GRAN BRETAGNA: IL MISTERIOSO CASO DELLE TRAME TERRORISTICHE SCOMPARSE

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DI NORM DIXON
Green Left Weekly


I lettori dei giornali inglesi vengono aggrediti in continuazione da titoli truculenti che gridano alla “minaccia” di “trame terroristiche” potenzialmente catastrofiche, di “fanatisti islamici” catturati in mirabolanti raid notturni. Dettagli “agghiaccianti”, rivelati da “fonti” anonime del governo e della polizia, sottolineano che dovremmo accettare lo “scambio” fra i nostri diritti civili e la “sicurezza”; così gli editoriali rassicurano la popolazione spaventata. Ma trascorsi mesi o anni, la scoperta che molte di quelle “trame” non sono in realtà mai esistite viene sepolta dal più recente scandalo sessuale o dall’ultimo caso di taglieggiamento, quando non viene addirittura taciuta.

Il 10 agosto [2006] il vice commissario della Polizia Metropolitana londinese, Paul Stephenson, ha dichiarato che un piano per “provocare morte e distruzione inaudita” e “sterminio su scala inimmaginabile” era appena stato sventato grazie all’arresto di 24 individui. “Crediamo che l’obiettivo dei terroristi fosse quello di introdurre esplosivi su aerei di linea, nascondendoli nei bagagli a mano, per farli detonare in volo”, sosteneva Stephenson. Tutti i mass media d’Inghilterra e del mondo hanno strombazzato queste affermazioni.Tuttavia, dopo pochi giorni, le terribili accuse contro le persone catturate, così come le avevano descritte ai media le “fonti” anonime della polizia e del governo britannico, hanno iniziato ad essere più chiare. L’affermazione secondo la quale un attacco sarebbe stato “imminente” era falsa. Le 10 persone accusate di gravi reati di terrorismo non avevano mai fatto una prenotazione, né acquistato un biglietto aereo; alcuni di loro non avevano neanche il passaporto. A quanto sembra, solo uno di loro aveva cercato su internet gli orari dei voli. Non c’era nessuna bomba.

Le affermazioni secondo le quali le persone arrestate avrebbero avuto intenzione di distruggere 10-12 voli di linea erano “teoriche ed esagerate”, come ammesso da un ufficiale britannico al New York Times il 28 agosto. Le illazioni circa una complessa “connessione pakistana” tra gli attentatori e Al Qaeda sono sparite. La possibilità di fabbricare “bombe liquide” mescolando insieme prodotti di uso comune nelle toilette degli aerei in volo è stata smentita dagli esperti.

Messinscena

Gareth Pierce, avvocato del ragazzo di 17 anni accusato nel processo di possedere materiale “atto alla preparazione di atti di terrorismo”, ha dichiarato il 31 agosto al Chicago Tribune che la polizia aveva volutamente distorto la natura del materiale trovato a casa della madre del ragazzo per avallare i propri grandiosi proclami. Secondo la polizia sarebbero stati rinvenuti “messaggi suicidi”, una mappa dell’Afghanistan e un manuale per la fabbricazione di esplosivi.

Ciò che in realtà era stato trovato, ha spiegato Pierce al Tribune, erano testamenti scritti da persone che avevano combattuto in Bosnia più di 10 anni prima. L’accusato aveva solo sei anni quando questo materiale fu messo in quella scatola! “Non sono messaggi suicidi. Sono semplici testamenti. Chiamarli messaggi suicidi è stato assolutamente vergognoso”, ha detto Pierce.

I testamenti furono trovati in una scatola appartenuta al padre del ragazzo – poi divorziato ed andato a vivere altrove – all’epoca in cui gestiva un’associazione benefica a favore dei profughi musulmani bosniaci. La scatola conteneva anche una rudimentale cartina disegnata dal fratello minore del ragazzo quando era bambino. C’era anche un libro con schemi di circuiti elettrici che, quand’anche fosse stato utile per costruire una bomba, non lo era di certo per il tipo di bomba che secondo la polizia il ragazzo aveva tentato di costruire.

Il 4 settembre la Associated Press ha scritto che la pubblica accusa ha comunicato a un tribunale londinese che i detenuti non verranno processati fino a marzo del 2008. Fino a quella data resteranno in carcere e i dettagli fondamentali del procedimento a loro carico rimarranno segreti.

Menzogne e invenzioni

Reggeranno, di fronte a un tribunale, le accuse mosse dai media e dal governo britannico? Non se verrà posta in evidenza la lunga sequela di bugie, esagerazioni e falsificazioni operate dalla polizia, dal governo e dai media inglesi riguardo ai recenti casi di “terrorismo”.

Come ha evidenziato Craig Murray, ex ambasciatore britannico in Uzbekistan, in un articolo comparso sul suo sito il 14 agosto, “Degli oltre 1000 musulmani inglesi arrestati in base alle leggi antiterrorismo, solo il 12% sono stati poi accusati di qualche reato. Si tratta di una semplice persecuzione, su larga scala, dei cittadini musulmani. Di coloro che sono stati accusati, l’80% sono poi stati prosciolti. La maggior parte dei pochissimi – poco più del 2% degli arrestati – che sono stati condannati, lo è stata per atti che non hanno nulla a che vedere con il terrorismo, ma per reati di poco conto che la polizia aveva scoperto mentre passava al setaccio le vite di quelle persone che aveva distrutto”.

Alle 4 di notte del 2 giugno [2006], circa 250 poliziotti, alcuni dei quali indossavano tute protettive contro le armi chimiche, fecero irruzione in una casa di Forest Gate, nella zona est di Londra. Secondo la polizia all’interno della casa vi sarebbe stata una bomba chimica. Svegliati dal rumore delle porte che venivano abbattute, le due famiglie che vivevano nella casa pensarono a un assalto di rapinatori. Mohammed Abdul Kahar fu colpito al torace da un proiettile della polizia, che non si era curata di identificarsi o di dare un avvertimento, mancando di poco il cuore.

Lo squallido Sun di Rupert Murdoch il 3 giugno iniziò subito a diffondere il panico antislamico, pur non avendo l’ombra di una prova: “UNA BOMBA CHIMICA in possesso di terroristi islamici avrebbe potuto esplodere in qualunque momento, stando a quanto temuto dalla polizia. Si ritiene che l’ordigno fosse progettato per liberare una nube tossica in un luogo affollato, uccidendo centinaia di persone. Gli agenti più esperti sono convinti che fosse stata realizzata per un “imminente” attacco nel Regno Unito… Ieri notte si è tenuta una caccia frenetica per trovare la bomba prima che i fanatici potessero attivarla. Una fonte esperta della polizia ha affermato: “Siamo assolutamente certi che l’ordigno esista e che avrebbe potuto essere utilizzato in un attentato suicida o attivato con un controllo a distanza”.

Per non essere da meno, il Times di Murdoch riferiva il 3 giugno del ritrovamento di un “letale giubbotto per attentati chimici suicidi”. Non era mai esistita nessuna bomba né giubbotti suicidi. Kahar e suo fratello furono detenuti per otto giorni senza accuse sulla base della Legge Atiterrorismo (2000) prima di essere rilasciati. “L’unico crimine che ho commesso è quello di essere asiatico e di portare la barba lunga”, disse Kahar alla BBC il 13 giugno. “Non hanno avuto neppure la decenza di scusarsi”.

“Mercurio rosso”

Uno degli esempi più bizzarri di come il governo, la polizia e i media britannici lavorino di comune accordo per fabbricare la paura del terrorismo, si ebbe quando il noto “finto sceicco” Mazher Mahmood, in realtà un giornalista del viscido News of the World di Murdoch che ha l’abitudine di travestirsi con abiti arabi per ingannare personaggi celebri e meno celebri e spingerli a compromettersi, insieme a un agente di polizia sotto copertura, tentarono nel 2004 di incastrare tre persone in una trama terroristica “virtuale”.

Mahmood si offrì di vender loro una sostanza radioattiva immaginaria, il “mercurio rosso”, dicendo che avrebbe potuto essere usata per la fabbricazione di una “bomba sporca”. I tre, comunque, sembravano più interessati al fatto che, secondo Mahmood, il mercurio rosso sarebbe stato anche utile per ripulire le banconote segnate. Dopodichè il poliziotto in incognito si offrì di acquistare la sostanza dai tre individui al prezzo di 300.000 dollari al chilo.

Con l’approvazione del procuratore generale del governo Laburista, i tre idioti vennero arrestati da una squadra antiterrorismo il 24 settembre 2004. Furono accusati di aver tentato di procurarsi fondi e materiali per il terrorismo e di essere in possesso di una “sostanza altamente pericolosa a base di mercurio” per usi terroristici. Il giorno dopo, News of the World strillava in prima pagina: “Poliziotti antiterrorismo intervengono dopo la scoperta, fatta da News of the World, di un’asta di materiale radioattivo”. Il mercurio rosso, stando alle bufale che News of the World sbolognava ai suoi sventurati lettori, era “una letale sostanza sviluppata dagli scienziati russi durante la Guerra Fredda per costruire bombe nucleari portatili”.

I tre restarono in carcere fino al loro proscioglimento, avvenuto due anni dopo. Durante il processo, che costò oltre un milione di sterline, la pubblica accusa affermò che “la posizione della Corona è che l’esistenza o inesistenza del mercurio rosso è irrilevante” e chiese alla giuria di non “fossilizzarsi” su questo punto. Per fortuna la giuria non gli diede retta.

Autogol a Manchester

La squadra inglese governo-polizia-media segnò un autogol nell’aprile 2004, quando 400 poliziotti di Greater Manchester catturarono 10 curdi iracheni. A guidare il linciaggio fu sempre il Sun, il quale pubblicò una storia completamente inventata che recitava: “Il progetto di un attentato suicida per uccidere migliaia di tifosi alla partita Manchester United-Liverpool di sabato prossimo è stato clamorosamente sventato nella giornata di ieri. Poliziotti armati hanno arrestato 10 sospetti terroristi in un blitz avvenuto all’alba. I vertici dell’Intelligence ritengono che fanatici di Al Qaeda progettassero di farsi esplodere in mezzo a 67.000 ignari tifosi. Una fonte rivela: “Il bersaglio era lo stadio di Old Trafford”. I fanatici islamici progettavano di sedersi in punti differenti per provocare la massima strage. Avevano già comprato i biglietti per posti in diverse posizioni dello stadio, stando a quanto affermato ieri sera dalla polizia”.

Tutta la fantastica storia, nonché le presunte accuse della polizia contro i curdi, erano state costruite su informazioni trapelate dagli ambienti di polizia riguardo al “ritrovamento” di un paio di matrici di biglietti di una vecchia partita del Manchester United in casa di uno dei sospettati. Costui era davvero un fanatico: un fanatico del Manchester United, che aveva conservato le matrici come souvenir dell’unica partita a cui lui e un suo amico avevano assistito! I biglietti erano stati comprati sottobanco, il che spiega perché si riferissero a zone diverse dello stadio. Le 10 persone vennero rilasciate senza accuse.

Il riflusso della Ricina

Tra le finte “minacce terroristiche” inventate dal governo britannico, quella sfruttata con maggiore cinismo fu forse l’annuncio fatto dalla polizia nel gennaio 2003, secondo il quale sarebbero stati “sventati i piani di una cellula terroristica di utilizzare in un attacco il veleno noto come Ricina”.

Il 7 gennaio alcuni ministri del governo inglese annunciarono che “tracce di Ricina” erano state rinvenute in un appartamento ispezionato dalla polizia. Il primo ministro Tony Blair sfruttò questo “piano” per rafforzare la campagna propagandistica a favore della guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. Blair se ne uscì con la ridicola affermazione che il rinvenimento della Ricina, che è letale solo se iniettato direttamente nel flusso sanguigno di un individuo, sarebbe stata la prova che “questo pericolo [delle armi di distruzione di massa] è effettivo e concreto e incombe su di noi. Il suo potenziale è enorme”.

In seguito, anche il Segretario di Stato americano Colin Powell fece riferimento a questa presunta “cellula terroristica” durante il suo discorso al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il 5 febbraio 2003, sostenendo la necessità di una guerra contro l’Iraq se Hussein non avesse abbandonato le sue inesistenti armi di distruzione di massa. Powell affermò che si trattava di una prova del “sinistro legame tra l’Iraq e la rete terroristica di Al Qaeda”.

La verità era che non c’era nessuna cellula di Al Qaeda e nessun Ricin. Nel giorno stesso in cui il governo annunciava la scoperta delle “tracce di Ricina” nell’appartamento, gli esami compiuti nei laboratori di ricerca del governo stesso, a Porton Down, evidenziavano che la Ricina non esisteva. Questi risultati vennero tenuti segreti dal governo per più di due anni.

Nell’aprile 2005, quattro persone vennero prosciolte dalle accuse di cospirazione nella preparazione di atti di terrorismo, mentre le accuse contro altri quattro individui vennero lasciate cadere. Una sola persona, Kamel Bourgass, fu incarcerata in base alla più lieve accusa di “aver cospirato per turbare l’ordine pubblico attraverso l’uso di veleni e/o esplosivi”, fondata sul possesso di “ricette” per la Ricina e su prove dei suoi tentativi di prepararlo. In ogni caso, il 20 aprile 2005, l’Independent riferiva che “il professor Alistair Hay, uno dei tossicologi più famosi d’Inghilterra, ha affermato che i tentativi di Bourgass di fabbricare armi tossiche con le sue piccole quantità di ingredienti e il suo rudimentale laboratorio, erano assolutamente dilettanteschi e impossibili da portare a termine”.

Versione originale:

Norm Dixon
Fonte: http://www.greenleft.org.au/
Link: http://www.greenleft.org.au/2006/683/7996
International News, Green Left Weekly #683, 13 settembre 2006

Versione italiana:

Fonte: http://blogghete.blog.dada.net/
Link
05.07.2007
Traduzione di Gianluca Freda

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