspettatevi che l’Iran sia il prossimo obiettivo, e aspettatevi che torni agli Stati Uniti l’opzione di un nuovo “Pasticcio”. Tenete conto anche che lo stato d’animo degli americani è oggi di non accettare la coscrizione militare, salvo che gli Stati Uniti subiscano un attacco massiccio sul nostro suolo o contro le forze americane all’estero. E allora aspettatevi uno scenario ravvicinato tipo colpisci e terrorizza…
Come terza cosa c’è anche sicuramente l’incertezza in corso sulla possibilità che le forze americane e russe possano collidere e che da una parte o dall’altra vi siano delle vittime. La maggioranza degli analisti nel movimento della Libertà pensano che questo sia inevitabile. Io penso di essere d’accordo, ma non credo che le élites abbiano investito dei miliardi di dollari nella tecnologia del controllo capillare in tutte le grandi città del mondo, per poi vederla evaporare in una catena di funghi atomici (questo controllo capillare comprende le città russe – date un’occhiata alle leggi Yaroslavl di Putin che potrebbero accendere l’invidia della National Security Agency).
Mi sembra che la progressione naturale di queste tensioni finirà con delle rappresaglie economiche dell’Est contro l’Occidente, e non con delle rappresaglie nucleari. Il fatto è che questo è effettivamente lo scenario peggiore.

Con un conflitto nucleare, la perdita di controllo a largo spettro per l’élite è immediata. Perdono la loro rete di sorveglianza, perdono i mezzi per mantenere un esercito in buona salute, perdono i mezzi per scrivere il copione della recita, perché in quel momento i mezzi di comunicazione tradizionali non funzioneranno più, eccetera. Durante una crisi economica, possono facilmente  trasferire la loro ricchezza in Luoghi Rifugio, e possono indebolire certe forze militari rinforzandone  altre. Conserverebbero il loro apparato di controllo e potrebbero utilizzarlo efficacemente contro i cittadini finché non vi sia una resistenza civile imponente, e la lista potrebbe continuare.

Con la guerra nucleare ci sarebbe un caos totale. Con la crisi economica, ci sarà un caos controllato. L’establishment preferisce quest’ultima opzione.
Le nazioni dell’Est e il loro alleati conservano ancora nei loro caveaux delle obbligazioni del Tesoro americano per importi considerevoli, e utilizzano ancora in gran parte dei casi  il dollaro come moneta di riserva mondiale (anche se stanno preparando il terreno per smettere di utilizzare il dollaro, almeno dal 2008 in poi). Come massima opzione, molti di questi paesi hanno ugualmente la possibilità di abbandonare il dollaro come moneta di scambio del petrolio e di spezzare il nostro monopolio nella commercializzazione del petrolio su scala mondiale. Se una di queste misure viene adottata da paesi come la Russia, la Cina e l’Arabia Saudita, la struttura economica degli Stati Uniti perderà l’ultimo salvagente che la tiene a galla (lett. “l’ultimo pilastro che la tiene fuori dall’acqua” – N.d.T.). E noi passeremo in pochi anni nelle condizioni di un paese del terzo mondo.

Non sono dei pericoli ipotetici, sono rischi reali che sono già stati espressi pubblicamente dai gruppi economici dell’Est nei loro media. Questi pericoli  SERVONO a lungo termine all’agenda globalista. Come ho fatto notare più e più volte nel passato con numerose prove, i governi orientali, comprese la Russia e la Cina, sostengono apertamente e avidamente il Fondo Monetario Internazionale e continuano a chiedere al FMI di prendersi cura della gestione globale di tutta la politica monetaria per formare un sistema monetario mondiale unico. Possono essere  “anti-Stati Uniti” nei discorsi, ma NON sono anti-globalisti.

La Siria resta un catalizzatore molto utile perché i globalisti ottengano la crisi di cui hanno bisogno per fare avanzare il loro grande “riassetto finanziario”. E dato che hanno provato a spingere gli americani in questo pantano così tante volte nel corso degli ultimi anni, io penso che si possa dire con sicurezza che hanno intenzione di utilizzare la Siria come punto di innesco, sia che noi cooperiamo sia che non lo facciamo.

Brandon Smith

Fonte: http://lesakerfrancophone.fr/

Link: http://lesakerfrancophone.fr/les-vrais-dangers-derriere-la-crise-syrienne-sont-economiques

12.04.2017

Traduzione dal francese per www.comedonchisciotte.org a cura di GIAKKI49

NOTE

(1) Movimento della Libertà: La filosofia che si oppone al NWO, la filosofia del movimento della libertà, sostiene che nessuno ha il diritto di imporre la sua particolare versione di una società perfetta su chiunque altro. Non appena qualcuno lo fa, ha commesso un grave attacco contro la libertà individuale – un attacco che deve essere risolto.

Il “Nuovo Ordine Mondiale” è un concetto creato non nella mente dei “teorici della cospirazione”, ma nelle menti di coloro che cercano di controllare gli altri. Queste sono le pseudo-élite che grandiosamente si arrogano il diritto di determinare il destino di ogni uomo, donna e bambino a scapito della libertà individuale e dell’autodeterminazione.
(estratto da “Le ragioni per opporsi al Nuovo Ordine Mondiale” di Brandon Smith – 27/08/2016, a cura del traduttore.)

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