GLI SQUADRONI DELLA MORTE STATUNITENSI IN IRAQ

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DI STEVEN HARRIS
Al Jazeera

Chi c’ è, dunque, dietro ai quotidiani massacri in Iraq?

Da ormai più di un anno e mezzo, un nuovo terrificante sviluppo in Iraq è stato la scoperta di dozzine di corpi gettati in discariche, fiumi o edifici abbandonati. Nella maggior parte dei casi, alle vittime erano state inflitte torture e mutilazioni prima di essere ammazzate con una pallottola in testa. Una recente variazione sul tema è rappresentata dalle teste mozzate. Una tipica notizia che non ha causato troppi titoli in giro per il mondo, è stata la scoperta, il 6 giugno 2006, di 9 teste trovate avvolte all’interno di sacchetti di plastica e lasciate in cassette per la frutta sul ciglio della strada.

Queste immagini ripugnanti sono assai troppo forti affinché qualsivoglia canale di informazioni le possa mostrare e i fatti dei massacri sono semplicemente riportati senza alcuna analisi su chi ci sia dietro a questi eventi e perché. Chiunque abbia la minima conoscenza della strategia di contro-insurrezione statunitense, non sarà né stupito, né imbarazzato da queste spaventose notizie che ci provengono ormai quotidianamente dall’Iraq.

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[Foto AFP: Degli Iracheni portano la bara di un loro parente fuori dall’obitorio di un ospedale a Baghdad]

Negli anni ’80, gli Stati Uniti hanno formato, armato e addestrato interi squadroni della morte sia in America Centrale che in America del Sud. Il Salvador, il Guatemala, il Cile, il Nicaragua e la Colombia furono tra i paesi che più soffrirono di questa situazione. L’ esperienza latino-americana faceva seguito ai primi squadroni della morte statunitensi conosciuti: quelli del Vietnam. Questi ultimi ricevevano mensilmente delle liste di obiettivi della CIA da sopprimere. La CIA ha ammesso più tardi che le cifre relative alle uccisioni causate da tali squadroni fossero di 1.800 al mese.

Il Guatemala fu il paese che più soffrì, con 200.000 morti e 40.000 desaparecidos fino ad oggi. Il dolore in Guatemala era così grande e la presenza Usa così ben documentata che nel 1999, il presidente Bill Clinton si scusò per il ruolo statunitense in questo affare. L’ esperienza degli squadroni della morte in America Centrale è conosciuta da molti e contribuisce a sporcare la reputazione degli Stati Uniti in quella regione.

Al momento dell’invasione dell’Iraq nel marzo del 2003, fino al giugno del 2004, il fenomeno degli squadroni della morte era praticamente sconosciuto in quel paese e i soldati Usa erano quotidianamente feriti o uccisi dalla resistenza irachena, una situazione che gli Statunitensi non avevano previsto e alla quale non sapevano dare una risposta. La replica degli Stati Uniti fu di inviare John Negroponte, il già ambasciatore Usa in Honduras dal 1981 al 1985, cioè durante le peggiori operazioni attuate dagli squadroni della morte laggiù.

A Baghdad, mentre l’ ambasciatore Negroponte svolgeva il suo compito, era conosciuto per non aver ammesso l’ esistenza di squadroni della morte, ed era universalmente risaputo che li avesse diretti anche in Nicaragua.

La sua nomina di ambasciatore in Iraq, da parte di Bush, dal giugno del 2004 fino all’ aprile del 2005 ha marcato lo sviluppo e la formazione di quegli squadroni della morte iracheni oggi ampiamente conosciuti. Il fatto che questi fossero stati organizzati dagli Stati Uniti e avessero contribuito alle lunghe sofferenze della popolazione irachena è stata così universalmente riconosciuto e documentato che il Newsweek ha persino pubblicato un articolo a proposito del fatto che il governo considerasse seriamente di seguire il modello latino-americano di uccidere chiunque fosse semplicemente sospettato di opposizione agli interessi statunitensi.

Una fonte militare Usa è stata citata dai media statunitense dire: “la popolazione sunnita non paga pegno per l’ appoggio dato ai terroristi” dal loro punto di vista, “E’ senza conseguenze per essi. Dobbiamo cambiare questa situazione”.

Le traumatizzate popolazioni dell’ America Centrale potrebbero descrivere agli Iracheni i metodi utilizzati dagli squadroni della morte. Le persone erano prelevate e torturate da soldati che portavano uniformi regolari di giorno, ma circolavano su automobili non immatricolate di notte al fine di prelevare e uccidere gli uomini ostili al regime o i semplici sospettati di simpatie in tal senso. I testimoni iracheni raccontano, pressoché quotidianamente, di vittime prelevate da persone che si spostano su dei land-cru
isers bianchi della Toyota, che indossano uniformi della polizia, giubbetti antiproiettile, caschi e che sono armati di pistole 9mm Glock. Queste armi sono impiegate da molti agenti di sicurezza privati statunitensi e vengono forniti alle forze irachene di sicurezza dall’armata Usa.

In Iraq, i servizi di informazione occidentali, quali la BBC e la Reuters, riportano solo il fatto che alcune persone sono prelevate da uomini che indossano delle uniformi della polizia. I giornalisti che osano fare inchieste o esporre in prima persona la direzione Usa sono avvisati. I massacri di giornalisti che cercano di documentare le uccisioni di stato hanno accompagnato qualsiasi guerra sporca contro una popolazione civile. Dopo che l’ intervento in Iraq ha preso il via, dozzine di giornalisti, cameraman e altri dipendenti dei media sono stati uccisi dalle forze statunitensi, in circostanze sempre misteriose che mai sono state chiarite in modo indipendente.

Un tipico esempio è quello del 24 giugno 2005, quando Yasser Salihee, un corrispondente speciale iracheno per l’ agenzia stampa Knight Ridder, è stato ucciso con una pallottola alla testa allorché si avvicinava ad un punto di controllo, nei pressi della sua abitazione a Baghdad Ovest, da truppe irachene e statunitensi. Si pensa che il proiettile sia partito da un cecchino solo.

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[Yasser Salihee]

Secondo alcuni testimoni oculari, nessun colpo di avvertimento è stato esploso. Nell’ultimo mese, Salihee aveva raccolto prove che le forze irachene sostenute dagli Stati Uniti avessero perpetrato massacri extragiudiziari di membri riconducibili alla resistenza anti-statunitense. La sua inchiesta ha fatto seguito ad un articolo del New York Times, nel maggio del 2005, che spiegava nei dettagli come i militari Usa avessero formato i commandos iracheni del ministero degli interni, conosciuti con il nome di “Brigata Lupo”, sul modello degli squadroni della morte nati negli anni ’80 al fine di reprimere l’insurrezione di sinistra in Salvador.

La “Brigata Lupo”, cioè lo squadrone della morte più conosciuto e più temibile, è stato organizzato e diretto dagli Stai Uniti. La maggior parte dei suoi dirigenti e del suo personale ha prestato servizio nelle forze speciali di Saddam Hussein e nella guardia repubblicana, perpetrando massacri, torture e repressioni. L’unità è stata impiegata contro la resistenza nelle zone ribelli, come ad esempio nelle città di Mosoul e di Samarra, e, nel corso dell’ultimo anno, ha giocato un ruolo di prim’ordine permettendo alle forze Usa di prendere un leggero ascendente praticando massacri in sua vece, benché all’epoca degli avvenimenti, tra i meglio documentati, di Haditha, si mostrarono soldati americani che massacravano essi stessi Iracheni di ogni età. Il principale consigliere statunitense della Brigata Lupo, dall’epoca della sua nascita fino ad aprile del 2005, è stato James Steele.

La biografia di James Steele ci dice che ha comandato il gruppo militare U.S.A. in Salvador durante il periodo più caldo della guerra di anti-insurrezione, e gli è stato riconosciuto il merito di aver organizzato e equipaggiato quella che è stata riconosciuta come la migliore forza anti-terrorista in quella regione. Durante una campagna lunga 12 anni, fatta di uccisioni e repressioni, le unità salvadoregne, addestrate e sviluppate da persone come Teele, hanno ucciso più di 70.000 persone.

Il consueto aspetto dei corpi che arrivano all’obitorio principale di Baghdad dimostra che sono stati ammazzati con procedimenti metodici. Questo è confermato dallo stesso direttore dell’obitorio, Faqir Baqir. Le loro mani vengono regolarmente ammanettate dietro le spalle, i loro occhi bendati e sembrano aver subito torture. Nella maggior parte dei casi appaiono segni evidenti, come se gli stessi fossero stati frustati con delle corde, sottoposti a scariche elettriche o picchiati con oggetti taglienti. Tutto questo fino alla morte del soggetto, spesso avvenuta con un colpo di pistola alla testa.

A marzo di quest’anno, M. Baire, il quale è stato forzatamente invitato a lasciare l’Iraq, ha affermato che, in pochi mesi, più di 7.000 vittime riconducibili agli squadroni della morte sono giunte nel suo obitorio di Baghdad

Gli squadroni della morte sono molto occupati ultimamente, in seguito all’aumento delle perdite militari statunitensi. A Mosoul, ad esempio, dozzine di persone sono state imprigionate dai commando nel novembre del 2005, come corollario di un’operazione volta a riportare la città sotto il controllo della coalizione. Nelle successive settimane, più di 150 corpi inermi e preventivamente torturati sono stati trovati in quella zona. A Samarra, dozzine di altri corpi sono stati rinvenuti nel vicino lago di Thartar, in modo riconducibile alle operazioni portate avanti dai comandos della polizia di quella città. A partire dallo scorso febbraio, fino all’aprile del 2006, più di 100 corpi sono stati trovati nel fiume Tigre nei pressi dei settori di Baghdad tra i più ribelli del paese.

Il governo iracheno ha inizialmente dichiarato che erano corpi di paesani prelevati dagli insorti nel villaggio di Maidan. Tutto ciò è stato poi smentito. Le vittime sono provenienti da più villaggi e da molte città, compresa Kut nel nord e Bassora nel sud. La polizia del settore ha dichiarato ad alcuni giornalisti che molti sono stati uccisi nelle loro automobili mentre attraversavano le loro zone, fermati da uomini armati di kalashnikov in prossimità di alcuni punti di controllo.

Altri massacri sono stati scoperti a Baquba e a Qaim, prossima alla frontiera con la Siria, all’indomani delle operazioni di contro-insurrezione delle forze Usa e dei loro squadroni della morte Questi ultimi sono stati occupati, così come lo furono ugualmente in America Latina, nell’assassinare oltre 200 universitari, per la maggior parte oppositori dell’operazione Usa Iraq. Irak. Dozzine di corpi sono stati ritrovati negli ultimi due mesi a Baghdad. L’Associazione dei Discepoli Musulmani (AMS), cioè la principale organizzazione pubblica sunnita, accusa direttamente la Brigata Lupo di aver fermato alcuni imam e guardiani di moschee, di averli torturati e uccisi, sbarazzandosi poi dei corpi gettandoli in un discarica nella zona di Shaab a Baghdad.

George Bush ha dichiarato che la sua amministrazione lavorava a stretto contatto con i ministeri dell’interno e della difesa iracheni, al fine di migliorare la cooperazione delle operazioni anti-terrorismo e lo sviluppo delle loro strutture di comando. E’ evidente che gli Stati Uniti paghino e equipaggino degli uccisori per terrorizzare, torturare e assassinare quegli Iracheni accusati di avere legami con la resistenza popolare. Questi sarebbero, secondo le stime di un anonimo analista statunitense di Newsweek, circa 400.000, sottoforma di ausiliari e personale di sostegno. La guerra in Iraq ha già seriamente compromesso la posizione degli U.S.A. in Medio Oriente e nel mondo intero.

Le immagini dei soldati americani che maltrattano sessualmente i prigionieri iracheni, mettendo loro dei sacchi in testa e colpendo un insorto ferito, hanno macchiato ovunque l’ immagine degli Stati Uniti, rendendo la cooperazione con quel paese sempre più difficile, anche per quelli che sono loro alleati da lunga data.

Una sporca guerra condotta dagli Usa che si accanisce su un gruppo etnico e che evolverà, molto probabilmente, in guerra civile. Tutto ciò risponde alla filosofia imperialista americana sui tempi medi, la quale risponde alla logica che dividere serve per meglio regnare. L’esistenza stessa della Brigata Lupo e di altri squadroni della morte sottolinea la criminalità della partecipazione Usa e la falsità dei buoni propositi dell’amministrazione Bush di portare libertà e democrazia in Iraq.

Tra tutti i funzionari statunitensi che hanno svolto un ruolo di primo piano in America Centrale, possiamo citare Elliott Abrams, il quale ha supervisionato la politica di quelle zone per il dipartimento di stato e che adesso ricopre il ruolo di consigliere in Medio Oriente, membro del Consiglio di sicurezza nazionale di Bush, e il vice-presidente Dick Cheney, il quale fu ardente difensore della politica statunitense in America Centrale, mentre era membro della camera dei rappresentanti.

E cosa direste dell’uomo nominato da Bush alla testa degli squadroni della morte, Negroponte? Adesso è direttore della National Intelligence, nata nel 2004 per supervisionare tutti i servizi statunitensi, compresa la CIA.

Il successore di Negroponte, il generale Hayden, proprio di questi tempi, è stato candidato per dirigere la CIA. Nessuno in Iraq dovrebbe aspettarsi che venga fatta giustizia per il coinvolgimento di Negroponte, della CIA o dei loro squadroni della morte. Quanto all’Iraq stesso, devastato da guerre e sanzioni, gli squadroni della morte rappresentano semplicemente l’ultimo di tutti i traumi terrificanti inflitti dagli Stati Uniti a quel paese.

Versione originale:

Steven Harris
Fonte: http://www.aljazeera.com
Link: http://www.aljazeera.com/me.asp?service_ID=11542
20.07.2006; 8:15:00 AM GMT

Versione francese:

Fonte: http://www.michelcollon.info
Link: Link

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di TIBALDI GABRIEL

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