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La Redazione

 

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Elezioni in Umbria: cronaca di un’asfaltata annunciata

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A cura di Rosanna
Il 26 Ottobre 2019
556 Views

DI ALESSANDRO GUARDAMAGNA

comedonchisciotte.org

Le elezioni che si terranno il 27 Ottobre in Umbria saranno la cartina di tornasole che dimostrerà a quale narrazione dei fatti politici degli ultimi mesi gli Italiani hanno creduto.  Se alla cronaca della crisi di Agosto dovuta alla pazzia megalomane e pericolosa di stampo esclusivamente salviniano, alimentata da qualche mojitos di troppo, com’è stata presentata dai media vicini PD e MoV, oppure a quanto dichiarato dalla Lega sulla necessità di staccare la spina ad un esecutivo minato da mesi da un accordo portato avanti sottobanco proprio da PD e MoV, e teso a paralizzare le iniziative politiche leghiste invise all’UE, a partire dalla chiusura dei porti e stop all’immigrazione clandestina.

E l’accaduto di questi ultimi 3 mesi, estremizzato da entrambi gli schieramenti per motivi analoghi e contrapposti, in un certo senso definisce i limiti della campagna politica in Umbria. Con questo non s’intende dire che i due candidati locali (Donatella Tesei per la Lega e Vincenzo Bianconi per PD-MoV) e i loro programmi non siano importanti, ma semplicemente che elementi estranei al contesto delle regionali finiranno per avere un peso molto rilevante.

E, paradossalmente l’unico elemento che ha portato alle attuali elezioni rende il caso dell’Umbria degno di uno studio psicanalitico dove la diagnosi potrebbe essere quella di schizofrenia politica e dissociazione comportamentale. Perché fra le cose che maggiormente balzano all’occhio per la loro anomalia vi è la storia che ha determinato il voto di Domenica, e che finirà per avere effetti potenziati sul medesimo, e realisticamente devastanti per la coalizione PD-MoV.

Infatti a pesare su queste elezioni, vi sarà sicuramente il ricordo dei fatti recenti con cui gli elettori vi arrivano. E fra i primi spiccano gli eventi che hanno al centro una Concorsopoli nel settore della Sanità Umbra, che il consigliere regionale del MoV Andrea Liberati aveva denunciato a più riprese, prima che la crisi esplodesse lo scorso Aprile e portasse alla caduta della giunta PD. Ai domiciliari sono finiti assessore e segretario PD umbro e sono stati complessivamente 35 gli indagati in un’inchiesta di appalti e concorsi che ha come fulcro l’ospedale di Perugia, che avrebbe visto anche lo zampino della massoneria.

Nonostante il ruolo da paladino dei diritti dei cittadini che il MoV ha provato a giocare, con la ministra Grillo che dichiarava che avrebbe cacciato “le mele marce subito, perché non può esserci salute senza legalità“, la compagine di Di Maio non è stata particolarmente apprezzata. Infatti il MoV è uscito fortemente penalizzato in Umbria alle Europee 2019 un mese dopo lo scandalo, totalizzando il 14,63%, dei voti e tornando ai livelli delle regionali 2015, dopo aver dimezzando i consensi rispetto alle politiche 2018.

Analogamente il PD in Umbria dimezza il 42.78% ottenuto alle regionali nel 2015 per scendere al 22,74% alle Europee. In netta e constante crescita è invece la Lega che dal 13,99% delle Regionali del 2015 arriva al 34,26% delle Europee del Maggio scorso e che ora rimane stabile nei sondaggi a ben oltre il 30%, e questo nonostante la crisi azionata dai presunti squilibri di Salvini, i rubli che sarebbero passati per Savoini e il Russiagate, e gli eterni 49 milioni sottratti, che con l’attuale gestione della Lega non centrano nulla, 45 dei quali furono spesi in attività legali e documentate.

Sulla debacle generale di PD e MoV alle Europee, l’Umbria ha aggiunto una sua nota personale. Infatti logica avrebbe voluto che il partito accusatore (M5S) avesse la meglio rispetto all’accusato finito sotto inchiesta per gravi illeciti (PD), ed invece entrambi sono stati accomunati e castigati dal voto, segno che se in Umbria il PD ha dimostrato di avere la manina lunga, gli elettori Umbri ritengono che il MoV abbia saputo dimostrare a livello locale di possedere solo la lingua lunga e niente altro.

A 4 mesi dalla caduta della giunta questi due schieramenti acerrimi nemici per un decennio, si riuniscono nel governo del “nuovo umanesimo” per “il bene del paese”. Ai cittadini Umbri però non sfuggirà che il segretario di uno di questi, Zingaretti, non ha de facto battuto ciglio quando il PD dell’Umbria ha salvato la poltrona della governatrice indagata, la zarina Catiuscia Marini.

C’è quindi poco da sperare che gli stessi cittadini credano ora che una coalizione sostenuta dalle attuali forze di governo si appresti a rilanciare l’Umbria come la patria di un nuovo spirito Francescano ispirato al poverello di Assisi. Infatti mentre le parole di Conte, se riferite all’Umbria, dovrebbero rievocare una politica illuminata da un genio simile a quello che ispirò le opere di Perugino e del Pinturicchio, il cittadino umbro penserà piuttosto che le forze di governo gli vogliano riproporre un nuovo brigante Cinicchia, senza però la vocazione da Robin Hood. 

Insomma, quello che probabilmente accadrà è che, indipendentemente dalle capacità di Vincenzo Bianconi e del radicamento della sua famiglia sul territorio da generazioni, e dall’impegno con cui il MoV vorrebbe che rilanciasse il tema dell’ambiente, peseranno sul voto di Domenica, oltre ai fatti già citati, il “Mai col Partito di Bibbiano” scandito da Di Maio il 18 Luglio scorso, e poi tradito subito dopo con l’alleanza col PD, e quel “daremo lavoro a migliaia di Africani” di Conte che, nella pur discutibile interpretazione, rimane come una promessa poco invitante.

Forse, più che la trasposizione regionale della politica della Green Economy il candidato che vuole davvero guidare degnamente e con impegno la regione dovrebbe occuparsi in primis di quelle “50 mila famiglie umbre in povertà” in perenne attesa di risposte, che negli ultimi 50 anni non sono mai arrivate dalle amministrazioni di sinistra, e le cui condizioni di indigenza non sono state neppure risolte dal RdC voluto fortemente dal MoV.

Questo è invece uno dei cavalli di battaglia della Lega, consapevole che 50.000 famiglie indigenti in 89 comuni – tanti sono quelli dell’Umbria – significano avere in ogni comune la media di 561 nuclei famigliari al di sotto della soglia di povertà, che non riescono a fare un pasto calorico al giorno, e che probabilmente interessano agli Umbri più dello sviluppo sostenibile e del motto “restiamo umani”.

E sull’attenzione al sociale punta Donatella Tesei, da 10 anni in politica ed ora candidata alla regione, avvocato, attualmente senatrice della Lega e già sindaco di Montefalco per due mandati, riconfermata nel 2014 con oltre il 60% dei voti e tuttora davanti a Bianconi con percentuali che variano dal 47% al 54% nei sondaggi.

In definita nonostante i Mojitos, le brutture e le azioni discutibili che la campagna mediatica recente ha attribuito a Salvini e alla Lega, è la compagine di quest’ultima che guida stabilmente la corsa alle regionali in Umbria, con una percentuale molto alta. Il MoV, che negli ultimi 2 mesi ha tradito a raffica le promesse prese con i suoi elettori per anni, teme di cadere al di sotto del 10%.

E’ la prima volta che due partiti – MoV e PD – che sono stati coinvolti su fronti opposti nella crisi di una compagine regionale, si ripresentano uniti alle elezioni nella stessa regione, ed è anche la prima volta in assoluto in cui MoV e PD si uniscono in un’alleanza civica. Le elezioni di Domenica in Umbria rappresentano quindi per la loro duplice singolarità un evento importante non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale per gli sviluppi che il voto avrà. Il risultato sarà espresso dagli elettori e si vedrà ad urne chiuse come da prassi, ma, dati i presupposti, quello che realisticamente sembra preannunciarsi in Umbria è la cronaca di una asfaltata annunciata.

 

Alessandro Guardamagna

Fonte: https://comedonchisciotte.org

25/10/2019

Alessandro Guardamagna lavora come insegnante d’inglese e auditor qualità a Parma, in precedenza ha ottenuto un PhD in Storia e un Master in American Studies presso University College Dublin, in Irlanda, dove ha lavorato e vissuto per 10 anni. Da sempre sovranista, scrive articoli di politica e storia su ComeDonChisciotte dal 2017.

 

 

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