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La Redazione

 

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Governo: perché non consegnare il mandato esplorativo a Takeshi Kovacs ?

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A cura di Rosanna
Il 6 Marzo 2018
791 Views

DI ROSANNA SPADINI

comedonchisciotte.org

Stesse dimensioni cyberpunk della serie tv di fantascienza «Altered Carbon» corredano la politica italiana di questi tempi, dove Takeshi Kovacs, guerriero centenario che si risveglia nella pelle di un altro dopo due secoli e mezzo, vive nell’universo dell’anno 2384, in cui la morte non è più la fine, perché gli esseri umani riescono ad immagazzinare coscienza e ricordi in piccole pile corticali inserite nella nuca e per di più cambiano facilmente identità mutando all’occasione le loro «custodie» (nuovi corpi). La stessa paranoia bidimensionale la troviamo nell’attuale cyberspazio politico, che mischia indifferentemente realtà empirica a iperrealtà virtuale, riguardo alle mutazioni identitarie.

blankLa matassa da sbrogliare del 4 marzo, tra promesse elettorali e alleanze probabili, registra colossali picconate al PD, con una vittoria schiacciante dei 5S come primo partito al 32,5% (in Sicilia oltre il 49%), e il Cdx che ha raggiunto il 37,5%. Però le tensioni interne alla coalizione sono piuttosto evidenti, dato che una possibile leadership di Salvini sarebbe indigesta per la mummia incatramata, che ha sempre fatto politica per difendere i propri interessi e non tanto per rispondere alle esigenze degli italiani.

Quando Matteo Salvini arriva al quartiere generale di via Bellerio a Milano per commentare i risultati elettorali, muta custodia e delude ex abrupto tutti i sovranisti che speravano in un’alleanza con i 5S, escludendo brutalmente qualsiasi ipotesi di «governo minestrone» con il MoV, perché cambiano idea troppo spesso. «La squadra con cui ragionare e governare è quella di centrodestra. Sono uno che mantiene la parola data e l’impegno preso riguarda la coalizione di centrodestra, che ha vinto e che può governare. Non ho sentito Berlusconi, lo farò dopo, ma gli accordi tra amici sono chiari. In più, escludo alleanze strane».

Anche la destra italiana si caratterizza come una forza nazional-liberista e padronale, come si è  già verificato con Trump, Farage, Le Pen, quindi una forza di sistema e non antisistema. Utilizza  parole d’ordine quali democrazia, sicurezza, sovranità nazionale, difesa del lavoro, ma propone una riforma fiscale come la Flat Tax, che favorirà l’1% della popolazione ai danni del 99%, cui toglierà anche quel poco welfare che gli è rimasto, dopo il collasso delle entrate fiscali.

blankSalvini attacca l’Europa perché ha indubbiamente sottratto sovranità al Paese, rimpiazzando la democrazia parlamentare con i diktat dei Trattati e il protezionismo occulto della Germania. Nonostante la messa in discussioni delle strutture ideologiche ed economiche dell’UE, in realtà c’è una totale adesione alle politiche neoliberiste, che la destra, con le ricette della Flat Tax, sembra voler inasprire. Salvini ha fatto una campagna molto efficace contro l’immigrazione fuori controllo, che danneggia la serenità sociale degli italiani, sia perché infesta le strade cittadine di mezza Italia con micro-criminalità sempre più insostenibili, sia perché contribuisce ad aggravare il dumping salariale operaio, proponendosi come esercito industriale di riserva.

Il neocolonialismo attuale infatti deporta direttamente gli schiavi in Occidente dai paesi bombardati, per abbassare il costo del lavoro, demolire i diritti sociali, le conquiste salariali, e innescare una guerra tra poveri, che si scannano a vicenda come i capponi di Renzo. E poi crisi economica ed austerity hanno riportato la povertà in Europa, ingrossando le masse di lumpen proletariat, quel sottoproletariato disoccupato  e sempre più disperato, che ha abbandonato da tempo i partiti tradizionali. Eppure l’establishment si è sempre trincerato dietro i propri privilegi, dimenticandosi delle esigenze di sopravvivenza di tanti italiani, famiglie cadute rovinosamente nella spirale della miseria, e giovani generazioni destinate ad un precariato selvaggio, o alla fuga all’estero.

blankMatteo Renzi, altro personaggio tridimensionale, che cambia forma secondo la convenienza ed è al servizio dei poteri finanziari sovranazionali, ha definitivamente portato a termine la distruzione della sinistra italiana, iniziata con Bersani e D’Alema.  Alla fine gli ex comunisti hanno consegnato il partito ad un giovane rottamatore, che ha proseguito le politiche del Cavaliere con la riforma costituzionale, il Jobs Act, il bavaglio alle intercettazioni e gli scandali milionari del «Giglio Tragico».

Le strategie del Pd e delle sue protuberanze ectoplastiche si sono dimostrate assolutamente ottuse e incapaci di intercettare i bisogni del Paese, che sono stati al contrario perfettamente compresi dalla Lega di Salvini e dal M5S.

Inoltre il risultato elettorale decreta non solo la fine della Seconda Repubblica, ma anche la fine dei media mainstream come «opinion maker» infallibili, e al contrario sancisce il successo della rete. Tutti i grandi tg e quotidiani hanno soffiato sull’inciucio Pd-Forza Italia, sul nuovo possibile Nazareno, su un governo Renzusconi, per arginare l’avanzata del M5S e della Lega. Ma nonostante le gufate mediatiche, il miracolo Trump/Brexit si è confermato anche in Italia, e finalmente i telestorditi sembrano essersi svegliati, indifferenti alle false sirene sui rigurgiti fascisti (Casa Pound 0,9%), sull’albero Spelacchio, su rimborsopoli, sulle contaminazioni stellate degli hackers russi.

blankEsempio eclatante il tonfo di Marco Minniti, l’abile ministro sceriffo che avrebbe stoppato l’avanzata dei barconi, è stato invece sconfitto nell’uninominale da Andrea Cecconi, il grillino beccato dalle Iene con le mani nel sacco dei falsi bonifici al microcredito. Lega e M5S hanno raccolto il 50% dei voti,  Forza Italia e il Pd non hanno raggiunto insieme il 35% nonostante l’appoggio del 99% di tg e quotidiani.

Infatti Lega e M5S si sono rivolti ad un’Italia che soffriva le conseguenze dell’immigrazione e della globalizzazione: Embraco a Macerata ne sono il simbolo. Ma ora ci troviamo al dopo elezioni e al momento della verità. Come farà Salvini a imporre la propria leadership all’interno di una coalizione incatramata dall’ectoplasma di Arcore? E se il leader non sarà Salvini, come potrà imporre il proprio programma euroscettico a chi ha già piegato la testa dopo il golpe del 2011, per  difendere i propri interessi azionari?

blankMeno Europa, dice Salvini. Allora vedremo se il liberismo berlusconiano risolverà problemi come quelli del caso Embraco, dove operai che guadagnavano 1450 euro nette al mese, se li vedono ora ridurre in Slovacchia (gruppo Whirlpool) a 500 euro. Il liberismo impedisce i dazi, provocando  differenze salariali e fiscali.

Per ora mancano i numeri anche al Cdx per formare il nuovo governo, circa 56 seggi. Potrebbero raccattarli certo da altri partitucoli, «faranno la fila» dice Brunetta, ma così il governo nascerebbe molto debole e quindi incapace di realizzare il proprio programma, che a sentir loro sembra piuttosto audace.

Che cosa deciderà a questo punto il presidente Mattarella? A chi consegnerà il mandato esplorativo, al primo partito o alla coalizione in vantaggio? Oppure anche questa volta, come nel caso di Monti, ci sarà una risoluzione europea, un deus ex machina provieniente dall’empireo (Tajani), che potrebbe garantire un governo di larghissime intese, accettato anche dai residui del PD, morto e risorto dopo alcuni giorni per miracolo istituzionale?

Il bomber infatti ha rassegnato le proprie dimissioni ma anche no nello stesso istante, poi dopo aver detto di abbandonare la politica sarà senatore nello stesso senato che lui voleva abolire.

https://www.youtube.com/watch?v=_UdLMdM_Nu0

Cos’altro potrà accadere nell’universo narrativo degno di sogni lisergici? Tutto ormai è possibile. Si sono già verificati scenari inconsueti: la rivolta silenziosa del Mezzogiorno che ha dato ai 5S una marea di voti mai raccolti da nessuno dal 1948 ad oggi, il fallimento epocale e così atteso di una sinistra che ha tradito i propri fondamenti ideologici di sostegno sociale alle classi meno abbienti, e alla fine la morte politica di quel che resta di Silvio Berlusconi.

Vedremo cosa deciderà il presidente Mattarella, ma non credo potrà essere all’altezza di Takeshi Kovacs, solo lui avrebbe potuto risolvere l’enigma, dimostrando di poter assumere forme diverse, mutevoli, variabili e ugualmente credibili.

 

Rosanna Spadini

www.comedonchisciotte.org

06.03.2018

 

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