Fascismi, sardine ed ebeti

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DI ALESSANDRO GUARDAMAGNA

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E’ da qualche giorno che assistiamo a carrellate di piazze cittadine dell’Emilia Romagna piene di persone che inneggiando a sardine, manifestando la loro opposizione per Salvini e il fascismo che la Lega rappresenterebbe. Pochi, anche fra coloro che non manifestano, sembrano soffermarsi sul fatto che il fascismo come fenomeno storico e politico è terminano – per fortuna – nel 1945, anche se qualche strascico culturale l’ha lasciato, e questo non tanto per temuti o pianificati suoi tentativi di risurrezione, quanto piuttosto perché alcuni dei suoi tratti caratteristici più oppressivi erano già presenti nella mentalità degli Italiani ben prima della sua nascita e successiva scomparsa, e tali permangono.

Tralasciando l’antropologia e la psicanalisi rimane il fatto che il fascismo è oggettivamente finito come già decenni fa ricordava De Felice e che la Lega, anche quando era al governo, non ha mai inneggiato ai pogrom di clandestini. Tali visioni rimangono mere proiezioni mentali di alcuni fan ad oltranza della commissione Segre. Comunque nelle piazze si protesta, e ben venga, solo che non si capisce bene a fronte di che cosa si esprime il dissenso. L’impressione è che si tratti di una protesta voluta per motivi che col fascismo, quello vero, storicamente defunto, o con suoi reali epigoni contemporanei abbiano poco a che vedere.

Parlando di fascismo moderno viene alla mente Erdogan. Infatti una settimana fa, dopo aver minacciato da oltre un mese di rispedire nei paesi occidentali d’origine i foreign fighters dell’ISIS trovati nelle prigioni delle zone di confine prima controllate dai Curdi, Ankara finalmente si è decisa. E tanto per dimostrare che fa sul serio ha pensato bene di rimandarne una dozzina a Gran Bretagna, Danimarca, Germania e Stati Uniti, mentre ve ne sarebbero altre centinaia pronti a seguire la stessa rotta di rimpatrio. E’ chiaro che Erdogan persegue una propria agenda alla luce degli accordi stipulati con Trump che probabilmente non lo hanno completamente soddisfatto. Il punto qui però è un altro. I governi europei – Italia compresa – cosa intendono fare a fronte del potenziale ritorno di migliaia di estremisti radicalizzati? Mentre la Svezia offre programmi a spese dei contribuenti per reinserirli nella società che volevano tanto ardentemente distruggere, gli altri stati preferiscono evitare il problema.

Di fronte ad una probabile opposizione, all’impopolare rimpatrio di tali detenuti e alle paure per la minaccia a lungo termine che potrebbero porre in patria (perché si tratta non solo di ex-combattenti, ma anche dei loro familiari, tutti devoti dell’islam estremista), i leader europei hanno cercato modi alternativi per processarli in un tribunale internazionale, sul suolo iracheno o altrove, ovunque ma non in Europa.

Ora l’ISIS rappresenta sicuramente un esempio di fascismo concreto, perché uno stato basato su un sistema politico-religioso che vuole imporre le proprie regole e punire con l’asservimento o la morte qualsiasi forma di dissidenza, e tratta le donne come i cani, non può trovare posto fra le molte nazioni che si fregiano del titolo di moderne, democratiche e aperte al multiculturalismo. Quindi fascista l’ISIS e fascisti quelli che con le armi lo sostengono. Ebbene, il governo Italiano ha forse espresso pubblicamente una presa di posizione o opinioni a riguardo? Ha stabilito un’agenda su come trattare concretamente costoro? Prevede forse di offrigli corsi di reintegrazione come farebbero in Svezia per fargli ritrovare la retta via? Qualche media in Italia – a parte il Manifesto prima dell’avvenuto rimpatrio – ne ha parlato? Eppure questo è un caso reale in cui fascisti veri, rei di crimini contro l’umanità, potrebbero essere riportati in Italia, con i loro famigliari al seguito.

Qualcuno ricorda l’attuale governo aver espresso preoccupazione o una presa di pozione contro la Germania della signora Merkel che dal 2004 ha proibito l’estradizione di tutti quei criminali – quasi tutti ex-SS – condannati dalla magistratura Italiana per le stragi di Marzabotto, Sant’Anna di Stazzema, o Vinca per le quali non hanno mai scontato alcuna condanna e che realisticamente moriranno nei propri letti? Risulta invece che da anni il PD appoggi il fronte della Merkel in Europa, e in tempi più recenti anche il MoV è arrivato a fare un grosso favore alla cancelleria sostenendo l’elezione della sua gregaria Von Der Leyen alla presidenza della commissione europea, eppure sia PD che MoV continuano a professare un profondo antifascismo, si dichiarano a sostegno delle vittime dell’oppressione nazifascista e contro il terrorismo – il MoV con qualche punto di confusione quando parla umanamente dell’attentatore di Nassyria come di una vittima.

In questo scenario paradossale le forze di governo e le amministrazioni locali, invece che avallare proteste di piazza contro presunti fascismi made-in-Italy per bollare gli avversari politici e cercare di de-fascistizzare anche i paracarri, non farebbero meglio a prendere provvedimenti concreti e definire una strategia chiara nei confronti   dei fascisti, quelli veri? O forse quando arriveranno si troverà la solita soluzione tra “emergenza imprevista” e la necessità di “restare umani”, quindi per non passare da “fascisti” gli italiani dovranno accettare di avere in circolazione chi domani potrebbe decidere di tagliargli la testa o farli saltare in aria sul bus perché ispirato da una Sura, altrimenti discriminerebbero, e discriminare non sta bene?

Le sardine come i girotondini di circa 20 anni fa, non hanno proposte concrete. La loro presenza nelle piazze si direbbe una sorta di stalkeraggio politico che li porta a seguire come un’ombra Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni, candidata della Lega alle prossime elezioni Regionali in ER, in tutte le città dove si tengono comizi. Per il resto le loro uscite si sono finora contraddistinte solo per un generico appellarsi a valori della società civile implicitamente puntando il dito contro chi non dovrebbe averne. Cercano di togliere credibilità al proprio bersaglio accusandolo di fascismo a prescindere dai fatti, ma quale sia il loro concetto di civiltà non è chiaro, perché se si pensa di difendere la società civile appoggiando un governo schierato a favore del globalismo e dell’austerity, che ha causato in Europa negli ultimi 20 anni 74 milioni di poveri, di cui quasi circa 5 milioni in Italia, e che contribuisce a massacrare quella stessa società civile in nome degli interessi della finanza mondiale di marca neoliberista di Soros e compagni, allora di civile e di sensato nella loro protesta non c’è niente.

Chi nel 1968 scendeva in piazza manifestando, dando e ricevendo sacre legnate, almeno lo faceva contro un retaggio culturale reazionario presente nelle istituzioni, nella scuola, e nelle amministrazioni dei governi d’Europa e di mezzo mondo. Gli studenti e i lavoratori degli anni ’60 protestavano contro la guerra in Vietnam e le ricchezze del capitalismo, chiedevano una maggiore giustizia sociale e non si mettevano di certo a difendere gli interessi di Rockefeller. Questi invece tra cori di Romagna Mia e Bella Ciao non sembrano proprio capire che facendo il gioco di coloro che li hanno già messi in gabbia in attesa del momento di buttare via la chiave, stanno salutando gli ultimi simulacri di democrazia che gli sono rimasti, confermando per l’ennesima volta che Quos Deus Vult Perdere Prius Dementat. Resta da vedere se in caso di rimpatrio e scarcerazione degli ex-combattenti dell’ISIS si rifaranno vedere in piazza a protestare contro i fascisti, quelli veri, oppure si scioglieranno come neve al sole, con qualcuno dei loro referenti che nel frattempo finirà per avere cariche nelle istituzioni, come già avvenne per alcuni che facevano girotondi.

E nel turbinio di piazze che in protesta “non si legano” si fa sentire il governatore uscente dell’ER Bonaccini, affermando che la sua regione non ha bisogno di essere liberata, perché la Liberazione l’ha conosciuta già 74 anni fa, e grazie a questo ora chiunque può disporre di questa libertà, compresi coloro come Salvini che ne abuserebbero in modo sciocco.

Ammetto di non aver simpatia per Bonaccini. Non è niente di personale – non lo conosco – né è dovuto alla sua appartenenza al PD. Non mi piace per lo stesso motivo per cui non mi piacciono Di Maio, Grillo e coloro che spacciano “verità diversamente dette”, che contribuiscono solo a peggiorare la situazione dell’Italia intera, o nel caso di Bonaccini dell’ER. Le menzogne di Grillo e del MoV si palesano a partire dallo scorso Aprile con il  ribaltamento di 180 gradi, basato sull’assurda scusa che tale mossa era necessaria per proteggere il PIL Italiano, sostenendo i massacratori del medesimo residenti a Bruxelles. E appaiono prive di logica le narrazioni che affermano che PD e MoV “si sono dovuti unire” perché Grillo sarebbe ricattato a causa dell’episodio di presunto stupro in cui è coinvolto suo figlio. Risalgono a Gennaio 2019 le rassicurazioni personali di Conte alla signora Merkel, e bisogna ancora capire perché un presidente del consiglio di un governo sedicente sovranista e populista aveva allora bisogno di andare a rassicurarla dicendo che sarebbe andato a prendere lui i migranti col suo aereo.

Ad Aprile 2019 il MoV si dichiara a favore dell’UE e contro la Brexit; il 3 Luglio alla presidenza dell’UE viene votato il piddino Sassoli, per il quale il parlamento di Bruxelles sarebbe un immenso porto aperto alle ONG, e sulla cui elezione il MoV lascia libertà di scelta ai suoi europarlamentari. Il 16 Luglio Von Der Leyen, gregaria della Merkel, diventa presidente della commissione europea col sostegno dei voti del M5S e del PD. Le vicende dello stupro riguardanti il figlio diciannovenne di Grillo risalgono alla notte fra il 16 e il 17 Luglio, quindi il presunto ricatto di cui sarebbe vittima Grillo – che avrebbe obbligato il M5S ad allearsi col PD per evitare conseguenze al figlio – funziona solo in un quadro alterato dove le cause avvengono dopo i fatti, perché nel mondo reale il M5S si è messo d’accordo col PD ben prima del 17 Luglio 2019 e di quanto possa essere o non essere avvenuto nella villa di Grillo in Sardegna. Le balle di Grillo sulla necessità di sopravvivere e di chi cerca di scusarlo sono quindi evidenti.

Bonaccini invece fa uscite apparentemente meno stucchevoli, ma non vuol dire che le spari meno grosse. Quando parla ai bambini e ai genitori di una scuola elementare durante l’inaugurazione dell’anno scolastico 2018, lo fa illustrando l’eccellenza della scuola antisismica a tutela di bimbi di 6 anni, che si sono sorbiti 45 minuti di sermone senza essere entrati in aula. Però omette di dire come protegga realmente la salute dei bimbi in ER un partito, il suo, sostenitore ad oltranza degli inceneritori, o come curiosamente nessuno degli amministratori locali sapesse niente dei maltrattamenti che i bambini dell’asilo erano stati oggetto da anni da parte di alcuni educatori, ripetutamente segnalati, dicunt. Sarebbe stato un tema importante su cui rassicurare le famiglie, ma vuoi vedere che quando inaugurava la scuola era meglio non parlarne perché erano prossime le nuove elezioni comunali in cui si sarebbe ripresentato il PD locale?

Lo sentiamo in questi giorni Bonaccini mentre parla di sanità regionale, “fiore all’occhiello” della sua amministrazione, ma nella civilissima Parma ho dovuto aspettare due mesi prima di riuscire a prenotare un elettrocardiogramma, e alla fine sono riuscito a spuntarla solo quando mi è stata prescritta l’urgenza. Tutte le volte che mi sono recato al CUP ho fatto un’attesa di ore preceduto regolarmente da 40 immigrati, bisognosi di tutto, che in sala d’attesa erano il 50% dei presenti. Ma se in ER la popolazione di immigrati legalmente residenti – non clandestini – è del 12.3% perché mi ritrovo sempre davanti un nugolo che corrisponde al 50% dei presenti? Si ammalano più degli altri forse? E come non ricordare il medico del sistema sanitario in ER che non si presentava il giorno fissato per ricevere i pazienti – a sentire i suoi assistiti da anni ormai – in orario da ambulatorio alla luce del sole! Quando abbiamo chiesto spiegazioni al distretto mi sono sentito rispondere che se il medico non era presente era perché avrebbe potuto aver avuto un incidente. Sarei dovuto andare, secondo loro, da un medico privato. E se avesse avuto un incidente – da anni sempre nello stesso giorno?! – tu che lo devi controllare non lo sai? Non ti avvisa? E non nomini un sostituto?

Ripeto non è personale, e so che Bonaccini o chiunque altro fosse al suo posto non è responsabile per tutti i mali del mondo offeso, ma su cose evidenti – e i fatti citati sono indice di un sistema che fa acqua da tutte le parti – uno dovrebbe avere la decenza di raccontare il vero, o se preferisce non farlo allora dovrebbe tacere. A fronte di cose simili sentire poi che Bonaccini sarebbe il miglior governatore che non solo la regione, ma l’Italia intera avrebbe mai avuto, mi fa preoccupare. Da un lato infatti preferisco per contrasto non pensare agli altri governatori “meno bravi” di Bonaccini; dall’altro se la sanità è il fiore all’occhiello dell’ER, allora meglio non immaginare quali siano le erbacce e i rovi dell’amministrazione regionale. Poi se penso che a vantare la grandezza di Bonaccini sono le sardine, le stesse che per combattere il fascismo finiscono col sostenere Soros… va beh, allora non mi preoccupo più di tanto. Se il 26 Gennaio in ER la maggioranza voterà PD dimostrando di preferire il partito che non ha saputo spiegare esattamente perché sono accaduti i fatti di Bibbiano, ha sgretolato la scuola italiana e svenduto i diritti dei lavoratori col Jobs Act, che sostiene chi in Europa ti impone sempre più tasse e vuole importare manodopera africana, che si vende per 10 euro al giorno per tenere le retribuzioni degli Italiani da fame, e vanta come fiore all’occhiello una sanità regionale che è scadente a dir poco, allora ne prenderò atto.

Chi auspica quindi una nuova liberazione per l’ER lo può fare solo perché tante persone e combattenti comunisti nel ’43-’45 hanno liberato l’Emilia Romagna dalla tirannide nazi-fascista, come dice Bonaccini? Sarebbe quindi “questa libertà che permette a gente come Salvini di dire cretinate”. Può essere. Comunque se i combattenti del 1945, comunisti o di altro background ideologico, vedessero un partito politico di oggi che sostiene gli interessi del capitale, delle grandi corporation, della globalizzazione che fa dei diritti dei lavoratori un deserto, che promuove agende UE che affamano il popolo Italiano – come faceva il fascismo e come l’UE ha fatto coi Greci – molto probabilmente lo combatterebbero per eliminarlo come fecero con i fascisti veri, e non starebbero certo ad applaudire come ebeti chi parla di fiori all’occhiello, dimostrando di non sapere distinguere fra rose ed ortiche. E questo a dirlo con onestà e consapevolezza è uno che non va in piazza ad esibire sagome di sardine, ma qualche manifestazione del fascismo vero l’ha vista, e di familiari nella Resistenza, quella autentica, ne ha avuti.

 

Alessandro Guardamagna

Fonte: https://comedonchisciotte.org/

27/11/2019

Alessandro Guardamagna lavora come insegnante d’inglese e auditor qualità a Parma, in precedenza ha ottenuto un PhD in Storia e un Master in American Studies presso University College Dublin, in Irlanda, dove ha lavorato e vissuto per 10 anni. Da sempre sovranista, scrive articoli di politica e storia su ComeDonChisciotte dal 2017.

 

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