di Alireza Niknam
Il MEK (Mojahedin-e Khalq), un gruppo terroristico da tempo impegnato in azioni di terrorismo e sabotaggio contro il popolo e il governo iraniani, negli ultimi anni ha cercato di utilizzare pubblicità ingannevoli e conferenze inscenate in vari Paesi, tra cui Berlino, per dare un’immagine diversa di sé al mondo. Queste conferenze, piene di false affermazioni che contraddicono la realtà interna dell’Iran, non solo servono come piattaforma per diffondere menzogne e distorcere i fatti, ma mirano anche a incitare l’opinione pubblica e i governi occidentali contro l’Iran creando una falsa immagine della società iraniana.
Una caratteristica significativa di queste conferenze è la partecipazione forzata dei membri del MEK. Molti di questi membri, tenuti sotto stretto controllo nei campi del gruppo per anni, sono costretti a partecipare con pressioni e coercizioni. Questi individui, spesso privi di libertà e di potere, sono usati come semplici strumenti dai leader del gruppo, creando per questi incontri, una folla “artificiale” fatta di comparse. I rapporti in nostro possesso indicano che molte di queste persone non hanno scelta nel partecipare e non possono esprimere le loro opinioni personali a questi eventi, evidenziando ulteriormente la natura autocratica di questo gruppo, che sostiene falsamente di perseguire la democrazia e i diritti umani.
Inoltre, per completare lo spettacolo politico, il MEK affitta il pubblico e ingaggia persone provenienti da diversi Paesi. Queste persone, spesso provenienti da ambienti economicamente svantaggiati, vengono pagate per partecipare e riempire i posti a sedere di queste conferenze, nonostante non abbiano alcuna comprensione dei temi trattati e spesso non capiscano nemmeno la lingua degli oratori. Questa pratica fa apparire i raduni del MEK più affollati di quanto non siano in realtà.
Forse l’aspetto più controverso di queste conferenze è l’uso di oratori ingaggiati. Si tratta spesso di figure politiche in pensione o di analisti con tenui legami con la politica internazionale, che vengono pagati cifre considerevoli (a volte migliaia di dollari per ogni discorso) per lanciare accuse infondate e senza fondamento contro l’Iran. Alcuni di questi oratori non hanno una reale conoscenza delle questioni in oggetto e sono motivati unicamente da interessi finanziari, il che riflette la mancanza di credibilità e integrità del MEK. Alcuni politici occidentali, senza una reale comprensione delle questioni interne dell’Iran, ripetono le accuse del MEK e formulano condanne ingiuste e infondate.
Questa campagna calcolata di disinformazione ha lo scopo di influenzare l’opinione pubblica dei Paesi occidentali e di ottenere il sostegno dei governi stranieri.
Il MEK utilizza le sue ampie risorse finanziarie e promozionali, spesso provenienti da fonti sospette, per distorcere la verità e creare un sentimento anti-iraniano a fini politici. La domanda sorge spontanea: perché la Germania permette a questo gruppo terroristico, con la sua storia oscura e sanguinosa, di tenere tali conferenze e quanto è consapevole delle sue responsabilità in materia di terrorismo internazionale?
La Germania, che sostiene di combattere il terrorismo e di sostenere i diritti umani, contraddice palesemente i propri principi permettendo a un gruppo terroristico come il MEK di tenere questi eventi. Invece di essere un difensore dei diritti umani e della giustizia internazionale, la Germania sta, di fatto, legittimando il terrorismo internazionale e diventando un sostenitore nascosto di questo gruppo. Sembra che la Germania, ignorando la realtà e trascurando i crimini e gli atti terroristici di questo gruppo, stia semplicemente perseguendo interessi politici a breve termine, un approccio inquietante e preoccupante.
Queste azioni della Germania non solo mettono in discussione la sua credibilità sulla scena internazionale, ma erodono anche la fiducia nelle sue politiche antiterrorismo. Se la Germania, in quanto membro dell’Unione Europea e importante attore internazionale, vuole veramente combattere il terrorismo e promuovere la pace e la stabilità in Medio Oriente, dovrebbe ripensare le sue politiche e impedire ai gruppi terroristici di usare il suo territorio per la propaganda e le ideologie estremiste.
Infine, ci si chiede: la Germania si sta ponendo come sostenitore del terrorismo permettendo che questo continui? Questa domanda è di grande importanza, non solo per il popolo iraniano, ma anche per la comunità globale. Ci si aspetta che la Germania e altri Paesi europei, aderendo ai diritti umani e ai principi umanitari, impediscano a questi gruppi terroristici di entrare nei loro domini pubblici.
di Alireza Niknam
Alireza Niknam, reporter e ricercatore nel campo dei gruppi terroristici, in particolare il gruppo terroristico di Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha conseguito una laurea in scienze politiche presso l’Università di Teheran e scrive articoli per diverse agenzie di stampa internazionali. Oltre al giornalismo è commentatore politico e consulente del TerrorSpring Institute nel campo dell’antiterrorismo.