Guerra lampo, colpo di stato silenzioso e IV Reich nell’UE

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FONTE: DEDEFENSA.ORG

È la Brexit il miglior affare realizzato dal Quarto Reich dopo il suo lancio da parte delle ditte Monnet, UE, CIA e  Compagnia dagli anni 50 in poi e dopo il “Gran Premio di Roma” (1)  che istituiva il trattato con lo stesso nome?. “Oggigiorno c’è  in corso un vero colpo di Stato tedesco nelle istituzioni europee”, ci spiega una fonte informativa partecipe e in ottima posizione per ascoltare nel vento le ultime notizie europee… “amico mio,-…the answer is blowing in the wind…-” la risposta vola nel vento, ovvero nell’atmosfera dei corridoi delle istituzioni burocratiche, nelle confidenze e nelle impressioni scambiate in conversazioni completamente informali con i colleghi di ufficio.
Quello che si scopre oggi sono due cose evidenti che, messe a fianco e sempre più chiaramente evidenziate in nome di una reputazione sopravvalutata ma “Kolossal”,  chiariscono le vie e gli strumenti del colpo di stato silente in questione:

1°  Formidabili manovratori della burocrazia, i funzionari britannici distaccati nelle istituzioni europee coprivano da decenni molti posti strategici per  le decisioni che avanzavano nel labirinto burocratico delle istituzioni europee. Con la Brexit se ne vanno. Chi li rimpiazzerà?  Lungi dall’avviare una procedura normale di divisione dei posti tra funzionari di diversi Stati membri, la macchina burocratica del mostro tecnocratico UE, constata che i Tedeschi ci sono, che a loro non si può resistere, piazzati su una reputazione di “potenza benevola”, tanto virtuosa al giorno d’oggi quanto era detestabile al tempo del nazismo, sono ricchi, influenti, allo stesso tempo brutali (per il bene della democrazia europea); e sono loro, i tedeschi, che si apprestano a manovrare per recuperare quelle posizioni che vengono lasciate libere dagli inglesi…

Strenui partigiani dell’intergovernativo e della difesa delle sovranità nazionali, i britannici sono stati per 20-30 anni il  “Signor No” di tanti progetti sovranazionali. Formidabilmente appostati nel dedalo burocratico, come si è detto prima, erano profondamente informati di tutti i progetti e dei complotti vari per far avanzare il sovranazionale, si posizionavano e lasciavano fare, fino al momento strategico dove il loro intervento decisivo (“non è il caso”), dava tutti i suoi effetti e soffocavano alla nascita ogni iniziativa che giudicavano potesse dissolvere le sovranità nazionali. Dunque per 20-30 anni i detestati i britannici hanno fatto il lavoro che De Gaulle aveva compiuto  durante i primi 10 anni di attività europea, e cioè hanno difeso per quanto possibile il principio della sovranità nazionale. Partiti loro, con i francesi nella condizione di incredibile decadenza in cui appaiono, nessuno più difende il principio della sovranità nazionale; allora quello che conta è il peso del potere secondo la definizione post moderna (la percezione della potenza economica, l’irresistibile influenza della comunicazione, la pressione burocratica e l’arroganza psicologica). Da questo punto di vista i tedeschi sono “sicuri di loro stessi e dominatori”  all’interno delle istituzioni, come si è visto con la crisi greca e in generale con gli sviluppi delle crisi finanziarie e monetarie. Con loro trionfa l’ideale di potenza rivisto secondo la ricetta postmoderna, a discapito dell’ideale di perfezione con i suoi punti di riferimento principali immutabili ma oggigiorno incomprensibili da chi è psicologicamente e spiritualmente così in basso, e quando l’incultura è coltivata come una virtù dei nostri dirigenti, sotto il predominio della comunicazione politica.

La presa di possesso tedesca con questo silente colpo di Stato sopravanza ampiamente i campi economici e finanziari per toccare quello della pseudo-regalità. (Un irresistibile ossimoro, parlare di una pseudo-regalità nel meccanismo europeo che è necessariamente l’antitesi assoluta del principio di sovranità dal quale dipende assolutamente il principio di regalità… È così che si muove la politica nell’era post-moderna, sempre più stretta dentro contraddizioni che si trasformano in vicoli ciechi…) E ci appare chiaramente come logico ed evidente che l’obiettivo dei Tedeschi deve essere di aggiungere alla loro potenza economica e finanziaria l’ambito della politica estera e quello della difesa nel quadro dell’Unione europea. Così la pesante logica teutonica progetta di sviluppare il mitico “Quarto Reich” per mezzo di poteri interposti.

A livello della politica estera (SEAE- il servizio europeo per l’ Estero), la partenza britannica e la straordinaria defezione francese hanno lasciato il campo libero ai tedeschi. I francesi, con il capo della diplomazia Vilmont (2)  in posizione di numero due del Segretariato generale, fino al 2015 erano ancora in ottima posizione per esercitare un particolare diritto sullo sviluppo della politica estera (diretta dall’Alta Rappresentante, l’italiana Federica Mogherini, che allora aveva delle buone intenzioni). Per mancanza di ontologia e debolezza di carattere, i francesi hanno perduto questa posizione di numero due che oggi è ben saldamente nelle mani della tedesca Helga Schmid, cooptata dal suo posto di aggiunta alla Segreteria Generale a quello di Segretario Generale. Malgrado, o a fianco, della sua seducente prestanza, l’elegante Elga non rinuncia per nulla alla fermezza e alla mano pesante del carattere tedesco. Immaginate una Anna Hidalgo che lavora per la Francia invece che contro i francesi e contro i parigini, come fa lei e avrete il ritratto di Schmid, la quale  senza alcun dubbio  lavora per la Germania e per Berlino. La sua presenza, che è quella della Germania in tutta la sua mitologia della guerra lampo, limita sempre più l’azione di Mogherini, completamente imbrigliata dalle regole tedesche, e altrettanto si verifica per la “politica europea”. Di fronte a questo i latrati da botolo di Sarko, il “normale” russare di Hollande e i colpi di mento di Macron “en marche”, nei corridoi delle istituzioni europee di vertice fanno un po’ vergognare di essere di nazionalità francese.

Nella logica dell’investimento della SEAE da parte dei tedeschi, ci sono i progetti di difesa europea. Questo grande sogno modello-Monnet (3) fatto a pezzi dai gollisti e dai comunisti che hanno mandato la CED (4) nelle pattumiere della storia a seguito di un voto storico del Parlamento di Parigi, alla fine dell’agosto 1954, negli ultimi 30 anni ha sempre  visto la sua rinascita bloccata per opera dei britannici. Allora noi (anche noi progenitori di dedefensa.org) coprivamo di anatemi questi felloni britannici, inviati speciali e portatori d’acqua degli eccezionali americanisti; oggi piuttosto ci verrebbero a mancare… I tedeschi vogliono la difesa europea, che si farebbe diciamo sotto la loro insegna, con i francesi che forniscono la tecnologia, la potenza autonoma, la capacità organizzatrice. Con i nostri modelli presidenziali postmoderni, tutto questo si può immaginare, comunque come progetto.

Il lancio di un progetto di “aereo da combattimento europeo” ha fatto molto ridere i vecchi coccodrilli che siamo noi che ne abbiamo visti di questi progetti pomposi e ambiziosi lasciati a terra appena usciti dal limbo. “Dassault (4) ci scherza su più che mai”, dicono tra di loro i vecchi coccodrilli, perché senza Dassault non si può fare niente in questo campo in Europa e poi Dassault ha un’ allergia incurabile per la cooperazione europea con la Germania. “Un collega ben piazzato in questo affare della Difesa al quale io raccontavo questa osservazione -dice la nostra fonte di informazioni già citata- , mi ha risposto freddamente “ebbene, credo che non rideranno più a lungo”. Questo collega non è affatto pro-tedesco, non fa che descrivere lo stato d’animo dei governanti impegnati in questo affare..
Tuttavia come è nostra abitudine, non siamo disperati ma disperatamente pessimisti; e pessimisti allo stesso modo sulle capacità dei nostri dirigenti, che sono irresistibilmente affascinati dalla mediocrità, i dirigenti francesi naturalmente, ma alla fine anche quelli tedeschi ed è questo quello che conta.

Con l’aereo di combattimento europeo che sarebbe necessariamente Dassault al 120% e che sarebbe altrettanto rivendicato dai tedeschi, ci avviciniamo agli ultimi “gioielli di famiglia”.
Ovvero, secondo noi, questo concetto della difesa europea, in queste condizioni, con la Germania truccata da Quarto Reich, ci porterà rapidamente alla questione della forza nucleare francese, con il suggerimento tedesco che diventerà una richiesta pressante perché diventi europea, ovvero tedesca. Vogliamo suggerire con questa ipotesi, che non ci sembra per nulla fuori luogo, in funzione delle diverse schizofrenie e frenesie maniacali imperanti, che si potrà arrivare alla prospettiva di formidabili contrasti concettuali e di affermazione politica tra la Francia e la Germania… Conflitti potenziali nei quali un presidente francese, se non dice un “no” fermo e definitivo, potrebbe trovarsi a fronteggiare una vera insurrezione interna, non solo da parte dei “Deplorevoli francesi” (per analogia con la definizione di Hillary Clinton sugli antagonisti elettorali americani sono quelli della Le Pen – N.d.T.) ma di alcuni grandi corpi dello Stato… E questo “No” potrebbe originare una più grande crisi di rottura sia interna sia con la Germania.

…L’ipotesi in effetti non è affatto gratuita e neanche senza precedenti. Rimanda agli accordi del 1957 tra Chaban-Delmas e Strauss, i due ministri della Difesa di quei tempi, e alla trattativa per la quale la Germania avrebbe potuto partecipare finanziariamente al programma di sviluppo già molto avanzato dell’arma nucleare francese, nella sua fase finale dopo la decisione di Mendès-France, che quindi sarebbe diventata franco-tedesca, in cambio della scelta del Mirage III invece del F-104 Starfighter per equipaggiare la Luftwaffe ricostituita nel 1955 (un ordine di più di 700 esemplari). De Gaulle mise fine a tutto questo quando arrivò al potere nel 1958, rimproverando il gollista Chaban per essersi lanciato in questa avventura e rompendo questo negoziato col principio che il nucleare non può essere che nazionale, e soprattutto non può essere offerto ai tedeschi, nonostante i suoi stessi progetti (di de Gaulle), di cooperazione franco-tedesca. Nonostante l’idea avesse anche un senso strategico potente, poiché ventilava una possibile rottura della tenaglia USA-NATO sulla Germania in un momento storico fondamentale per questa prospettiva. Oggigiorno quest’ipotesi (il nucleare francese esteso alla Germania) è una pura follia dal punto di vista francese, ma il nostro punto di vista è che quest’ipotesi è ben presente nei retro pensieri tedeschi, totalmente inebriati dalla prospettiva della potenza conseguita grazie all’Europa e alle macerie della Francia.
Semplicemente e per concludere, riprendendo l’idea già detta, si tratta di concepire che il colpo di stato silenzioso tedesco svela la sete di potere della Germania, e non può che sfociare nell’ambito supremo della potenza militare, con le pretese tedesche che abbiamo visto, e questo sarebbe un punto di rottura completo dal punto di vista  francese. Si tratta non più della natura delle cose ma della “forza delle cose”, espressione favorita del Generale. Certamente i francesi al giorno d’oggi sono quasi inesistenti ma secondo noi i tedeschi, di cui conosciamo l’inclinazione a lasciarsi trascinare a volte in sogni romantici e fumosi, se non Wagneriani, rischiano di diventare un po’ troppo “presenti”, e dunque  col rischio di perdersi e di perdere tutto…

 

Fonte: www.dedefensa.org

Link: http://www.dedefensa.org/article/blitzkrieg-silent-coup-et-iveme-reich-a-lue

29.08.2017

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GAKKI49

 

Note  a cura del traduttore
(1) Trattato di Roma- trattato istitutivo della Comunità Economica Europea firmato il 25 marzo 1957 contestualmente al trattato istitutivo della Comunità europea dell’energia  atomica. A Roma. Ricorre il 60.mo anniversario nell’anno in corso.
(2) Pierre Vimont, (1949- *) Diplomatico francese, Ambasciatore negli USA (2007/2010) Segretario Generale Esecutivo della SEAE (Servizio Europeo per gli Affari Esteri)
(3) Jean Omer Marie Gabriel Monnet è stato un politico francese, tra i padri fondatori dell’Unione Europea. (1888, Cognac, – 16 marzo 1979, Houjarray – Francia)   (da Wikipedia)
(4) CED – La Comunità europea di difesa (CED) fu un progetto di collaborazione militare tra gli stati europei proposto e sostenuto dalla Francia e precisamente dal primo ministro René Pleven con la collaborazione dell’Italia di Alcide De Gasperi nei primi anni cinquanta. Il progetto fallì per l’opposizione politica della Francia, dovuta a un suo ripensamento successivo. (Wikipedia)
(5) Dassault – La Dassault Aviation è un’azienda aeronautica francese di progettazione e produzione velivoli. Fondata nel 1929 da Marcel Bloch con la denominazione originaria di Société des avions Marcel Bloch. Costruisce soprattutto aeromobili d’affari, ma anche aerei militari. La società è stata fondata da Marcel Dassault ed è attualmente guidata da Charles Edelstenne. Produce aerei diffusi in molte aviazioni militari del mondo, principalmente con la linea di modelli “Mirage” e “Rafale”

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