E ORA… L'UFFICIO PER GLI AFFARI IRANIANI! (EX UFFICIO PIANI SPECIALI)

DONA A COMEDONCHISCIOTTE.ORG PER SOSTENERE UN'INFORMAZIONE LIBERA E INDIPENDENTE:
PAYPAL: Clicca qui

STRIPE: Clicca qui

In alternativa, è possibile effettuare un bonifico bancario (SEPA) utilizzando il nostro conto
Titolare del conto: Come Don Chisciotte
IBAN: BE41 9674 3446 7410
BIC: TRWIBEB1XXX
Causale: Raccolta fondi

blankDI GARY LEUPP

Il giornalismo embedded e la campagna di disinformazione per la guerra in Iran

Secondo Laura Rozen del Los Angeles Times, l’Ufficio Piani Speciali si è reincarnato nell’ufficio per gli affari iraniani, collocato apparentemente negli stessi uffici del Pentagono, abitati dai suoi predecessori e con il medesimo personale servile. In particolare, Abram Shulsky, che dirigeva l’UPS sotto Douglas Feith, è tornato. La sua squadra fa riferimento a Elizabeth Cheney, Assistente Segretario di Stato dell’Ufficio per gli affari del vicino oriente e figlia del vice-presidente. Dick Cheney è senza dubbio, nell’amministrazione, il principale sostenitore di un attacco all’Iran. (E’ inoltre, guarda caso, l’architetto dei “signing statements” [1] di Bush, apposti alle leggi che lo autorizzano a ignorarle. E’ l’uomo che sta dietro il trono, circondato da accoliti neo-con).Come scrissi nel novembre scorso, “è troppo presto per parlare del tramonto dei neocon mentre [John] Hannah, [Stephen] Hadley, [William] Luti, [David] Wurmser, Elliott Abrams, John Bolton, John Negroponte e altri neocon sono ancora in carica, con [Michael] Ledeen e [Abram] Shulsky ancora appostati”.

Durante quello stesso mese i Democratici misero in scena al Senato un piccolo tentativo, fallito, di
ribellione, chiedendo che la fase II dell’investigazione a lungo rimandata condotta dalla Commissione dell’Intelligence incentrata sull’UPS di Feith potesse finalmente decollare. Ma sembra che sia stata deliberatamente posticipata dall’avvio di una investigazione interna a parte, riguardante il Ministero di Feith per conto dell’Ispettore generale del Pentagono. Il successore e compare neocon Eric Edelman, ed il capo dell’Intelligence di Rumsfeld, Stephen Cambone, stanno presumibilmente cooperando a ciò. Non mi aspetterei nessun tipo di sconvolgente resoconto che descriva minuziosamente la campagna di disinformazione che sta conducendo in breve tempo alla guerra in Iran. Che potrebbe scoppiare in qualunque momento.

Nel frattempo, Abram Shulsky, il neocon dei neocon, studioso di Leo Strauss e Machiavelli, che
ha si è occupato nei suoi scriti dell’applicazione del pensiero di Strauss all’intelligence, è tornato. Gli straussiani naturalmente appoggiano l’uso della disinformazione (“menzogna nobile”) per preparare la gente alle scelte difficili che loro, gli Illuminati, hanno deciso. Già c’è la prova dell’aver insinuato deliberatamente storie false nella stampa, per esempio ciò che accadde nei mesi
che precedettero l’attacco all’Iraq. Il servizio di Amir Tahiri sulla prima pagina del quotidiano
canadese National Post riguardo il codice religioso di abbigliamento adottato dal parlamento iraniano è stato immediatamente accolto con entusiasmo dal portavoce del Dipartimento di Stato Sean McCormack, al quale, durante il briefing per la stampa del 19 marzo, venne chiesto da James Rozen della Fox News quanto segue:

Domanda: Sull’Iran, siete a conoscenza, o lo è il Dipartimento, dei resoconti pubblicati secondo cui questa settimana il parlamento iraniano ha approvato una misura che richiederebbe
ai non mussulmani di indossare cartellini di riconoscimento che li identifichino come tali?

McCormack: Ho visto i servizi dei notiziari. Credo che siano stati riciclati più volte nel tempo. C’è, da quello che ho capito, c’è – una qualche legge attualmente in parlamento la cui esatta natura non mi è chiara, perciò non ho intenzione di cercare di indagare per dare un commento definitivo o dettagliato riguardo qualcosa di cui non conosco i fatti. Con ciò, se fosse accaduto qualcosa di simile, che si sia verificato in Iran o altrove, sarebbe certamente spregevole.

Domanda: Posso continuare su questo argomento un secondo?

McCormack: Continui.

Domanda: Lei ha detto che è qualcosa, secondo lei, riciclata più volte nel tempo. Da quanto tempo il Dipartimento si sta interessando alla cosa oppure ne è venuto a conoscenza per la
prima volta dai servizi di oggi?

McCormack: Beh, ho visto diversi notiziari – servizi simili e non le so dire quando esattamente, capisce mesi fa, e sembra che saltino fuori nuovamente, e si basino sull’avanzamento di una legge – ma, lo suppongo, per mancanza di un termine più adatto – del parlamento iraniano. Lo scopo esatto di questa legge è un po’ oscuro e le reali motivazioni che le stanno dietro sono ambigue. Perciò, come le ho detto, non le posso offrire un commento dettagliato su questo.

Domanda: Ancora due domande se posso. Come – quali mezzi ha a disposizione il Dipartimento per verificare l’approvazione delle leggi nel parlamento iraniano?

McCormack: Vede, certamente abbiamo accesso a materiale di pubblico dominio e inoltre abbiamo contatti frequenti con altri paesi che hanno rappresentanza diplomatica in Iran.

Domanda: Attualmente avete avviato uno sforzo per accertarvi maggiormente a riguardo?

McCormack: Sì.

Domanda: E per quale motivo sarebbe spregevole se il fatto fosse vero?

McCormack: Beh, James ,credo che abbia una chiara eco della Germania – sotto Hitler, quindi penso sia abbastanza evidente. Ma di nuovo, sa, non voglio fare approfondimenti perché non abbiamo le prove.

[Sean McCormack]

Nessun altro qui sente la puzza di lenzuola bagnate del giornalismo embedded ? Il quotidiano canadese ritrattò la sbalorditiva storia, nonostante McCormack ne avesse parlato. E’ difatti in discussione nell’iraniano Majlis una legge specifica sull’abbigliamento islamico. Ci sono state leggi
sull’abbigliamento appropriato in Iran nel bene e nel male dall’inizio della Repubblica Islamica, quindi non è niente di nuovo. Ma le bande di riconoscimento? I disinformazionisti potrebbero averlo macchinato rievocando il tentativo dei Talebani Afgani nel 2001, che richiedeva agli Hindu di indossare cartellini gialli. O forse stavano pensando ai propri cartellini stampa.

Riesco proprio a immaginare alcune riunioni geniali tra i ragazzi dell’Ufficio per gli affari iraniani e alcuni tipetti alla Judith Miller.

“Allora cos’altro potremmo fare per equiparare Ahmadinejad a Hitler?”

“Cosa ne dici di una legge sul codice di abbigliamento?”

“Giusto, è una roba islamica, come il codice di abbigliamento dell’Arabia Saudita”

“Potremmo dire, delle fasce”

“Delle fasce?”

“Si, come la stella di Davide per gli ebrei nella Germania nazista”

“Hanno davvero in mente delle fasce?”

“No, ma ti ricordi I talebani, che misero dei cartellini gialli sugli Hindu nel 2001?”

“Sì, in Afghanistan”

“La gente ci cascherà. Non distinguono l’Afghanistan dall’Iran”

“Certo, e se lo possono fare gli Afghani, lo possono anche gli Iraniani”

“E i Tedeschi”

“Si, funziona. Proviamolo”

“L’amministrazione farà un commento in tribuna stampa. Noi ci pariamo il culo e affermiamo che
non siamo a conoscenza dei fatti. Fosse vero, sarebbe terribile”

“La domanda seguente suggerirà il riferimento con i Nazisti”

“Si, fantastico. Proseguiamo”

Nelle prossime settimane mi aspetterei una valanga di falsi resoconti scaturire da quell’apparecchio falso e venditore di paura che si barcamena tra la stampa e l’amministrazione Bush, mentre l’alleanza occidentale dibatte animatamente sui programmi di Cheney riguardo l’attacco all’Iran, mentre Israele intensifica la propria campagna per incoraggiarne l’attacco, e mentre gli sforzi degli Stati Uniti per legittimare l’uso della forza tramite il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite seguono il loro corso. Jorge Hirsch è un bell’esempio sulla possibilità che l’amministrazione accusi l’Iran di diffondere l’influenza aviaria in occidente. Sì, è pazzesco. (Pazzesco tanto quanto il servizio di Martin Arostegui per Insight Magazine dopo l’11 settembre, che suggeriva: le prove puntano al coinvolgimento di [Fidel] Castro con l’introduzione del virus West Nile negli Usa tramite gli uccelli migratori”. John Bolton e Pat Robertson hanno usato questo materiale per costruire il caso che favorisse un cambio di regime a Cuba).

Justin Raimondo di antiwar.com analizza un reportage del più popolare quotidiano israeliano,
Yeodiath Ahronoth, sugli effetti che il partito libanese sciita Hezbollah, alleato con l’Iran, stia
pianificando un attacco terrorista durante i campionati del mondo di calcio in Germania. Ecco un’altra storia da seguire cautamente. Gli europei, solo lo scorso anno, con riluttanza e sotto la
pressione degli Usa, aggiunsero alla loro lista di organizzazioni terroriste internazionali gli Hezbollah. Ma demonizzare gli Hezbollah è la chiave per la politica Usa e per quella israeliana, per
creare le condizioni adatta ad un cambio di regime in Siria e in Libano. L’ancora misterioso assassinio del febbraio scorso di Rafiq Hariri fu attribuito immediatamente dagli ufficiali Usa al mecenate degli Hezbollah, la Siria. L’Iran è un sostenitore anche più importante degli Hezbollah. Nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco in Germania ci fu un vero attacco arabo. I terroristi palestinesi sequestrarono il quartiere degli atleti israeliani e ne uccisero undici. Forse qualcuno sta pensando,
“cosa accadrebbe se qualcosa del genere dovesse succedere di nuovo? La gente sarebbe così indignata! E se potessimo incolparne l’Iran, allora si è detto tutto!”.

La strategia è chiara. Definire un obiettivo come malvagio. Trovarne un qualche collegamento con le armi di distruzione di massa – chimiche, biologiche, nucleari – o solo “terrorismo low-tech”, tracciare una sorta di parallelo con Hitler, piazzare strategicamente a bordo addetti della stampa. Insinuare una storia, menzionarla come se fossero notizie preoccupanti. Poi citare “l’intelligence”, quel mistico serbatoio di saggezza ristretta all’elite, (piuttosto come gnosi di antiche e misteriose religioni), sperando che la massa stupida lo accetti sulla fiducia, per lo meno dopo che il lavoro è finito e le nobili menzogne inevitabilmente scoperte. Si può sempre, per tutti gli errori, usare come capro espiatorio l’intelligence. Per la sua stessa natura, non può sfuggire dall’espiazione.

E forse, solo forse, l’amministrazione guidata dai neocon, inscenerà qualcosa in Germania o altrove che possa servire da altro 11 settembre. Nel suo Universal fascism [2] , il notevole neocon Micahel Ledeen (accusato largamente di coinvolgimento per la falsificazione dei documenti sull’uranio in Niger) scrisse: “allo scopo di conseguire i più nobili risultati, è necessario per il leader “entrare nel male”. Questo è l’agghiacciante acume che ha reso Machiavelli così temuto, ammirato e provocatorio… Noi [gente comune] siamo corrotti… E’ vero, siamo in grado di raggiungere la grandezza se, e solo se , guidati opportunamente”.

Quello che a questo punto definirei “guida opportuna” è chiedere un cambio di regime in questo paese, attraverso l’impeachment o metodi molto più radicali.

E’ in atto una corsa per il tempo, una battaglia per formare l’opinione pubblica, da parte di una sbilenca e spregevole stampa convenzionale che mostra deferenza al progetto dei neocon. Non esiste emozione più forte della paura, e l’amministrazione Bush, così maldestra in tutto, con quanta straordinaria maestria utilizza questa arma. All’opposizione il movimento contro la guerra, facendo del suo meglio brandisce motivazioni critiche, umanesimo, verità. Per quanto potenti
siano le menzogne, alla fine la verità verrà a galla.

Ma meglio prima che poi.

Note della traduttrice:

[1] I “signing statements” sono delle dichiarazioni interpretative che il Presidente emette al momento della ratifica di una legge, potendo così aggirare le leggi approvate dal Congresso ogni qualvolta lo ritenga opportuno.

[2] LEDEEN, M.A., Internazionale fascista. Laterza, 1973. Titolo originale: Universal fascism:
the theory and practice of the fascist international, 1928 – 1936, N.York: H. Fertig, 1972.

Gary Leupp è professore di Storia alla Tufts University, e professore aggiunto di Religione Comparata. È l’autore di Servants, Shophands and Laborers in in the Cities of Tokugawa Japan; Male Colors: The Construction of Homosexuality in Tokugawa Japan; e Interracial Intimacy in Japan: Western Men and Japanese Women, 1543-1900. E’ anche un contributore di Counterpunch con impagabili cronache sulle guerre in Iraq, Afghanistan e Yugoslavia, Imperial Crusade.

Può essere contattato all’indirizzo: He can be reached at: [email protected]

Fonte: http://www.counterpunch.org
Link: http://www.counterpunch.org/leupp05302006.html
30.05.2006

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di PAOLA

ISCRIVETEVI AI NOSTRI CANALI
CANALE YOUTUBE: https://www.youtube.com/@ComeDonChisciotte2003
CANALE RUMBLE: https://rumble.com/user/comedonchisciotte
CANALE ODYSEE: https://odysee.com/@ComeDonChisciotte2003

CANALI UFFICIALI TELEGRAM:
Principale - https://t.me/comedonchisciotteorg
Notizie - https://t.me/comedonchisciotte_notizie
Salute - https://t.me/CDCPiuSalute
Video - https://t.me/comedonchisciotte_video

CANALE UFFICIALE WHATSAPP:
Principale - ComeDonChisciotte.org

Potrebbe piacerti anche
Notifica di
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
0
È il momento di condividere le tue opinionix