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La Redazione

 

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GLI INTERESSI DEGLI ISRAELIANI COINCIDONO CON QUELLI DEGLI STATUNITENSI?

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A cura di God
Il 24 Maggio 2006
144 Views
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blankDI GHALI HASSAN

Tre anni fa un bulldozer dell’esercito israeliano – prodotto e finanziato dagli Stati Uniti – ha investito ed ucciso Rachel Corrie. La studentessa ventitreenne dello stato di Washington si trovava in Palestina per cercare di proteggere i palestinesi indifesi dal terrorismo esercitato quotidianamente dagli Israeliani. L’orribile morte di Rachel fu deliberatamente celata ed il suo nome venne calunniato per “proteggere gli interessi degli Israeliani”. Perché il sacrificio degli Stati Uniti costa così tanto in cambio di così poco?Fin dalla sua creazione sul territorio palestinese, Israele ha ricevuto enormi finanziamenti, aiuti politici e militari da parte degli Stati Uniti per facilitare lo spodestamento del popolo palestinese. Nel 1948, gli ebrei israeliani hanno eseguito una pulizia etnica di più di 800.000 mila palestinesi (il 75 % della popolazione) dal loro stesso territorio ed hanno massacrato decine di migliaia di uomini, donne e bambini innocenti. Di nuovo, nel 1967, gli Israeliani utilizzarono lo stesso procedimento di pulizia etnica sistematica per espellere più di 500.000 Palestinesi dalle loro terre nella Cisgiordania. Israele manca di qualsiasi superiorità morale.

In Palestina, le brutali politiche israeliane comprendono ferite permanenti alle persone, torture sadiche, stupri ed esecuzioni arbitrarie di Palestinesi innocenti, tra cui bambini delle scuole e
leader politici. Oggi più di 4 milioni di Palestinesi vivono in meno del 20% di quello che era una
volta il Mandato Britannico della Palestina. Essi sono spinti in dei ghetti disconnessi, mentre la libertà di movimento viene loro negata dalle Forze di Occupazione Israeliane (Israeli Occupation Forces, IOF). Gaza è una vasta prigione con più di 1,2 milioni di Palestinesi poveri ed affamati. Secondo la Banca Mondiale, Gaza sta sperimentando la peggiore depressione nella storia a causa delle restrizioni e dei blocchi israeliani. Più di 10.000 Palestinesi sono illegalmente imprigionati senza accusa nelle prigioni controllate dagli Israeliani. Altri 4-6 milioni di Palestinesi stanno languendo nei campi dei rifugiati in Siria, Giordania e Libano, impossibilitati a tornare nella loro terra. Lo scopo è quello di frazionare e sterminare la comunità palestinese mentre il resto del mondo sta a guardare dall’altra parte.

Lo storico revisionista israeliano Benny Morris, propugnatore dell’espulsione di tutti i Palestinesi
dalla Palestina in quanto “Untermenschen”, ossia “meno umani” degli ebrei, ha ammesso (di
recente) che Israele “è stato fondato sulla forza bruta, sulla repressione e la paura, sulla collaborazione ed il tradimento, attraverso le percosse, le camere di tortura e l’intimidazione quotidiana, l’umiliazione e le minacce” insieme all’appropriazione del territorio palestinese e delle risorse idriche. La situazione non è cambiata dal momento che Israele prosegue con l’espropriazione e con il sistematico processo di pulizia etnica del popolo palestinese con con l’indiscutibile sostegno delle amministrazioni statunitensi.

Uno studio di John Mearsheimer, professore di Scienze Politiche presso l’Università di Chicago e
Stephen Walt, professore di Affari Internazionali alla Scuola di Governo Kennedy ad Harvard,
ha esposto accuratamente le intenzioni nascoste della Lobby ebraica statunitense a favore
di Israele (d’ora in poi, La Lobby) dietro l’indiscusso supporto degli USA per il terrorismo contro il popolo palestinese. Nel numero di marzo 2006 di Faculty esearch Working Papers Series
dell’Università di Harvard [1], gli autori scrivono:

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[Mearsheimer & Walt]

“A partire dalla guerra nell’ottobre 1973, Washington ha fornito ad Israele un tale supporto che
minimizza quello offerto agli altri stati. E’ stato il principale beneficiario annuale di aiuti diretti e di
assistenza militare sin dal 1976, e nel complesso è stato il principale beneficiario dalla Seconda
Guerra Mondiale ad oggi, per la modesta somma di 140 miliardi di dollari (valuta del 2004). Israele
riceve circa 3 miliardi di dollari in assistenza diretta ogni anno, approssimativamente un quinto del
budget di aiuto estero, e circa 500 dollari l’anno per ogni israeliano. Questa cifra è sorprendente,
soprattutto perché Israele è oggi uno stato industrializzato con un reddito pro-capite
all’incirca uguale a quello della Corea del Sud o della Spagna”. Basta comparare questa cifra con quanto hanno ricevuto gli Statunitensi durante la devastazione di New Orleans dopo Katrina.

“Molti beneficiari di aiuti a scopi militari sono tenuti a spendere tutto negli Stati Uniti, ma a ’Israele è permesso spendere il 25% di quanto gli viene assegnato per sovvenzionare la propria industria della difesa. E’ l’unico beneficiario che non è tenuto a dar conto di come vengono spesi gli aiuti, e ciò impedisce di evitare che il denaro venga usato per scopi non approvati dagli Stati Uniti, come
insediarsi in Cisgiordania, hanno scritto Mearsheimer e Walt. Gli autori aggiungono, “Inoltre,
gli Usa hanno fornito ad Israele di circa 3 miliardi di dollari per sviluppare sistemi di armi, e dato
loro accesso ad un tale armamentario come gli elicotteri Blackhawk e gli F-16. Infine, gli Usa
hanno dato accesso ad informazioni segrete negate ai propri alleati NATO e hanno chiuso un occhio
sull’acquisizione di armi nucleari da parte di Israele”. Per di più, gli Stati Uniti hanno dato ad Israele un forte supporto politico – sebbene Israele abbia violato le leggi internazionali ed innumerevoli risoluzioni dell’ONU -, in particolare usando il proprio potere di veto all’ONU contro la comunità internazionale per evitare qualunque critica nei confronti di Israele ed aumentando le sofferenze del popolo palestinese.

Walt e Mearsheimer si chiedono: “La combinazione dell’indiscutibile supporto ad Israele e i conseguenti sforzi per diffondere la “democrazia” in tutta la zona ha infiammato l’opinione araba
ed islamica e messo in pericolo non solo la sicurezza degli Stati Uniti, ma quella di tutto il mondo. Questa situazione non ha precedenti politici nella storia politica statunitense. Perché gli Usa hanno voluto mettere da parte la propria sicurezza e quella di molti dei propri alleati per favorire gli interessi di un altro stato?”

Si presume che il sostegno degli Stati Uniti ad Israele abbia le seguenti motivazioni:
1) Israele è superato numericamente dagli Arabi; 2) Israele è l’unica democrazia della zona; 3)
Israele è un alleato strategico degli Stati Uniti quindi sostenere Israele rientra nell’interesse degli Statunitensi. In ogni caso, le prove dimostrano che il contrario è comunque vero.

Israele è la più grande potenza militare della regione. Infatti, è la quarta potenza militare a
livello mondiale. Il suo moderno esercito è finanziato e sostenuto dagli alleati statunitensi ed
occidentali con più di 200 testate nucleari puntate contro i suoi indifesi vicini. Non è vero che Israele sia solo superato in numero da gente indifesa. Gli eserciti arabi non hanno come fine la difesa, ma la difesa degli alleati statunitensi dalle masse arabe e dal nazionalismo arabo. Israele ha sempre attaccato ed invaso i paesi circostanti. Oltre alla sua occupazione del territorio palestinese, Israele le Alture del Golan in Siria ed il sud del Libano. Israele continua a ad uccidere
ed a ferire il popolo palestinese con una proporzione di quattro o cinque palestinesi per ogni israeliano E di recente, Israele ha minacciato di bombardare l’Iran.

blankIsraele non è una “democrazia”. Israele si auto definisce come uno “stato ebreo”. Non è uno
stato per tutti i suoi cittadini. Secondo una recente inchiesta pubblicato sul Guardian e comprovata
da Gideon Levi (nella foto) di Ha’aretz, Israele è uno stato razzista con reminiscenze dell’apartheid in Sud Africa [2]. Esso non solo fa delle discriminazioni contro i nativi palestinesi e gli “israeliani arabi”, ma anche contro i non-ebrei. Anche gli ebrei sono trattati e discriminati in base alle loro origini. Inoltre Israele ha violato la legge internazionale e gli accordi ONU con il trattamento disumano del popolo palestinese.

Per di più, Israele non rappresenta un elemento strategico per gli Stati Uniti. Gli Usa hanno dei vassalli molto più affidabili di Israele in questa regione. L’Arabia Saudita, come molte altri grandi basi militari Usa del Golfo, è un alleato fondamentale nella guerra contro l’Iraq e l’Afghanistan. Un ampio settore dell’economia americana dipende dai buoni rapporti con l’Arabia Saudita. La Turchia è un altro alleato degli Stati Uniti più importante di Israele. La verità è che l’indiscutibile sostegno degli Usa ad Israele va contro gli interessi degli Statunitensi, e che Israele è riuscita a fare degli Usa uno degli stati più odiati al mondo.

Il tempo ha mostrato come il comportamento delle amministrazioni Usa e di Israele – nel
respingere innumerevoli proposte di pace per porre fine al conflitto – sia stato costante nel creare
ed incoraggiare una situazione di conflitto permanente di stallo nella regione. I capi di governo
statunitensi hanno sempre anteposto gli interessi di Israele a molti altri interessi di vitale importanza
per gli Stati Uniti, e hanno rifiutato con veemenza ogni tentativo di conciliare gli interessi Usa nel
mondo arabo con i loro, preservando comunque gli interessi israeliani. Questa agenda imperialista
di conflitto e di stallo è concepita per: 1) promuovere l’ideologia sionista israeliana; 2) far trarre
vantaggio alle multinazionali petrolifere statunitensi da prezzi del petrolio moderatamente alti; 3)
creare un mercato per le industrie di armi statunitensi . Tuttavia il sostegno ad Israele – spinto dalla
Lobby americana pro-Israele – ha la priorità su altri interessi Usa in Medio Oriente. In quanto
le “richieste della Lobby promuovono gli interessi degli Usa ed il suo sostegno ad Israele è
contestualizzato nel suo sostegno per tutta la strategia Usa in Medio Oriente”.

L’influenza della Lobby Israeliana, una serie di individui ed organizzazioni guidata, tra gli altri, dae organizzazioni sioniste come il potente Comitato Israelo-Statunitense degli Affari Pubblici
(AIPAC), la Lega Anti-Diffamazione (ADL), l’Istituto Ebraico per gli Affari di Sicurezza Nazionale (JINSA), la Conferenza dei Presidenti delle Maggiori Organizzazioni Ebraiche (CPMJO), e l’Istituto di Washington per la Politica del Vicino Oriente (WINEP) è formidabile. Con enormi somme di denaro raccolto attraverso le donazioni, l’influenza di queste organizzazioni sia nel Congresso che nella politica estera Usa è di larga portata. Fra le elite liberali statunitensi, è comune considerare Capitol Hill il quarto “territorio israeliano occupato”, dopo le alture siriane di Golan, la Cisgiordania e Gaza.

Senza dubbio “la spinta della politica USA nella zona deriva quasi interamente dalla politica
nazionale e soprattutto dalle attività della “Lobby Israeliana”. Altri gruppi di interessi particolari
sono riusciti a coinvolgere la politica estera, ma nessuna lobby è riuscita finora a distoglierla da ciò
che potrebbero suggerire gli interessi nazionali, convincendo simultaneamente gli americani che gli
interessi USA e quelli dell’altro paese, in questo caso l’Israele, sono essenzialmente identici”
sostengono gli autori dello studio. In coalizione con la destra religiosa americana dal Partito
Repubblicano ai gruppi evangelici cristiani, l’AIPAC, con i suoi circa 100.000 potenti membri
costituisce un gruppo etnico capace di esercitare una forza formidabile nella politica USA.

Lo studio condotto dai professori Walt e Mearsheimer rivela che “il successo dell’AIPAC è dovuto
alla sua abilità di ricompensare i legislatori ed i candidati al Congresso che sostengono la sua
agenda, e di punire coloro che la sfidano. Possiamo ricordare a proposito l’attacco lanciato
nel 1984 contro il senatore Charles Percy, presidente del potente Comitato del Senato per gli Affari
Internazionali, da parte di Thomas Dine, capo dell’AIPAC: tutti gli ebrei americani, si riunirono i
da costa a costa per far dimettere il senatore Charles Percy dell’Illinois. Il presidente del Comitato del Senato per le Relazioni Internazionali e i politici statunitensi – che ora occupano delle posizioni politiche, e coloro che vi aspirano – hanno colto il messaggio” [3].

Il denaro è cruciale per le elezioni negli Stati Uniti, come ci ricorda il recente scandalo sui vari loschi affari del lobbista Jack Abramoff e mentre l’AIPAC si assicura che i suoi consociati traggano un forte supporto finanziario dalla miriade di comitati di azione politica pro-Israele. Coloro ritenuti ostili nei confronti di Israele, d’altra parte, possono star certi che l’AIPAC dirigerà i contributi delle
campagne ai loro oppositori. L’AIPAC organizza inoltre campagne di invio lettere ed incoraggia gli
editori dei giornali a sostenere i candidati pro-Israele”. Nel 1982 l’AIPAC ha condotto una
campagna di successo per sconfiggere Paul Findley di Springfield, nell’Illinois. Friedman era un
membro del congresso conosciuto per le sue posizioni filo-palestinesi. In altre parole, o segui la linea della Lobby di supporto incondizionato al terrorismo israeliano, o non lo fai.

Per avere la certificazione della Lobby alla sua candidatura presidenziale e al suo tentativo di farsi strada nella Casa Bianca, Hillary Clinton si è schierata contro il popolo palestinese. Nel suo ultimo
attacco contro i Palestinesi, la Senatrice di New York ha difeso il muro dell’apartheid – a sua volta
condannato dalla Corte di Giustizia Internazionale (ICJ) dell’Aja in quanto illegale – costruito
dagli Israeliani su territorio Palestinese rubato. Infatti la decisione dell’ICJ è stata che sia il muro
che gli insediamenti (colonie israeliane) in Cisgiordania, Gaza e Gerusalemme sono
illegali, quindi devono essere eliminati. La risoluzione dell’ICJ, così come altre decisioni delle corti internazionali, richiede a tutti gli altri firmatari della Carta dell’ICJ di costringere Israele a conformarsi alla decisione. Il muro annette il 58% della Cisgiordania. Esso è stato concepito per imprigionare i Palestinesi in ghetti scollegati e per confiscare le loro terre e le loro risorse idriche. Tuttavia, viene detto ai Palestinesi di “democratizzarsi”. Un cliché imperialista che intende manipolare l’opinione pubblica ed incrementare la sofferenza delle vittime.

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[Il Muro]

All’inizio di quest’anno, Human Rights Watch (HRW) ha chiesto all’amministrazione di Bush di
eliminare dagli aiuti esteri destinati ad Israele la cifra che esso spende nell’espansione delle sue
colonie e nella costruzione del muro di apartheid. Questa richiesta è un segno incoraggiante di un
giusto principio morale. La maggior parte degli Statunitensi è fuorviata dalla Lobby e dalla
propaganda israeliana che il muro di apartheid sia solo un “recinto di sicurezza”. Una recente
inchiesta dello Shin Bet (il servizio di intelligence israeliano) ha attribuito il declino di attacchi verso Israele e l’aumento della sicurezza alla “tregua informale osservata da alcuni gruppi palestinesi” e non alla presenza del muro di apartheid.

La campagna di donazioni alla signora Clinton è ora assicurata. La Clinton ha appena
accettato 2000 dollari da Willie Tan, proprietario di una catena di sweatshop che producano capi di abbigliamento nel piccolo stato di Saipan nel Pacifico. Al signor Tan è stato recentemente ordinato di pagare 9 milioni di dollari in arretrati ai lavoratori – soprattutto ragazzini di famiglie cinesi sbarcate illegalmente sull’isola dalla Cina – dopo che gli agenti avevano bollato la sua attività com sweatshop nel 1992. Il signor Tan ha dei collegamenti con Jack Abramoff, il lobbista che a gennaio si è dichiarato colpevole di frode, corruzione e accuse di appropriazione indebita.

Abramoff, che ha ricevuto una grande somma di denaro, in quanto lobbista repubblicano ha
indirizzato gran parte di esso (“donazioni di carità”) ai colonizzatori israeliani che vivono
illegalmente sul territorio palestinese. Ai suoi clienti fu detto che quel denaro era destinato ai più
poveri della città. In realtà il denaro è stato utilizzato per acquistare ferramenta in modo da aiutare i
colonizzatori a terrorizzare i nativi palestinesi. Fra le altre spese, la costruzione di una scuola per i
cecchini, l’acquisto di tute mimetiche, telescopi per cecchini, binocoli notturni, riflettenti
termici, ed altro materiale descritto nei documenti della fondazione come equipaggio di sicurezza.
(Michalel Isikoff, Newsweek, 2 Maggio 2005). Abramoff è uno degli amici “più cari e fidati” di
Delay. Tom De Lay è il cristiano evangelico sionista accusato di riciclaggio di denaro, tra le altre cose, dimessosi fal suo ruolo di leader della maggioranza. De Lay è un fautore della politica israeliana di uccisione deliberata dei leader palestinesi. Nel luglio 2003, durante una visita in Israele De Lay ha detto al Knesset israeliano che: “la battaglia di Israele è la nostra battaglia” e che “Israele non dovrebbe ritirarsi dai terreni arabi occupati”. Il discorso era quello di una Armageddon di violenza ed ingiustizia orchestrata dall’alleanza dell’AIPAC e dai cristiani sionisti.

Per di più, la Lobby svolge un ruolo importante nel controllo dell’opinione pubblica statunitense. La sua arma più formidabile è l’uso dell’antisemitismo contro chiunque osi criticare il terrorismo
israeliano verso il popolo palestinese. La Lobby utilizza il cliché dell’antisemitismo per soffocare i
dibattiti e per sopprimere qualsiasi critica imparziale ad Israele. Ogni critica rivolta
ad Israele viene etichettata come anti-semitismo ed è sottoposta a minacce ed intimidazioni.
Come risultato di questo ricatto, i media statunitensi – a partire da quelli mainstream fino a quelli
alternativi – sono i più parziali del mondo, oltre ad essere i meno informativi e i più favorevoli ad Israele del mondo. Anche i media israeliani, a confronto, sono più imparziali rispetto ai media
statunitensi. Ha scritto Edward Said: “Dal momento che molte persone potenti sono forti sostenitori
di Israele, il compito è reso estremamente facile”.

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[Un ebreo ortodosso: fine al sionismo = pace]

Inoltre, per guidare i giovani statunitensi nella direzione pro-Israele, la Lobby si sta muovendo
all’interno dei campus universitari e dei college Usa – nonostante il cittadino statunitense medio sia
inconsapevole del fatto che “c’è una letteratura sulla sofferenze dei palestinesi e sull’espropriazione vecchia quanto lo stesso stato di Israele”. Essa ha creato ed istituito diversi gruppi di
destra per osservare e monitorare ogni dipartimento o facoltà che osi avere delle opinioni pro-
Palestina. I componenti delle facoltà, negli Stati Uniti, sono tenuti sotto pressione dalla Lobby se accusano la politica israeliana. La Lobby pretende un tipo di educazione totalmente filo-israeliana ed un lavaggio del cervello di tutti gli student.

Molte università con dipartimenti medio-orientali sono state prese di mira ed i loro membri di
facoltà hanno ricevuto manifestazioni di odio attraverso e-mail ed intimidazioni. Essi stanno inoltre
chiedendo al Congresso di ridurre il finanziamento per i programmi Title VI-funded dell’Atto di
Educazione Superiore, con cui i fondi federali venivano concessi alle università per promuovere lo
studio di lingue come l’arabo, il persiano ed il turco. A capo di questa serie di attacchi contro
la libertà di pensiero degli Statunitensi, l’educazione e la democrazia, si trova Campus Watch. E’ un sito web filo-israeliano ed anti-islamico fondato dal sionista islamofobo Daniel Pipes. Il sito
costituisce un’arma di propaganda sionista del governo israeliano che si sta specializzando, fra l’altro, nella caccia alle streghe di quegli accademici e studenti che mettono in questione il cieco sostegno del terrorismo israeliano e la repressione della Palestina. Si tratta di una forma di propaganda terroristica contro la libertà delle accademie.

Lo studio di Mearsheimer e di Walt contribuisce, insieme a molti altri studi e commenti di opinione pubblicati in tutto il mondo, contribuisce a far credere che la guerra degli Stati Uniti contro l’Iraq fu intrapresa soprattutto per promuovere gli interessi israeliani e che non c’entra con le armi di distruzione di massa ed il terrorismo, com’è stato provato. Lo studio argomenta un’ampia riflessione che la Lobby e i sionisti statunitensi (la cosiddetta “duplice lealtà “, neo-conservatori e cabala, tra cui Paul Wolfowitz, Douglas Feith, Elliot Abras, Richard Perle, David Wurmser, John Bolton, Michael Ruben, Dick Cheney, e Lewis “Scooter” Libby (al momento sotto processo) nell’amministrazione Bush abbiano formulato le politiche e preso le decisioni per spingere gli tati Uniti a condurre la guerra contro l’Iraq. “La principale forza motrice della guerra è stato un piccolo gruppo di neo-conservatori, molti dei quali aventi legami con il partito Likud” riportano Mearsheimer e Walt. “Data la devozione dei neo-conservatori allo stato di Israele,
la loro ossessione con l’Iraq, e la loro influenza nell’amministrazione Bush, non sorprende che
molti Statunitensi sospettassero che la guerra fosse designata per fare gli interessi di Israele”
sostengono gli autori. Eppure, la pressione neo-con per la guerra in Iraq fu ampiamente censurata nei media Usa.

La guerra contro il popolo iracheno è una fotocopia della guerra contro i palestinesi. Allo stesso modo in cui Israele sta distruggendo la Palestina, la guerra illegale degli Stati Uniti contro l’Iraq ha distrutto un’intera nazione. Oltre alle centinaia di migliaia di innocenti donne irachene e bambini
massacrati a sangue freddo, un ampio ma sconosciuto numero di soldati statunitensi ha ucciso e
e ferito. Perché uno sterminio premeditato di innocenti civili va bene per gli ebrei e per gli
statunitensi?

Inoltre, la guerra contro l’Iraq ha pesato enormemente sui contribuenti degli Stati Uniti. Linda Bilmes, un’esperta di bilancio all’Università di Harvard e docente di economia
all’Università della Colombia, e il nobel Joseph Stiglitz hanno calcolato che la guerra costerà ai
contribuenti Usa quasi un miliardo di miliardi di dollari e potenzialmente sui due miliardi di
miliardi. Il sistema di istruzione statunitense ed i servizi di sanità saranno finanziati con una frazione di questo denaro. Israele è l’unico beneficiario di questa guerra criminale ed illegale, e
continua a fomentare nuove guerre in questa regione.

L’attuale propaganda guerrafondaia condotta contro l’Iran da Israele, la Lobby e alcuni politici come il senatore Joe Lieberman e la senatrice Hillary R. Clinton, è contraria agli
interessi del popolo statunitense. I cittadini dovrebbero riconoscere che sarebbe nel loro interesse
mantenere delle buone relazioni con l’Iran. Qualsiasi attacco contro l’Iran va contro gli interessi del
popolo statunitense ed iraniano, è può solo portare a delle ostilità fra il mondo occidentale e quello
islamico. La spinta della Lobby per la guerra contro l’Iraq ed il coinvolgimento di Israele nella crisi
sia in Iran che in Iraq mostra come Israele non stia attaccando solo il popolo palestinese, ma tutte
le altre nazioni arabe ed islamiche che sono in disaccordo con la sua politica coloniale.

Israele ricambia questo generoso ed indiscusso sostegno fornito dai contribuenti degli Stati Uniti
semplicemente minando la sicurezza degli Statunitensi stessi. Il caso di Jonathan Pollard, un ebreo texano già analista dell’intelligence nella Marina Usa, è un ottimo caso. Pollard era stato reclutato
da Israele per spiare l’esercito e il programma di deterrenza nucleare degli Stati Uniti. In seguito Israele ha venduto quei segreti nucleari all’Unione Sovietica in cambio di un aumento delle
quote di emigrazione dall’Unione Sovietica ad Israele. “Molti funzionari sospettavano
fortemente che gli Israeliani avessero ripreso gran parte del materiale di Pollard passandolo
all’Unione Sovietica in cambio del permesso continuavo per gli Ebrei dell’Unione Sovietica di emigrare in Israele”, ha scritto Seymour Hersh. L’ex segretario della sicurezza, Casper Weinberg, nella sua dichiarazione giurata che opponeva una sentenza ridotta per Pollard, ha descritto il danno recato agli Stati Uniti; “è difficile concepire un danno maggiore alla sicurezza nazionale di quella provocata dal comportamento traditore di Pollard”.

Lawrence A. Franklin, il precedente analista dell’Ufficio di Segreteria della Difesa al Pentagono, è
stato recentemente imprigionato e condannato a dodici anni e sette mesi dopo essersi dichiarato
colpevole di tre delitti gravi sotto l’Atto di Spionaggio per comunicare delle informazioni
classificate a governi stranieri. Franklin ha passato informazioni militari altamente classificate
sull’Iran e sull’Iraq a due lobbisti pro-Israele (Steven Rosen, direttore delle politiche estere
dell’AIPAC, e Keith Weissman, esperto dell’AIPAC in Iran). E’ un diplomatico israeliano. Come
sostengono Mearsheimer e Walt, l’AIPAC è semplicemente “un agente di fatto per un governo
straniero” che gode dell’esenzione delle tasse per spiare gli Usa.

Rosen e Weissman erano stati accusati e stanno ancora aspettando il processo. Le fughe di notizie sull’indagine condotta dall’FBI sull’AIPAC il 28 agosto 2004, ha fatto avvertire in
anticipo le altre spie che lavoravano con Franklin. Inoltre, è in crescita l’esportazione verso la Cina di tecnologia israeliana, in particolare armi tecnologiche costruite dietro le direttive degli Stati Uniti. Il quotidiano Israeliano Ha’aretz ha riportato recentemente che “nel 2005 sono stati firmati dei contratti di esportazione per oltre 3 miliardi di dollari fra Israele e delle compagnie
straniere”.Ma i principali media degli Stati Uniti che hanno pubblicizzato e propagandato la
guerra contro il popolo iracheno restano ancora in silenzio di fronte alle attività illegali di Israele negli Stati Uniti ed al pericolo per la democrazia statunitense della potente Lobby pro-Israele.

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[Il sito di Ha’aretz]

Il rifornimento di armi ad Israele da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati europei non è né negli
interessi del popolo ebraico né in quello del popolo statunitense o europeo. Infatti, ciò che Israele sta facendo in Palestina è contrario agli interessi degli Ebrei. Il sentimento anti-ebraico in Europa ed in tutto il mondo non è una conseguenza dell’anti-sionismo – tutti gli arabi sono “semiti” – ma una
conseguenza della politica disumana portata avanti da Israele contro il popolo palestinese e della
propaganda israeliana per fomentare l’odio anti-islamico ed anti-arabo nel mondo. Gli ebrei ed i
musulmani (compresi gli arabi) hanno convissuto per secoli. Si stima che 30.000 ebrei vivano
pacificamente in Iran. Essi sono trattati molto meglio degli 1.2 milioni di arabi che vivono in
Israele, o dei 4 milioni di palestinesi che vivono sotto la brutale occupazione di Israele.

Per la soluzione dei “due stati”, che ottenga un accordo equo e durevole per i popoli della regione, Israele deve innanzitutto ritirarsi dai territori palestinesi occupati – come richiesto dalla risoluzione ONU 1402. In secondo luogo, deve essere adottata incondizionatamente la risoluzione ONU 3236 del 974 che affermava il diritto all’auto-determinazione del popolo palestinese ed all’indipendenza nazionale, così come dovrebbe essere messo in atto il diritto di tornare alle loro case e proprietà. Mettere in atto questa risoluzione è essenziale al raggiungimento di una pace giusta e durevole.

Il sentimento anti-americano per il mondo è aumentato in conseguenza della politica promossa dagli
Stati Uniti, una politica immorale e di sostegno incondizionato alle politiche coloniali di Israele in
Palestina. “La gente non dimentica la morte dei suoi ragazzi, non dimentica la tortura e la
mutilazione, le ingiustizie, l’oppressione, e nemmeno le ingiustizie dei potenti. Essi non solo non
dimenticano, ma reagiscono/ si vendicano”, ha detto il nobel drammaturgo Harold
Pinter. Se non viene fermata, la politica immorale degli Stati Uniti continuerà ad avere delle
gravi conseguenze per il popolo statunitense.

Mearsheimer e Walt hanno giustamente sostenuto che Israele non costituisce più un alleato
affidabile per gli Usa, ma un peso. Essi scrivono: “Israele sta diventando un peso strategico e
non si comporta come un alleato fedele”. Israele è oggi una “responsabilità”. Il supporto degli
Stati Uniti ad Israele non è l’unica fonte del terrorismo anti-statunitense, ma una fonte importante, e rende molto più difficile la possibilità di vincere la guerra contro il terrorismo. Non c’è dubbio che molti leader di Al-Qaeda, compreso Osama Bin Laden, siano motivati dalla presenza di Israele a Gerusalemme e dalle condizioni dei Palestinesi. Il supporto incondizionato ad Israele rende più facile agli estremisti il compito di raccogliere il sostegno popolare e di reclutare nuovi membri”.

Avendo detto tutto questo, bisogna stare attenti a dare la colpa alla Lobby pro-Israele per i crimini
degli Stati Uniti nel mondo. Gli Stati Uniti sono il paese più potente al mondo. Hanno molti più strumenti di violenza che qualunque altro paese, e non rispondono a nessuno, tranne che alla Lobby Israeliana. Gli Stati Uniti hanno abbastanza potere per costringere Israele a porre fine al terrorismo contro il popolo palestinese. Qualsiasi tipo di sanzione economica da parte degli Usa e dei suoi alleati costringerà Israele a cambiare il suo comportamento e a perseguire un accordo pacifico. Le amministrazioni statunitensi sapevano tutto su ciò che stavano e stanno facendo. In altre parole, le amministrazioni sono complici dei crimini perpetrati da Israele contro il popolo palestinese. Le politiche di entrambi, Usa ed Israele, sono complementari politiche imperialiste.

Prima di morire per una nobile causa in Palestina, Rachel Corrie ha osservato con accuratezza: “sento che ciò che sto osservando qui è una distruzione sistematica della capacità della gente di
sopravvivere, e questo è incredibilmente orribile… Certe volte sedendo a cena con la gente, ho
capito che c’è un enorme macchina militare che li circonda e che tenta di uccidere questa gente
con cui sto cenando, queste famiglie con cui siedi a mangiare, tanto gentili e generose con me, e
i loro bambini, minacciati in modo incredibile, vivendo vite che nessun bambino dovrebbe mai vivere”.

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[Rachel Corrie]

Le parole di Rachel Corrie sono state deliberatamente occultate e censurate in quanto umanizzano il popolo palestinese.

Ho preso in considerazione un solo cittadino degli Stati Uniti che si alzò davanti ad un bulldozer
dell’esercito israeliano per proteggere non solo le vite innocenti del popolo palestinese, ma anche gli interessi degli Statunitensi. E sta a loro scegliere fra il sentiero dell’immoralità e
dell’ingiustizia e il sentiero dei diritti umani e della dignità per tutti.

Note finali:

[1] Mearsheimer, John & Walt, Stephen (2006, marzo). The Israeli Lobby and U.S. Foreign Policy. Faculty Research Working Papers Series. Harvard University: Boston, MA. Una versione rivista e più corta dello studio è disponibile su LRB.

[2] Chris McGreal (2006). Worlds Apart. The Guardian, 06 febbraio.

[3] Tivnan, Edward (1987). The Lobby: Jewish Political Power and American Foreign Policy. New York: Simon & Schuster, (p. 191).

[4] Bilmes, Linda & Stiglitz, Joseph (2006, gennaio). The Economic Costs of the Iraq War. Paper presented at the ASSA annual meeting. Boston, MA.

Ghali Hassan
Fonte: http://www.countercurrents.org/
Link: http://www.countercurrents.org/hassan290306.htm
29.03.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CYLOBA

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