I sanitari rispondono alle minacce di Giani e chiedono di essere ascoltati

Per "ContiamoCi!" il diritto alla cura non può essere messo in discussione

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di Valentina Bennati
comedonchisciotte.org

All’indomani delle discutibili parole del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, non si fa attendere la replica dell’Associazione ContiamoCi! che riunisce gli operatori sanitari che non hanno accettato l’obbligo vaccinale decretato il 1° aprile 2021 e convertito in Legge il 28 maggio scorso, nonostante il Rapporto pubblicato il 13/03/2021 dall’I.S.S. che mette in chiara evidenza la totale sperimentalità dei vaccini e le conseguenti incertezze che li accompagnano (consapevolezza delle incertezze peraltro manifestata apertamente dallo stesso D.L. 44/2021 che, all’art. 3, introduce un’esimente penale a favore dei sanitari che somministrano i vaccini per i reati di omicidio colposo e lesioni personali colpose conseguenti a reazioni fatali in sventurati sottoposti all’inoculo).

«Dopo il 30 settembre tiriamo le somme della nostra campagna vaccinale e chi non ha fatto il vaccino non ha più scuse. Stanno partendo le lettere di sospensione per gli operatori sanitari no vax che in Toscana sono circa 4.500. Chi non intende vaccinarsi non può prendersi cura degli altri» ha tuonato Giani.

Ci si domanda su quali basi etiche, scientifiche e giuridiche possano poggiarsi tali dichiarazioni. Ci si domanda anche come potrebbero funzionare – una volta realizzata concretamente la minaccia di sospensione  – quelle stesse strutture ospedaliere che spesso in passato hanno lamentato carenza di organico che, a dire il vero, nel 90% degli ospedali italiani è cronica.

Come si provvederà a tamponare l’assenza di tutti coloro che saranno sospesi per aver rifiutato di farsi inoculare prodotti sperimentali che, di fatto, non riducono i contagi, ma solo la malattia grave in quei soggetti a rischio che non si curano?

Quanto reggerà il sistema sanitario, non solo toscano ma anche italiano, se tutti coloro che credono nel diritto all’autodeterminazione non cederanno?

La questione è proprio questa: il diritto alla salute è costituzionalmente garantito come, del resto, quello all’autodeterminazione. Non sono aspetti da mettere in contrapposizione, ma che – in uno Stato democratico – devono coesistere e trovare un ragionevole e giusto bilanciamento.

Oggi, invece, la politica e il can can mediatico stanno mettendo un aspetto contro l’altro, con il risultato di provocare scontri e fratture sociali, ed è questo il vero, enorme, problema.

In tale delirio speriamo che i Medici che ancora onorano il giuramento di Ippocrate, quelli che vogliono agire in scienza e coscienza ed essere liberi di scegliere per se stessi e di consigliare in autonomia di giudizio i loro assistiti, resistano e vadano avanti a testa alta. E ciò, nonostante la campagna pubblicitaria martellante e la violenza del ricatto ignobile di perdere un lavoro amato e necessario per vivere.

Altrimenti poveri noi.

 

* * * * * * *

SEGUE LA TRASCRIZIONE DELLA LETTERA AL PRESIDENTE DELLA TOSCANA GIANI
(alla fine il link al pdf originale)

 

ContiamoCi!
Via Ragazzi del ’99 n° 3 – 36100 Vicenza (VI)
– C.F. 95145180246 – [email protected]

 

Illustrissimo
Dr. Eugenio Giani
Presidente della regione Toscana
[email protected]
Firenze, 30 agosto 2021

 

Signor Presidente della regione Toscana dr. Eugenio Giani,
in merito alle sue recenti dichiarazioni alla stampa del 27 agosto, come cittadini ed operatori sanitari toscani ci sentiamo offesi dall’etichetta corriva di no-vax con cui pretende di liquidarci. Contestando con validi argomenti, e nell’interesse generale, la ragionevolezza scientifica di provvedimenti tanto gravi per la loro incidenza su libertà fondamentali e diritti costituzionalmente garantiti, chiediamo semplicemente di essere ascoltati. Ne riceviamo risposte che, senza argomenti, calpestano la nostra professionalità e il nostro decoro.
Forse, Presidente, Lei non sa che con le infezioni, con il rischio di contagio, noi ci conviviamo da sempre, che sappiamo come difenderci, che sappiamo proteggere i pazienti, noi stessi, i nostri cari, da questi pericoli.
O pensa che prima del COVID le strutture sanitarie ne fossero esenti?
Forse non sa che i pazienti “infetti” da sempre afferiscono alle strutture ospedaliere?
Ha mai sentito prima d’ora di un medico o di un sanitario che per questo ha abdicato alla propria missione?
Ella, Signor Presidente, con le sue parole avalla politiche discriminatorie che la conoscenza della storia dovrebbe scoraggiare. Utilizza surrettiziamente pretese motivazioni di salute pubblica per farsi censore delle idee di suoi concittadini, interferendo con scelte riguardanti la salute e la vita.
Da mesi assistiamo ad una frattura all’interno del mondo della sanità, sia nel campo della ricerca che della clinica. Migliaia di medici che hanno curato i pazienti con dedizione e abnegazione, guarendoli, non hanno voce perché una parte del sistema ha deciso di silenziarli.
Molti, testimoni di una storia non raccontata, non possono esprimere quanto quotidianamente è sotto i loro occhi per timore di essere sospesi o radiati; per timore di essere ostacolati se le cure proposte non corrispondono ai protocolli ufficiali.
Nel frattempo il dibattito si sposta nei salotti televisivi, nei programmi di attualità e avanspettacolo scivolando verso una deriva che nulla ha a che fare con un confronto trasparente e obiettivo. Nulla ha a che fare con la scienza, il suo metodo e il suo necessario rigore.
La scienza procede per raccolta ed analisi dei dati e accoglie senza pregiudizio una pluralità di visioni purché esse rispondano a indefettibili criteri di responsabilità.
Si è mai chiesto perché migliaia di professionisti della salute stiano sollevando perplessità in merito alla campagna vaccinale? Che senso ha soffocare tali legittime perplessità in maniera semplicistica quanto arbitraria e prepotente?
Come sanitari che operano quotidianamente sul campo, testimoni diretti della realtà delle cose, denunciamo con forza e dolore la mancata istituzione in Italia di una farmacovigilanza attiva, fondamentale in una campagna vaccinale avviata in fase di sperimentazione.
Presidente, ritiene forse che possiamo rimanere inerti e impassibili di fronte alle migliaia di reazioni avverse spesso gravi, talora fatali, che osserviamo quotidianamente e che vengono eclissate senza neppure il beneficio del dubbio?
Crede che possiamo garantire un consenso informato ragionevole sui rischi a breve, medio e lungo termine quando questi neppure si conoscono?
Quanto agli aspetti epidemiologici, autorevoli scienziati e virologi hanno ipotizzato come una campagna vaccinale in fase pandemica sia suscettibile di innescare varianti resistenti al vaccino.
Presidente Giani, queste ed altre considerazioni ci inducono a chiedere, in nome del rispetto per la salute dell’individuo e della comunità, di garantire un dialogo reale e un confronto imparziale ed obiettivo tra le diverse autorevoli voci della Scienza: la cittadinanza ha il diritto di ricevere un’informazione trasparente.
Non possiamo derogare a questi principi che sono il fondamento ed il motore della nostra etica professionale.

I sanitari toscani di ContiamoCi!

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ComeDonChisciotte.Org

FONTE: Canale ufficiale Telegram dell’associazione ContiamoCi!
LA LETTERA IN FORMATO PDF – Lettera al Presidente Giani della Toscana

 

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