Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani) per ComeDonChisciotte.org
Tutti voi sapete quello che sta succedendo con i crediti fiscali, il nostro governo ha detto che non si possono più trasferire, e non sono state sufficienti le insurrezioni di imprese, banche e grandi aziende pubbliche e private attive nel settore, a far cambiare idea al nostro premier, perchè lui è Super Mario, quello che, da giorni, si accredita il più grosso balzo del PIL italiano degli ultimi 27 anni, quel +6,5% che i giornali di regime ogni giorno ci decantano. Peccato però, che pochi lo confrontino con il – 9% dell’anno precedente, e che molti, invece, vivono sulla loro pelle, la tremenda recessione economica che nel nostro paese perdura da quasi due decadi.
Pochi giorni fa, chiamo l’impresa che già diverse volte mi ha sostituito le caldaie: ne ho già sostituite diverse con il sistema dello “sconto in fattura”, cedendo loro i crediti derivanti da tale operazione e concessi dal governo. Una operazione semplice che ha portato le aziende che operano nel settore – e relativo indotto – ad aumentare notevolmente il loro fatturato. Lo stesso è avvenuto con il bonus 110%, il sisma-bonus, ecc.
Questa volta, dall’altra parte del telefono, ho sentito l’interlocutore preoccupatissimo: “è tutto bloccato, a causa del nuovo decreto! Non so veramente come fare, ho contratti già firmati che non posso onorare, perchè non posso più cedere i crediti fiscali”
Ecco quello che succede, quando in un’economia moderna di mercato basata sui consumi, vengono a mancare i soldi per scambiarsi beni e servizi che gli operatori producono e forniscono!
E qui facciamo un passo indietro e torniamo a spiegare, per chi ancora non lo sa, cosa sono i CCF , ovvero i Certificati di Credito Fiscale, in inglese “TAX-CREDIT”. La teoria della moneta moderna, conosciuta come Modern Money Theory (MMT), ed il suo padre fondatore Warren Mosler, da anni definiscono la moneta moderna fiat un “Tax-credit”.
Quindi per proprietà transitiva, se la moneta moderna fiat è un “Tax-credit”, di conseguenza i “Tax-credit” sono SOLDI.. lapalissiano direi!
E fin qui tutto torna: quindi se Mario Draghi interrompe la possibilità di trasferire i crediti fiscali, ovvero impone per decreto che i soldi non possano più essere trasferiti, la conseguenza diretta è che l’imprenditore che deve fornire il suo servizio o vendere il suo prodotto, comincia a preoccuparsi, proprio perchè viene a mancare lo strumento imprescindibile, ovvero i soldi, che rappresentano la sua contropartita, ossia il suo interesse a fornirti la nuova caldaia.
Insomma, affermare per decreto che un credito fiscale non si può trasferire, equivale in tutto e per tutto a dire che tu non puoi cedere ad un altro soggetto la banconota da 50 euro che hai nel tuo portafoglio.
Mi direte, “Megas, ma cosa ci stai dicendo!?” – si, è così, amici miei.. le banconote che avete in tasca e/o i numeri elettronici che avete sui vostri conti correnti non sono altro che entità emesse dal nulla (dallo Stato) e a voi pervenute tramite la spesa pubblica del governo e che circolano all’interno del settore privato, in attesa che un giorno vengano usate per il pagamento delle tasse. E lo stesso avviene con i CCF.
Ora, le cose cominciano ad essere molto più chiare, ed immagino già le domande che ronzano nelle vostre teste. Ma come, Mario Draghi che tanto tiene all’aumento del PIL, introduce nel decreto Sostegni (già qui siamo ad una contraddizione in termini), una misura che, di fatto, dando una mazzata tremenda ai fatturati, certamente colpirà in modo negativo il PIL stesso?
Va bene dai, le risposte ormai sono automatiche nelle vostre teste, stiamo parlando di Mario Draghi, quello del Britannia, il curatore fallimentare degli stati, quello che sostiene l’uso dei derivati, ovvero, l’affidarsi a delle scommesse per pareggiare i conti dello Stato, quello che a capo della BCE, in pieno accordo con il governatore della Banca di Grecia, ha lasciato per settimane i cittadini in coda davanti ai bancomat vuoti.
Cari miei, Mario Draghi, a differenza anche di tanti che la propongono (l’introduzione della moneta fiscale o CCF), ha dimostrato negli anni, ai professionisti della materia, che LUI, comprende benissimo il funzionamento della moneta moderna fiat (anche se di fatto l’ha sempre utilizzata ad esclusivo vantaggio dell’èlite); quindi, è pienamente cosciente che lo strumento dei CCF farebbe recuperare in pieno la possibilità ai nostri governi, di tornare ad avere completa autonomia, in quella che è la principale funzione di un esecutivo – vale a dire, quella “politica fiscale”, che le regole imposte dai patti europei hanno completamente tolto dalle loro mani.
Che dietro alla bocciatura dello strumento dei crediti fiscali ci fosse la “manina” del banchiere più odiato dai greci, per il il sottoscritto è stata una certezza fin da subito. Anzi vi dirò di più: avevo già messo in guardia da tempo gli amici della “moneta fiscale” (promotori del disegno di legge per mano del Senatore De Bertoldi), su come sarebbe andata a finire. Ma vi pare che con cotante credenziali, Mario Draghi avrebbe mai lasciato in piedi una misura (seppur allo stato di fatto non risolutiva in termini qualitativi e quantitativi) indirizzata verso la crescita economica e quindi attuata per restituire benessere al nostro paese?
Certo, che NO!
Non occorrono prove e chissà quale illuminazione della mente, per arrivare a tale conclusione. Ma se proprio non vi basta, è dal fantastico mondo dei social che arriva la conferma diretta:
In una conversazione su Twitter, riferita al tema del blocco dei trasferimenti dei crediti fiscali, quanto scritto da Luca Carabetta (deputato M5S) [1] – non lascia scampo ai dubbi:
“ci sarebbe molto da dire sul ruolo delle forze politiche di maggioranza relativa in un governo di unità nazionale e nelle condizioni odierne. Mi limito a sottolineare il fatto che questa misura sia stata accolta favorevolmente da tutti i partiti che l’hanno anche difesa. La responsabilità di queste modifiche è di matrice tecnica e ci sono nomi e cognomi”
Presto, incontreremo questo deputato che mostra tanta chiarezza ed onestà intellettuale, pur trovandosi in un sistema rappresentativo che si poggia sul perenne inginocchiarsi della politica ai tecnici e che lui mostra di toccare con mano; a maggior ragione, come in questo caso, quando si ha la certezza che sono i tecnici che ti mettono sulla strada sbagliata.
Caro Deputato, caro Onorevole Luca Carabetta, all’onestà intellettuale, soprattutto quando si incarna un ruolo istituzionale, deve corrispondere senza indugi anche il “Dovere”. Ed in questo caso, il dovere sarebbe quello di fare i nomi ed i cognomi di questi tecnici che lei ha indicato, che peraltro vengono pagati con soldi pubblici.
Che i tecnici siano i responsabili e che, quantomeno possa essere imputato loro, una mancanza di professionalità ed una poca conoscenza della materia, lo si deduce chiaramente, leggendo la relazione tecnica nella quale si adducono le motivazioni che hanno portato a questa presa di posizione del governo:
allo scopo di arginare il crescente fenomeno di rilevanti frodi legate alla troppo libera circolazione dei crediti d’imposta e alla loro reiterata cessione, che – si legge nella relazione tecnica che accompagna il decreto legge – “come riscontrato ad esito dell’esperienza operativa maturata dall’Amministrazione finanziaria, mira a dissimulare l’origine effettiva dei crediti, invero inesistenti, con l’intento di giungere alla monetizzazione degli stessi ed alla successiva distrazione della provvista finanziaria ottenuta”. [2]
Insomma, in poche parole e visto che non esistevano motivi oggettivi e scientifici, ma solo, quello di continuare sulla strada da tempo tracciata, di una politica fiscale incentrata sul “folle principio” dell’austerità espansiva, i tecnici si sono inventati la fantomatica scusa – per non dire “balla” – delle “frodi”.
Ma com’è possibile crederci!? Come già spiegato sopra, stiamo parlando di crediti fiscali, ossia soldi, emessi direttamente dallo Stato, non certo banconote stampate in una cantina di Napoli come fa nel film la “Banda degli onesti”. E’ lo Stato che ti concede il credito fiscale in base ad un preciso indirizzo di politica fiscale emanato dal governo, ed è lo Stato stesso che un giorno te lo richiederà indietro attraverso il pagamento di una tassa.
I classici esempi di presunte frodi, che fanno riferimento a cantieri fantasma, messi in piedi solo per ottenere i crediti senza che i lavori siano mai stati effettuati… scusatemi… ma non reggono!
Tutti noi sappiamo, che dietro all’ottenimento dei crediti fiscali, ci sono precise richieste da ottemperare derivanti da puntuali decreti governativi, ci sono più soggetti che intervengono nel processo, quali tecnici e professionisti, tutti soggetti a responsabilità personale, imprese che si assumono il rischio e soprattutto istituti di credito che anticipano i soldi e si prendono ad unica garanzia i crediti fiscali stessi. Per non parlare dell’Agenzia delle Entrate, che ha un potere assoluto di controllo, nonchè l’ultima parola sull’accettazione dei crediti fiscali stessi, in pagamento delle tasse.
In poche parole, di fronte ad una truffa, lo Stato può sempre, in ultima istanza non accettare tali crediti in pagamento delle imposte.
Addirittura l’Agenzia delle Entrate, ha già da tempo in dotazione una piattaforma funzionante (a prova di frode) per lo scambio dei crediti fiscali [3]: ho amici ristoratori che, per la loro attività, da tempo fanno acquisti nella grande distribuzione all’ingrosso e pagano con i propri crediti fiscali, tramite la suddetta piattaforma.
Sarebbe come dire: non si usano più le carte di credito per paura delle truffe. Ma come ben sappiamo, su questo tema, l’indirizzo politico del governo è completamente opposto: eliminare il contante ed incentivare i pagamenti tramite i canali tracciati (carte, bonifici, ecc.)
Più chiaro di così!
Insomma, se tecnicamente non può esserci frode politica all’origine, non ha alcun senso stoppare una misura così benefica per la nostra economia, soltanto perchè ci preoccupiamo di possibili frodi che potrebbero essere messe in atto in seguito. E’ un po’ come dire ad un assetato: non ti dò da bere perchè temo tu possa bagnarti i vestiti.
Ripeto, lo Stato ha tutti gli strumenti e le strutture per fronteggiare le possibili frodi e punire i trasgressori. Oltre all’opzione finale, non certo di poco conto, di poter coprire ogni tipo di passività derivante da casi di frode, tramite l’emissione, dal nulla, di ulteriori crediti fiscali.
Dispiace veramente, ma ripeto non ne sono sorpreso, che questo provvedimento metta un grosso “stop” (almeno per il momento), al percorso del disegno di legge sui crediti fiscali, presente nelle commissioni parlamentari a firma del Senatore De Bertoldi (FDI) e redatto dagli amici della “moneta fiscale”.
Il disegno di legge prevedeva – e naturalmente tutt’ora prevede – l’utilizzo diffuso dei “Tax-credit”, per una politica fiscale che possa essere sufficientemente qualitativa e quantitativa, finalizzata alla ripresa dei consumi e all’ottenimento della piena occupazione.
Parte integrante del progetto è stato discusso recentemente a Roma, quando abbiamo fatto sedere intorno allo stesso tavolo il Senatore De Bertoldi e l’economista americano Warren Mosler; proprio quell’incontro era finalizzato ad usare lo strumento dei crediti fiscali per finanziare i Piani di lavoro garantiti (PLG), ovvero un lavoro per tutti coloro che lo desiderano.
Ma finche’ sulla poltrona di premier rimarrà Mario Draghi, sostenuto da questa classe politica, sono certo che tutto questo rimarrà soltanto un sogno.
Di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani) per ComeDonChisciotte.org
NOTE
[1] Luca Carabetta – Wikipedia
[2] FiscoOggi.it – “Sostegni-ter” – 1: bonus edilizi, è consentita un’unica cessione
09.02.2022