Guerra mondiale? Non facciamo ridere…

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DI CARLO BERTANI

carlobertani.blogspot.it

Le notizie dalla Corea del Nord galvanizzano tutti gli analisti della Terra con un solo obiettivo: alzare il livello d’attenzione, fomentare la paura, e mi stupisce alquanto che tanti giornalisti nostrani ci caschino. Servono notizie, quest’anno non ci sono né Mondiali e né Europei di Calcio, ed il Governo ha stilato un DEF che è un libro dei sogni. Le cose vanno male? Diamo loro qualcosa sul quale meditare, nelle notti buie dei soldi che non si trovano, dei balzelli che bisogna assolutamente pagare: La Corea va benissimo.

Ancora ricordiamo gli accorati appelli di Michael Chossudoskj sulle portaerei americane nel Golfo Persico, in funzione anti-Iran. E’ successo qualcosa?

Ma qual è lo scenario reale?

La Corea del Nord non possiede missili balistici che possano raggiungere almeno l’Alaska: oltretutto, i Taepodong1 (2.000 km di gittata) portano un carico bellico scarsissimo (proprio per raggiungere i 2.000 Km) e, al momento, in Corea non sono ancora riusciti a ridurre il peso delle testate. Il Taepodong2 (10.000 Km) è un Taepodong1 al quale hanno aggiunto uno stadio: non ha mai funzionato, è ancora al livello di sogno.

Le armi atomiche coreane potrebbero, al più, colpire il Giappone o la Corea del Sud, ma scatenerebbero la reazione americana, ed il confine delle acque territoriali nord-coreane finirebbe in Mongolia. Pyong-Yang al Polo Nord. Neanche a parlarne.

La Corea, però, possiede armi antinave e missili balistici a media gittata – come i Rodong – che hanno un CEP (Cerchio di Errore Probabile) di 200 metri: lanciandone una salva – il tempo di volo è brevissimo, non sono soggetti a contromisure – con un po’ di fortuna potrebbero colpire la Vinson. Inoltre, possiedono una lunga lista di vecchi missili derivati dagli Scud: non sappiamo quali migliorie siano state eseguite su quei missili, e la questione è la medesima, ossia tiro un razzo non guidato. La precisione? Ignota.

L’unico missile antinave è il K1, ma ha una portata massima di 80 miglia nautiche, e la Vinson non ha bisogno d’avvicinarsi tanto per lanciare un attacco aereo: 100 miglia le bastano ed avanzano. E, probabilmente, non ha nemmeno un motivo per lanciarlo.

La mini-task force americana è composta solo da due caccia ed un incrociatore, che portano un centinaio di missili da crociera: siccome i missili coreani sono tutti in shelter sotterranei, e persino gli aeroporti hanno piste di decollo sotterranee (come avvenne in Serbia, che a fronte di 10.000 missioni aeree non riuscirono a distruggere nemmeno la metà degli aerei serbi), cento missili – sottoposti ad una reazione contraerea, e addirittura degli aerei se la Vinson non lancia i suoi velivoli nella mischia – sarebbero poco di più di una puntura di spillo.

Messe come sono messe le cose, oggi, sembra di più un “pegno” pagato da Trump alle lobby militari e guerrafondaie: come mai solo 4 navi? La Vinson (in servizio dal 1982), è una fra le più vecchie portaerei: ha ancora, come difesa aerea, i vecchi Sparrow-7! Gli stessi del Vietnam! Correttamente, affida ai propri velivoli la difesa aerea, però…

Giustamente, quando s’inizia una guerra non si sa mai dove si va a finire: un minuscolo rischio c’è sempre, ma le risposte di Russia e Cina sono state tiepide. Vai e mostra i muscoli, ma non andare più in là: la situazione, rispetto allo scorso decennio, è cambiata: Russia e Cina fanno parte del capitalismo internazionale a pieno titolo, e gli investitori vedono male rischi sui profitti quando il tasso di profitto è ancora abbastanza alto. Che gli frega della Nord Corea?

Anche Kim-Jo-Un lo sa: il suo minuscolo arsenale strategico vale qualcosa a livello regionale, ma se solo si sbaglia a tirarne uno oggi – quando non ha ancora una capacità nucleare credibile – perde anche il suo status di potenza regionale, e non gli conviene.

Tutto fa pensare ad un attacco mediante missili cruise, che farà qualche danno (poi ingigantito dagli USA) allo scopo d’incrementare, in patria, la sua figura di macho con i cosiddetti sempre pronti: insomma, una zuffa da bar.

Se, invece, avessero voluto veramente piegare la Corea del Nord, avrebbero inviato due o più grandi task force, fatto intervenire i B2 dagli USA (non è detto che non lo facciano) ma il “copione” non sembra quello, perché le misure di supporto all’operazione sarebbero enormemente più vaste: con sole bombe e missili, non pieghi una nazione, né scalfisci una classe dirigente come quella coreana.

State tranquilli: gli unici che le abbiano prese dalla Corea del Nord fummo noi, a Londra, nel 1966. Goal di Pak Doo-Ik, Albertosi osserva sconsolato la palla in fondo alla rete. Si torna a casa, sconfitti e scornati.

 

Carlko Bertani

Fonte: http://carlobertani.blogspot.it

Link: http://carlobertani.blogspot.it/2017/04/guerra-mondiale-non-facciamo-ridere.html

15.04.2017

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