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La Redazione

 

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HANNO VINTO I PEGGIORI, HANNO PERSO I PEGGIORI

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A cura di God
Il 15 Aprile 2008
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DI FULVIO GRIMALDI
Mondocane Fuorilinea

Italia: medaglia d’oro di tafazzismo

Elezioni politiche 2008.
Hanno vinto i delinquenti: mafiosi, fascisti, razzisti, baciapile, ladri,
truffatori, criminali di guerra, ottusi, incolti, incompetenti. Hanno perso gli
altri, uguali ma con un “cripto” davanti: criptomafiosi,

criptorazzisti, cripto fascisti, criptoladri…
Più una bella dose di collotorti e pinzocheri di
diretta obbedienza vaticana. E tutto questo era nell’ordine delle cose
dopo sessant’anni di corruzione etica ed
ideologica democristiano-piccista e quasi
vent’anni di cabaret berlusconide con dietro le
quinte lupare, triangoli e Corte di Cassazione. Ma, per tutti gli dei,
s’è tolto dai coglioni Fausto Bertinotti, con tutta la sua corte dei
miracoli, i suoi rapaci monaci tibetani bramosi di schiavi e bimbetti impuberi,
i suoi ominicchi, ruffiani, quaquaraquà,
i suoi tartufi, ipocriti, farisei, i suoi blasfemi revisori del ‘900 e
del comunismo, le sue arpie ginocrate travestite da
femministe e firmaiole di guerre genocide, i suoi buoni, miti e nonviolenti del
disarmo unilaterale purchè sia il nostro,
o dei palestinesi, o degli iracheni, o degli afgani; i suoi ciarlatani che alla
lotta di classe sostituiscono una “tendenza culturale”. come dettato in questa lunga notte dai vampiri di classe. E
i suoi ultramodesti zappatori alla Giordano, i suoi
grilli parlanti col culo nel cantuccio caldo, alla Russo Pena, i suoi ossimori,
alla Gennaro Migliore, l’opposizione di
Sua Maestà, vociferante a brache calate, alla Burgio

e Grassi, i suoi mazzieri alla Dejana e Menapace, i suoi “tienimi-buoni-i-noglobal”
e intrufolaci nel business municipale, alla Patrizia Sentinelli.
Che gente, ragazzi, che gente! Una consolazione c’è: si t oglierà di mezzo anche quel tabloid delle bufale politiche ed ideologiche che è il “Liberazione” del Sionetti. Finito il
Parlamento, finito il contributo. E questo, nel caso
del giornaletto più adulterato d’Italia, è un sollievo.

E “il manifesto”?
Quello che sostiene tutti i pilastri della cupola
imperialista accettandone e rilanciandone le frodi fondative,
dall’11/9 ad Al Qaida, da “sua
santità” il Dalai Lama – our boy si vanta Bush – al “genocidio” del Darfur; dal Mugabe “dittatore sanguinario”, che
priva i bravi bianchi delle terre consacrate dal colonialismo britannico, per
darle a negri incompetenti e fannulloni, all’altro
“dittatore”, il povero Milosevic della mai fatta “pulizia
etnica” e dell’assassinio in carcere per volontà di Carla del
Ponte, PM che non riusciva a dimostrare neanche una delle sue amerikane accuse. E che quello svaporato di Tommaso
De Francesco esalta per aver ora in un libro tentato di coprire le sue infamie
di giudice venduto agli squartatori della Jugoslavia e di massacratrice
unidirezionale di presunti “criminali” serbi, con la putrescente
foglia di fico dell’accusa al tagliagole e“premier kosovaro”,

Hashim Taqi, di aver pure
lui fatto qualche sterminio. “Il manifesto” delle Mariucce Ciotta che alla fine,
spostato il suo invaghimento da Hillary a Obama, pencolavano addirittura verso il blob
Veltroni; delle Giuliane Sgrena che annebbiano con le lacrime del piagnisteo
universale le proprie perfidie integraliste antislamiche;
delle Rossane Rossanda, staffiere pacifista
dell’orrido bombarolo Adriano Sofri, panegiricista

del turlupinatore a stelle e strisce che
dirige il TG1, autenticatrice di BR fasulle che su
determinazione mafio-israelo-kissingeriana hanno
fatto fuori Aldo Moro, femminista di lusso che inalbera una protervia che
neanche Rocky-Rambo, ambientalista timorosa della
fine del mondo che si batte per la fine di Venezia sostenendo a spada tratta la
truffa del “Mose”. E Valentino Parlato? Meglio stendere un velo
pietoso sulle sue sempre più decrepite e biliose reprimende a lettori che non
condividono le intemerate a favore della Sinistra L’Arcobaleno, o che
ritengono il giornale un gingillino chic e trendy, sollevato dai dominanti stereotipi di dominio
solo grazie all’intervento di rari interni e più frequenti collaboratori
esterni (che Allah e Orfeo li benedicano). Pensate, per Veltroni e Bertinotti (un transgender delle classi e il suo reggicoda: ti supplico, Walter, fammi venire con te…) al
“manifesto” hanno votato oltre il 62% (e così anche il Venerando Maestro Dario Fo,
dopo l’avventura da brivido della consorte con Di Pietro).

Sono quei manifestini che
in questi anni, dopo la morte di Stefano Chiarini, hanno fatto carne di porco
del pur cospicuo 37% che ha votato – illudendosi, ma onestamente – Sinistra Critica, o
che non ha votato. E pensare che “il manifesto” da 25mila lettori
avrebbe nelle pur esangui percentuali delle sinistre trotzkiste e, soprattutto,
dell’assai più vasto popolo di sinistra vera delle astensioni dalla
partita truccata o delle schede nulle, un bacino numericamente e politicamente
assai superiore e affidabile.

Ci aspettano tempi
terribilissimi. Siamo su una pista di bob e precipitiamo verso il fondo a
velocità demenziale e senza riuscire a vedere e capire cosa ci scorre accanto e
cosa ci aspetta all’arrivo. L’elite criminale mondiale, che nei due
gaglioffi della finta contesa di domenica-lunedì ha i suoi locali Maliki e Abu Mazen, sta costruendo lo Stato globale di
polizia e di guerra alla mercè dei mercificatori universali.

Insieme all’esclusione dalla rappresentanza istituzionale, sta
completando, a forza di legislatori al servizio del moloch imperialista, del lobotomizzatore fondamentalista di S. Pietro e dei loro
sorveglianti, repressori, picchiatori e torturatori d’ordine,
l’eliminazione degli insubordinati sopravviventi anche dalle piazze e,
fra un po’, dalla comunicazione. Il cachmirato
col birignao agnelliano si consolerà cinguettando
presuntuose irrilevanze nei salottini della vipperia
di terz’ordine e vantandosi di essere riuscito nell’impresa,
programmata dal 1993, di corrompere i comunisti e
eliminare la liberazione dalla prospettiva di classi e popoli, con il valore
aggiunto della rendita milionaria spettante alle Quinte Colonne. Siccome da
queste parti al posto di uno Chavez,
o un Fidel, o un’armata maoista divenuta elettorale, abbiamo Flavia
d’Angeli e Salvatore Cannavò (quello che invitava tra i noglobal la brigata Cia “Otpor”
delle “rivoluzioni colorate”), rassegniamoci a vederci costretti in
montagna. Lo tsunami in arrivo della catastrofe mondiale del capitalismo, lo
scontro irrevocabile tra le Grandi Potenze, l’ invincibile
resistenza di iracheni, afgani, latinoamericani, domani altri, sarà la mossa
del cavallo che scombinerà tutto. Come nel ’17. Prepariamoci. Prima che il
mondo muoia.

P.S. “Mamma,
ho perso la sinistra
!
Convergenze, connivenze, obbedienze di una Sinistra ex”,
Malatempora editore ([email protected]), è il mio libro che
rovista in tutto questo. Comprarlo fa male solo ai padroni e ai loro
palafrenieri.

Fulvio Grimaldi
15.04.2007

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